TOBIA
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AUTORICLASSI 3^ E 4^
SCUOLA PRIMARIA Giosuè Carducci - GALLIO (VI)
a.s.2017/18
Alfonso
Andrea
Angela
Angelica
Anna
Antonio E.
Antonio G.
Camilla
Emanuele
Emma
Giulia
Greta
Ilaria C.
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Ilaria M.Ivan
Letizia
Marco
Maria
Marta
Nicolas
Samuele
Sara
Sofia
Tommaso S.
Tommaso S. S.
C'era una volta un bambino di nome Tobia; abitava in campagna.
Qui colpiva lo sguardo il contrasto di colore tra la terra ed il cielo, tra i campi di grano gialli come l’oro ed il cielo blu cobalto senza neanche una nuvola. La casa di Tobia era una bellissima abitazione immersa nel verde di un giardino. Era un edificio in stile rustico, grande, a due piani, con i muri di sasso e una scala esterna che portava al piano superiore. Il tetto era rosso mattone e sulla facciata era visibile una costruzione più piccola destinata a garage. Un po’ sullo sfondo e a destra c'era una lunga tettoia utile per riporvi gli attrezzi agricoli. Le finestre della casa erano molto piccole, forse per ripararsi dal caldo estivo. Tutt'intorno alla casa si alternavano alberi di cipresso ad alberi di latifoglie; sullo sfondo stava una collina per metà coltivata a frumento e per l’altra metà lasciata a prato con l’erba di un verde smeraldo molto acceso; dietro alla collina spuntava un'abetaia molto fitta.
Qui colpiva lo sguardo il contrasto di colore tra la terra ed il cielo, tra i campi di grano gialli come l’oro ed il cielo blu cobalto senza neanche una nuvola. La casa di Tobia era una bellissima abitazione immersa nel verde di un giardino. Era un edificio in stile rustico, grande, a due piani, con i muri di sasso e una scala esterna che portava al piano superiore. Il tetto era rosso mattone e sulla facciata era visibile una costruzione più piccola destinata a garage. Un po’ sullo sfondo e a destra c'era una lunga tettoia utile per riporvi gli attrezzi agricoli. Le finestre della casa erano molto piccole, forse per ripararsi dal caldo estivo. Tutt'intorno alla casa si alternavano alberi di cipresso ad alberi di latifoglie; sullo sfondo stava una collina per metà coltivata a frumento e per l’altra metà lasciata a prato con l’erba di un verde smeraldo molto acceso; dietro alla collina spuntava un'abetaia molto fitta.
da "Sorpresa", L. Vecci - E. Cordioli, Gruppo Editoriale Raffaello
Tobia aveva dieci anni, i capelli marroni, il naso a patata e portava gli occhiali.
Indossava sempre dei pantaloni di colore blu e una maglietta arancione a maniche lunghe.
Era simpatico e buono perché, se poteva, cercava di aiutare le persone. Era gentile anche con tutti i suoi amici, ma qualche volta geloso della bambina di cui era innamorato.
Sembrava pigro: non voleva mai andare a scuola e ci arrivava in ritardo, e poi molte volte non faceva i compiti per casa. Il suo interesse era solo guardare la televisione e giocare con i video giochi.
Ma Tobia era un bambino adottato e stava vivendo un momento difficile: veniva preso in giro dai compagni di scuola e si era chiuso in se stesso, non parlava con nessuno e stava a casa tutto il pomeriggio.
Indossava sempre dei pantaloni di colore blu e una maglietta arancione a maniche lunghe.
Era simpatico e buono perché, se poteva, cercava di aiutare le persone. Era gentile anche con tutti i suoi amici, ma qualche volta geloso della bambina di cui era innamorato.
Sembrava pigro: non voleva mai andare a scuola e ci arrivava in ritardo, e poi molte volte non faceva i compiti per casa. Il suo interesse era solo guardare la televisione e giocare con i video giochi.
Ma Tobia era un bambino adottato e stava vivendo un momento difficile: veniva preso in giro dai compagni di scuola e si era chiuso in se stesso, non parlava con nessuno e stava a casa tutto il pomeriggio.
Un giorno Tobia scappò di casa sulle montagne perché non ne poteva più di essere offeso, escluso dai giochi, maltrattato, preso di mira dai quei ragazzacci che si comportavano da bulli solo perché lui era un bimbo adottato.
Arrivò vicino ad un lago, sullo sfondo vide un bosco e delle imponenti montagne. Il lago rifletteva il paesaggio che lo circondava, come uno specchio. Intorno al lago c'era un fittissimo bosco di abeti che sembrava accatastarsi contro tante montagne. Le montagne erano così imponenti che sembravano inscalabili, però da lassù, pensava Tobia, si doveva godere di un bellissimo panorama e forse si poteva vedere anche la casa della sua famiglia di origine. Per questo decise di provare a risalire la cima.
All'imbrunire, però, Tobia cominciò a pensare che sarebbe stato meglio tornare a casa per il freddo, per la fame e per la mancanza di un riparo. Ma anche per la nostalgia dei famigliari che sicuramente lo stavano aspettando con ansia.
Arrivò vicino ad un lago, sullo sfondo vide un bosco e delle imponenti montagne. Il lago rifletteva il paesaggio che lo circondava, come uno specchio. Intorno al lago c'era un fittissimo bosco di abeti che sembrava accatastarsi contro tante montagne. Le montagne erano così imponenti che sembravano inscalabili, però da lassù, pensava Tobia, si doveva godere di un bellissimo panorama e forse si poteva vedere anche la casa della sua famiglia di origine. Per questo decise di provare a risalire la cima.
All'imbrunire, però, Tobia cominciò a pensare che sarebbe stato meglio tornare a casa per il freddo, per la fame e per la mancanza di un riparo. Ma anche per la nostalgia dei famigliari che sicuramente lo stavano aspettando con ansia.