Lavoro di approfondimento sulle ICONE con una particolare attenzione alle icone della natività e a quella di S. Luca, importante santuario per la tradizione bolognese.

(copy) Per saperne un po' di più: le icone

La parola ICONA deriva dal greco EIKON, che significa IMMAGINE. Non si tratta di un semplice "quadro", ma di una vera e propria PITTURA SACRA eseguita con regole particolari: su di un pannello di legno, seguendo regole tramandate da secoli, può essere realizzata anche con la tecnica del MOSAICO (piccoli tasselli di vetro o pietra che realizzano l'immagine voluta, come l'immagine di Gesù Cristo qui a sopra).

La nascita di Maria è rappresentato nell’ interno di una casa 'nobile', quella di san Gioacchino (il papà di Maria). Le esigenze della prospettiva inversa, caratteristica tipica delle icone antiche, non consentono però la rappresentazione di un locale chiuso, quindi convenzionalmente si ricorre all’ adozione di un drappo rosso posto sopra i tetti o sulla facciata delle case (quasi ad indicare che si trattava di un locale chiuso). Sul lato sinistro dell’icona campeggia la figura di Anna (la mamma di Maria) , stesa su un grande&nbsp;cline&nbsp;incurvato, simbolo dell’amore coniugale, qualche istante dopo aver messo al mondo Maria.

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Le ICONE, come le opere d'arte che rappresentano un messaggio religioso/ sacro, costituiscono un vero e proprio SPECCHIO (che riflette la luce di Dio) per colui che si avvicina con devozione ad esse: guardando l'immagine/l'edificio, il fedele si pone in rapporto con Dio, medita nella propria anima e sulla propria vita. Attraverso l'icona (e ogni rappresentazione di arte sacra) l'uomo incontra Dio che si manifesta e che si rivela all'uomo (l'arte sacra è EPIFANIA di Dio, cioè Dio che si fa conoscere, che si rivela)

Davanti ad un'icona il fedele NON venera il dipinto materiale, ma il messaggio che Dio vuole inviare attraverso la materialità del dipinto. Il secondo concilio ecumenico (di tutte le comunità cristiane) di Nicea del 787,dopo la lotta iconoclasta (l'imperatore Leone III riteneva che le icone fossero idolatrate come facevano i pagani, pertanto ne vietò l'uso e ne distrusse molte), ribadisce l'importanza di esporre le "sante immagini" (le icone) nelle chiese (non solo in Oriente), perchè aiutavano gli uomini a capire i contenuto della fede.

La Grotta&nbsp;e il Bambino. In alto è bene soffermarsi sulla stella che emana la luce che guida i Magi alla grotta; essa ha tre raggi, ad indicare la TRINITA' e l'UNITA' di Dio che illumina la vita, rendendola più comprensibile all'uomo . Al centro vi è la montagna con la grotta citata nel vangelo di Luca (racconto della Natività). Dalla montagna si apre la caverna oscura, la grotta del racconto di Luca al cui ingresso si trova la testa del bambino Gesù, in linea con il fascio di luce (da non dimenticare che il nome Dio deriva dal sanscrito e vuol dire LUCE). Il bambino è posto nella culla che richiama il sepolcro (la tomba nella quale verrà deporto dopo la crocifissione), anche le bende rimandano alla sepoltura di Gesù, indicano la continuità tra la nascita (l'incarnazione di Dio) e la morte dalla quale deriva la SALVEZZA dell'uomo dalla morte. La grotta ha la forma di triangolo e rappresenta l'apertura dell'inferno rispetto al quale Gesù offre una proposta di speranza e di salvezza per l'uomo: Gesù è “la luce splende nelle tenebre” (Gv 1,5).

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La Madre di Dio. In primo piano vi è la Madre di Dio, che si distende su di un manto rosso fuoco (simbolo del sangue, della vita, dell’amore divino) quasi a formare un'isola. Maria ha partorito, è stanca, poggia la testa sulla mano e contempla il mistero dell'INCARNAZIONE. Maria è rivolta verso chi guarda l'icona, destinatari del messaggio dell'incarnazione. Il grembo di Maria è allineato alla stella e a Gesù bambino (a sottolineare la continuità tra i tre elementi). Ai lati ci sono i tre angeli che annunciano la nascita ai due pastori: è rappresentato l'incontro in Gesù del mondo divino e di quello umano (mistero dell'Incarnazione). A questo mistero si aggiunge il MISTERO di Maria, considerata vergine prima, durante e dopo il parto.

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La processione: l'icona della Madonna di San Luca arriva in città passando per il portico (666 archi e 15 cappelle votive...è il portico più lungo del mondo!) costruito nel XVIII secolo per proteggere i pellegrini dalla pioggia durante la salita.

Bologna, la Madonna di San Luca è scesa in città. VIDEO

Il portico a forma di serpente (il numero 666 è il numero che la Bibbia indica come quello del diavolo) sta ad indicare Maria che "schiaccia il serpente", in quanto donna senza peccato (Immacolata) che sconfigge il male.

I Magi. In alto a sinistra, da lontano, giungono i Magi a cavallo che rappresentano i santi ed i giusti (I GIUSTI nella Bibbia sono coloro che fanno la volontà di Dio pur non essendo ebrei) ai quali è rivolto il messaggio d'amore di Dio ( per ricordare che la nuova Alleanza è universale, per tutti). I Magi sono infatti il simbolo dell’umanità alla ricerca del Paradiso perduto e rappresentano le diverse età della vita (tutti sono alla ricerca di Dio): uno di aspetto giovanile, un adulto, un anziano. I Magi rappresentano anche le diversità delle etnie umane (i diversi popoli dell'umanità intera che sono alla ricerca di Dio) Il Creato. In tutta la scena ci sono poi elementi vegetali e animali: alberi e arbusti, pecore e agnelli, talvolta un cane. Tutti hanno lo sguardo rivolto verso l’alto, come i pastori che esprimono lo stupore del creato di fronte alla nascita di Gesù, così come viene descritto in un brano tra i più poetici dei vangeli apocrifi, il protovangelo di Giacomo: “Io, Giuseppe, cercavo di camminare e non mi muovevo. Guardai verso il cielo e vidi che era immobile e verso l’aria e vidi che era piena di stupore e gli uccelli del cielo fermi nel loro volo. E vidi che sopraggiungevano delle pecore e le pecore restarono immobili. E guardai verso la riva del fiume e vidi dei capretti e la loro bocca piegata sull ’acqua e non bevevano. E tutto, in un momento, riprese il suo corso normale.” Questa immobilità misteriosa e stupita si riproduce il presepe, nell’ incanto leggiadro e poetico delle statuine che ci ricordano ancora quest’anno e in ogni notte di Natale, la grande tenerezza di Dio per gli uomini che Egli ama.

I fedeli cristiani si avvicinano alle icone con venerazione, perchè, nella tradizione delle origini, l'icona veniva realizzata durante la preghiera, pertanto era considerata il prodotto dello spirito che avvicinava a Dio. Ecco perchè le icone vengono poste nelle chiese e venerate: davanti ad essere si accendono lumi e ceri; possono anche essere tenute in casa quasi a creare una chiesa domestica. Nelle chiese ortodosse, poi, la parte importante dell'edificio è proprio l'ICONOSTASI (vedere foto), parete totalmente costituita da icone che separa la parte sacra (dove il sacerdote officia la S. Messa) e la parte profana (dove sono i fedeli). L'iconostasi non permette di vedere il prete ortodosso che celebra la Messa per dare maggiormente l'idea del MISTERO di Dio che si fa uomo con Gesù (mistero dell'incarnazione)...il mistero è qualcosa che si può conoscere (e quindi vedere) SOLO in parte, solo fino ad un certo punto (ecco perchè il prete ortodosso sta dietro l'iconostasi per buona parte della Messa)

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Nell'altra mano, Gesù tiene il foglio della Parola di Dio, il VANGELO (la buona notizia), che s'incarna: Dio che si è fatto uomo, assumendo l'umanità fino a conoscere la morte, e indicando a TUTTI gli uomini che, attraverso lui, si arriva a Dio Padre (attraverso la Resurrezione). Gesù è il Verbo (la Parola di Dio) che si fa carne.

Esempio di icona copta (egiziana), le caratteristiche dell'immagine sacra sono differenti dal modo di rappresentare le icone bizantine.

L'immagine sacra (icona) va letta nei suoi minimi particolari...nessun colore è casuale, ogni personaggio, gesto, elemento del paesaggio, sguardo rimanda ad un messaggio che deve essere compreso e letto da chi si avvicina alla comprensione o alla venerazione dell'icona.

Icona della presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme

In particolare approfondiremo le icone mariane (dedicate a Maria Madre di Dio) per il lavoro arte/religione. Molte icone sono ricoperte da un ricco ornamento metallico (può essere anche d'argento o d'oro e cerca di rendere visibile la bellezza della santità e della luce del cielo che appartengono al mondo divino) chiamato RIZA che le riveste, lasciando visibili solo alcune parti come i volti e le mani. Ma è bene ricordare che l'icona è preziosa per l'immagine rappresentata e NON per l'ornamento che la ricopre.

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Il bambino è colto in movimento e Maria sembra volerlo calmare, consolare, trattenerlo,... La più antica rappresentazione della Madonna Eleousa è del VIII - IX secolo, è in avorio e proveniva dall'Egitto, oggi è conservata a Baltimora, negli U.S.A. nel "Walters Art Gallery". Molte copie sono state fatte e sono presenti nei diversi Paesi dov'è presente il cristianesimo.

Molte icone arrivarono in Occidente dopo la minaccia della LOTTA ICONOCLASTA che interessò l'Oriente (compresa la Turchia che era parte dell' impero romano d'Oriente) tra il VII e il IX secolo, ma che continuò anche fino al 1054, anno dello scisma (separazione) tra cristiani ortodossi e cristiani cattolici (scisma d'Oriente). Protagonista di tale lotta fu l'imperatore Leone III (l'impero d'Occidente era ufficialmente decadute nel 476 con la deposizione dell'imperatore Romolo Augusto da parte di Odoacre) che attribuiva all'eccessiva venerazione delle icone (considerate davvero sante/divine perchè dipinte da monaci durante la preghiera) la causa delle sciagure politiche e naturali subite dall'impero (sconfitte in battaglia, assedio dell'esercito musulmano a Costantinopoli, terremoti nella penisola ed eruzioni vulcaniche).

Leone III si rifaceva al concetto ebraico (non bisogna dimenticare che il cristianesimo nasce dall'ebraismo), secondo il quale non è possibile farsi "alcuna immagine di Dio" (Il secondo comandamento dato da Dio a Mosè per il popolo ebraico dice: "Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire") in quanto l'ebraismo è religione RIVELATA (è Dio che si fa conoscere), lontana dall'idolatria delle immagini degli dei pagani (lontani dall'uomo e dai quali l'uomo dipendeva totalmente senza che gli venisse riconosciuta una volontà propria). L'eccessiva venerazione delle icone, contravveniva al secondo comandamento e secondo Leone III attirava l'ira divina, pertanto ordinò la distruzione delle icone.

Santuario di San Luca a Bologna: il percorso a piedi, spesso, viene fatto per chiedere una "grazia", un aiuto per una situazione che si sta vivendo

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L'icona della Madonna di San Luca, protettrice di Bologna, il cui culto si festeggia a maggio

Icona molto venerata in Oriente e in Occidente. Il nome ODIGITRIA deriva dal santuario dedicato a Maria presente in Turchia in cui era custodita, detto anche santuario degli "odigoi" (guide), perchè i monaci del santuario facevano da guide ai molti pellegrini ciechi che venivano a pregare nel santuario per chiedere la guarigione alla Madonna (l'icona era attribuita all'evangelista S. Luca)

La Madonna Odigitria (che indica la via) ...e un po' di storia delle icone.

L'icona originale fu distrutta ( o rubata) dai Turchi musulmani nel 1453 quando conquistarono Costantinopoli. Prima di questo evento però, l'icona fu copiata più volte e queste copie giunsero in diverse parti dell'Europa e del mondo. Molte sono le copie presenti in musei, chiese, santuari. L'Italia ne possiede molte data la sua vicinanza alla Grecia e alla Turchia: la Madonna di S. Luca a Bologna, la Madonna Consolata di Torino, la Madonna Odigitria della cattedrale di Bari, Madonna Salus populi romani venerata nella basilica di Santa Maria Maggiore...

La Madonna Eleousa (eleousa, dal greco, vuol dire ATTEGGIAMENTO DI PIETA', gesto AFFETTUOSO tra Madre e Figlio) viene rappresentata in atteggiamento materno (la Odigitria era rigida), infatti raffigura Maria e Gesù che si scambiano gesti d'affetto: le guance dei due si toccano, si baciano, si accarezzano a vicenda. Gesù a volte è rappresentato mentre strige al collo la Madre... La Madonna Eleousa indica la MISERICORDIA (cioè la capacità di amare molto fino a perdonare gli errori umani) di Gesù verso gli uomini. Nella Madonna Eleousa viene sottolineato l'umanità di Gesù: l'amore visibile tra Madre e Figlio è lo stesso a quello presente tra Gesù e gli uomini.

La Madonna Eleousa (che sprona alla pietà e all'amore che perdona)

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Maria, in quanto Madre di Dio (Gesù figlio di Dio) indica la via ( è GUIDA) a chi si pone alla ricerca di Dio. I monaci che GUIDAVANO i pellegrini ciechi che andavano al santuario dedicato a Maria (santuario mariano) venivano chiamati "ODIGOI", perchè INDICAVANO IL PERCORSO DA SVOLGERE, spiegandolo. Allo stesso modo Maria Madre di Dio è detta ODIGITRIA, perchè indica la via per raggiungere DiO. Ecco il significato profondo della venerazione di Maria dei cristiani: Maria aiuta l'uomo a trovare e ad incontrare Dio, attraverso Gesù Cristo (il Figlio di Dio)

Ad ogni colore un significato ben preciso...

Tre dita delle mani di Gesù sono unite ad indicare il concetto fondamentale del cristianesimo: un Dio in tre persone distinte, mentre le altre due dita sono libere, indicano in modo sintetico ma efficace, che Gesù, il Figlio di Dio, ha natura umana e divina (vero Dio e e vero uomo)

Lavoro di Maria Paola Cavallotti. Disegni e icone realizzati dai ragazzi delle classi seconde con la docente di arte Lucia Bottazzi e i docenti Pina Clemente e Lucas De Laurentis. Sitografia: - www.reginamundi.info - <a href="https://www.youtube.com/watch?time_continue=7&amp;v=kYb2mLSkVTE&amp;feature=emb_title">https://www.youtube.com/watch?time_continue=7&amp;v=kYb2mLSkVTE&amp;feature=emb_title</a> - <a href="https://www.bolognaindiretta.it/bologna-la-madonna-san-luca-scesa-citta-video/">https://www.bolognaindiretta.it/bologna-la-madonna-san-luca-scesa-citta-video/</a> - <a href="https://www.youtube.com/embed/FX7GcG644FU?feature=oembed&amp;modestbranding=1&amp;rel=0&amp;showinfo=0&amp;autoplay=1">https://www.youtube.com/embed/FX7GcG644FU?feature=oembed&amp;modestbranding=1&amp;rel=0&amp;showinfo</a> <a href="https://www.youtube.com/embed/FX7GcG644FU?feature=oembed&amp;modestbranding=1&amp;rel=0&amp;showinfo=0&amp;autoplay=1">=0&amp;autoplay=1</a> Bibliografia: T. Verdon, Breve storia dell'arte sacra cristiana, Queriniana, 2012

Molte icone, però furono duplicate e molte trovarono rifugio lontano dall'Oriente. In Occidente le icone duplicate erano fedeli alla tecnica e alla rappresentazione di quelle originarie giunte dall'Oriente nei primi secoli del cristianesimo (o nei secoli successivi).

S. Maria Maggiore: l'icona della "Salus Popoli Romani"

L'icona più antica presente a Roma risale al V- VI secolo ed è nella chiesa di santa Maria Nuova (detta Santa Francesca Romana).

I personaggi centrali dell’Icona sono Anna (la mamma di Maria) e la Beata Vergine (Maria), a Gioacchino (il papà di Maria) viene riservato un ruolo secondario (in alcune Icone si affaccia da una finestra dall’alto della stanza, in altre è posto sopra qualche tetto... in ogni caso la sua figura è assai più piccola di quella degli altri partecipanti alla scena). Maria in fasce è più volte presente nell’Icona, Ella appare sia in braccio alla levatrice, che le fa il bagnetto, sia distesa nella culla avvolta tutta in fasce tranne la testa.

In tutte le rappresentazioni figura la tenera ed intima scena del bagnetto: la levatrice tiene la piccola Maria in braccio, mentre saggia la temperatura dell’acqua, un’ancella nel frattempo versa acqua nel catino (la scena copia alcune rappresentazioni pagane). Diverse donne, in atto di servizio, circondano Maria ed Anna e come era usanza per gli schiavi, queste hanno tutte il capo scoperto e portano vestiti senza maniche o, al massimo a mezze maniche, volendo simboleggiare il fatto che le loro braccia sono destinate al servizio nella casa. Una donna porge alla bambina una coppa con farmaco, mentre altre portano delle uova;&nbsp;“l’uovo è simbolo della fecondità, del rinnovamento, della nascita e della rinascita.”&nbsp;Altre donne con dei flabelli variopinti rinfrescano sia Anna sia la Maria bambina.

Saper leggere le icone (immagini sacre) dedicate a Maria "Madre di Dio" per scoprire il messaggio profondo che ci vogliono comunicare

La parola ICONA vuol dire "immagine sacra"; con questo termine s'intende un oggetto (un quadro) venerato dai fedeli cristiani ed in particolare dai cristiani ortodossi (gruppo di cristiani che si è diviso dai cristiani cattolici nel 1054, particolarmente presenti nell'Europa dell'est (Grecia, Russia, Romania, Moldavia,...). Le icone hanno come soggetti personaggi e storie dell'Antico e del Nuovo Testamento (A.T. e N. T.) ed in particolare Gesù Cristo e Maria, sua madre (Madre di Dio in quanto Gesù ha natura sia divina sia umana, frase sottolineata anche nel "Credo" quando si pronuncia " Credo in Gesù Cristo vero Dio e vero uomo").

L'icona simbolo di preghiera per Dio

Tra arte e religione...mostra a Budrio sulle icone realizzate dai ragazzi e addobbo natalizio nella chiesa di San Lorenzo in occasione del concerto di Natale del 19 dicembre 2019

L'icona della NATIVITA' di Gesù...il NATALE

Questa icona della Natività della scuola di Rublev (1410-1430), attualmente presso la Galleria Tretjakov di Mosca, costituisce in sè una sintesi del messaggio della storia della salvezza. Dal VI sec. in poi viene dipinta con un chiaro riferimento alla centralità della Theotokos (Maria è Madre di Dio, in quanto Gesù è figlio di Dio).&nbsp; L'icona va letta sui tre livelli: il primo, livello superiore, si riferisce alla sfera del divino, il secondo, nella sfera di centro, riguarda il mistero dell'incarnazione, il terzo, nella sfera inferiore, illustra il livello dell'umanità. Lo sfondo della scena è quasi tutto occupato da una grande montagna di forma piramidale, rappresentata nel classico stile a balze della prospettiva bizantina. La montagna (salita verso Dio e solidità), con tutte le sue valenze simboliche, unifica i tre livelli mettendoli in comunicazione tra loro.

Le icone dedicate a Maria Madre di Dio (icone mariane)

Le icone dedicate a Maria sono quelle più numerose. Maria può essere raffigurata a mezzo busto, seduta o in piedi. Lo sfondo in cui Maria è rappresentata è sempre d'oro, ad indicare il cielo, dove lei si trova. Maria regge sempre Gesù bambino (in braccio, sul grembo...) che ha il volto da adulto e il corpo da bambino (l'aureola di Gesù porta con sé la forma della croce). Gesù ha un vestito con striature dorate che indicano che lui è l'Emmanuele, nome di origine ebraica che vuol dire "Dio con noi" (è Dio che si è fatto uomo assumendo la condizione umana fino alla morte).

Le lettere poste sopra al capo di Maria, sono l'abbreviazione di "Mater Theou" MP OY, ovvero di Madre di Dio. Le lettere sopra l'aureola di Gesù indicano invece alcune delle lettere che compongono il nome Gesù Cristo: "IC XC", un'abbreviazione di quattro lettere ampiamente usata del greco per Gesù (&nbsp;I&nbsp;HCOY&nbsp;C&nbsp;) Cristo (&nbsp;X&nbsp;PICTO&nbsp;C&nbsp;).

Una delle tecniche più antiche di pittura si chiama ENCAUSTO (i colori vengono amalgamati con della cera, mantenuti liquidi in un braciere, per essere poi stesi con un ferro rovente sul legno. Questa tecnica rende la pittura più duratura nel tempo) . L'icona è dipinta su legno e la tavola di legno deve essere preparata sui due lati perchè veniva portata in processione (vi era l'immagine davanti e una parte nel retro in cui il legno era rifinito). La parte anteriore (quella davanti) da dipingere è lievemente incavata tanto da formare una cornice naturale

Icone relative alla nascita (natività) di Maria

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Iconostasi, cioè PARETE DI ICONE (immagini sacre) dietro e davanti alla quale il POPE (prete ortodosso) celebra il mistero dell'Eucaristia.

I pastori. Un gruppo di angeli si rivolge anche ai pastori (oltre che ai Magi). Luca scrive: "Vi erano in quella medesima regione dei pastori che pernottavano in mezzo ai campi per fare la guardia al proprio gregge. Or un angelo del signore apparve loro e la gloria del Signore li avvolse sicché furono presi da gran timore" (Lc 2, 6-7). I pastori rappresentano gli uomini ai quali è rivolto il messaggio di salvezza di Dio. Il bue e l'asino. Il bue e l'asino non sono citati nei vangeli sinottici, ma in quelli APOCRIFI (vangeli non ufficiali perchè la Chiesa delle origini non li aveva ritenuti attendibili). Secondo alcuni autori rappresenterebbero i NON ebrei ( i GENTILI). Il bambino è nella mangiatoia quasi ad indicare di essere cibo per l'asino ed il bue, rappresenta l’Agnello Eucaristico (l'Eucaristia), come cibo per i nuovi uomini (i gentili ed i greci simboleggiati dai due animali): Gesù è un messaggio di salvezza per tutti gli uomini.

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Probabilmente la festa della Natività di Maria (non il Natale di Gesù) ebbe origine nella Chiesa di Gerusalemme intorno al V sec. ove era molto forte la tradizione che voleva la casa natale di Maria situata vicino alla piscina purificatrice. La prima traccia sicura risale però al VI secolo, durante il regno di Giustiniano. Verso la fine del VI secolo - inizi del VII, la Chiesa di Costantinopoli fissò per i primi di settembre la festa della Natività di Maria, non per motivi storici, ma per un semplice parallelismo simbolico. A settembre, nell’impero bizantino, iniziava l’anno ecclesiastico e civile ed è possibile che i cristiani di Costantinopoli abbiano voluto identificare questo inizio con l'inizio della nuova storia della Salvezza (il Nuovo testamento, la Nuova Alleanza tra Dio e tutti gli uomini), fatto iniziare con la nascita di Maria. Intanto in Occidente si festeggiava il Natale di Gesù (la sua nascita) già a partire dai primi anni del IV secolo, a Roma il primo documento che parla della festa del Natale risale al 354.

Nello studio delle icone c'è un po' anche di Bologna...

Secondo la tradizione antica, la prima icona di Maria sarebbe stata dipinta dall'evangelista Luca (autore del terzo vangelo) dopo la Pentecoste (festa ebraica e festa cristiana, in quest'ultima gli apostoli ricevettero lo Spirito Santo e iniziarono a diffondere il vangelo da cui nacque la fede cristiana), quando Maria viveva ancora a Gerusalemme. Il dipinto sarebbe poi stato portato a Costantinopoli (Turchia) nel V secolo e posto nel santuario dedicato a Maria chiamato "santuario dell'Odigitria" dal quale deriva il nome "Madonna Odigitria". Ecco perchè molte icone si chiamano "MADONNA DI SAN LUCA"...e quella di Bologna fa parte di queste (sotto la foto della Madonna di S. Luca a Bologna).

San Giuseppe. Nella parte più bassa dell'icona si trova San Giuseppe (quasi al margine dell'icona) , è colto pensieroso di fronte al MISTERO dell'Incarnazione di Dio che lo lascia umanamente incerto, stupito (ha coinvolto proprio lui, un uomo come tanti altri, in modo inaspettato). I vangeli apocrifi (cioè quelli ritenuti non ufficiali dalla Chiesa dei primi secoli) si dilungano molto sui dubbi e sulle reazioni incredule di Giuseppe davanti al concepimento di Maria (Dio ha scelto lei, una ragazze semplice, per far nascere il Messia)...Giuseppe, saputo da Maria che aspettava un figlio, la lasciò“Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto” (Mt 1,19). Giuseppe, dunque, è l’uomo che s' interroga davanti al mistero di questa maternità, si personifica in una figura di pastore coperto di pelli. Le donne. Nella parte inferiore, a destra, vi è anche un'altra scena: una o due donne preparano il bagno del Bambino: questo gesto (anch’ esso molto sviluppato negli apocrifi, in cui una delle donne è addirittura Eva la prima donna, reintegrata nella sua antica dignità per la venuta del Redentore) sottolinea da un lato la perfetta umanità del Cristo, e dall'altro preannuncia il battesimo, sacramento in cui il discendere nell’ acqua ed il risalirne simboleggia la discesa agli Inferi e l’uscita da questi (Rm 6,1-4).

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