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Gruppo di lavoro
Antonietta Centolanze, Tecla Riverso (USR Piemonte),
Gisella Merenda, Roberto Peccenini (USR Liguria)
Matilde Chareun, Maurizio Plaia, Francesca Romana Valenzi – PRAP Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta.
Francesco Fienga* – IIS Vittorio Emanuele II Ruffini, Casa circondariale Marassi Genova
*Francesco Fienga è autore della copertina originale del Vademecum.
Realizzazione e-Book a cura di Anna Nervo - CPIA2CN-Équipe formativa Piemonte
Antonietta Centolanze, Tecla Riverso (USR Piemonte),
Gisella Merenda, Roberto Peccenini (USR Liguria)
Matilde Chareun, Maurizio Plaia, Francesca Romana Valenzi – PRAP Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta.
Francesco Fienga* – IIS Vittorio Emanuele II Ruffini, Casa circondariale Marassi Genova
*Francesco Fienga è autore della copertina originale del Vademecum.
Realizzazione e-Book a cura di Anna Nervo - CPIA2CN-Équipe formativa Piemonte
Premessa
La scuola negli istituti penitenziari si pone l’obiettivo di assicurare il diritto allo studio a tutti coloro che vogliono inserirsi/reinserirsi in un percorso formativo. Il contesto carcerario richiede un fare scuola che sappia riconoscere e valorizzare le competenze, le conoscenze e le abilità pregresse per poter costruire percorsi efficaci e individualizzati.
L’utenza che accede ai corsi è costituita da persone private della libertà e in quanto tali in una condizione di grave vulnerabilità e fragilità, con specifiche esigenze cognitive, con esperienze formative e scolastiche estremamente eterogenee, con motivazioni esplicite e implicite assai diverse, con capacità di apprendimento spesso compromesse.
In tutti questi casi, la scuola può contribuire a far emergere bisogni e potenzialità per la costruzione/ricostruzione del progetto di vita. Lavorare all’interno di un istituto penitenziario è un’esperienza alla quale, tuttavia, i docenti non sono preparati.
L’utenza che accede ai corsi è costituita da persone private della libertà e in quanto tali in una condizione di grave vulnerabilità e fragilità, con specifiche esigenze cognitive, con esperienze formative e scolastiche estremamente eterogenee, con motivazioni esplicite e implicite assai diverse, con capacità di apprendimento spesso compromesse.
In tutti questi casi, la scuola può contribuire a far emergere bisogni e potenzialità per la costruzione/ricostruzione del progetto di vita. Lavorare all’interno di un istituto penitenziario è un’esperienza alla quale, tuttavia, i docenti non sono preparati.
Non esiste una formazione specifica che dia loro strumenti e conoscenze tali da metterli nelle condizioni di operare al meglio. Chi entra per la prima volta si pone molte domande: cosa mi è consentito/cosa non mi è consentito fare in carcere? Cosa posso dire/fare o non dire/non fare? Quali sono le informazioni più importanti che devo avere? Per rispondere alle tante domande e ai dubbi che inevitabilmente insorgono e accompagnano il lavoro all’interno degli istituti penitenziari, nasce il Vademecum che si rivolge a tutti i docenti che lavorano e che lavoreranno in carcere, nonché agli operatori penitenziari che si interfacciano con i docenti , e nasce dalla collaborazione di tutti gli attori istituzionali coinvolti: docenti in servizio in carcere, dirigenti scolastici dei CPIA e dei corsi di secondo livello, funzionari giuridico-pedagogici , agenti della polizia penitenziaria della Liguria e del Piemonte, dirigenti e funzionari degli Uffici Scolastici del Piemonte e della Liguria e del PRAP Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.