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by Bella Big Center

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II edizione
CRIMINALITA' ORGANIZZATA
INTERROGATORIO A MESSINA DENARO

Nella mattinata del 13 febbraio a L’Aquila due PM palermitani hanno interrogato il padrino siciliano. Secondo quanto dichiarato dai pm dopo l'incontro presso il carcere di L'Aquila, l'ex latitante è apparso in buone condizioni fisiche e ogni giorno viene sottoposto a tutte le cure oncologiche del caso in un piccolo ambulatorio allestito all'interno della struttura di massima sicurezza. Secondo quanto reso noto dall'agenzia Ansa, informata da fonti vicine all'ambiente di indagine, le risposte di Messina Denaro non hanno dato alcun contributo importante al quadro di inchiesta, tanto da portare i pm a non opporre il segreto al verbale. Gli inquirenti hanno formulato nuove contestazioni al capomafia di Castelvetrano, che, quindi, oltre ad essere condannato in via definitiva e imputato in due processi ancora pendenti tra Palermo e Caltanissetta, è indagato per nuovi reati emersi evidentemente durante questo primo mese di accertamenti dopo la sua cattura, avvenuta il 16 gennaio scorso dopo 30 anni di latitanza. L'interrogatorio non è stato secretato, ma i suoi contenuti sono naturalmente riservati, avendo ad oggetto indagini in corso. Vanno approfonditi gli aspetti patrimoniali del capo mafia, visto che si è scoperto  l'ultimo covo, quello di vicolo San Vito a Campobello di Mazara.
ll Messaggero del 14 febbraio 2023
SVELATI I SEGRETI DELLA STRAGE DI CAPACI E DEL BAMBINO SCIOLTO NELL’ACIDO


Finalmente dopo quasi 30 anni uno dei più grandi boss della mafia, Matteo Messina Denaro, è stato arrestato.
Molte sono state le sue malefatte; ma, le due che hanno fatto più notizia sono state:
- la morte di Giovanni Falcone nella comunemente detta strage di Capaci, il 23 maggio 1992. Il Giudice stava tornando da Roma, come era solito fare nei fine settimana; ad attenderlo a Palermo quattro autovetture, il gruppo di scorta sotto comando del capo della squadra mobile della Polizia di Stato. Falcone si sistema alla guida della vettura bianca e, accanto a lui, prende posto la moglie Francesca Morvillo. Nella Croma marrone c’è alla guida Vito Schifani, con accanto l’agente scelto Antonio Montinaro e, sul retro, Rocco Di Cillo. Nella vettura azzurra ci sono Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo. La Croma marrone è in testa al gruppo, segue la Croma bianca, guidata da Falcone e, in coda, la Croma azzurra. Alcune telefonate avvisano i sicari, che hanno già sistemato l’esplosivo per la strage, della partenza delle automobili. I particolari sull’arrivo del giudice dovevano essere coperti dal più rigido riserbo. Indicativo del clima di sospetto che si viveva nel Paese è il fatto che nell’aereo di Stato che lo riportava a Palermo avevano avuto un passaggio diversi siciliani, reduci dagli scrutini di Montecitorio per l’elezione del Capo dello Stato.
- l'attentato a Paolo Borsellino: ucciso da Cosa Nostra il 19 luglio 1992 a Palermo in via D’Amelio n. 21, abitazione della madre e della sorella, dove i malviventi avevano piazzato un'auto bomba, una fiat 600 imbottita di tritolo. Borsellino è stato una figura di spicco per l’Italia, essendo uno dei magistrati più attivi nella lotta alla mafia.
Il piccolo Giuseppe Di Matteo
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