La nostra antologia

- Il nano e Babbo Natale di Alessia C. - Un Natale ....stregato! di Manuel S.

- Il braccio allungabile di Stefano B. - Percy Jackson ed il mantello magico di Damiano C. - La maledizione delle Serpentere di Gabriele I. - Gioia e la Megera di Aurora B. - Ernesto e il Trinagolo delle Bermuda di Marco A. - Artur vince il drago di Beatrice S.

<a href="https://view.genial.ly/5a54eb577c32970bb8ea0961/raccolta-miti-e-leggende-di-sici">Miti e leggende di Sicilia</a>

Gioia e la Megera di Aurora B.

Gioia è una ragazza alta, magra e bionda, molto veloce nella corsa, che viveva nel villaggio di Montagna Rosa, con il suo amico Victor, ragazzo dalla fervida immaginazione. Un giorno nel villaggio si addensò molta nebbia, tutto sembrò oscurato, non si vedeva nulla; si avvertì il rumore di una carrozza in arrivo e solo quando si avvicinò si poté capire di che colore era; era verde scuro e trainata da due cavalli neri. Ad un certo punto scese da una carrozza una Megera con un cappello di paglia in testa. Gioia e Victor vedendo una grande folla radunata attorno, incuriositi si avvicinarono e sorpresi videro una donna bruttissima. La Megera si levò il cappello e aveva dei serpenti in testa al posto dei capelli. Loro non vollero guardar,e ma chi guardò venne pietrificato. La Megera aiutata da un suo collaboratore, prese le statue pietrificate e diretta verso la foresta di Albero Blu scomparve.&nbsp; Quando la nebbia si levò, i due ragazzi andarono a cercare la carrozza. Camminarono molto per il bosco in cui piano piano i rovi e i cespugli di more, cominciarono a infittirsi sempre di più; finché venne la nebbia che li avvolse. Questo poteva significare che la Megera abitava lì perché era la stessa nebbia del suo arrivo, perciò Victor trovò un passaggio sottoterra. Presero a correre nel cunicolo stretto fino a trovare una spada. Gioia la prese e riuscì a tagliare la testa alla Megera e, grazie al suo coraggioso gesto, gli abitanti furono liberi e la foresta tornò com’ era un tempo, cioè un bellissimo prato con alberi e fiori ovunque. Ogni abitante andò nella sua dimora e Victor e Gioia furono considerati da tutti come due grandi eroi.

Artur vince il drago di Beatrice S.

Artur era un ragazzo biondo muscoloso, intelligente e coraggioso. Era considerato dal suo popolo il “divino del cielo”, perché aveva sconfitto molti mostri. Un giorno decise di dirigersi verso il mondo degli elfi. Appena arrivato, gli abitanti chiamarono le guardie elfiche e portarono il ragazzo al palazzo del re. Il sovrano, riconoscendolo, gli disse: “Artur come mai sei nel mio mondo? Ti serve una mano?” Artur gli disse: “Si perché volevo esplorare il vostro regno”. Allora, il re rispose “Però mi devi un favore, prima dovrai sconfiggere il drago che attacca me e i miei abitanti da un po’, ha già distrutto un paio di edifici e se continua così dovremo andarcene”. Artur disse “Io ti posso aiutare.” “Perfetto - rispose il sovrano - ti aiuterà il mio fidato mago Simsala, lui ti darà tutto il necessario, le mie guardie ti porteranno da lui”. Arrivato al laboratorio, Simsala gli disse: “Sei tu il famoso Artur giusto?” “Si” - gli disse Artur con fretta di iniziare l’avventura. “Vedo che hai voglia di inziare! Bene! Questo è l’ occorrente che ti servirà: una spada che se avrai buon cuore ti si illuminerà quando combatterai, uno scudo, e una pozione che ti darà il potere dell’ invisibilità, ma solo per 10 secondi. Ora sei pronto, utilizzali bene, io verrò con te”.

Il Nano e i Regali di Alessia C.

Babbo Natale come ogni vigilia, si stava preparando a portare i regali a tutti i bambini. Un nano di nome Francesco, invidioso perché non aveva mai ricevuto un regalo, decise di vendicarsi. Quindi, si travesti da elfo, andò nella fabbrica dei giocattoli e aspettò l’arrivo di Babbo Natale. Quando il vecchio in rosso andò nel suo ufficio il nano gli gettò una polverina magica che lo rimpicciolì. Nascosto Babbo Natale nel cassetto della scrivania, il nano rubò il sacco magico contenente i regali per tutti i bambini e scappò. Arrivò il momento della consegna dei regali e gli elfi entrati nell’ufficio di Babbo Natale sentirono dei rumori provenienti dal cassetto della scrivania. Quando videro cosa gli era accaduto, presero l’antidoto a quella polverina e lo fecero tornare grande. Subito Babbo Natale salì sulla slitta e, grazie alle renne che avevano visto scappare il nano, seguirono le tracce lasciate sulla neve. Babbo Natale trovò il nano, il quale gli restituì il sacco magico e in cambio gli diede un regalo. Il nano era cosi felice e allegro che aiutò Babbo Natale.

Laboratorio di scrittura dinamica e creativa

"La nostra antologia"

Il braccio allungabile di Stefano B.

C’era una volta un ragazzo che non aveva un braccio. Era solo e viveva nello spazio.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Un giorno trovò un braccio che fluttuava nella galassia e così se lo mise dove gli mancava. Scoprì che era un braccio magico perché si poteva allungare. Osservando il cielo si accorse che mancava un pianeta e pensò di crearlo.&nbsp;A metà lavoro vide uno stregone che si avvicinò a lui e con una magia lo lanciò in un buco nero. Si trovò in un’altra galassia dove lo stregone continuò a inseguirlo, allora il ragazzo con il braccio allungabile gli diede un pugno e lo stregone morì. Attraversato il buco nero, si trovò di nuovo nella sua galassia. Era molto felice per l’impresa che aveva compiuto sconfiggendo un terribile stregone e visto che era comunque un ragazzo molto buono si adoperò con il braccio allungabile per creare il mondo.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Grazie al suo buon umore, foggiò&nbsp;persone buone e felici, rendendo il mondo un posto gradevole. Da quel giorno visse per sempre nello spazio contemplando, felice e soddisfatto, il suo bel lavoro pensando che con un sol braccio non avrebbe potuto mai costruire nulla.

Lehandro e lo scafandro magico di Paolo D.

Tanto tempo fa c’era un bambino di nome Lehandro, era biondo con gli occhi marroni e le lentigini. Aveva il sogno di esplorare gli abissi, ma purtroppo i suoi genitori non glielo avrebbero mai permesso, nemmeno quando sarebbe diventato grande. Passarono gli anni e per il suo quindicesimo compleanno, il nonno, che era un pescatore, gli regalò uno scafandro ritrovato sulle profondità dell’oceano nel 1823. Lui ne fu talmente felice che lo mise nello scaffale più alto della sua stanza in modo che nessuno lo potesse prendere. Dopo due settimane i genitori partirono e Lehandro pensò che era l’occasione giusta per andare a provare lo scafandro al mare. Appena arrivò lo indossò e lo scafandro lo portò nelle profondità dell’oceano. Lehandro vide dei cavallucci marini che cantavano e ballavano, ma stranamente li sentiva parlare e allora capì che lo scafandro era magico.... Andarono a visitare la barriera corallina e ne spezzò un pezzetto per portarla a casa. Ma il viaggio continuò e lo scafandro lo portò a vedere la schiavitù delle sirene. Lehandro, prima rimase stupito perché aveva visto delle sirene, ma subito dopo rimase indignato per la loro condizione di schiave. Allora fu condotto al castello dell’oceano governato da un tritone. Appena il tritone, re del mare, vide che il bambino aveva in tasca un pezzo di barriera corallina s’infuriò perché quella barriera era stata coltivata proprio da lui e suo fratello. Il vecchio di mare, quindi, subito provò a levargliela, ma non ci riuscì. Improvvisamente, il pezzo di corallo cominciò a tremare, in un lampo scintillò fino a trasformarsi in una spada. Lehandro subito la impugnò con coraggio e la infilzò al tritone. La notizia di questo gesto eroico giunse alle sirene che lo ringraziarono per esser state finalmente liberate dalla schiavitù. Lehandro tornò a casa e per lungo tempo si ricordò dell’incredibile avvenimento vissuto.

C'era una volta una splendida fanciulla di nome Biancaneve.&nbsp;La sua bellezza suscitava invidia&nbsp;alle sorelle&nbsp;e alla matrigna. Biancaneve si lamentava in continuazione perchè secondo lei&nbsp;la casa in cui viveva era troppo piccola e vecchia e, visto che nessuno le dava retta, era scappata in cerca di un principe ricco con il quale sposarsi e trasferirsi nel regno dei suoi desideri. Nel frattempo la matrigna, invidiosa della figliastra, aveva&nbsp;iniettato del veleno in una pesca con l’intenzione di offrirla alla giovane fanciulla. Accortasi però che la ragazza era scomparsa, si travestì da nonnina e la andò a cercare. Biancaneve nel suo camino aveva visto una grande villa, e senza pensarci&nbsp;un attimo era entrata. La casa era straordinaria! Ma la matrigna presto la raggiunse e travestita da nonnina le offrì il frutto avvelenato. Biancaneve,schifata esclamò: «Io non mangio frutta, è da poveri!» Così tirò la pesca in faccia alla vecchia donna. Tutto il veleno schizzò fino a raggiungere la bocca della matrigna che morì. Biancaneve da quel giorno visse in quella villa, ma per sempre sola e in cerca di un principe!

Biancaneve di Salvo S.

C'era una volta una regina bellissima che aveva una figlia con i capelli nerissimi, le labbra rosse e la pelle bianca come la neve per questo la chiamarono Biancaneve!

Tanto tempo fa, lungo il corso di un fiume, viveva un orco. Di giorno deturpava il paesaggio, bruciando sterpaglie e abbattendo alberi; di notte si aggirava nella cittadina vicina spaventando donne e bambini. Gli abitanti del posto, ormai stanchi e spaventati, chiesero al mago della città di uccidere l’orco. Il mago, però, era di buon cuore e non sarebbe mai stato capace di uccidere qualcuno, neanche l’orco. Decise allora di costruire una spada e di renderla magica. Disse poi agli abitanti che sarebbe andato ad uccidere la brutta bestia quella sera stessa. Quando arrivò, però, al cospetto dell’orco, approfittando del fatto che stesse dormendo, lo colpì con la sua spada che, essendo magica, anzichè ucciderlo lo trasformò in un essere buono.&nbsp; Da quel giorno, l’orco, anziché&nbsp;deturpare il paesaggio di giorno, se ne prese cura. &nbsp;La notte, invece di&nbsp;spaventare chiunque incontrasse, cominciò ad aiutare la gente a fare i lavori più faticosi. &nbsp; Grazie al mago e alla sua spada magica, tutti vissero finalmente in serenità.

L'orco malefico&nbsp; di&nbsp;Simone D.

Percy Jackson ed il mantello magico di Damiano C.

C ‘era una volta un piccolo villaggio disperso nel bosco, protetto da una barriera e da un maestoso albero secolare. In questo borgo abitavano i figli di Poseidone: Percy e John. Il secondo era il fratello maggiore. Il giorno in cui l ‘albero morì, un gigantesco toro meccanico entrò nel villaggio, ma Percy riuscì a sconfiggerlo grazie al suo bastoncino che, lanciandolo, diventò una spada magica e tagliò a metà il toro. Gli abitanti del villaggio sapevano che per sopravvivere avevano bisogno della barriera, ma per risuscitare l’albero occorreva il mantello magico, costudito da Polifemo che viveva sull’ isola dei Ciclopi. Percy, allora partì insieme al fratello e Sally, un’amica molto brava a combattere. Arrivati all’ isola dei Ciclopi videro un enorme parco giochi abbandonato e subito salirono su dei carrelli che li portarono molto in basso, fino alla grotta di Polifemo. La meta sembrava ormai vicina. Mancava ancora l’ ultimo ostacolo da superare: valicare un ponte di legno sospeso su un fiume con acque profondissime, pieno di scogli e attraversato da una corrente allucinante. L’impresa non fu difficile. Appena superato il ponte, videro Polifemo e di nascosto rubarono il mantello.&nbsp;Tuttavia, proprio mentre stavano scappando, il ciclope li vide e subito buttò John nel fiume, poi mise all’angolo Percy e Sally. Ormai stava quasi per calpestarli, ma per fortuna intervenne John che era sopravvissuto perché, essendo il figlio di Poseidone, appena sfiorata l’ acqua era ritornato subito a galla.&nbsp;John conficcò al mostro un enorme palo appuntito nella schiena e Polifemo morì. I ragazzi ripresero il mantello, ma nuovamente furono scoperti.&nbsp;Il re del male Ade li bloccò e sottrasse loro il mantello che usò per far rinascere il suo Signore, ovvero Crono. Percy riuscì straordinariamente ad evitare il peggio uccidendo tutti con la sua spada magica e riportando finalmente il mantello a casa. Appena arrivato lo poggiò sulle radici dell’ albero e si ricreò la barriera. Da quel giorno nessuno attaccò più il villaggio.

La maledizione delle Serpentere di Gabriele I.

Jay era un bambino muscoloso, alto, bello e veloce, con gli occhiali e i capelli corti e neri.&nbsp; Trolly, il suo migliore amico, guerriero molto valoroso era ricoperto di spade e fucili. Lui era un po’ bassino, capelli viola e la carnagione verde. Era un po’ ignorante, e per questo Jay gli regalò un libro, che aiutava a far diventare le persone intelligenti. Nella città in cui abitavano, vigeva una maledizione: ogni capodanno la città scompariva, perché le Serpentere l’avevano conquistata in passato. Le Serpentere avevano dei serpenti al posto dei capelli e dalle maniche dei loro abiti uscivano tantissimi cobra. Un giorno era arrivato un cavaliere, forte e alto, che aveva sconfitto tutti i serpenti, ma non le Serpentere, che scapparono via. Jay, mentre si trovava nella sua camera, notò un libro che parlava di suo zio, un valoroso cavaliere. Lo sfogliò e trovò una lettera che diceva:- “Caro nipote, io sono tuo zio, il cavaliere che sconfisse i serpenti delle Serpentere, ma esse fuggirono. Sarai proprio tu a sconfiggerle. Vai nella foresta di Senzanometantiguai, lì troverai una leva vicino a una caverna, la porta si aprirà e troverai una spada leggendaria, che sconfiggerà le Serpentere”

Cenerentola di Damiano C.

Cenenrentola, ragazza buona, la prendevano in giro come fosse una buffona, povera e sempre a lavorare matrigna e sorellastre la facevano sgobbare. La serva al ballo andò con le scarpe di cristallo sopra la carrozza trainata dal cavallo. Le sorelle arrabbiate rimasero sole e disperate. La futura reginetta perse la scarpetta, il principe la trovò e a lei pensò. Quando si sposarono la felicità trovarono.

Cenerentola di Andrea A.

Fanciulla triste è Cenerentola che passa il tempo davanti alla pentola, deve sempre lavare e pulire matrigna e sorellastre la fanno soffrire. un giorno all'improvviso un messaggero porta un avviso. Il principe organizzò un gran ballo e la fatina le regalò le scarpe di cristallo. la fanciulla per magia verso il ballo vola via A mezzanotte la magia finì e Cenerentola fuggì. Per le scale perse la scarepette e il principe la raccolse con tanta fretta. grazie alla scarpetta la ritrovò e la fanciulla si sposò

Jay chiamò subito Trolly e si prepararono in fretta e furia e si misero in marcia. Lungo il tragitto, dal cielo, spuntò un raggio di luce, andarono verso di esso e trovarono la porta di un castello. La aprirono e si ritrovarono a percorrere un lungo corridoio dove apparve un altro raggio luminoso. Attraversarono&nbsp;in fretta il passaggio, ma ad un tratto spuntarono le serpentere, già pronte a conquistare la città e farla sparire per sempre. Jay molto preoccupato disse a Trolly: “Vai nella foresta e prendi la spada” ed lui mise in marcia. Nel frattempo Jay cercò di sconfiggere le serpentere con i poteri magici. Trolly arrivò nella foresta, trovò la leva, la spinse in alto e la porta della caverna si aprì. Prese perciò subito la spada e corse da Jay. Arrivato al castello Trolly impugnò l'arma e infilzò le serprentere&nbsp;che morirono. La guerra terminò e la città tornò come un tempo liberandosi per sempre dalla maledizione.

Un Natale....stregato! di Manuel S.

C’era una volta una strega cattiva&nbsp;che amava rovinare le feste. Come tradizione, la notte della vigilia Babbo Natale si stava preparando per consegnare i regali a tutti i bambini del mondo. Salì svelto sulla slitta e le renne incominciarono&nbsp;a salire, ma la strega, che aveva assistito di nascosto alla scena, li fermò. Babbo Natale si stupì e disse: - "Non avevo mai visto una strega a Natale prima d’ora!" - La cattivona rapì in un istante il vecchio e si travestì da lui; poi, sostituì i regali con il carbone e cominciò a distribuirlo. Il giorno dopo, i bambini si chiesero perché ci fosse del carbone invece dei regali. Erano molto tristi e pensarono di andare da Babbo Natale a chiedere spiegazioni, ma non lo trovarono. Ad un tratto,però, lo videro e.... aveva i capelli lunghi! Rimasero sbalorditi e pensarono che era un trucco. Crearono perciò una trappola per scoprire&nbsp;l’imbroglio. Misero un rametto per terra nel quale la subito “la vecchia travestita” inciampò. Il cappello le cadde a terra svelando la sua identità. Era tutta una farsa! Nel frattempo Babbo Natale, prigioniero, cercava in tutti i modi di uscire dalla sua cella. Le renne andarono a trovarlo ed ebbero un’idea per liberarlo. Sotto le loro zampe avevano delle stelle che per magia si trasformavano in chiavi e aprirono la cella. Babbo Natale uscì, andò dalla strega e la rapì. Infine, diede i regali a tutti i bambini&nbsp;che erano finalmente felicissimi! Quello fu il Natale più bello della loro vita!

Fiabe e finale a sorpresa

La fata Sibina di Giovanni S.

Una fata di nome Sibina diede una prova ad un eroe di nome Giuseppe. Doveva attraversare il mare, nuotando tra squali e piragna, fino a raggiungere l’isola deserta per trovare un baule pieno d’oro e portarlo al castello. Fortunatamente incontrò dei delfini che lo aiutarono a raggiungere l’isola senza essere mangiato dagli squali e dai piragna. Così, arrivato sano e salvo, recuperò il baule d’oro e lo portò sulle spalle con i delfini che lo aiutarono ad attraversare il mare e tornare dalla fata con il carico promesso.

- L'orso e i cani (a cura di Damiano, Stefano e Andrea) - La volpe e il lupo (a cura di Manuel e Gabriele) - Il pesciolino e lo squalo (a cura di Suad, Cristian, Salvo, Beatrice, Martina) - Il lupo e la pecora ( a cura di Marco, Federico, Simone, Giovanni, Paolo)

- Biancaneve (a cura di Suad E.) -

- Cappuccetto rosso (a cura di Alexia R.)

- Cenerentola di Damiano C. e Andrea A. - Biancaneve di Salvo S.

- Lehandro e lo scafandro magico di Paolo D. - L'orco malefico di Simone D. - La strega e la lotta con il principe di Ziwar N. - La fata Sibina di Giovanni S.

Cappuccetto rosso di Alexia R.

Cappuccetto Rosso, attraversando la foresta per andare dalla nonna, si fermò per raccogliere delle more. Un leone la vide e si nascose per seguirla. Quando la bambina stava per bussare alla porta, il leone l’aggredì. La vecchietta, sentendo le urla, guardò fuori dalla finestra e vedendo che il leone stava per aggredire ala nipotina, prese un pezzo di legno, uscì fuori e uccise il leone. E così furono salve.&nbsp;

Arrivati al castello notarono che la porte erano aperte e c’era il drago che stava dormendo, Artur, essendo molto coraggioso, decise di avvicinarsi, ma più del dovuto, infatti, il drago si svegliò di colpo e disse: “Chi è che disturba il mio riposino?” E Artur disse senza timore: “Sono io Artur, il coraggioso guerriero e non ho paura di te!” “Bene” disse sputando lingue di fuoco e un gran ruggito. Ancora non si era accorto del mago elfo, ma subito dopo disse: “Aspetta un momento, voi siete elfi? Io odio gli elfi!” “Perché?” disse Artur. “Perché mi disturbano ogni venerdì del mese con la loro festa della luna tremante e disturbano il mio riposino. E poi mi fanno ricordare che non ho amici e che sono solo” “Ma se ti…” “Basta! Ve ne dovete andare!!” Allora Artur proteggeva Simsala e lui dagli sputi infuocati del drago. Senza perder tempo bevve la pozione e salì sulla coda del drago che, non vedendolo più, disse: “Dove è andato? Dove è? “Sono qua!” e gli diede un colpo di spada sul muso, ma il mago li fermò e disse al drago “se ti senti solo, vieni con noi elfi” “No, - rispose il drago confuso - per essere trattato da mostro...?” “ No, noi avevamo paura di te perché ci attaccavi, ma ora so che sei gentile se trattato bene, cercherò di convincere il re a farti stare al palazzo mi deve un favore”. Si diressero pertanto là. Il re vedendo arrivare la brutta bestia si sbalordì e disse “ Che ci fa qui il drago? Mandatelo via!!! “No, è mio amico e poi mi dovete un favore, vi chiedo di ospitarlo” “Va bene starà con noi”- sentenziò. E da quel momento il drago e gli elfi furono inseparabili

Ernesto e il Triangolo delle Bermuda di Marco A.

Ernesto era un alieno che trovava i monumenti sperduti nel mondo.&nbsp;Li scovava grazie a un marchingegno nella sua navicella. I suoi ‘migliori amici’ erano i nemici ed a ogni viaggio ne incontrava uno da sconfiggere con le sue armi: le pistole laser. Ernesto quel giorno era di buon umore, ma non sapeva quello che lo aspettava. Si ostinò a voler trovare il tesoro dei pirati ,situato nel Triangolo delle Bermuda. Era pronto a partire, ma il marchingegno non funzionò. Si dovette fermare, ma la missione era stata ormai avviata dal sistema elettronico e non poteva più tirarsi indietro. Si preparò e partì per un viaggio molto lungo e pericoloso. Arrivato, posteggiò la navicella e per terra trovò la mappa del tesoro: il bottino era situato a Nord. Subito scese una nebbia così fitta che Ernesto per molti minuti non vide più. Così, dei ladri, che volevano il tesoro, ne approfittarono, presero il bottino e scapparono via. Ernesto ebbe paura, cercò subito di tornare a casa, ma non trovò il bottino e pensò di essere stato fregato e che la mappa fosse sbagliata. Cercò in tutto il mondo finchè non trovò il bottino incustodito in un parco. Allora, lo prese e scappò a casa sua. I ladri, furbi, pensarono subito a Ernesto, riuscirono a seguirlo ed entrare a casa dell’alieno. Subito si lanciarono in un difficile combattimento, ma dopo molti buchi&nbsp;a vuoto nel muro con la sua pistola laser Ernesto riuscì a vincere.&nbsp;Da quel giorno non volle più cercare tesori.

La strega e la lotta con il principe di Ziwar N.

Tanto tempo fa, una principessa stava passeggiando del bosco. Mentre camminava vide una casa e andò a bussare. Gli rispose una vecchia signora che aprì la porta, ma la principessa, spaventata dal volto della strega, cominciò a scappare. Per la fretta, inciampò in una pietra, così la strega la prese, la portò nella sua dimora e la rinchiuse dentro una cella senza bere e senza mangiare. Un giovane principe venne a sapere che era stata rapita una principessa e preparò una spada di fuoco. Mentre era in cammino nel bosco vide una casa e bussò. Gli aprì la strega&nbsp;che stava prendendo il suo bastone magico, ma non fece in tempo perché il principe impugnò la spada e tagliò la testa alla strega. Il principe libero la principessa andarono nel regno e si sposarono.

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