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DONA LA SCUOLA

by dagostinomary75 197019751999

Pages 2 and 3 of 14

La storia della classe 4^ H
La Freccia Azzurra
#DonaLaScuola a.s. 2020/21
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LA FRECCIA AZZURRA
Gianni Rodari
Si avvicina la notte del 6 gennaio e tutti i bambini si preparano a ricevere un regalo per l’Epifania.
Tuttiii? Purtroppo NO: ce ne sono alcuni che hanno genitori troppo poveri per far recapitare ai figli un DONO della Befana.
Francesco è uno di questi bambini; vorrebbe tanto la FRECCIA AZZURRA un trenino giocattolo e se lo meriterebbe perché ha un cuore grande. Ma per fortuna anche i giocattoli hanno un cuore e decidono di ribellarsi alla Befana e di fuggire dalla sua bottega, andando a donarsi ai bambini poveri della città.
Dovranno però fare i conti con il mondo reale, che non è quello semplice e sicuro visto dalla vetrina del negozio: fuori ci sono conflitti,difficoltà e ingiustizie.
Starà a loro rimediare, portando calore e conforto, diffondendo la SOLIDARIETA' che renderà il mondo finalmente MIGLIORE!
La storia ebbe inizio così.
Era la mattina dell’Epifania. Per tutta la notte la Befana e la sua serva erano state in giro per tetti e per camini a portare i doni ai clienti.
-Accendi la stufa- disse la Befana – così ci asciugheremo. E riponi la scopa: per un annetto buono non ci servirà-
La serva Teresa rimise la scopa nel solito angolo, borbottando:
- Sarà anche bello volare con la scopa ma adesso che ci sono aeroplani e razzi non ne vedo proprio l’utilità. Intanto il raffreddore me lo sono preso e me lo tengo ECCIUU’’.
- Preparami una buona camomilla!
La Befana inforcò gli occhiali e si sedette nella vecchia poltrona di pelle nera davanti alla scrivania.
Poi sospirò e ficcò il naso nei suoi registri.
- Dunque,dunque… vediamo un po’. Affari magrucci, quest’anno, e soldi pochini. I doni, si sa, tutti li vogliono, ma quando si tratta di pagare, allora è un altro discorso. Promettono, fanno segnare sul libretto e poi chi s’è visto s’è visto…Comunque, i giocattoli che avevo in negozio li ho dati via tutti e oggi bisognerà portarne su degli altri dal magazzino.
Chiuse il libro dei conti e cominciò a sfogliare le lettere che aveva trovato nella cassetta della posta quella mattina.
- Ecco qua me l’aspettavo: io sfido la tramontana, io rischio l’osso del collo e loro non sono mai contenti. Questo non voleva la sciabola di legno, voleva la pistola: ma lo sa che la pistola costa molto di più? Quest’altro voleva un aeroplano, nientemeno, ma suo padre non aveva un soldo che era uno. Teresaaa, è pronta la camomilla?
- Subito, subito, signora Befana!
-Ce l’hai messo un goccetto di rum?
- Ne ho messi due cucchiaini.
- Esagerata, ne bastava uno e mezzo! Ecco perché la bottiglia è quasi vuota: e dire che l’abbiamo comperata soltanto quattro anni fa!
Mentre beveva la camomilla bollente la Befana guardava qua e là, ispezionando con cura ogni angolo della casa. Com’era triste la bottega con la saracinesca abbassata e le vetrine vuote.
- Prepara la chiave del magazzino e la candela.
-  Bisogna portare su dell’altra roba.
- Ma signora, vuol lavorare anche oggi che è la sua festa? Ormai la notte della Befana è passata.
- Già, ma alla Befana nuova mancano solamente 365 notti!
Forse sarà bene spiegare che la bottega restava aperta tutto l’anno, e le sue vetrine erano sempre illuminate, così i bambini avevano il tempo di innamorarsi dei tanti giocattoli e i genitori di fare i loro calcoli per poterli ordinare. Inoltre tutti i giorni ci sono compleanni, e si sa che i bambini li considerano un’occasione molto indicata per ricevere regali.
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