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Poesie

by Beatrice Baudo

Pages 8 and 9 of 12

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Dovrei paragonarti a un giorno d'estate?
Tu sei più amabile e più tranquillo.
Impetuosi venti scuotono le tenere gemme di Maggio,
E il corso dell'estate ha fin troppo presto una fine.
Talvolta troppo caldo splende l'occhio del cielo,
E spesso la sua pelle dorata s'oscura;
E ogni cosa bella la bellezza talora declina,
spogliata per caso o per il mutevole corso della natura.
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Il sonetto si apre con un'interrogativa retorica, la cui risposta è ovviamente negativa.

Metafora: il sole

La bellezza non è mai assoluta e durevole, anche per chi ne ha dono. Emerge qui il tema del suo carattere provvisorio ed effimero.
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Ma la tua eterna estate non dovrà svanire,
Né perder la bellezza che possiedi,
Né dovrà la morte farsi vanto che tu vaghi nella sua ombra,
Quando in eterni versi nel tempo tu crescerai:
Finché uomini respireranno o occhi potran vedere,
Queste parole vivranno, e daranno vita a te.
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La congiunzione avversativa apre a una nuova interpretazione di quanto premesso.



Tema della poesia eternatrice, che rende immortali i soggetti cantati dai poeti.
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da W. Shakespeare, I Sonetti, trad. M. A. Marelli, Garzanti, 1986

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