Materiali di studio per l'Unità di apprendimento sul rischio idrogeologico

IL RISCHIO IDROGEOLOGICO

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ALCUNI EVENTI CONNESSI CON DISSESTO IDROGEOLOGICO

ll 91,1% dei comuni italiani sorge in un’area in cui il rischio di dissesto idrogeologico è notevole. La superficie delle aree classificate a pericolosità da frana medio-alta e/o idraulica di media intensità ammonta complessivamente a 50.117 chilometri quadrati, ed è pari al 16,6% del territorio nazionale. Si tratta di zone in cui, a seguito di precipitazioni molto abbondanti, possono verificarsi frane o alluvioni, anche di ampie dimensioni. A dirlo sono i dati raccolti nel&nbsp;rapporto dell' Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale&nbsp;(Ispra) sul dissesto idrogeologico, pubblicato a giugno 2018. Questi dati sono stati rilevati nel corso del 2017 e forniscono un quadro di riferimento sul pericolo di frane e alluvioni sul&nbsp;territorio nazionale e su altri indicatori di rischio relativi alla popolazione, agli edifici e ai beni culturali.

Alluvione Genova 2011 Apocalisse di Fango - Video Amatoriale

ALLUVIONE DI MESSINA (2009)

L'alluvione&nbsp;di Messina del 2009&nbsp;fu una calamità naturale verificatasi in un'area ristretta della&nbsp;Sicilia&nbsp;nord-orientale causata da un violento nubifragio, iniziato nella serata del 1º ottobre&nbsp;2009&nbsp;e durato tutta la notte fino al mattino del giorno successivo. Il nubifragio provocò lo straripamento dei corsi d'acqua e diversi&nbsp;eventi franosi&nbsp;cui fece seguito lo scivolamento a valle di colate di fango e detriti. L'evento colpì la zona lungo la costa&nbsp;ionica, immediatamente a sud della città di&nbsp;Messina, fortemente antropizzata nonostante la difficile orografia dei terreni. I centri più colpiti furono Scaletta Marina&nbsp;e diverse località del comune di&nbsp;Messina tra cui&nbsp;Giampilieri Superiore e Giampilieri Marina. Il disastro avvenne in una zona a elevato rischio idrogeologico, già colpita in precedenza da eventi franosi e alluvionali. In seguito all'evento franoso, che investì anche la&nbsp;Strada statale 114 Orientale Sicula, l'autostrada A18&nbsp;e la ferrovia&nbsp;Messina-Catania, numerosi paesi e frazioni rimasero totalmente isolati mentre si interrompevano anche le comunicazioni d'ogni tipo. Secondo il Dipartimento della&nbsp;Protezione Civile, in alcune delle zone colpite caddero fino a 220/230 millimetri di precipitazioni nell'arco di 3-4 ore. Le vittime dovute a frane e crolli furono 35.

Toscana, Emilia-Romagna, Campania, Valle d’Aosta, Abruzzo, Lombardia, Sardegna e la provincia di Trento presentano le zone in cui il rischio di frane è più elevato. Invece le aree a maggior rischio di alluvione si trovano in maggioranza in Emilia-Romagna, prima tra le regioni italiane, e con un certo distacco su Toscana, Lombardia, Piemonte e Veneto. Oltre 7 milioni di italiani risiedono in zone vulnerabili.

Gli effetti dell' alluvione di Giampilieri (Messina) dell'ottobre 2009. Il nubifragio causò la morte di 37 persone tra cui bambini ed ingenti danni alle abitazioni e alle infrastrutture

Nubifragio Giampilieri 13-10-2010

Connesso con il rischio è il DISSESTO IDROGEOLOGICO ovvero l'insieme dei processi morfologici che hanno un'azione fortemente distruttiva in termini di degradazione del suolo e quindi indirettamente nei confronti delle opere umane (case, strade, paesi interi, porti ecc). Esso comprende tutti quei processi, a partire dall'erosione superficiale e sotto la superficie, fino agli eventi più catastrofici quali frane e alluvioni.

Nel mese di maggio 1998, l'area del comprensorio di Sarno fu colpita da un eccezionale evento piovoso, e nell'arco di 72 ore caddero oltre 240/300 millimetri di pioggia. Il 5 maggio alle ore 15:00, si staccò la prima frana che sfiorò gli abitati sottostanti. Alle 17:00 iniziarono a scivolare a valle diverse frane e colate di detriti che travolsero Sarno e le località vicine, abbattendo decine di abitazioni. I primi soccorsi giunsero in valle dopo circa un'ora, proprio mentre a Quindici si abbatté una valanga di fango e detriti che seppellì il centro e la frazione Casamanzi. Dopo poco la frazione Episcopio di Sarno fu raggiunta da un'enorme colamento che distrusse l'intero abitato. Durante la serata, mentre altri movimenti franosi colpirono Sarno e Quindici, causando alcuni black-out, furono estratti dalla fanghiglia diversi morti e feriti. Ma la situazione assunse proporzioni catastrofiche alla mezzanotte del 6 maggio, quando una frana di vastissime dimensioni travolse nuovamente Sarno, colpendo l’ospedale Villa Malta che crollò, seppellendo sotto al fango 2 medici, 3 infermieri, il portiere dell'ospedale e 5 pazienti&nbsp;

Ecco un elenco di pagine web in cui viene affrontato l'argomento. Approfondisci l'argomento con i contenuti e prendi appunti

Dipartimento della Protezione Civile

Frane e Alluvioni in Italia: le mappe dell'ISPRA e la nuova piattaforma web di #italiasicura

Dissesto idrogeologico

ALLUVIONE DI SARNO (1998)

L'alluvione di Sarno e Quindici, o&nbsp;frana di Sarno, è stato un&nbsp;movimento franoso&nbsp;di vaste dimensioni che, tra il 5 ed il 6 maggio&nbsp;1998, colpì, in particolare, le aree urbane&nbsp;campane&nbsp;di&nbsp;Sarno,&nbsp;Siano,&nbsp;Bracigliano&nbsp;(SA) Quindici&nbsp;(AV) e&nbsp;San Felice a Cancello&nbsp;(CE), causando la morte di 160 persone. L'area del comprensorio di Sarno, come per tutte le alture che circondano la piana omonima, è costituita da due tipi diversi di strati geologici nettamente separati. Il substato di base è composta da rocce calcaree, al di sopra delle quali le varie eruzioni storiche del&nbsp;Vesuvio&nbsp;hanno depositato strati successivi di&nbsp;piroclasti. Tali due dominii sono ben differenziati e descritti dalle numerose indagini geologiche condotte in epoca storica e recente. Essi costituiscono due insiemi a diversa densità, con il calcare compatto, e gli strati di piroclasti invece maggiormente sciolti ed incoerenti. Tali due strati erano tenuti insieme dalla vegetazione naturale, ed anche dalle pratiche colturali a terrazza. L'abbandono di queste ultime ha fatto in modo che i versanti fossero invasi da vegetazione ruderale, più volte bruciata, la quale non assicurava di fatto la stessa continuità tra calcare e piroclasti

Guarda e studia il seguente video sulle buone prassi da seguire per la prevenzione e il comportamento in caso di rischio idrogeologico

Rischio Alluvione - Le buone prassi

Quali sono le cause? I primi colpevoli sono: - abusivismo edilizio, - cambiamento climatico, - errori di piantumazione. Ma non si tratta solo di questo: ci sono ampie zone del nostro paese a rischio idrogeologico, la cui esistenza è nota da anni. Il primo rapporto ISPRA sul dissesto idrogeologico è stato pubblicato nel 2015, e già aveva sottolineato quali fossero le zone e i rischi per il nostro Paese. E nemmeno prima si viveva nell’ignoranza: si calcola che&nbsp;dal 1944 al 2012 i danni per dissesto idrogeologico sono costati più di 61 miliardi&nbsp;di euro. L’unica via per ridurre i danni arrecati da alluvioni e frane rimane la più scontata, ma incredibilmente anche la meno battuta: la&nbsp;prevenzione. La prevenzione è possibile attivando progetti di monitoraggio del territorio e di mitigazione del rischio idrogeologico. I progetti che vanno in questa direzione esistono, ma troppo spesso si sono fermati sotto la scure di qualche manovra finanziaria.

Quali sono le misure preventive per evitare i rischi e le conseguenze dei dissesti idrogeologici? Quali sono i comportamenti da adottare in casa e fuori casa durante forti piogge o alluvioni o se ci si trova in una zona a rischio? Leggi i suggerimenti della Protezione civile

Cosa fare in caso di alluvione

RISCHIO IDROGEOLOGICO Il rischio idrogeologico (idros= acqua + geologia) è il rischio connesso all'instabilità dei versanti delle montagne e colline, dovuta a particolari aspetti geologici e geomorfologici, o di corsi fluviali in conseguenza di particolari condizioni atmosferiche meteorologiche e climatiche

L’Italia è tra i paesi più interessati da fenomeni franosi in Europa, con un’area a pericolosità da frana alta, media, moderata&nbsp;e di attenzione pari al 19,9%&nbsp;del territorio nazionale (59.981 chilometri quadrati). Per quanto riguarda, invece, le alluvioni, la superficie interessata con più frequenza ammonta a 12.405 chilometri quadrati (4,1% del territorio nazionale), mentre le aree a pericolosità media raggiungono i 25.398 chilometri quadrati (8,4%). Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia sono tra le regioni più interessate dal dissesto idrogeologico e a rischio sia di frane, sia di alluvioni. Con frana si intende un fenomeno eterogeneo che varia a seconda della velocità e capacità distruttiva: si va&nbsp;dai crolli e dalle colate rapide di fango e detriti, fino alle colate lente e alle frane complesse. Considerando che ogni anno si verifica circa un centinaio di frane sul territorio nazionale, che causano vittime, feriti, evacuazioni e danni a edifici, beni culturali e infrastrutture, si può affermare che non si tratti solo di eventi isolati e causati da condizioni atmosferiche particolari o da eventi sismici. Con alluvione, invece, si intende un&nbsp;allagamento temporaneo di aree che di norma non sono coperte d’acqua, ad opera di fiumi, canali, torrenti, laghi o anche del mare. Le alluvioni sono state catalogate secondo il tempo di ritorno e distinte in alluvioni frequenti (tra i 20 e i 50 anni), alluvioni poco frequenti (tra i 100 e i 200 anni) e, infine, in zone a scarsa probabilità di alluvione.

VIDEO SPAVENTOSO!!!  FRANA 5 MAGGIO 98 A SARNO

ALLUVIONE DI GENOVA (novembre 2011)

L'alluvione di Genova del 4 novembre 2011&nbsp;si è verificata a seguito di fortissime&nbsp;precipitazioni&nbsp;(portate dal Ciclone Mediterraneo&nbsp;Rolf) che hanno registrato punte superiori ai 500&nbsp;mm in poche ore in diverse zone di&nbsp;Genova&nbsp;e&nbsp;provincia. Ne è scaturita l'esondazione&nbsp;dei torrenti&nbsp;Bisagno&nbsp;e&nbsp;Fereggiano. In pochi minuti la strada si trasformò in un vero e proprio fiume in piena alto oltre un metro di altezza che spazzò via decine e decine di automobili e motorini, allagando androni e negozi e causando sei vittime. Durante l'alluvione hanno perso la vita 6 persone, di cui due bambine di uno e otto anni. L'alluvione è seguita a breve distanza a&nbsp;quella verificatasi il 25 ottobre 2011 nell'area delle Cinque Terre e della Lunigiana&nbsp;che ha provocato 12 vittime e 1 disperso.&nbsp;

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