Hgage Menatalla
LA SPERANZA C’È SEMPRE
Editrice Scuola Secondaria I Grado "Colombo" 3A
Hgage Menatalla
Hgage Menatalla
La speranza c’è sempre
2022 Editrice Scuola Secondaria Di I Grado “Colombo” 3A
LA SPERANZA C’È SEMPRE
Editrice Scuola Secondaria Di I Grado “Colombo” 3A
Hgage Menatalla
LA SPERANZA C’È SEMPRE
Editrice Scuola Secondaria Di I Grado “Colombo” 3A
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Il romanzo è dedicato come ringraziamento a tutte le persone che hanno avuto sempre la speranza che questa pandemia potesse finire e a tutti i medici e infermieri che hanno cercato di fare del loro meglio per trovare una soluzione....
...
Capitolo 17
Ce la posso fare
Alle sette del mattino, come al solito, mia madre mi stava svegliando. Dovevo prepararmi per seguire le mie lezioni. Invaso da noia e stanchezza accesi il computer e iniziai. Ormai non potevo permettermi di assentarmi perché era già aprile 2020 e tra due mesi avrei dovuto sostenere gli esami di quinta liceo. Quel periodo fu molto difficile per tutti. Vedendo i numeri di positivi che aumentavano ogni giorno, tutti avevano paura di essere contagiati a loro volta. Non si poteva uscire per andare da nessuna parte, neanche a scuola. Tutti i negozi erano chiusi tranne i supermercati in cui poteva entrare solo un certo numero di persone per volta.
Ce la posso fare
Alle sette del mattino, come al solito, mia madre mi stava svegliando. Dovevo prepararmi per seguire le mie lezioni. Invaso da noia e stanchezza accesi il computer e iniziai. Ormai non potevo permettermi di assentarmi perché era già aprile 2020 e tra due mesi avrei dovuto sostenere gli esami di quinta liceo. Quel periodo fu molto difficile per tutti. Vedendo i numeri di positivi che aumentavano ogni giorno, tutti avevano paura di essere contagiati a loro volta. Non si poteva uscire per andare da nessuna parte, neanche a scuola. Tutti i negozi erano chiusi tranne i supermercati in cui poteva entrare solo un certo numero di persone per volta.
Finite le lezioni, andai sul balcone per respirare un po’ d’aria pensando a quando saremmo potuti uscire di nuovo. Quando arrivò mia sorella Emma mi chiese: «com’è andata?»
io risposi: «niente di nuovo»
ma lei con entusiasmo e tutto d’un fiato urlò:
«invece sì, la prossima settimana potremo finalmente uscire e vedere i nostri amici!»
All’inizio non ci credevo che dopo tutto quel periodo di prigionia a casa saremmo potuti ritornare alla quasi normalità. Sono passati i giorni e siamo potuti uscire ed andava tutto benissimo ma, a fine maggio, Napoli diventò di nuovo zona rossa: siamo dovuti rimanere di nuovo a casa.
Dopo qualche giorno mi svegliai con difficoltà a respirare.
Col passare delle ore il fastidio diventò sempre maggiore.
io risposi: «niente di nuovo»
ma lei con entusiasmo e tutto d’un fiato urlò:
«invece sì, la prossima settimana potremo finalmente uscire e vedere i nostri amici!»
All’inizio non ci credevo che dopo tutto quel periodo di prigionia a casa saremmo potuti ritornare alla quasi normalità. Sono passati i giorni e siamo potuti uscire ed andava tutto benissimo ma, a fine maggio, Napoli diventò di nuovo zona rossa: siamo dovuti rimanere di nuovo a casa.
Dopo qualche giorno mi svegliai con difficoltà a respirare.
Col passare delle ore il fastidio diventò sempre maggiore.
Io feci appena in tempo a dire: «non riesco a respirare» che dopo pochi secondi sono svenuto.
Mia madre gridò: «Subito, chiamate l’ambulanza!»
Mio padre lo fece e dopo 10 minuti l’ambulanza arrivò.
Andammo in ospedale dove mi sottoposero a tutti i controlli. Emma e i miei genitori dovettero aspettare fuori in attesa del dottore che dopo mezz’ora uscì. Mia madre si diresse subito verso il medico che le disse: «Signora, mi dispiace dirle che suo figlio è stato contagiato dal Coronavirus e tutta la famiglia deve fare il tampone».
Mia madre rimase scioccata.
Fatto il tampone anche loro sono risultati positivi. Siamo dovuti rimanere in quarantena, ma erano i giorni della maturità. I miei genitori consultarono la scuola che decise che
Mia madre gridò: «Subito, chiamate l’ambulanza!»
Mio padre lo fece e dopo 10 minuti l’ambulanza arrivò.
Andammo in ospedale dove mi sottoposero a tutti i controlli. Emma e i miei genitori dovettero aspettare fuori in attesa del dottore che dopo mezz’ora uscì. Mia madre si diresse subito verso il medico che le disse: «Signora, mi dispiace dirle che suo figlio è stato contagiato dal Coronavirus e tutta la famiglia deve fare il tampone».
Mia madre rimase scioccata.
Fatto il tampone anche loro sono risultati positivi. Siamo dovuti rimanere in quarantena, ma erano i giorni della maturità. I miei genitori consultarono la scuola che decise che