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L’ignorante, l'arrogante e poi c’è Sonia

by MIRKO ADONIS PAOLINI

Pages 2 and 3 of 73

L’ignorante, l’arrogante e poi c’è Sonia
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Fredda.
L’acqua del rubinetto era sempre fredda e Camilla detestava questa cosa dato che era probabilmente la persona più freddolosa del mondo.
Però si considerava fortunata, era raro che in un bagno delle scuole superiori ci fossero degli specchi, seppur crepati.
Mentre si sciacquava le mani guardò il suo riflesso e notò solo in quel momento che i suoi lunghi capelli bruni, che era abituata a portare legati, stavano diventando davvero lunghi.
La sua meticolosa ricerca di doppie punte venne interrotta da un brusco rumore di porta sbattuta e una fastidiosissima voce dietro di lei
 disse:
-Camilla, ecco dov’eri, ti ho cercato in tre classi diverse! Che fai, ti asciughi le lacrime mentre pensi ancora al tuo ex?-
Camilla conosceva troppo bene quella voce, e prima di voltarsi nella sua mente si chiese cosa volesse da lei quell’ignorante di sua cugina.
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No idiota non stavo piangendo, cosa vuoi da me, Alice? Ti avverto che non ho assolutamente intenzione di prestarti soldi! Guadagnateli dato che hai sedici anni e puoi andare a lavorare!-
La tensione tra le due era palpabile, e quando Camilla si voltò la cugina la guardò storto, infastidita da quelle parole.
-Ehi, non osare rivolgerti così a me sono stata chiara? Non andiamo d’accordo ma ho comunque due anni in più di te e sono qui per chiederti un favore, non per derubarti!-
Camilla aveva voglia di risponderle che non meritava alcun rispetto considerato che la sua fama da minacciatrice seriale era ben nota a scuola, ma si limitò a dirle con una smorfia:
-che favore Alice? E fai in fretta, la ricreazione sta per finire.-
Prima di parlare Alice tirò fuori il telefono dalla tasca.
-So che appena ti dirò cosa devi fare mi tirerai uno schiaffo e mi urlerai contro, perciò per convincerti sono riuscita a ottenere questa.-
Camilla guardò inorridita lo schermo del telefono che aveva davanti alla faccia e una fitta le attraversò lo stomaco come un proiettile.
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No idiota non stavo piangendo, cosa vuoi da me, Alice? Ti avverto che non ho assolutamente intenzione di prestarti soldi! Guadagnateli dato che hai sedici anni e puoi andare a lavorare!-
La tensione tra le due era palpabile, e quando Camilla si voltò la cugina la guardò storto, infastidita da quelle parole.
-Ehi, non osare rivolgerti così a me sono stata chiara? Non andiamo d’accordo ma ho comunque due anni in più di te e sono qui per chiederti un favore, non per derubarti!-
Camilla aveva voglia di risponderle che non meritava alcun rispetto considerato che la sua fama da minacciatrice seriale era ben nota a scuola, ma si limitò a dirle con una smorfia:
-che favore Alice? E fai in fretta, la ricreazione sta per finire.-
Prima di parlare Alice tirò fuori il telefono dalla tasca.
-So che appena ti dirò cosa devi fare mi tirerai uno schiaffo e mi urlerai contro, perciò per convincerti sono riuscita a ottenere questa.-
Camilla guardò inorridita lo schermo del telefono che aveva davanti alla faccia e una fitta le attraversò lo stomaco come un proiettile.
N...non è possibile.- disse ansimando mentre indietreggiava come se quel cellulare fosse velenoso.
-Tu, brutta bastarda! Dimmi come hai avuto quella foto!-
il sangue le ribolliva nelle vene e un miliardo di pensieri le mulinavano nella testa.
Come mai sua cugina possedeva quella foto? Camilla pensava che lui avesse cancellato tutte le loro conversazioni, si era fidata delle sue parole.
Alice intervenne bruscamente e scuotendola per le spalle le disse:
-Calma, calma Camilla! Non la farò vedere a nessuno se mi farai questo favore, non preoccuparti! Insomma quante volte ti ho detto di non fidarti dei maschi, sono troppo vendicativi!-
Camilla riprese lucidità e cominciò a fare lunghi respiri per calmarsi.
Sapeva che sua cugina, per quanto perfida fosse, era sempre stata sincera, oltre che fin troppo intelligente.
La sua preoccupazione maggiore era scoprire quale fosse il favore che stava per chiederle, e visto che era pronta a ricattarla, doveva essere una cosa davvero importante e forse perfida.
E lo era, assai.
Alice intervenne bruscamente e scuotendola per le spalle le disse:
-Calma, calma Camilla! Non la farò vedere a nessuno se mi farai questo favore, non preoccuparti! Insomma quante volte ti ho detto di non fidarti dei maschi, sono troppo vendicativi!-
Camilla riprese lucidità e cominciò a fare lunghi respiri per calmarsi.
Sapeva che sua cugina, per quanto perfida fosse, era sempre stata sincera, oltre che fin troppo intelligente.
La sua preoccupazione maggiore era scoprire quale fosse il favore che stava per chiederle, e visto che era pronta a ricattarla, doveva essere una cosa davvero importante e forse perfida.
E lo era, assai.
La campanella suonò.
‘Uff, quanto è faticoso indossare le scarpe di mio padre, sono così grandi che il mio piede ci balla dentro’.
Solo questo riusciva a pensare Sonia mentre camminava nel corridoio della scuola.
Stava strisciando i piedi a terra per non perdere le scarpe, che le stavano larghe nonostante gli infiniti doppi nodi lei facesse ogni volta di fare ai lacci.
Era così concentrata sui suoi passi che non sentì neanche la voce di Alice che la insultava, solo quando ricevette una spallata fortissima da parte sua alzò lo sguardo stordita:
-ehi, che ti succede? sei così ritardata che non senti la mia voce, fallita senzatetto?-
Solo queste parole rivolse Alice a Sonia, prima di continuare per la sua strada.
La povera ragazza non ebbe nemmeno il tempo di rispondere, che l’arrogante ragazza se n’era già andata.
Ovviamente non avrebbe osato dire una parola in ogni caso, visto che Alice rappresentava una delle sue più grandi paure.
Per carità, Sonia non si era mai fatta mettere i piedi in testa, per quanto fosse sensibile possedeva uno spirito combattivo, era piuttosto Alice che riusciva a prenderla in giro o a infastidirla in modi sempre originalmente perfidi.
-Ehi, Sonia, stai bene? Che ti ha fatto ora quell’infame?- la voce di Camilla bastò per tranquillizzarla, e subito Sonia pensò a quanto fosse fantastica la sua amica per riuscire ad esserci sempre nel momento del bisogno.
-Si, tranquilla sto bene, era solamente un normale spintone, cosa vuoi che sia.-
-Un ‘normale’ spintone? Non è assolutamente normale ciò che ti fa quella ragazza, come può dire su di te delle cose del genere?!- 
Sonia rimase sorpresa dal tono rabbioso di Camilla, era sempre stata una persona che riusciva a placare gli animi di tutti con la sua dolcezza, infatti una domanda le sorse spontanea:
-Ehi, per caso ti è successo qualcosa? Sei arrabbiata perché nei bagni della scuola l’acqua è sempre fredda?-
 Camilla non rispose.
Per carità, Sonia non si era mai fatta mettere i piedi in testa, per quanto fosse sensibile possedeva uno spirito combattivo, era piuttosto Alice che riusciva a prenderla in giro o a infastidirla in modi sempre originalmente perfidi.
-Ehi, Sonia, stai bene? Che ti ha fatto ora quell’infame?- la voce di Camilla bastò per tranquillizzarla, e subito Sonia pensò a quanto fosse fantastica la sua amica per riuscire ad esserci sempre nel momento del bisogno.
-Si, tranquilla sto bene, era solamente un normale spintone, cosa vuoi che sia.-
-Un ‘normale’ spintone? Non è assolutamente normale ciò che ti fa quella ragazza, come può dire su di te delle cose del genere?!- 
Sonia rimase sorpresa dal tono rabbioso di Camilla, era sempre stata una persona che riusciva a placare gli animi di tutti con la sua dolcezza, infatti una domanda le sorse spontanea:
-Ehi, per caso ti è successo qualcosa? Sei arrabbiata perché nei bagni della scuola l’acqua è sempre fredda?-
 Camilla non rispose.
Era troppo impegnata a ricordare.
Le stavano ritornando in mente i suoi primi incontri con Sonia,
in quel periodo Camilla non aveva amici, nonostante fosse sempre stata una persona solare e socievole; fu con l'arrivo di Sonia che la sua vita era cambiata radicalmente.
Le due ragazze diventarono subito amiche, e quando col cuore Sonia vide in Camilla una persona fidata, si aprì a lei.
Le disse della sua famiglia, le rivelò che la madre dopo averla data alla luce se ne era andata, lasciandola da sola con il padre e da allora avevano avuto una vita di stenti, a causa della grave mancanza di soldi.
Come poteva Alice essere stata così perfida, da ricattarla con quella foto? Anche se da anni ormai non si trovavano più in armonia, erano lo stesso cugine. E poi chiederle una cosa così crudele? Se avesse fatto ciò che Alice le aveva chiesto avrebbe rovinato la vita a Sonia, per tutto l'anno scolastico sarebbe stata oggetto di pettegolezzi e scherzi crudeli da parte di tutti.  
Questo fiume di pensieri attraversava la mente di Camilla come un proiettile, e soltanto uno scossone riuscì a farla tornare alla realtà.
-Camilla! Dobbiamo tornare in classe in fretta! Cosa c'è che non va, non ti senti bene?- la voce di Sonia le rimbombò in testa e dopo un respiro riuscì a trovare la forza di rispondere.
-No, non c'è niente che non va Sonia, sto bene. stavo solo pensando alla verifica di venerdì.- Finito di pronunciare quella frase Camilla si precipitò in classe.
I giorni passarono veloci e più Sonia ci pensava più aveva timore che fosse capitato qualcosa di brutto alla sua amica.
Stavano cominciando a parlare meno e Camilla era diventata sempre più schiva nei suoi confronti.
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