Veleno d'amore

Racconti gialli scritti dagli alunni della classe 2C, Scuola secondaria di primo grado Giorgione di Castelfranco Veneto.

Racconti Gialli 2C

Stettero a parlare per circa un quarto d’ora, poi però Roberto non si sentì nuovamente bene e allora se ne andò a dormire.&nbsp; La mattina seguente la madre del ragazzo gli preparò la colazione e decise di portargliela direttamente in camera, per fargli una sorpresa. Salì le scale fino ad arrivare davanti alla porta della stanza del figlio, la aprì e lo chiamò ripetutamente, ma nonostante ciò il ragazzo non si svegliava. La madre iniziò ad agitarsi e quindi decise di chiedere al marito un aiuto. Continuarono ad urlare il suo nome ma nulla, Roberto non mostrava segni di vita. La donna chiamò un medico in tutta fretta. Aveva il cuore a mille e le lacrime agli occhi.&nbsp; Dopo cinque minuti arrivò di corsa il dottore, fuori il cielo quella mattina era molto cupo, pioveva e tutto il quartiere era ricoperto dalla nebbia. Gli misurò il battito cardiaco, restò due minuti perplesso e poi disse: “Allora signori..” “Ci dica..” esclamarono loro.&nbsp;

“Il ragazzo purtroppo ci ha lasciati..” Ci furono due minuti di silenzio. La madre cadde in un pianto disperato, mentre il padre, anche lui con le lacrime agli occhi, cercò di consolarla.&nbsp; Passarono giorni e la mancanza del ragazzo aumentava sempre di più. Ancora non si sapeva la causa della morte di Roberto. I genitori non si fidavano molto della polizia, quindi decisero di far affidamento su un investigatore privato, così che potesse scoprire il motivo dell’accaduto.&nbsp; Ormai a Las Vegas era dicembre e tutta la città, grazie a luci e decorazioni, regalava un’atmosfera natalizia. L’investigatore chiamato dai due infelici genitori, era un uomo sulla cinquantina di nome Harry Scott. Amava&nbsp;il suo lavoro ed era sempre pronto a nuovi misteri da risolvere. Il giorno seguente arrivò a casa loro il detective per svelare una volta per tutte questa morte.

Il ragazzo aveva messo la chiamata in vivavoce, quindi anche la sua fidanzata aveva sentito, allora un po’ turbata gli disse: “Fai come vuoi. Io stasera ho un impegno e quindi non riesco ad esserci, ma se tu vuoi, vai pure. Mi fido.” Roberto allora accettò l’invito.&nbsp; Tornò a casa e si preparò per andare da Lisa. Si lavò, si vestì e sistemò il soggiorno prima di uscire, dato che era un maniaco dell’ordine. Una volta arrivato da lei, la ragazza lo fece accomodare nella sua spaziosa cucina, visto che era già ora di cena. Lisa servì al tavolo del pollo condito con delle verdure e portò anche delle bibite. Nel mentre continuavano a parlare del più o del meno, come stava proseguendo la scuola e cosa pensava di fare una volta finita. La ragazza, il pomeriggio aveva preparato una torta al cioccolato da mangiare la sera stessa. Prima di servire al tavolo anche quella, disse: “Questo pomeriggio ho preparato una torta apposta per questa cena e ci terrei che tu l’assaggiassi.

Il dottore mi ha detto che devo diminuire gli zuccheri, quindi purtroppo io non la posso mangiare…” “Eh… va bene.” accettò Roberto. Il ragazzo prese il coltello e ne tagliò una fetta.&nbsp; “Buona!” esclamò. Intanto il telefono di Roberto stava esplodendo per le molte chiamate di Francesca, ma, dato che aveva lasciato la suoneria bassa, non sentì gli squilli, quindi non le rispose mai. Il resto della serata passò abbastanza tranquillo. Continuavano a parlare bevendo qualche bicchiere di vino.&nbsp; Arrivate le 23:30 il ragazzo decise di tornare a casa, salutò Francesca, la ringraziò e se ne andò. Mentre stava camminando, sentì qualche dolore alla pancia e dei forti giramenti alla testa, ma non diede loro molto peso.&nbsp; Una volta giunto a destinazione, si mise seduto comodo sul divano e, accendendo il telefono,&nbsp;vide tutte le chiamate perse della sua ragazza, così si allarmò e decise di richiamarla subito.

In un giallo deve esserci semplicemente un cadavere, e più il cadavere è morto, meglio è. S. S. Van Dine

Era la sera del 20 novembre. Fuori splendeva il sole e gli uccellini canticchiavano da tutto il pomeriggio. Roberto stava passeggiando nel parco del suo paesino assieme alla propria fidanzata.. Improvvisamente gli arrivò una chiamata da un numero che non aveva salvato in rubrica. Decise di rispondere lo stesso.&nbsp; “... Pronto?” disse lui incuriosito.&nbsp; “Ciao!” rispose la voce proveniente dalla chiamata.&nbsp; Il ragazzo restò perplesso per alcuni secondi… sapeva di averla già sentita quella voce.&nbsp; “Non ti ricordi di me!?” continuò. “Lisa…? domandò Roberto a quella che in teoria è la sua ex ragazza. “Esatto. Avevo pensato di organizzare una cena, io, te e Francesca, la tua nuova fidanzata. Questa sera alle 20:00. Che ne pensi?” chiese Lisa molto euforica.

&nbsp;Harry si fece raccontare dai genitori della vittima cosa aveva fatto Roberto nelle sue ultime ore di vita e loro gli dissero che, prima della morte, il ragazzo era stato a mangiare da una sua conoscente e, una volta tornato a casa, si era lamentato di aver molto mal di pancia. Roberto non soffriva di qualche malattia, quindi non avevano capito come fosse potuto accadere. Gli dissero anche che quella sera era andato a dormire molto presto rispetto all’orario in cui andava di solito. Il detective esaminò&nbsp;i vari dettagli e, dopo una serie di&nbsp;ragionamenti, chiese: “Roberto era in buoni rapporti con questa sua conoscente presumo, no?” “Beh, diciamo di sì in teoria, è la sua ex fidanzata “ risposero i genitori.&nbsp; “Bene, ho capito, grazie” concluse Harry.&nbsp; L’uomo ci ragionò su e venne alla conclusione di interrogare sulla morte di Roberto tutte le persone che erano state a contatto con il ragazzo nelle ultime 48 ore prima del decesso.

Incominciò da Francesca. Prese il suo indirizzo di casa e si recò da lei, per farle qualche domanda. Suonò il campanello dell’abitazione costantemente, finchè qualcuno non venne ad aprire. Uscì la ragazza e restò un po’ perplessa, ma dopo che Harry si presentò lo fece accomodare in casa. L’uomo le spiegò il motivo di quella visita e cominciò a farle delle domande.&nbsp; “Lei se non sbaglio è la fidanzata di Roberto, giusto? In questo ultimo periodo c’è mai stata una discussione tra di voi?”&nbsp; "Innanzitutto sì, sono la sua fidanzata e no, nell’ultimo periodo non abbiamo mai avuto discussioni di nessun tipo” disse sinceramente lei.&nbsp; “OK, e cosa avete fatto di preciso il giorno prima della sua morte? chiese l’investigatore.&nbsp; “Beh, la mattina non ci siamo visti, siamo usciti il pomeriggio a fare una passeggiata nel parco vicino casa sua, poi lui quella sera aveva una cena, quindi se ne è andato dopo un’oretta, per prepararsi “ rispose Francesca.&nbsp;

Scuola secondaria di primo grado Giorgione

L’uomo ascoltava attentamente le sue parole e dopo una breve riflessione, fece alla ragazza delle domande riguardanti alla persona che Roberto poi avrebbe visto, ma lei replicò che non ne sapeva nulla.&nbsp; Harry salutò e ringraziò Francesca e se ne andò. Proseguì con il suo interrogatorio e si avviò a casa di Lisa, per fare anche a lei qualche domanda. Suonò il campanello della casa e dopo vari minuti uscì la ragazza. Aveva una faccia molto sorpresa e allo stesso tempo impaurita. L’agente disse anche a lei il motivo della visita e allora Lisa gli diede il permesso di entrare. Harry notò subito che la ragazza era particolarmente agitata, quindi proseguì con le domande. Le chiese:&nbsp;“Se non sbaglio tu sei la vecchia fidanzata di Roberto, com’era il rapporto tra te e lui?” “Diciamo che abbiamo un bel rapporto, non ci odiamo, siamo dei semplici amici.” rispose Lisa con la voce leggera e tremante.&nbsp;

Il detective notò tanta, anzi troppa agitazione da parte della ragazza, ragionò e ragionò finché non arrivò alla conclusione che la causa della morte del ragazzo era dovuta al fatto che Roberto avesse assunto del veleno, dato che nel corpo non mostrava ferite.&nbsp; “Ultima domanda, cosa avete mangiato quella sera per cena? domandò l’investigatore.&nbsp; “Pollo con contorno di verdure, vino e per dessert della torta..” rispose lei. “Ok..potrei dare un’occhiata alla casa?” chiese nuovamente Harry a Lisa.&nbsp; “Ehm…ok…” rispose lei.&nbsp; Cominciò a perlustrare la casa, finché non andò in cucina e continuò a cercare, cercare, cercare. Aprì un armadietto e vide un bottiglione che gli parve un po’ strano. Chiese allora a Lisa cosa fosse ma lei rispose che era un detersivo per cucina, ma Harry non ci credette. Aprì il tappo e ne annusò l’odore. Aveva capito tutto.&nbsp; Restò stupefatto.&nbsp;

Tornò in salotto dove c’era Lisa e disse: “Raccontami la verità, tanto ormai l’ho già scoperta. Quello non è detersivo per lavare ma è veleno.” La ragazza allora confessò tutto d'un fiato, raccontò che l'aveva fatto perché era arrabbiata perché Roberto l'aveva lasciata e allora si voleva vendicare.&nbsp; Ora sì che era tutto chiaro. La ragazza fu denunciata e condannata a 20 anni di carcere, mentre tutta la famiglia soffriva ancora per la morte del ragazzo.

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