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Questo libro digitale è stato progettato, ideato, scritto, disegnato ed edito dagli alunni e dalle alunne della classe 2° D dell'Istituto Comprensivo Dante Alighieri di Sant'Ambrogio di Valpolicella.
Auguro a tutti voi una buona lettura...e che sia un piacere, perché c'è tanta bellezza in questo libro!!
Auguro a tutti voi una buona lettura...e che sia un piacere, perché c'è tanta bellezza in questo libro!!
RINGRAZIAMENTI
Vorrei ringraziare i miei alunni e le mie alunne per il loro impegno, per l'entusiasmo e la viva partecipazione. In particolare, ho potuto vedere con gioia la loro sete di conoscenza che si è manifestata attraverso le loro numerose e appassionate domande, testimoni del fatto che Dante ha molto da dirci ancora oggi, perché fatti non fummo "a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza"!
Ringrazio con affetto anche la prof.ssa di sostegno, che nella nostra classe è presenza certa e capace di infondere coraggio.
Un sentito grazie va anche a colei che "qualche" anno fa era stata la mia mitica insegnante di arte e che ho avuto il privilegio di avere come collega. Grazie per la disponibilità, la collaborazione e per il senso del bello.
L'ultimo (ma non per importanza) ringraziamento è rivolto all'altra prof.ssa di arte, che ha condiviso con me e con umiltà un bellissimo progetto che ha ispirato il nostro lavoro.
Vorrei ringraziare i miei alunni e le mie alunne per il loro impegno, per l'entusiasmo e la viva partecipazione. In particolare, ho potuto vedere con gioia la loro sete di conoscenza che si è manifestata attraverso le loro numerose e appassionate domande, testimoni del fatto che Dante ha molto da dirci ancora oggi, perché fatti non fummo "a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza"!
Ringrazio con affetto anche la prof.ssa di sostegno, che nella nostra classe è presenza certa e capace di infondere coraggio.
Un sentito grazie va anche a colei che "qualche" anno fa era stata la mia mitica insegnante di arte e che ho avuto il privilegio di avere come collega. Grazie per la disponibilità, la collaborazione e per il senso del bello.
L'ultimo (ma non per importanza) ringraziamento è rivolto all'altra prof.ssa di arte, che ha condiviso con me e con umiltà un bellissimo progetto che ha ispirato il nostro lavoro.
La prof.ssa di lettere
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LA DIVINA COMMEDIA
LA STRUTTURA
La Divina Commedia fu inizialmente chiamata da Dante “Commedia” per il contenuto (la storia ha un lieto fine) e per lo stile intermedio. Più tardi Boccaccio decise di cambiare il nome in “Divina Commedia”. L’aggettivo “divina” sta ad indicare non solo il contenuto ma anche l’altissima qualità poetica dell’opera.
Il poema è diviso in tre cantiche:
-INFERNO (33 canti);
-PURGATORIO (33 canti);
-PARADISO (33 canti).
Il numero in evidenza è il numero tre che indica la Trinità, si nota anche il numero trentatré che corrisponde agli anni di Cristo. L’opera è introdotta da un canto introduttivo che narra le vicende sulla Terra, prima del viaggio nei regni ultraterreni. La somma di tutti i canti dà il numero cento. Anche questo è simbolico perché richiama i dieci comandamenti e i cieli che costituiscono il paradiso (100=10 alla seconda).
LA STRUTTURA
La Divina Commedia fu inizialmente chiamata da Dante “Commedia” per il contenuto (la storia ha un lieto fine) e per lo stile intermedio. Più tardi Boccaccio decise di cambiare il nome in “Divina Commedia”. L’aggettivo “divina” sta ad indicare non solo il contenuto ma anche l’altissima qualità poetica dell’opera.
Il poema è diviso in tre cantiche:
-INFERNO (33 canti);
-PURGATORIO (33 canti);
-PARADISO (33 canti).
Il numero in evidenza è il numero tre che indica la Trinità, si nota anche il numero trentatré che corrisponde agli anni di Cristo. L’opera è introdotta da un canto introduttivo che narra le vicende sulla Terra, prima del viaggio nei regni ultraterreni. La somma di tutti i canti dà il numero cento. Anche questo è simbolico perché richiama i dieci comandamenti e i cieli che costituiscono il paradiso (100=10 alla seconda).
LA LINGUA
Il poeta scrisse la Divina Commedia in volgare fiorentino e in poesia. Il verso usato è l'endecasillabo, così chiamato chiamato perché l’ultimo accento cade sull’undicesima sillaba (questo verso diventerà il più usato nella poesia italiana). Gli endecasillabi sono organizzati in gruppi da tre=terzine. Nella terzina dantesca la rima segue uno schema fisso di rime incatenate (ABA BCB CDC…).
IL TEMA
La Divina Commedia è un viaggio allegorico nei tre regni ultraterreni cioè Dante fa un viaggio partendo dall’Inferno, passando per il Purgatorio e arrivando al Paradiso e ciò simboleggia che nella vita dell’uomo si può passare dal male, dalla sofferenza e dalla tristezza al bene, alla salvezza e alla felicità.
Il viaggio dura una settimana, cioè sette giorni i quali ritraggono il concetto di pienezza. La settimana, non a caso, è la settimana santa che rappresenta la morte e la resurrezione.
Il poeta scrisse la Divina Commedia in volgare fiorentino e in poesia. Il verso usato è l'endecasillabo, così chiamato chiamato perché l’ultimo accento cade sull’undicesima sillaba (questo verso diventerà il più usato nella poesia italiana). Gli endecasillabi sono organizzati in gruppi da tre=terzine. Nella terzina dantesca la rima segue uno schema fisso di rime incatenate (ABA BCB CDC…).
IL TEMA
La Divina Commedia è un viaggio allegorico nei tre regni ultraterreni cioè Dante fa un viaggio partendo dall’Inferno, passando per il Purgatorio e arrivando al Paradiso e ciò simboleggia che nella vita dell’uomo si può passare dal male, dalla sofferenza e dalla tristezza al bene, alla salvezza e alla felicità.
Il viaggio dura una settimana, cioè sette giorni i quali ritraggono il concetto di pienezza. La settimana, non a caso, è la settimana santa che rappresenta la morte e la resurrezione.
LE TRE GUIDE DI DANTE
Dante in questo viaggio è stato aiutato da tre personaggi. Il primo gli è apparso davanti quando aveva bisogno di aiuto: il poeta si è ritrovato in una selva oscura in cui l’elemento caratterizzante era il buio (allegoria della lontananza da Dio). Era giunto alla fine di un colle, il quale aveva la parte superiore illuminata dai raggi del Sole. Mentre risaliva il colle incontrò tre belve affamate: la lonza, il leone e la lupa, simbolo rispettivamente di lussuria, superbia e cupidigia. L’incontro con la terza fu per lui il più temuto. Lì arrivò il primo aiutante, Virgilio, il poeta latino più amato nel Medioevo e da Dante. Dante lo considerò il personaggio più adatto a rappresentare la ragione nel suo viaggio. L’aiutante disse a Dante di scendere dal colle perché la strada che doveva percorrere era un’altra: l’avventura del poeta iniziò qui. Virgilio disse al poeta che lui era venuto in suo soccorso chiamato da “tre donne benedette”: Santa Lucia, Maria e Beatrice, avevano chiesto a Dio di concedergli la possibilità di percorrere un viaggio nell’aldilà per salvarsi.
Dante in questo viaggio è stato aiutato da tre personaggi. Il primo gli è apparso davanti quando aveva bisogno di aiuto: il poeta si è ritrovato in una selva oscura in cui l’elemento caratterizzante era il buio (allegoria della lontananza da Dio). Era giunto alla fine di un colle, il quale aveva la parte superiore illuminata dai raggi del Sole. Mentre risaliva il colle incontrò tre belve affamate: la lonza, il leone e la lupa, simbolo rispettivamente di lussuria, superbia e cupidigia. L’incontro con la terza fu per lui il più temuto. Lì arrivò il primo aiutante, Virgilio, il poeta latino più amato nel Medioevo e da Dante. Dante lo considerò il personaggio più adatto a rappresentare la ragione nel suo viaggio. L’aiutante disse a Dante di scendere dal colle perché la strada che doveva percorrere era un’altra: l’avventura del poeta iniziò qui. Virgilio disse al poeta che lui era venuto in suo soccorso chiamato da “tre donne benedette”: Santa Lucia, Maria e Beatrice, avevano chiesto a Dio di concedergli la possibilità di percorrere un viaggio nell’aldilà per salvarsi.