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Analisi delle fonti: conoscere la Shoah attraverso foto e immagini

by CLASSE 1°A Scuola secondaria I° grado CASTELBUONO

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Analisi delle fonti: conoscere la shoah attraverso foto e immagini-Terezin
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Classe 1° A
Anno Scolastico 2020/2021
Istituto Comprensivo " F. Minà Palumbo"
Lavoro coordinato dall' insegnante: Giuseppina Lupo
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Terezin-Theresienstadt:
campo di concentramento o insediamento modello?
La città di Terezin (in tedesco Theresienstadt) si trova a nord-ovest di Praga in quella che un tempo era Cecoslovacchia ed è in gran parte circondata da mura, perchè nel 1700 era stata fondata come fortezza militare.
Nel 1939 contava 3.700 abitanti, di cui 10 famiglie ebree.
I nazisti nell’ottobre del 1941 scelsero Terezin come un’immensa prigione, un campo di transito che doveva servire come serbatoio per i grandi gruppi di ebrei, destinati alla morte per mezzo di periodici trasferimenti verso i campo di sterminio della vicina Polonia: Auschwitz-Birkenau, Treblinka e Majdanek. 
TEREZIN: LA PROPAGANDA
Terezin venne presentato dalla propaganda nazista come “un insediamento modello, quasi una casa di riposo”.
I nazisti chiesero al Consiglio della Comunità Ebraica di Praga di gestire la struttura assicurando che sarebbe stato un luogo privilegiato per coloro che avevano superato i 65 anni e che avevano meriti particolari. A Terezin furono imprigionati inizialmente gli ebrei delle regioni vicino: Boemia e Moldavia, in seguito anche ebrei provenienti dalla Danimarca, dalla Polonia, dall' Olanda, dall' Ungheria, dalla Germania e dall' Austria. Erano ebrei tedeschi importanti o decorati al valor militare per aver combattuto nella I guerra mondiale, vi erano anche artisti, scienziati, musicisti, studiosi...

Contrariamente agli accordi, cominciarono ad esservi inviate intere famiglia: nelle case e nelle baracche che potevano al massimo contenere 7.000 persone, ne furono ammassate fino a 88.000!

Le condizioni erano terribili: durante il solo 1942 morirono per denutrizione, fatica e o malattia 16.000 persone, mentre 30.000 furono inviate nei campi di sterminio. 
TEREZIN: I BAMBINI
Dal 1942 al 1944 il ghetto di Terezin fu soprattutto dei bambini: ne vennero deportati circa 15.000, dai sette ai tredici anni.

Terezin era un luogo di transito e di smistamento: i bambini che vi giungevano restavano da uno a tre mesi, fino al massimo di uno, due anni per poi ripartire verso est.
Tutti i bambini soffrirono insieme agli altri le misere condizioni igieniche, abitative e la fame. Soffrirono anche per il distacco dalle famiglie e per il fatto di non poter vivere e divertirsi come bambini. I prigionieri cercarono di riservar loro il cibo migliore e di creare condizioni di vita sopportabili nelle baracche. I tedeschi non erano interessati ai ragazzi di età inferiore ai 14 anni, dato che non costituivano forza produttiva, così fu lasciata alla collettività dei deportati adulti l’organizzazione della loro vita.
TEREZIN: LA SCUOLA
Il problema più importante fu di tenere
occupati i bambini.
Nel campo l’insegnamento era proibito.

Furono organizzate delle baracche chiamate “case d’infanzia” dove i bambini vivevano in gruppi di 200-300, suddivisi in piccole comunità di 15-40 elementi di entrambi i sessi diretti da un leader o da più aiutanti.

Gli insegnanti riuscirono, nonostante le difficoltà e le limitate possibilità, a organizzare per i bambini una vita giornaliera e perfino l’insegnamento clandestino (alcuni libri di testo furono riscritti a memoria).

Sotto la guida degli educatori, i bambini frequentavano le lezioni e partecipavano a molte iniziative culturali preparate dai detenuti,  fondarono circoli di recitazione e di canto, facevano teatro per bambini. 
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