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La favola di Coco

by Cinzia Cilona

Pages 2 and 3 of 31

La favola di Coco
I.C.Olga Rovere
IIIB Primaria "Pio Morelli"
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La favola di Coco
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Favola inventata dagli alunni della IIIB S.Primaria Pio Morelli


Illustrazioni di Tutti gli alunni della classe.
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NOTA DELL'INSEGNANTE Cinzia Cilona

Questa storia è animata dalle sensazioni e dalle contingenze storiche che gli alunni stanno affrontando in un periodo di pandemia.
Grazie alla loro fantasia e creatività per averla resa possibile.
C’era una volta, al di là del tramonto, un paesino di nome City-Covid. Era un paesino con tanti prati pieni di fiori e di farfalle colorate. Al centro della città c’era una grande fontana con tanti zampilli. La fontana era circondata da molte panchine dove i bambini si mettevano seduti a leggere, mangiare il gelato e anche a rilassarsi. Lì vicino c’era pure un laghetto così limpido che i bambini si divertivano a specchiarsi nell’acqua.
Lungo il lago si vedeva un viale alberato e lì spesso c’erano le bancarelle del mercato dove i bambini andavano a comprare i libri e le caramelle… Alla fine del viale c’era un grande palazzo colorato con tanti disegni sopra. Quel palazzo era la scuola dei bambini. In questa città tranquilla e bellissima le strade non avevano nomi e le case non erano numerate perché gli abitanti avevano deciso di fare le loro case ognuno di un colore diverso, così venivano riconosciute in base al colore scelto.In una di queste case - la casa verde - abitava Tim con la sua famiglia. La mamma era il sindaco della città e si occupava anche dell’organizzazione degli eventi. Le piaceva tanto la musica e spesso faceva venire in città dei musicisti che suonavano tamburelli, trombe e fisarmoniche. Così la città si trasformava spesso in una grande festa. Ogni City-Covid ospitava anche il circo. Gli abitanti amavano molto i giocolieri e i pagliacci. Il papà di Tim era lo sceriffo di City-Covid.
Faceva tutto il possibile per mantenere l’ordine e la pace nella sua piccola e bellissima città. Tim aveva da poco compiuto nove anni e aveva ben tre fratelli più piccoli, delle veri pesti. Vivevano in questa città praticamente da sempre e Tim la conosceva come le sue tasche: luoghi, passaggi segreti e tutti i suoi misteri..
Infatti nella città giravano le voci di una leggenda: sulla montagna viveva uno scienziato di nome Covidsky che con la sua squadra di aiutanti si divertiva a fare esperimenti mischiando sostanze chimiche strane. Il professor Covidsky aveva anche un cagnolino di nome Pit che era molto giocherellone e gli piaceva annusare gli strani miscugli fatti dal suo padrone. Gli abitanti temevano che un giorno lo scienziato potesse mandare qualche pozione velenosa giù a valle, ma secondo molti era solo una leggenda….. 
Tim era un bambino particolare, aveva i capelli ricci come le onde del mare, ma di un colore nero intenso, gli occhi celesti come il cielo in una giornata di sole e naso all’insù, ma la sua particolarità erano le sue orecchie molto grandi, così grandi da fare capolino dai suoi folti capelli. Tim era un bambino allegro, simpatico e molto curioso. Aveva tantissimi amici, naturalmente amici d’avventura a cui teneva tanto e con i quali andava molto d’accordo, erano i suoi compagni di scuola. Erano un bel gruppetto, diciannove per esattezza. Ogni pomeriggio si incontravano alla fontana e da lì iniziavano le loro passeggiate. Tim aveva anche un cagnolino di nome Tommy che nelle sue passeggiate non mancava mai. Amavano passare i pomeriggi a esplorare i boschi, anche perché non c’erano tante altre cose da fare. Tim era il capogruppo, era appassionato di draghi e spesso il gruppo si divertiva facendo finta di rincorrerli.
Le giornate passavano in fretta, ma sempre piene di divertimento. Oltre ai giochi e alle passeggiate i bambini studiavano spesso anche insieme. Il pomeriggio, dopo essere usciti dalla scuola, le panchine intorno alla fontana erano sempre occupate da loro. Per questo motivo i nonni decisero di fare le loro passeggiate e leggere il giornale la mattina, così avevano le panchine tutte per loro e anche il silenzio della città. Sì, perché i bambini erano molto bravi ma facevano un grande chiasso quando si incontravano.
Un pomeriggio mentre uscivano da scuola videro dei manifesti molto colorati su cui veniva annunciato l’arrivo del circo in città. Siiii… finalmente era arrivato il circo che i bambini aspettavano ogni anno con impazienza per cui la mamma di Tim con grande cura sceglieva personaggi nuovi e sempre più divertenti.
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