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LA STORIA DEI BAMBINI SENZA SORRISOLoading...




C'era una volta,
in un Paese lontano, un re molto cattivo e tanto avido di denaro da costringere anche i bambini a lavorare. Un giorno vietò loro di giocare e ordinò che fosse ucciso chiunque non avesse ubbidito.
Fu un giorno molto triste. Il sole che brillava alto nel cielo, si nascose dietro una nuovola per non assistere a quello strazio.
in un Paese lontano, un re molto cattivo e tanto avido di denaro da costringere anche i bambini a lavorare. Un giorno vietò loro di giocare e ordinò che fosse ucciso chiunque non avesse ubbidito.
Fu un giorno molto triste. Il sole che brillava alto nel cielo, si nascose dietro una nuovola per non assistere a quello strazio.

Il re sembrava non far caso a quanto succedeva e costringeva i bambini a lavorare nei campi, per potersi arricchire ancora di più.
Le strade erano diventate silenziose; non si sentivano più le risate argentine dei bambini che giocavano a nascondino, i giocattoli giacevano nei bauli coperti di polvere... Che tristezza la vita senza i giochi dei bambini!
Le strade erano diventate silenziose; non si sentivano più le risate argentine dei bambini che giocavano a nascondino, i giocattoli giacevano nei bauli coperti di polvere... Che tristezza la vita senza i giochi dei bambini!

Il mago Diritto non sopportò a lungo quella situazione e si presentò a corte. Con il suo fare garbato, ma deciso, disse al re:
"Sua Maestà, io difendo i diritti dei bambini e le assicuro che ogni bambino ha diritto di giocare , perché per lui il gioco è vita e dal gioco impara tante cose".
Il re si mise a ridere.
"Ah sì, gli disse ,cosa può imparare un bambino giocando, se non a sbucciarsi le ginocchia?".
Il mago Diritto diventò serio:
"La invito a far giocare di nuovo i bambini per rendere felice il suo regno".
"Sua Maestà, io difendo i diritti dei bambini e le assicuro che ogni bambino ha diritto di giocare , perché per lui il gioco è vita e dal gioco impara tante cose".
Il re si mise a ridere.
"Ah sì, gli disse ,cosa può imparare un bambino giocando, se non a sbucciarsi le ginocchia?".
Il mago Diritto diventò serio:
"La invito a far giocare di nuovo i bambini per rendere felice il suo regno".

Il re aveva già chiamato le sue guardie per farlo cacciare, quando arrivò il giardiniere di corte con le lacrime agli occhi.
- "Sua Maestà, mi aiuti, mio figlio sta per morire!"
- "Certo rispose il re quanto denaro ti serve?"
- "No, Sua Maestà, non mi serve denaro ... Lei deve soltanto far giocare il mio bambino. Senza il gioco è senza vita ed ha perso il suo sorriso".
Il mago Diritto guardò il re negli occhi, come per dirgli: "Avevo ragione?"
- "Sua Maestà, mi aiuti, mio figlio sta per morire!"
- "Certo rispose il re quanto denaro ti serve?"
- "No, Sua Maestà, non mi serve denaro ... Lei deve soltanto far giocare il mio bambino. Senza il gioco è senza vita ed ha perso il suo sorriso".
Il mago Diritto guardò il re negli occhi, come per dirgli: "Avevo ragione?"

E il re, compreso il suo errore, ordinò che tutti i bambini tornassero a giocare.
Le strade del regno si animarono, il sole brillò felice nel cielo e sulle bocche dei bambini tornò il sorriso.
Tutto il mondo fu felice, perché ai bambini di quel regno era garantito il diritto al gioco.
Le strade del regno si animarono, il sole brillò felice nel cielo e sulle bocche dei bambini tornò il sorriso.
Tutto il mondo fu felice, perché ai bambini di quel regno era garantito il diritto al gioco.
