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Cenni storici sulla nascita dei diritti delle donneLoading...



Solo nel 1848 negli USA nascono i primi movimenti femministi con la Convenzione di Seneca Falls. che sottolinea quello di “rifiutare l’obbedienza” e di ribellarsi per conquistare l’eguaglianza di fronte alla legge, quell’eguaglianza tra gli individui già proclamata dalla Rivoluzione Francese ma poi declinata solo al maschile, come aveva denunciato Olympe de Gouges.
I movimenti femministi assumono forme e obiettivi diversi nei diversi contesti e periodi. Sono particolarmente attivi, visibili e incisivi prima della Prima guerra mondiale e fra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento. La prima ondata del femminismo è all’insegna dell’emancipazione; in questa fase le rivendicazioni e le 3 battaglie delle donne mirano a conquistare parità di diritti ovvero l’uguaglianza con gli uomini. Nella seconda ondata, dopo quella del primo Novecento, i movimenti femministi mirano alla “liberazione” della donna, ad affermare un’identità femminile non subordinata né assimilata a quella maschile, al riconoscimento e alla valorizzazione delle differenze di cui uomini e donne sono portatori.
I movimenti femministi assumono forme e obiettivi diversi nei diversi contesti e periodi. Sono particolarmente attivi, visibili e incisivi prima della Prima guerra mondiale e fra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento. La prima ondata del femminismo è all’insegna dell’emancipazione; in questa fase le rivendicazioni e le 3 battaglie delle donne mirano a conquistare parità di diritti ovvero l’uguaglianza con gli uomini. Nella seconda ondata, dopo quella del primo Novecento, i movimenti femministi mirano alla “liberazione” della donna, ad affermare un’identità femminile non subordinata né assimilata a quella maschile, al riconoscimento e alla valorizzazione delle differenze di cui uomini e donne sono portatori.

La battaglia per l’eguaglianza nei diritti (di voto, di accedere a tutte le professioni e alle cariche pubbliche, di gestire liberamente la propria vita e i propri beni, di pari trattamento nella famiglia e nel lavoro) si concentra inizialmente sulla lotta per il suffragio, ovvero per il diritto di voto, da cui il termine suffragette per definire le militanti di questi movimenti, attivi un po’ ovunque, ma soprattutto negli Stati Uniti, nei paesi scandinavi, in Gran Bretagna.
Una scossa potente arriva con la Prima guerra mondiale, che infrange
(per necessità) alcune rigide barriere fra i sessi.
Immobilizza infatti per quattro anni la popolazione attiva maschile, crea
mancanza di manodopera in settori fondamentali dell’industria (innanzitutto quella degli armamenti), obbliga a utilizzare manodopera femminile anche
per compiti importanti.
Una scossa potente arriva con la Prima guerra mondiale, che infrange
(per necessità) alcune rigide barriere fra i sessi.
Immobilizza infatti per quattro anni la popolazione attiva maschile, crea
mancanza di manodopera in settori fondamentali dell’industria (innanzitutto quella degli armamenti), obbliga a utilizzare manodopera femminile anche
per compiti importanti.

Alla fine della guerra le donne sono in gran parte espulse dal mercato del lavoro, ma i cambiamenti portati dalla mobilitazione bellica trovano riscontro nel riconoscimento del loro diritto di voto in più paesi: in Austria e Gran Bretagna (1918), nei Paesi Bassi, in Lussemburgo e in Germania (1919), in Canada e negli USA (1920), in Svezia (1921). In altri (Francia, Italia e Belgio) sarà necessaria la più potente scossa della Seconda guerra mondiale;
fra gli ultimi, la Grecia nel 1952, la Svizzera nel 1971, il Portogallo nel 1976.
La prima ondata del femminismo, dunque, ottiene il massimo dei risultati all’indomani della Prima guerra mondiale, proprio quando si conclude.
fra gli ultimi, la Grecia nel 1952, la Svizzera nel 1971, il Portogallo nel 1976.
La prima ondata del femminismo, dunque, ottiene il massimo dei risultati all’indomani della Prima guerra mondiale, proprio quando si conclude.