Che animale sei?

CAPITOLO 28. Ad un tratto si resero conto di un’assenza importante, anzi, più che importante, fondamentale: il prete! L’anatra fu presa dalla disperazione ed iniziò a piangere. Ad un certo punto, però, uscì fuori dalla terra il loro “salvatore”: una talpa prete!&nbsp;

CAPITOLO 26. In una notte ventosa il lupo si rese conto di un fatto molto importante: fino ad allora non aveva mai chiesto all’anatra di vivere per sempre insieme. La trovò una cosa inconcepibile e insopportabile. Cercò quindi di porvi subito rimedio. Andò di corsa verso la casa dell’anatra, trovandola addormentata nel suo letto di piume. La svegliò e le chiese di sposarlo. L’anatra accettò subito, felicissima. Pochi giorni dopo l’anatra partì in volo e lanciò gli inviti di matrimonio a tutti i suoi amici.

CAPITOLO 15. Non appena l’anatra scese dal taxi una squadra di struzzi, ingaggiati da Madame Gru, la bloccò al suolo. Dopodiché, la riportarono a casa. Il giorno stesso Madame Gru la portò a comprare un vestito, ma non trovò nulla di suo gradimento. Nei giorni seguenti la accompagnarono tre sue amiche, ma sempre con lo stesso risultato. Infine, l’anatra andò a comprare un completo da maggiordomo blu notte insieme a Fru Lin, il maggiordomo.

Fu così che George le costruì un carretto, in modo da poterla trasportare senza troppa fatica.

L’indomani l’anatra si mise quindi al centro di una grande piazza. Dopo dieci minuti, una moto rossa fiammante le si inchiodò a pochi centimetri di distanza, tanto che lei, dalla paura, cadde a terra. Alla guida della moto c’era un giovane anatro, molto bello, si chiamava Franco Fondac. Per farsi perdonare la invitò subito a mangiare un gelato. Il consiglio della nonna aveva funzionato! Nel pomeriggio i due andarono presso i “Bagni Canneto”, un centro di balneazione fluviale molto esclusivo, situato all’interno del Club.

La sera si ritrovavano poi a contemplare la luna e il lago, insieme.

CAPITOLO 7. L’indomani scoprì che tutti i pipistrelli erano candidati. Ognuno di loro se ne andava per conto suo a fare il candidato, cioè girava la città tutto il giorno facendo assemblee, riunioni, cortei, collettivi e comizi. Anche lei, inizialmente, fece come i suoi colleghi pipistrelli. Un giorno la invitarono ad una cena elettorale e dovette parlare alla folla. In realtà, avrebbe solamente voluto cercare sua madre e giocare.

CAPITOLO 25. Il lupo, vedendo le ali dell’anatra, le disse di provare a volare. Lei all’inizio non fu molto convinta, ma alla fine lo ascoltò. Usò quindi le ali per la prima volta nella sua vita.

Azzurra Aurora Baccarelli (2H)

All’uscita vide una graziosa lucertola verde, sdraiata sul pietrone d’ingresso. I due si presentarono. La lucertola si chiamava Lucertolo Lucio. Divennero subito grandi amici. All’uscita dal Club lo ritrovava sempre lì, fermo sul pietrone. Si fermavano allora a parlare per lungo tempo.

CAPITOLO 19. Nel frattempo, l’anatra era diventata brava a giocare a tennis. Questo, e il fatto di essere fidanzata con Franco, suscitarono l’invidia delle altre anatre. In particolare, su Franco aveva messo gli occhi una certa Isabella, detta «Isabella la bella», perché era la più bella delle anatre del Club. L’anatra fu turbata da ciò e si confidò col suo amico Lucio.

CAPITOLO 27. Arrivò dunque il giorno del matrimonio, una domenica di vento. Di tutti gli animali invitati vennero solo le talpe.

CAPITOLO 16. Qualche giorno dopo l’anatra giunse di fronte ad un Club esclusivo chiamato “Club degli Anatri”. Rimase tutto il pomeriggio a guardare gli ospiti, con il becco infilato nella rete metallica. Ci tornò per un mese circa, senza riuscire mai ad entrare.

Da lassù, ben sospesa nel cielo, scoprì una verità che la stupì non poco. Scoprì che le zone attraversate fino a quel momento erano riunite tutte in una minuscola porzione di terra.

CAPITOLO 13. L’indomani fu dunque mandata a scuola, nella classe della signora Tolmer. La maestra le chiese come mai fosse lì, visto che restavano solo due settimane alla fine della scuola. L’anatra le disse di essere venuta per sapere quale animale fosse. Dopo alcuni minuti, la classe le dette finalmente una risposta: «Anatra, signora Maestra!». La maestra, notato subito il suo sconcerto, le mostrò, in un grande libro illustrato, il capitolo dedicato alle anatre, con tanto di foto a colori. L’anatra ringraziò la classe e tornò a casa. Appena arrivata, raccontò ai coniugi Cotter di aver scoperto di essere un’anatra. Dopo ciò, Madame Gru le disse che ora era arrivato il momento di trovarsi un fidanzato. L’indomani fu allora presa dall’autista Smitz e condotta dal parrucchiere. Tornò però a casa triste e rassegnata. Non appena aprì la porta, i coniugi Cotter la videro e furono molto contenti della pettinatura. Le dissero poi che ora doveva comprarsi un vestito. Di fronte a quella richiesta, l’anatra scappò via.

CAPITOLO 11. Seguendo il consiglio della bambina, l’anatra arrivò in una zona residenziale.

CAPITOLO 3. Appena arrivati, Reginald Castor, il capo del villaggio, la accolse in un antico anfiteatro. Dopodiché, chiese all’anatra che animale fosse. Lei le rispose subito: «Sono una pantofola!». Reginald espresse i suoi dubbi su questa bizzarra risposta. Dopodiché le strappò una piuma. Solo in quel momento l’anatra si accorse di averle.

CAPITOLO 21. L’anatra non sapeva però che Franco, dopo averla accompagnata, tornò alla festa e ballò tutta la notte con Isabella la bella, fino all’alba. Un giorno l’anatra andò dal parrucchiere e scoprì per caso della vicenda. Andò quindi subito dal suo amico Lucio per sfogarsi.

CAPITOLO 9. Un giorno, dopo aver fatto molte assemblee, riunioni, cortei, collettivi e comizi, l’anatra e Pipi vinsero le elezioni. Ci fu una grande festa. Dopo un dialogo con Poltron Strel, nel quale gli spiegò che vincere le elezioni comporta poi grandi responsabilità, i due decisero di scappare. Arrivarono dunque in periferia. Qui incontrarono dei bambini, i quali videro il carretto e vollero subito giocarci. L’anatra glielo lasciò fare. Sul finire della giornata, Pipi le disse di dover tornare a casa, perché suo padre era fiero di lui e, così facendo, lo avrebbe deluso. Detto ciò, i due si separarono.

Dopo questo dialogo Reginald la invitò a lavorare con loro. Le consegnarono le chiavi di una buona grotta in cui dormire e il set completo da castoro: tuta di tela blu, stivali anfibi, una grossa cinta con ganci e una torcia. Le assegnarono un bel pezzo di lago e le dissero che poteva anche lei costruire una diga. Da quel giorno si sentì un vero castoro.

CAPITOLO 17. Durante uno dei loro discorsi, l’anatra chiese a Lucio se lo poteva aiutare a trovare un fidanzato. Lucio non ci pensò due volte. Viaggiò fino in Spagna, suo paese d’origine, e chiese consiglio alla saggia Nonna Talanta. La nonna gli disse: «Dì alla tua amica che deve mettersi in piazza». Lucio non capì bene il senso di quelle parole, ma le riportò tali e quali alla sua amica.

CAPITOLO 18. Quando l’anatra tornò a casa disse subito ai signori Cotter di aver trovato un fidanzato. I due furono subito molto contenti. Madame Gru le fece allora un altro gonnellino da tennis, chiamato «gonnellino da tennis n.2». Franco le faceva davvero moltissimi regali. Una sera i due andarono a cena presso la famosa “pizzeria da Botolo”. A causa del ritmo di vita frenetico cui si era ritrovata da un giorno all’altro, l’anatra una sera svenne per la stanchezza. Fu portata in ospedale e le diagnosticarono “stress da fidanzamento esagerato”.

CAPITOLO 12. I due la invitarono ad entrare e le offrirono tè e tartine. Dopo una lunga chiacchierata, decisero di mandarla a scuola.

CAPITOLO 4. L’anatra andava ogni giorno al lavoro partendo all’alba sul bus pieno zeppo di castori. Aveva imparato a rosicchiare la legna, pur non avendo i denti, e a scavare gallerie, pur non avendo grandi unghie né zampe robuste. Mentre l’anatra lavorava, George, rifiutandosi di fare l’ingegnere, restava tutto il giorno a riposare sui bordi del lago ad osservarla, pensando. L’anatra non era però molto portata per quel lavoro, infatti più lavorava e più provocava frane. Il motivo erano le sue zampe.

Accortosi delle difficoltà, George le consigliò di cambiare metodo di scavo. In una della pause caffè le si avvicinò e le spiegò che lei non aveva le zampe adatte a scavare. Se voleva continuare a scavare la terra doveva pensare che non stava scavando ma nuotando. Provò a fare come le aveva appena detto e… funzionò!! 

Un giorno Madame Gru si stufò di assistere sempre alla stessa scena. Prese una vecchia camicia da notte del marito, la piegò, tagliò e cucì. Chiamò la sua opera “gonnellino da tennis n.1” e le disse che ora l’avrebbero fatta entrare. Così fu; quel giorno la fecero entrare nel Club.

Ad un certo punto passò sopra di lei una nuvola molto speciale, bassa, enorme, più grigia delle altre e con una forma strana. La osservò con grande attenzione e le sembrò che le venisse incontro, e che avesse la forma di… una pantofola di pelo! «Mia madre!», penso immediatamente. La guardò meglio ma non aveva alcun dubbio a riguardo. Era venuta a trovarla proprio nel giorno del suo matrimonio. Lei no… non poteva proprio mancare.

Era la notte di Natale e sulla strada che portava al paese c’era un camion che andava molto forte. Quel camion era guidato da Jack il Camionista, il quale quel mattino aveva giurato a sua moglie che sarebbe tornato puntuale per la cena. Siccome Jack era però in ritardo, a causa della grande velocità sbandò in curva e dal rimorchio cadde un piccolo uovo. Rotolò giù e finì dentro una pantofola di pelo a forma di topo. L’uovo, a causa del gran trambusto, si schiuse. Appena vide la pantofola l’abbraccio e la chiamò subito “mamma”.

Alla fine arrivò in una terra deserta e decise che si sarebbe fermata lì. Subito dopo si trovò una specie di nido, dentro il tronco di un albero secco.

Pipi disse di invidiarla, in quanto gli sarebbe piaciuto molto essere giallo come lei. Udite queste parole, l’anatra si strappò una piuma e gliela regalò. Pipi fu allora molto contento.

Ad un certo punto sentì delle voci provenire dal sottosuolo. Erano delle talpe! CAPITOLO 23. Dopo averle conosciute le raccontò tutta la sua storia.

CAPITOLO 24. L’anatra riprese a camminare ed arrivò vicino al mare. Qui vide uno strano individuo intento a pescare.

CAPITOLO 2. L’indomani l’anatra incontrò un piccolo castoro: George Castor. I due si presentarono. George chiese all’anatra che animale fosse e lei gli rispose di essere una pantofola. George propose all’anatra di venire con lui al villaggio. L’anatra fu subito contenta ma il problema era come spostare sua mamma.

CAPITOLO 8. Un giorno l’anatra incontrò un piccolo pipistrello, di colore grigio chiaro. Si presentarono. Il suo nome era Pipi Strel, figlio di Poltron Strel. Le disse di invidiare il colore giallo della sue piume. Lei non aveva mai pensato di che colore fosse. Quel giorno scoprì dunque di essere gialla.

CAPITOLO 20. Ogni domenica i signori Cotter invitavano Franco a pranzo, facendo preparare da Fru Lin la sua specialità, fatta di spinaci e pecorino. Franco e l’anatra riuscirono addirittura a vincere il torneo di tennis. Qualche giorno dopo, i due andarono ad una festa. Ad un certo punto Isabella e le sue amiche, venute a conoscenza delle vicissitudini dell’anatra, dissero agli invitati che la fidanzata di Franco era figlia di una pantofola, suscitando le risate di tutti. Franco le disse di non preoccuparsi e di non badare a loro. A mezzanotte la riaccompagnò a casa.

Youssef El Khotaibi (1B)

Incontrò un vecchio signore. Gli chiese chi fosse e lui le rispose di essere l’Amministratore. Dopodiché, le chiese se poteva adottarla o, in caso contrario, come fare per potersi far adottare. Il signore le disse di entrare nei condomini e di bussare ad ogni appartamento, finché non avesse ricevuto una risposta positiva. L’anatra fece così e alla fine ce la fece. Si fece adottare da un fenicottero e da una gru: Fenny Cotter e Madame Gru.

Si avvicinò, e alla fine lo riconobbe: era il lupo incontrato tempo prima in città! Il lupo la salutò con gioia e la invitò in barca. Pescarono insieme ed infine la invitò a cena.

CAPITOLO 22. L’anatra se ne andò via in una giornata di vento e camminò per giorni e giorni.

CAPITOLO 6. Dopo aver molto girovagato arrivò in una grande città, abitata da pipistrelli. La vide da lontano, avvolta in una nebbiolina viola trasparente, piena di torri altissime di vetro e di cemento; sembravano alberi giganti a cui avessero troncato la chioma. Quando ci fu in mezzo si accorse che non si vedeva più niente di quelle torri, perché era tutto troppo alto e grande.

CAPITOLO 5. Un giorno la pantofola, di colpo, sparì. Arrivò la polizia, che perquisì tutto il bus. Arrivò poi anche una squadra di carabinieri sommozzatori, che esplorò tutto il lago. Infine arrivarono le ruspe e le draghe, che rusparono e dragarono tutta la collina. Ma… niente; nessuna traccia di mamma pantofola. All’anatra non restò altro che lasciare il villaggio e andare a cercarla.

Alla fine il matrimonio poté quindi finalmente essere celebrato. Una volta terminato, la talpa tornò sottoterra. Fu il giorno più bello della loro vita.

Mentre camminava con il becco per aria, sbalordita da quel che vedeva, andò a sbattere contro un pipistrello, il più grosso e nero di tutti: Poltron Strel. Il pipistrello le chiese: «Che animale sei?». Lei le disse subito di essere un castoro. Dopo un breve dialogo, Poltron Strel la portò in casa sua e le insegnò a dormire a testa in giù, come un vero pipistrello. Infine le fece fare la doccia nera, in modo da rendere le sue piume nere, e non più gialle.

CAPITOLO 14. Quel mattino l’anatra incontrò un lupo che andava a passeggio. I due iniziarono a parlare e, poco dopo, il lupo la invitò a bere un caffè presso un bar lì vicino, il bar “Abraham”. Dopo una lunga chiacchierata arrivò però il momento di salutarsi. L’anatra salì su di un taxi e i due si separarono.

Ad un certo punto videro in cielo un piccolo punto giallo. Si domandarono chi fosse. Dopo poco, l’anatra capì: era il suo amico Pipi Strel, alla fine anche lui ce l’aveva fatta a diventare giallo! Tirò fuori la piuma gialla regalata dall’anatra tempo prima, facendole capire che aveva funzionato. Dopo pochi minuti però se ne volò di nuovo via, senza fermarsi. L’anatra fu comunque molto contenta di averlo visto nuovamente.

CAPITOLO 10. Dopo tanto camminare, l’anatra arrivò davanti ad un giardino. Qui incontrò una bambina intenta a saltare la corda. Era già passato un anno dalla sua nascita. L’anatra e la bambina giocarono insieme. Verso sera la bambina dovette tornare a casa. A quel punto l’anatra, che non sapeva dove andare, le chiese se poteva adottarla. La bambina rispose di no, però le consigliò comunque di provare a farsi adottare da un’altra famiglia.

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