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Inferno-Cerchi III-VII

by Eleonora Lattuca

Pages 2 and 3 of 41

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Questo E-Book è stato interamente realizzato dalla prof.ssa A. Eleonora Lattuca appositamente per un utilizzo didattico della propria classe.
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CERCHI III-VII
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Ci siamo lasciati nel II cerchio, quello dei lussuriosi, dove abbiamo incontrato i due amanti Paolo e Francesca.
Dante sviene perché si sente molto coinvolto nel racconto di Francesca, ma non è solo per la compassione, ma anche perché prende consapevolezza del suo peccato: ricordate che Dante è innamorato di Beatrice ma ha sposato un'altra donna, Gemma Donati, quindi anche lui ha commesso un peccato di tradimento d'amore.


Ma proseguiamo il nostro viaggio...
III CERCHIO – GOLOSI
Dante si risveglia nel terzo cerchio, quello dei golosi che scontano la pena immersi nel fango flagellati dalla pioggia e squartati dagli artigli di un cane a tre teste. Dante incontra un fiorentino, un certo Ciacco, che gli annuncia una profezia su Firenze: la città è destinata a un futuro di discordie tra due fazioni (si riferisce allo scontro tra Guelfi e Ghibellini che porterà anche all'esilio di Dante).
IV CERCHIO – AVARI E PRODIGHI
Dante e Virgilio proseguono e raggiungono il passaggio per il quarto cerchio dove trovano a guardia Pluto, una divinità pagana della ricchezza che ha le sembianze di un lupo. Anche lui come Caronte e Minosse non vuole lasciarli passare, ma Virgilio usa le stesse parole per convincerlo, nomina infatti la volontà divina.
A questo punto entrano nel cerchio e incontrano gli avari e i prodighi, coloro che dedicarono la vita al denaro, che scontano la pena di spingere macigni immensi in direzioni contrarie finché cozzano tra di loro e si insultano e si voltano le spalle, continuando la loro eterna fatica. Molti di loro sono persone di chiesa e si riconoscono dalla tonsura, la rasatura tonda dei capelli. In questo cerchio troviamo infatti tantissimi papi che nella vita hanno pensato alla ricchezza del denaro.
V CERCHIO – IRACONDI E ACCIDIOSI
PALUDE STIGIA
Nel quinto cerchio Dante vede gli iracondi, coloro che si sono lasciati guidare dall'ira causando sofferenze; scontano la loro pena immersi per metà nel fiume infernale Stige, picchiandosi e mordendosi; completamente immersi sono invece gli accidiosi, coloro che sprecarono la loro vita indifferenti e senza far nulla.
I due viaggiatori attraversano la palude Stigia sulla barca di Flegiàs, il secondo traghettatore infernale che, come Caronte, inizialmente si rifiuta di farli passare.
Durante la traversata, l'anima di Filippo Argenti, tenta di rovesciare la barca ma viene ributtato in acqua da Virgilio.
Man mano che si avvicina alla riva, Dante vede le mura infuocate della città di Dite, al cui interno vengono punite le colpe più gravi.
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