Divina Commedia Inferno-le Malebolge

Nella settima bolgia trovano posto i ladri; sono in un fossato pieno di serpenti che li legano e li mordono, sono condannati a una crudele metamorfosi: vengono morsi, bruciano, si inceneriscono per poi rigenerarsi e risorgere dalle ceneri iniziando nuovamente la tortura.

Chalkboard

Affacciandosi sull'argine dell'ottava bolgia,

Dante vede un fitto muoversi di fiamme, all'interno di ognuna arde un peccatore colpevole di aver dato cattivi consigli.

Nelle dieci bolge Dante per la prima volta vede i diavoli in azione a punire i dannati. Tra tutti questi peccatori, ruffiani, seduttori,... troviamo nella terza bolgia anche i preti simoniaci, colpevoli di aver fatto commercio delle cariche ecclesiastiche: sono conficcati a testa in giù in buche circolari, mentre una pioggia di fuoco li tormenta nelle piante dei piedi. Qui Dante avvia un'accusa contro la corruzione della Chiesa.

Mentre si avviano per la strada indicata da Malacoda, tra i diavoli si scatena un putiferio e Dante e Virgilio ne approfittano per dileguarsi. Intanto capiscono che il ponte indicato dal diavolo non c'è, si era trattato di un inganno. Proprio mentre vedono sopraggiungere i diavoli, decisi a vendicarsi della beffa, Virgilio afferra Dante e si lascia scivolare su un pendio che li trascina giù nella sesta bolgia, dove i diavoli non possono scendere. Nella sesta bolgia sono puniti gli ipocriti, che camminano lentamente aggravati dal peso di mantelle pesantissime, con i cappucci calati sugli occhi. Sdraiati a terra, calpestati da tutti, ci sono i sacerdoti che chiesero la crocifissione di Gesù.

Dante e Virgilio assistono alle pene più atroci, attraversano un'altra bolgia, vedono i diavoli arrivare in massa, portandosi sulle spalle le anime dei dannati che vengono immediatamente scaricate, trafitte e insultate. Dante, intimorito, assiste in disparte alla trattativa intavolata da Virgilio con il diavolo Malacoda, che dovrebbe indicare loro la via per scendere alla sesta bolgia. Malacoda si mostra collaborativo e addirittura gli assegna una scorta di dieci diavoli.

Dante riconosce tra i ladri diversi fiorentini e di ciò si vergogna. Pronuncia infatti la sua invettiva (un discorso violento e di accusa) contro Firenze:

Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande che per mare e per terra batti l'ali, e per lo 'nferno tuo nome si spande! Tra li ladron trovai cinque cotali tuoi cittadini onde mi ven vergogna, e tu in grande orranza non ne sali.

Dante, letterato e studioso appassionato, sentiva molto vicino a sé il personaggio di Ulisse, celebrato già nell'antichità per la sua brama di conoscere. Per Dante, Ulisse è l'eroe della conoscenza e per questo gli fa pronunciare queste parole nei suoi versi. [Parafrasi] Considerate la vostra origine: non siete stati fatti per vivere come esseri privi di intelletto, ma per perseguire virtù e conoscenza". L’essere umano è fatto per inseguire le virtù, è fatto per migliorarsi di giorno in giorno, per assumere un valore sempre maggiore, “e conoscenza”: “seguir virtute e canoscenza“, cioè per conseguire le virtù e per imparare cose. Se l’uomo non impara non ha valore.

Una fiamma a due punte attira l'attenzione del poeta. Virgilio gli dice che all'interno si celano Ulisse e Diomede, puniti per l'inganno del cavallo di Troia. Virgilio a questo punto interpella l'eroe, Ulisse, pregandolo di raccontare la sua storia. La punta più alta della fiamma cominciò a oscillare facendo rumore, come se fosse scossa dal vento; poi muovendo di qua e di là la punta, come se fosse una lingua che parla, fece uscire la voce e raccontò tutte le sue avventure di viaggio. Nel suo discorso Ulisse racconta di aver esortato i suoi compagni ad affrontare e continuare il viaggio, ad inseguire la "conoscenza" della vita:

Infine nella decima bolgia troviamo i falsari, deturpati da malattie orrende e sfiguranti. Si conclude qui il nostro viaggio tra le Malebolge. Il passaggio tra l'ottavo cerchio e il nono è segnato da un argine, sul quale sono conficcati e incatenati i giganti, ridotti all'impotenza per aver sfidato Dio. Virgilio chiede aiuto ad un gigante per la discesa nel nono cerchio: il gigante li prende nella sua immensa mano e li deposita nell'ultimo cerchio.

Questo E-Book è stato interamente realizzato dalla prof.ssa A. Eleonora Lattuca appositamente per un utilizzo didattico della propria classe.

Nella nona bolgia Dante e Virgilio trovano i seminatori di discordia, orrendamente mutilati e trafitti da diavoli armati di spade.

Come abbiamo detto nella lezione precedente, Dante e Virgilio, in groppa al mostro Gerione attraversano l'alto burrato ed entrano nel prossimo cerchio. CERCHIO VIII - I FRAUDOLENTI L'ottavo cerchio si presenta come un grigio passaggio di pietra diviso in dieci fossati concentrici, le Malebolge, dove le anime dannate sono punite con pene sempre più dolorose man mano che si scende.

Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza".

Le pene riservate ai dannati sono orribili, come quelle degli indovini della quarta bolgia che camminano con il capo rivolto all'indietro come contrappasso per aver voluto guardare troppo avanti.

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