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LA SCATOLA DEI NOSTRI RICORDI

by CLASSI QUARTE SC.PRIMARIE MOIE-MACINE

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LA SCATOLA DEI NOSTRI RICORDI
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CLASSI QUARTE
SC.PRIMARIE MOIE-MACINE
A.S. 19/20
La scatola dei ricordi: VIVERE CON, VIVERE SENZA - DUE MODI DI VIVERE A CONFRONTO 

    Giunto alla quinta annualità, “La scatola dei ricordi” è un progetto intergenerazionale, esperenziale e dì condivisione proposto dalla Fondazione “Gaspare Spontini” alle scuole primarie dell’Istituto Comprensivo “Carlo Urbani” di Moie.
    “Mettendo in comunicazione anziani e bambini- ha commentato la dirigente Patrizia Leoni- il progetto ha l’alto valore di contribuire a saldare il legame generazionale e di garantire la conservazione della memoria storica”.

Cinque sono le classi coinvolte: tutte le classi quarte di Moie e Macine, per un totale di oltre 100 bambini, e 16 insegnanti, coordinate da Lucidi Stefania, che collaborano, a vario titolo, al progetto. Ogni anno i contenuti variano: alunni e anziani si sono via via confrontati su varie tematiche come i giochi, il cibo o l’orticoltura. Quest’anno è la vita quotidiana di ieri e di oggi ad essere messa sotto la lente di ingrandimento. Ed ecco allora che la narrazione di storie, come l’uso del “prete” per scaldarsi o della lampada ad olio per illuminare le stanze, è servita per conoscersi attraverso linguaggi semplici e autentici.
Il mondo dell’acqua, soprattutto, ha affascinato i bambini: lo stupore di ascoltare che si facevano il bagno tutti in una tinozza o che l’acqua non c’era in casa e neanche la lavatrice ….un modo di vita che obbligava al contenimento dello spreco e al rispetto delle risorse. 
Dopo una prima serie di incontri che hanno permesso la reciproca conoscenza, si è deciso di affrontare insieme un laboratorio, e la scelta è caduta sull’argilla, perché attraverso la manipolazione si ha la possibilità di giocare liberamente con un materiale, dargli forma attraverso l’apprendimento delle tecniche elementari, avere la possibilità di progettare, di fare delle scelte, di realizzare manufatti, di inventare soluzioni…
Ma soprattutto è da sottolineare la valenza comunicativa e relazionale dell’operare in un laboratorio: il piacere di lavorare con gli altri, di condividere scoperte e modalità, di creare in un clima festoso che nasce dal fare insieme. L’esperienza manipolativa è, per sua natura, inclusiva, infatti tutti possono accostarsi al laboratorio con le proprie potenzialità, il proprio sentire e il proprio vissuto esperienziale, senza dover sottostare al giudizio e alla competizione.
Bambini e anziani hanno colto quindi il piacere di manipolare, modellare, bucare, graffiare e decorare l’argilla e di condividere con gli altri questa esperienza; soprattutto, infine, hanno goduto dei lavori finiti, riconsegnanti dai bravissimi artigiani Toni e Adriana di Terredecò che hanno messo a disposizione la loro esperienza, il materiale necessario e, soprattutto, il forno! 
Gli oggetti rappresentavano brocche e pozzi, in linea anche con un altro progetto di Istituto,
 “Erasmus +”, al cui meeting finlandese dedicato all’acqua ed alla vita sostenibile, alcuni dei manufatti sono stati portati in dono.
Il progetto doveva continuare a primavera con una grande festa collettiva e poi concludersi a giugno con una mostra dei lavori fatti insieme, vero esempio di apprendimento cooperativo reciproco. Come tutti sappiamo, però, la rapida evoluzione del COVID-19, culminato in pandemia, ha scosso profondamente il nostro mondo tanto che la forza della didattica digitale si è riversata nell’ordinario come un fiume in piena. In questa situazione abbiamo sperimentato nuove forme di comunicazione a distanza e ci siamo sentiti un po' meno soli…allo stesso modo abbiamo provato a creare un ponte con i nostri “nonni” della casa di riposo, un ponte digitale attraverso un e book di disegni e foto per ringraziarli perché, come ha scritto un bambino, ”Stare con voi è stata un’esperienza nuova e indimenticabile”
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