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La principessa e il lago degli incubi

by matteo Bresciani

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La fiaba del gruppo Azzurro
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La principessa
e
il lago degli incubi
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C’era una volta, presso un castello di Comelat, un commerciante, di nome Enrico, che spesso veniva a vendere i suoi prodotti.

Un bel giorno gli si avvicinò il re del castello che, essendo senza eredi, non sapeva a chi lasciare la propria eredità: così decise di incoronare il commerciante Enrico. Da quel momento diventò Enrico III, principe di Comelat.
Quando tutto sembrava perfetto un mostro, di nome Demon, uscì dalla sua tana in cerca di vendetta. Questo mostro era molto viscido con delle mani che potevano mutare in lame molto affilate e delle gambe molto strette, ma efficaci nella corsa. Quando entra in un luogo chiuso i muri si ricoprono di sostanza viscida che poteva, a un certo punto, anche cadere dal soffitto.

Il mostro si arrampicò ed entrò nel castello; una volta entrato stordì una delle guardie facendola sbattere contro il muro: la lotta fu percepita e vista anche da altre persone nel castello e quindi il mostro decise di chiamare dei rinforzi.

Arrivarono altri mostri striscianti e dei ragni, che al solo morso provocavano allucinazioni. Demon rapì la principessa portandola nello scantinato del castello.
Il principe in quel momento era in crisi e quindi decise di chiamare la sua armata con un urlo; appena lo sentirono urlare tutti i cavalieri corsero da lui. Tutti i cavalieri avevano dei poteri magici: quello più potente era posseduto da Luca, il capo dell’armata. Il suo potere era quello di far scomparire qualcuno quando voleva, bastava uno schiocco delle sue mani.

Quindi Luca disse: “ Ragazzi, ci penso io!!”. Allora schiocco le mani contro tutti i mostri e ragni, li sconfisse tutti, tranne uno. Così il principe chiese ad un altro cavaliere di usare il suo potere: volare e con una bacchetta magica, eliminare qualcuno. Allora Andrea, il cavaliere con questo ultimo potere, volò con la sua bacchetta magica, colpì forte l’unico sopravvissuto per eliminarlo.
Dopo la lunga battaglia, durata quasi quindici anni, il castello era salvo, compresa la principessa che era stata rapita e tutte le persone che ci abitavano dentro.
Il principe Enrico III invitò tutti i nobili, i soldati e i cavalieri che avevano aiutato a sconfiggere tutti i mostri per congratularsi con loro. Organizzò una fiera dove c’erano tante attrazioni, dal tiro del giavellotto fino al tiro con l’arco.
In questo modo tutti vissero felici e contenti.
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