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Omaggio a Giuseppe Feniello per i suoi 100 anniLoading...
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la ràdica- Con quale stato d'animo sei andato in guerra?
- Eri soldato e dovevi andare.
- Eri soldato e dovevi andare.
Intervista a Giuseppe Feniello, 19 febbraio 2023
Saltare cent'anni in un giorno solo
Dai carri dei campi
Agli aerei nel cielo
(Luigi Tenco, Ciao amore, ciao)
Dai carri dei campi
Agli aerei nel cielo
(Luigi Tenco, Ciao amore, ciao)
In copertina, papaveri in un campo di Valva (foto di Valentino Cuozzo). Il papavero è un simbolo della memoria dei caduti in guerra.
Le radici e i rami
Il valore delle radici che nutrono e sostengono quel paesaggio umano che si chiama comunità, villaggio, gruppo.
In una poesia di Pascoli, un vecchio pianta un albero e lo offre al cielo come un'offerta votiva.
Il sole è eterno ma il vecchio sa di non poter vivere ancora molto a lungo: la danza delle stagioni fa già intravedere il passo conclusivo.
E il vecchio porge al sole eterno
l'esile vetta mossa
dal vento... Ma già presso è il verno,
è avanti lui la fossa.
L'offerta al sole è un gesto sacrale, affinché qualcosa resti.
Il lavoro resta. Le radici restano.
In una poesia di Pascoli, un vecchio pianta un albero e lo offre al cielo come un'offerta votiva.
Il sole è eterno ma il vecchio sa di non poter vivere ancora molto a lungo: la danza delle stagioni fa già intravedere il passo conclusivo.
E il vecchio porge al sole eterno
l'esile vetta mossa
dal vento... Ma già presso è il verno,
è avanti lui la fossa.
L'offerta al sole è un gesto sacrale, affinché qualcosa resti.
Il lavoro resta. Le radici restano.
e il vento ch'ora lieve
lo fa tremare, un giorno
gli sputerà contro la neve,
gli ruggirà d'intorno,
in vano! e il vecchio, tra qualche anno,
niuno dirà, Lo vidi:
il suo grande albero vedranno
che sarà tutto nidi.
Giovanni Pascoli, Il vecchio, Odi e Inni
Anche quando non ci sarà più memoria del vecchio, l'albero da lui piantato resterà e "sarà tutto nidi". L'importanza che il simbolo del nido assume nella poesia pascoliana accentua ulteriormente il valore dell'opera dell'uomo.
lo fa tremare, un giorno
gli sputerà contro la neve,
gli ruggirà d'intorno,
in vano! e il vecchio, tra qualche anno,
niuno dirà, Lo vidi:
il suo grande albero vedranno
che sarà tutto nidi.
Giovanni Pascoli, Il vecchio, Odi e Inni
Anche quando non ci sarà più memoria del vecchio, l'albero da lui piantato resterà e "sarà tutto nidi". L'importanza che il simbolo del nido assume nella poesia pascoliana accentua ulteriormente il valore dell'opera dell'uomo.
Dove radicano le nostre radici
L'omaggio al nostro concittadino più anziano è l'occasione per una riflessione sulle nostre radici e offre lo spunto per un viaggio su alcuni aspetti della storia del nostro paese.
Le pietre parlano, le pietre cambiano.
Come da una feritoia, dalla Torre di Belvedere crollata col terremoto o dalle Serre o da piazza della Rimembranza quando ancora non ci richiamava al dovere della memoria, possiamo osservare il tempo che passa.
In questo omaggio al nostro caro zio Giuseppe Feniello, vi proponiamo un ideale viaggio nella memoria del nostro paese.
Per farlo, lo strumento più immediato ed efficace sono le fotografie.
Le abbiamo attinte da quel prezioso scrigno della nostra memoria collettiva che è Gozlinus.
Le pietre parlano, le pietre cambiano.
Come da una feritoia, dalla Torre di Belvedere crollata col terremoto o dalle Serre o da piazza della Rimembranza quando ancora non ci richiamava al dovere della memoria, possiamo osservare il tempo che passa.
In questo omaggio al nostro caro zio Giuseppe Feniello, vi proponiamo un ideale viaggio nella memoria del nostro paese.
Per farlo, lo strumento più immediato ed efficace sono le fotografie.
Le abbiamo attinte da quel prezioso scrigno della nostra memoria collettiva che è Gozlinus.
Durante questo percorso, potrete consultare i post da cui le foto sono tratte: questo è uno dei vantaggi di un eBook, che consente a testi e linguaggi diversi di dialogare tra loro per una informazione più completa.
Facendo scorrere sul nostro schermo le foto del passato, noteremo che anche le pietre cambiano.
Cambia il panorama, ma quel panorama è sempre Valva: come l'ha vista cambiare zio Giuseppe, come ha accolto con volto un po' diverso tutti gli altri valvesi dopo di lui.
Cambiano i volti: bambini, giovani, donne, uomini.
Sono stati valvesi, lo saranno ancora fino a quando li ricorderemo e sentiremo parte della nostra storia, elemento della nostra identità.
Fino a quando li sentiremo nostre radici.
Facendo scorrere sul nostro schermo le foto del passato, noteremo che anche le pietre cambiano.
Cambia il panorama, ma quel panorama è sempre Valva: come l'ha vista cambiare zio Giuseppe, come ha accolto con volto un po' diverso tutti gli altri valvesi dopo di lui.
Cambiano i volti: bambini, giovani, donne, uomini.
Sono stati valvesi, lo saranno ancora fino a quando li ricorderemo e sentiremo parte della nostra storia, elemento della nostra identità.
Fino a quando li sentiremo nostre radici.
24 febbraio 1923
Un secolo
L'ultimo valvese che ha combattuto la Seconda guerra mondiale compie cento anni.
Giuseppe Feniello è nato a Valva il 24 febbraio 1923, da Francesco e Antonia Cuozzo.
Suo padre Francesco, classe 1892, ha combattuto la Grande guerra.
Il nome Giuseppe è un omaggio a uno zio caduto in quella guerra: Giuseppe Piramide, marito di zia Pasqualina.
La famiglia abita in Rione Nuovo San Vito, prima traversa, al numero 5.
Giuseppe Feniello è nato a Valva il 24 febbraio 1923, da Francesco e Antonia Cuozzo.
Suo padre Francesco, classe 1892, ha combattuto la Grande guerra.
Il nome Giuseppe è un omaggio a uno zio caduto in quella guerra: Giuseppe Piramide, marito di zia Pasqualina.
La famiglia abita in Rione Nuovo San Vito, prima traversa, al numero 5.
Ascolta l'atto di nascita