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A.S. 2021-2022@ 2022 by Scuola secondaria di primo grado Giorgione, Castelfranco Veneto.
Tutti i diritti riservati
Prima edizione: febbraio 2022
Tutti i diritti riservati
Prima edizione: febbraio 2022
Improvvisamente sento dei passi pesanti, mi giro e vedo un uomo tatuato.
“Buon pomeriggio.” dice.
“Buon pomeriggio.” dice.
Pensavo di passare un martedì tranquillo, quando mi è arrivata una chiamata. Prima di poter dire qualcosa, vengo subito interrotto da una vocina strillante “C’È STATO UN COLPO DI PISTOLA!” Chiedo subito dove si trova la signora dell’altro capo del telefono, poi salgo in macchina e parto.
Subito dopo arrivo in un piccolo appartamento di color grigio spento, sembra isolato dalla città. Salgo le scale finchè su una porta di legno marroncino non vedo scritto “25”, esattamente il numero che mi aveva detto la signora al telefono.
D'improvviso sento una mano che mi tocca la spalla, mi giro e… “Signora Rose?” dico guardandola stupito dalla sorpresa. Io e Rose ci conosciamo da una vita, mi ha sempre aiutato nei casi che avevo da risolvere.
“Louis!” esclama come se non mi vedesse da anni.
Subito dopo arrivo in un piccolo appartamento di color grigio spento, sembra isolato dalla città. Salgo le scale finchè su una porta di legno marroncino non vedo scritto “25”, esattamente il numero che mi aveva detto la signora al telefono.
D'improvviso sento una mano che mi tocca la spalla, mi giro e… “Signora Rose?” dico guardandola stupito dalla sorpresa. Io e Rose ci conosciamo da una vita, mi ha sempre aiutato nei casi che avevo da risolvere.
“Louis!” esclama come se non mi vedesse da anni.
Pensavo di passare un martedì tranquillo, quando mi è arrivata una chiamata. Prima di poter dire qualcosa, vengo subito interrotto da una vocina strillante “C’È STATO UN COLPO DI PISTOLA!” Chiedo subito dove si trova la signora dell’altro capo del telefono, poi salgo in macchina e parto.
Subito dopo arrivo in un piccolo appartamento di color grigio spento, sembra isolato dalla città. Salgo le scale finchè su una porta di legno marroncino non vedo scritto “25”, esattamente il numero che mi aveva detto la signora al telefono.
D'improvviso sento una mano che mi tocca la spalla, mi giro e… “Signora Rose?” dico guardandola stupito dalla sorpresa. Io e Rose ci conosciamo da una vita, mi ha sempre aiutato nei casi che avevo da risolvere.
“Louis!” esclama come se non mi vedesse da anni.
Subito dopo arrivo in un piccolo appartamento di color grigio spento, sembra isolato dalla città. Salgo le scale finchè su una porta di legno marroncino non vedo scritto “25”, esattamente il numero che mi aveva detto la signora al telefono.
D'improvviso sento una mano che mi tocca la spalla, mi giro e… “Signora Rose?” dico guardandola stupito dalla sorpresa. Io e Rose ci conosciamo da una vita, mi ha sempre aiutato nei casi che avevo da risolvere.
“Louis!” esclama come se non mi vedesse da anni.
“Cosa è successo qui?” chiedo, guardando dei residui di smalto blu sulla maniglia della porta e qualche capello qua e là.
“Di tutto! Una sparatoria, urla, pianti.”
“Sparatoria?”
“Sì! Hanno sparato al signor Wats.” mi risponde ancora con le lacrime agli occhi. Prima di chiederle quando e come fosse avvenuto il delitto, la porta dietro di me si apre all’improvviso.
“LOUIS!” una donna abbastanza bassa, con i capelli rossi e occhi azzurri, mi si butta addosso per abbracciarmi. Riconosco subito la voce. Era la donna che mi aveva chiamato per venire qui.
Rimango immobile con lo sguardo fisso sulla vittima che è stesa proprio dietro di lei. Poi giro lo sguardo sulla signora Rose, come per chiederle cosa stesse succedendo. Lei mi guarda e poi sposta lo sguardo sull’etichetta della porta “Michelle Wats, David Wats”. Evidentemente, Michelle, era la moglie.
“Di tutto! Una sparatoria, urla, pianti.”
“Sparatoria?”
“Sì! Hanno sparato al signor Wats.” mi risponde ancora con le lacrime agli occhi. Prima di chiederle quando e come fosse avvenuto il delitto, la porta dietro di me si apre all’improvviso.
“LOUIS!” una donna abbastanza bassa, con i capelli rossi e occhi azzurri, mi si butta addosso per abbracciarmi. Riconosco subito la voce. Era la donna che mi aveva chiamato per venire qui.
Rimango immobile con lo sguardo fisso sulla vittima che è stesa proprio dietro di lei. Poi giro lo sguardo sulla signora Rose, come per chiederle cosa stesse succedendo. Lei mi guarda e poi sposta lo sguardo sull’etichetta della porta “Michelle Wats, David Wats”. Evidentemente, Michelle, era la moglie.
“Per fortuna è qui! Venga!” mi dice. Si gira e io e la signora Rose la seguiamo. Si mette esattamente davanti alla vittima e la osserva per qualche secondo poi sposta lo sguardo su di me. Mi abbasso e mi metto vicino alla vittima per trovare un po’ di indizi.
Il signor Wats indossa un completo blu da lavoro e vicino a lui c’è un valigetta. I capelli sono di un marroncino chiaro, quasi sul biondo. La carnagione è chiara e sul dito ha un anello d’argento con una perla bianca. Mi alzo e l’unico oggetto che mi rimane fisso in mente è l’anello. Mi chiedo perché quello della signora Wats è tutto sporco e pieno di graffi, sembra che lo usasse molto. Invece quello di David è ancora pulito.
Improvvisamente sento dei passi pesanti, mi giro e vedo un uomo tatuato e vestito con una camicia nera a righe bianche, dei pantaloni neri e un cappello, anche quello, nero.
“Buon pomeriggio.” dice.
Il signor Wats indossa un completo blu da lavoro e vicino a lui c’è un valigetta. I capelli sono di un marroncino chiaro, quasi sul biondo. La carnagione è chiara e sul dito ha un anello d’argento con una perla bianca. Mi alzo e l’unico oggetto che mi rimane fisso in mente è l’anello. Mi chiedo perché quello della signora Wats è tutto sporco e pieno di graffi, sembra che lo usasse molto. Invece quello di David è ancora pulito.
Improvvisamente sento dei passi pesanti, mi giro e vedo un uomo tatuato e vestito con una camicia nera a righe bianche, dei pantaloni neri e un cappello, anche quello, nero.
“Buon pomeriggio.” dice.