IL GIUDIZIO DI PARIDE - L'ANTEFATTO DELLA GUERRA DI TROIA

by Smiling Service (Paola Cirelli)

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IL GIUDIZIO DI PARIDE: E FU COSI' CHE LA GUERRA DI TROIA INIZIO'
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Elena era figlia della regina Leda, moglie del re di Sparta Tindaro. Invaghitosi della bella sovrana, una notte Zeus, sotto le sembianze di un cigno, si unì a Leda, la quale nove mesi dopo generò quattro bambini: Elena e Polluce da Zeus, mentre Clitemnestra e Castore dal marito. Quando Elena raggiunse l’età da marito tutti i principi e i sovrani della Grecia si presentarono alla corte di Sparta, spinti dalle voci sulla leggendaria bellezza della principessa.

Il re Tindaro temeva che se avesse respinto alcuni pretendenti sarebbero sorte violente dispute, così si affidò al saggio consiglio di Ulisse, re di Itaca. Quest’ultimo suggerì a Tindaro di far giurare a tutti i pretendenti che avrebbero difeso il promesso sposo di Elena contro chiunque e a qualunque costo. Grazie a questa ottima soluzione, Tindaro convocò i regnanti greci a palazzo e, dopo aver celebrato i riti opportuni, svelò il nome del “vincitore” della mano di Elena: il ricco e valoroso Menelao, che dopo la morte di Tindaro divenne il re di Sparta.

Tuttavia, un triste fato incombeva sul matrimonio dei due giovani sovrani: anni prima, infatti, mentre stava sacrificando agli dèi, Tindaro aveva stoltamente dimenticato di onorare la dea Afrodite, la quale architettò di vendicarsi rendendo adultere entrambe le figlie del re, Elena e Clitemnestra. Per qualche tempo il matrimonio tra Menelao e la sua splendida sposa andò a gonfie vele; generarono addirittura numerosi figli, tra cui la principessa Ermione.
Eppure, un bel giorno sul monte Olimpo accadde un fatto che avrebbe avuto enormi ripercussioni non solo sui sovrani di Sparta, ma anche sulla Grecia intera (e soprattutto sulla città di Troia).
La dea Eris (“Discordia”), non essendo stata invitata alle nozze di Peleo e Teti, si vendicò presentandosi al banchetto di nozze, dove lanciò una mela d’oro con su scritto “Alla più bella”. Immediatamente le dee Era, Atena e Afrodite iniziarono ad accapigliarsi per impossessarsi dell’ambito premio ma, dato che nessun dio osò schierarsi dall’una o dall’altra parte, fu stabilito di pescare a sorte un arbitro tra i comuni mortali. Mentre pascolava serenamente le sue pecore sul monte Ida, in Tessaglia, il giovane Paride, figlio di Priamo e di Ecuba, fu prelevato dal dio Ermes e condotto sull’Olimpo per decretare la vincitrice del prestigioso concorso di bellezza.

Tuttavia, prima di svelare su quale delle tre dee sia ricaduta la scelta di Paride, è doveroso fare un passo indietro: molto tempo addietro, poco prima della nascita del principe, la regina Ecuba aveva sognato di generare una fascina di legna brulicante di serpenti e si era destata gridando che la città di Troia era in fiamme. Consultato subito un indovino, il re Priamo scoprì che il figlio che Ecuba stava per generare avrebbe causato la rovina della loro patria. Così, non appena la moglie diede alla luce il piccolo Paride, Priamo lo fece abbandonare sul monte Ida, dove però il neonato non andò incontro alla morte come i suoi genitori si sarebbero aspettati, bensì fu allevato dapprima da un’orsa e poi da un pastore, di nome Agelao, che lo crebbe come se fosse figlio suo.

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