La Venere di Genga

by Maria Cicconetti

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LA VENERE DI GENGA
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La Venere di Genga, o Venere di Frasassi, è un manufatto realizzato dalla lavorazione di una stalattite, raffigurante un corpo femminile, probabilmente in gravidanza, dalla forma arrotondata e prominente del ventre, con una peculiare posizione delle mani, in offerta o di raccolta.
La statuina è stata ritrovata durante un’escursione nel 2007 da Sandro Polzinetti, speleologo e fotografo naturalista, all’interno del complesso denominato Grotte di Frasassi, una rete di cavità carsiche, precisamente nella grotta denominata della Beata Vergine di Frasassi, lungo la rampa di accesso che porta nella cavità.
Alta 8,7 cm., larga 2,7 cm. e profonda 3,6 cm.
Un ombelico è mostrato sull’addome completo e la vulva è chiaramente mostrata in rilievo.

Le gambe si assottigliano fino a circa al di sotto del livello delle ginocchia, che non sono mostrate, forse non son state scolpite.
La cosa più insolita è che gli avambracci si estendono bene davanti al corpo, come se fossero usati per tenere qualcosa.

La testa sembra scolpita in due porzioni, con un solco tra fronte e retro; sembra che indossi un copricapo.
Il ventre è prominente e l’area pelvica ha la forma tipica triangolare, mentre le gambe sono tracciate e definite da una incisione verticale.

Il viso è appena mostrato.

I seni sono grandi e posizionati in alto sul petto.
Un ombelico è mostrato sull’addome completo e la vulva è chiaramente mostrata in rilievo.

Le gambe si assottigliano fino a circa al di sotto del livello delle ginocchia, che non sono mostrate, forse non son state scolpite.
La cosa più insolita è che gli avambracci si estendono bene davanti al corpo, come se fossero usati per tenere qualcosa.

La testa sembra scolpita in due porzioni, con un solco tra fronte e retro; sembra che indossi un copricapo.
Una suggestiva ipotesi legata alla peculiarità del gesto di “offerta” o di “raccolta” è che il manufatto, si trova in grotte cosiddette galattofore, portatrici di latte, considerate magiche e terapeutiche in quanto si credeva che l‘acqua gocciolante, se bevuta dalle madri durante l’allattamento, avesse il potere magico di favorire la secrezione del latte.
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