Cronache reggiane

Svelata falsa identità al palazzo del capitano del popolo

L’uomo aveva meno di 30 anni e in più apparteneva ad una delle famiglie più note di Reggio

Ieri, il popolo di Reggio Emilia ha ospitato un nuovo podestà per poi scoprire che era solo un truffatore. “E’ stato scoperto appena è arrivato al palazzo del capitano del popolo” ha detto una signora che era lì presente. “Si vedeva che aveva meno di trent'anni. In più aveva anche lo stemma della sua famiglia disegnato sulla camicia. Non pensavo che un membro di quella famiglia potesse fare una cosa del genere, perché è una famiglia molto nota, molto famosa a Reggio Emilia” ha detto un funzionario del comune che era presente. Nel 1278 nasce una nuova figura di magistrato: il Capitano del Popolo. Il Capitano deve essere forestiero, avere più di 30 anni, non può portare con sé figlioli, fratelli e nipoti e non può possedere beni nel Comune. La sua carica gode di una prebenda di 300 lire imperiali e dura, al massimo, sei mesi. Il Capitano tutela la sicurezza della città,

Svelata falsa identità al palazzo del capitano del popolo

L’uomo aveva meno di 30 anni e in più apparteneva ad una delle famiglie più note di Reggio

tiene i rapporti diplomatici con l'estero e amministra la giustizia. Tra i suoi compiti vi è quello di comandare le milizie (popolari) e di provvedere alla nomina di "uomini buoni e sapienti" per la stesura degli Statuti del Popolo. Partecipa alle riunioni e ai consigli, ma tratta con la massima autonomia gli affari di sua competenza. Nel 1280 il Comune acquista due case nelle vicinanze del palazzo ove risiede il Podestà e, dopo averle demolite, costruisce la residenza per il Capitano. I due fabbricati sono adiacenti e collegati con due passaggi aerei. In tal modo viene formato un unico complesso utile anche ai fini difensivi. Nonostante la truffa, il popolo non si è dovuto preoccupare neanche un po’ visto che il truffatore è stato arrestato e subito messo in prigione. A Reggio Emilia i consoli stanno già eleggendo un nuovo Capitano.

SARA AMATO

Incidente sul lavoro al Palazzo del Vescovo

Operaio cade e sbatte la testa, è in buone condizioni

Ieri, un operaio, mentre restaurava il palazzo del vescovo, è caduto e ha sbattuto la testa. Immediatamente soccorso ha subito ripreso conoscenza e ha dato segni di pronta ripresa. L’operaio è uno dei più bravi al mondo e tutti si sono rattristati appena saputo dell’incidente ma si sono rallegrati quando sono stati rassicurati che sta bene. Lo sfortunato ha progettato anche molte altre strutture a Reggio Emilia e in altre città perché non è solo un operaio ma anche un noto architetto.
La costruzione del nucleo originario del Palazzo Vescovile, posto tra il Battistero, la Cattedrale e l'antichissima chiesa di San Michele
di impianto longobardo risale sembra alla fondazione del Castrum vescovile nell'anno 900 ad opera del Vescovo Azzo, con lo scopo di difendersi dalle invasioni barbariche. Dal duecento fu rifatto ed ampliato e poi devastato da incendi sia nel 1289 che nel 1374 a seguito del quale si abbandonò l'uso della sede vescovile e si affittò ad uso locanda.

La sede episcopale è stata riportata nel centro della città nel 1477 con l'elezione a vescovo del reggiano Bonfrancesco Arlotti; da qui si comincia ad ampliare e aggiornare l'impianto architettonico del palazzo, sempre in relazione con i suoi soggiorni romani in una delle corti più importanti del Rinascimento, quella di papa Sisto IV. Inizialmente si amplia il palazzo tra il Battistero e la Cattedrale che vengono uniti in un unico corpo di fabbrica.
Sono questi lavori a creare la modifica della parte absidale del Battistero, i lavori in cui era presente l’operaio. L’operaio è stato dimesso nel pomeriggio.

SARA AMATO

Straordinario presagio dà il via a lavori straordinari

Una colomba mette in fuga un gheppio,
i fedeli capiscono

Reggio Emilia, nell’anno del Signore 1199 si intraprende la costruzione di nuove mura per proteggere la città. L’opera è stata a lungo pensata, ma si attendeva un segno divino per poter dare inizio alla costruzione di esse. Il segno è arrivato: un gheppio è stato avvistato domenica scorsa su di un albero e, cosa insolita e inaudita, è stato cacciato da una colomba bianca che su quell’albero aveva il nido. La scena dell’uccello predatore che fugge da una colomba è stata vista da molti devoti che uscivano dalla chiesa alla fine della messa, le vie del centro erano piene di gente a passeggio che ha potuto assistere all’evento. Tornati indietro a riferire al vescovo, i devoti si sono convinti di avere assistito a un miracolo e di avere interpretato il segno: la pace vince sulla violenza se si ha la capacità di difendere il proprio nido, la propria casa. Ecco che le autorità religiose e di governo della città, preso consiglio, hanno deciso di costruire le mura difensive

proprio a partire dal punto in cui è apparso il presagio. La distruzione della città ad opera degli Ungari avvenuta nel 899 è ormai lontana ma i cittadini non dimenticano e dopo la costruzione del castrum ad opera del vescovo Pietro, adesso si comincia il grande lavoro delle mura. Il progetto prevede di tracciare un percorso esagonale, così la città sarà più facile da difendere anche dai colpi di arma da fuoco anche grazie ad un fossato extra-mura che sarà scavato non appena finita l’opera di fortificazione muraria. Sappiamo anche come si chiameranno le quattro porte della città: Porta San Croce a Nord, Porta Di San Pietro sulla via Emilia in direzione di Modena a Est, Porta Di Santo Stefano sulla via Emilia in direzione di Parma a Ovest, Porta Castello verso la montagna a Sud.

THIFAANY KANNAN

Il Santa Maria diventa un Ospedale per tutti

La delusione del fachiro mangiafuoco e
l'intervento del portinaio

Questa mattina, 15 luglio a.D. 1371, alle ore sei nell’ospedale Santa Maria di Reggio Emilia, un viandante mangiafuoco di nome Cesare, senza più il suo fuoco si è presentato nella speranza di un piatto di minestra, un bicchiere di vino e un posto dove dormire. Con sua sorpresa il portinaio non lo ha accolto perché il malcapitato non soffriva di alcuna malattia. “Semplicemente sapevo che qui si poteva avere accoglienza e riempire la pancia”, dichiara l'artista di strada. A questo punto, sentita la storia del giovane ragazzo stanco e affamato, il portinaio si è sentito di ospitarlo a casa sua. Ebbene sì, vi confermo cari signori che da oggi l’ospedale Santa Maria non è più un rifugio per viandanti e nullatenenti ma un ospedale dove andare se si è malati. Sappiamo che la notizia sarà accolta con grande entusiasmo non tanto dai ricchi che hanno denaro a sufficienza per pagare i propri medici quanto dal popolo minuto. Grazie all’iniziativa di Pinotto Pinotti abbiamo due veri medici che hanno studiato tanto e che sanno curare le malattie e 20 posti letto quindi non si va più in ospedale per mangiare, bere e dormire ma soltanto per farsi curare. La bella notizia è che Cesare, il mangiafuoco, si è iscritto in medicina e presto diventerà un bravo medico.

MADJIGUENE GAYE

Condannati gli oppositori ai lavori voluti dal potestà sulla Torre del Bordello

Sono cominciati i lavori per l’innalzamento dell’altezza della Torre Del Bordello che è adesso di circa 21 braccia in modo da ospitare la campana della torre dell’orologio insieme ai suoi santi protettori, modifica estremamente desiderata e sostenuta dal podestà.

Ieri, all'inizio dei lavori per l'innalzamento della Torre del Bordello, alcuni mercanti volevano fare il mercato appoggiando o avvicinando la loro bancarella alla Torre, cosa vietata a causa dei lavori i corso. Ma ieri non era il giorno previsto per il mercato come gli altri, e il podestà per contrastare i manifestanti ha lanciato la minaccia di infliggere un anno di duro lavoro lontano dalla famiglia a chi impedisce l'esecuzione dei lavori. Solo così molti uomini si sono allontanati dalla torre rassegnati. Comunque degli sciocchi e spregevoli mercanti hanno deciso di usare la violenza dicendo queste parole: ”Questa è la torre nostra, il podestà non ha pensato al popolo, come quelli precedenti, vogliamo giustizia!” e hanno picchiato per ripicca degli operai che erano completamente innocenti.

Subito gli Anziani della Comunità Reggiana hanno posto guardie e fatto calmare le acque. Gli uomini più miti sono stati impiegati come manodopera per la ristrutturazione di tutta l’ala orientale del loro palazzo. I più cruenti verranno impiccati domani mattina senza processo. E il podestà per non perdere la fiducia del popolo darà un banchetto pubblico domani subito dopo le impiccagioni. Illustri architetti anni prima elaborarono un progetto che comprendeva la costruzione di una nuova torre destinata all’archivio. Ma le circostanze fecero sì che i lavori venissero posticipati e iniziati solamente adesso nel 1489. Incaricato della costruzione è l’architetto Girolamo Casotti che prevede di gettare le fondamenta agli inizi del 1490 alla profondità di nove braccia rispetto al piano della via.

CECILIA CASSINADRI