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A.S. 2021-2022Ci sono due tipi di persone che se ne stanno tutto il giorno a pensare di uccidere qualcuno: gli scrittori di gialli e i serial killer.
Richard Castle
@ 2022 by Scuola secondaria di primo grado Giorgione, Castelfranco Veneto.
Tutti i diritti riservati
Prima edizione: febbraio 2022
Tutti i diritti riservati
Prima edizione: febbraio 2022
Ci sono due tipi di persone che se ne stanno tutto il giorno a pensare di uccidere qualcuno: gli scrittori di gialli e i serial killer.
Richard Castle
Ero tranquillo nel mio ufficio, seduto su una fantastica poltrona in pelle,
quando, all’improvviso entrò Rechett, la segretaria, le dissi: “Mi dica pure
signorina!”, lei mi spiegò: “Signor Bernardeschi, c’è un nuovo caso per lei!”.
Allora io provai ad indovinare di cosa si trattasse: “Penso che sia successo un
omicidio. La vittima è un ragazzo di circa 33 anni, viveva a Roma; ho
indovinato?”, lei stupita mi rispose: “Sì signore! Ha pienamente ragione. Come ha fatto?”, “Ormai sono sempre le stesse cose, ragazzi giovani uccisi. In più lo avevo letto su un giornale!” le risposi io.
Poi andai verso un cassetto, lo aprii e tirai fuori una valigetta contenente i
miei attrezzi per trovare gli indizi. “Sono pronto, possiamo iniziare a risolvere il caso!” esclamai, lei mi chiese: “Vuole che la accompagni io fino al luogo del
delitto?”, “Ok!” risposi.
quando, all’improvviso entrò Rechett, la segretaria, le dissi: “Mi dica pure
signorina!”, lei mi spiegò: “Signor Bernardeschi, c’è un nuovo caso per lei!”.
Allora io provai ad indovinare di cosa si trattasse: “Penso che sia successo un
omicidio. La vittima è un ragazzo di circa 33 anni, viveva a Roma; ho
indovinato?”, lei stupita mi rispose: “Sì signore! Ha pienamente ragione. Come ha fatto?”, “Ormai sono sempre le stesse cose, ragazzi giovani uccisi. In più lo avevo letto su un giornale!” le risposi io.
Poi andai verso un cassetto, lo aprii e tirai fuori una valigetta contenente i
miei attrezzi per trovare gli indizi. “Sono pronto, possiamo iniziare a risolvere il caso!” esclamai, lei mi chiese: “Vuole che la accompagni io fino al luogo del
delitto?”, “Ok!” risposi.
Ero tranquillo nel mio ufficio, seduto su una fantastica poltrona in pelle,
quando, all’improvviso entrò Rechett, la segretaria, le dissi: “Mi dica pure
signorina!”, lei mi spiegò: “Signor Bernardeschi, c’è un nuovo caso per lei!”.
Allora io provai ad indovinare di cosa si trattasse: “Penso che sia successo un
omicidio. La vittima è un ragazzo di circa 33 anni, viveva a Roma; ho
indovinato?”, lei stupita mi rispose: “Sì signore! Ha pienamente ragione. Come ha fatto?”, “Ormai sono sempre le stesse cose, ragazzi giovani uccisi. In più lo avevo letto su un giornale!” le risposi io.
Poi andai verso un cassetto, lo aprii e tirai fuori una valigetta contenente i
miei attrezzi per trovare gli indizi. “Sono pronto, possiamo iniziare a risolvere il caso!” esclamai, lei mi chiese: “Vuole che la accompagni io fino al luogo del
delitto?”, “Ok!” risposi.
quando, all’improvviso entrò Rechett, la segretaria, le dissi: “Mi dica pure
signorina!”, lei mi spiegò: “Signor Bernardeschi, c’è un nuovo caso per lei!”.
Allora io provai ad indovinare di cosa si trattasse: “Penso che sia successo un
omicidio. La vittima è un ragazzo di circa 33 anni, viveva a Roma; ho
indovinato?”, lei stupita mi rispose: “Sì signore! Ha pienamente ragione. Come ha fatto?”, “Ormai sono sempre le stesse cose, ragazzi giovani uccisi. In più lo avevo letto su un giornale!” le risposi io.
Poi andai verso un cassetto, lo aprii e tirai fuori una valigetta contenente i
miei attrezzi per trovare gli indizi. “Sono pronto, possiamo iniziare a risolvere il caso!” esclamai, lei mi chiese: “Vuole che la accompagni io fino al luogo del
delitto?”, “Ok!” risposi.
Sono giovane, ho 23 anni e i capelli marroni, di corporatura sono grande e
forte, di carattere grazioso e gentile, sono intelligente e ho una grande vista. Non sono sposato ma mi piacerebbe avere dei figli, ho invece quattro fratelli, di cui io sono il secondo. Adoro investigare.
Quando arrivammo, trovammo molti poliziotti che girovagavano per la
strada. Il locale in cui era avvenuto l’omicidio era un bar abbandonato, ancora del tutto intatto, non c’erano parti crollate e neppure graffiti, era un posto strano. Entrai nell’edificio, girai nel corridoio a destra e mi ritrovai un cadavere davanti. Chiesi informazioni sulla vittima, Lucas, un poliziotto presente sul posto mi rispose: “Il defunto è un ragazzo di 33 anni, il suo nome è Angelo Belli, viveva a Roma, era sposato e aveva 4 figli, lavorava in una fabbrica di posate da cucina.
forte, di carattere grazioso e gentile, sono intelligente e ho una grande vista. Non sono sposato ma mi piacerebbe avere dei figli, ho invece quattro fratelli, di cui io sono il secondo. Adoro investigare.
Quando arrivammo, trovammo molti poliziotti che girovagavano per la
strada. Il locale in cui era avvenuto l’omicidio era un bar abbandonato, ancora del tutto intatto, non c’erano parti crollate e neppure graffiti, era un posto strano. Entrai nell’edificio, girai nel corridoio a destra e mi ritrovai un cadavere davanti. Chiesi informazioni sulla vittima, Lucas, un poliziotto presente sul posto mi rispose: “Il defunto è un ragazzo di 33 anni, il suo nome è Angelo Belli, viveva a Roma, era sposato e aveva 4 figli, lavorava in una fabbrica di posate da cucina.
Di corporatura forte e muscolosa, d’animo era buono e gentile, non amava la guerra, non gli piaceva litigare, era famoso sui social. Questo è quello che ci hanno detto i suoi parenti, signor Bernardeschi!”. Io intanto avevo già iniziato a lavorare, avevo numerato tutti gli oggetti presenti nella scena del crimine, in totale erano 4: un foulard, una forbice sporca di sangue finto, una pistola a colpo singolo e per ultimo c’era un foglio bianco. Chiesi a un poliziotto vicino che il foulard venisse analizzato. L’arma del delitto non c’era, però, guardando la ferita sul corpo della vittima, sembrava essere stata provocata da un oggetto da taglio, forse un coltello. Nel mentre, il poliziotto di prima ci disse che dovevamo aspettare qualche minuto. Dopo circa 40 minuti, arrivarono le analisi: nel foulard non c’erano impronte. Io uscì dal bar e subito mi accorsi di una cosa strana sulla porta: la maniglia era stata forzata. Chiesi di poterla analizzare e dopo altri 40 minuti di attesa, ecco che arrivarono