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"C’era una donna di colore sfruttata e stuprata che non reagiva perché le avrebbero fatto perdere il lavoro, un’altra costretta da un uomo a stare in casa senza vedere le amiche e quindi si era lasciata andare diventando obesa ... insomma tante storie raccontate benissimo che parlavano tutte dello scontro uomo/donna ed erano spesso storie drammatiche ma anche a tratti viste dai personaggi con leggerezza. Insomma, è stato uno spettacolo breve ma intenso, ricco di emozioni contrastanti"Cristiano Iacullo, 3E
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"Dalle storie narrate dai vari personaggi protagonisti di diverse esperienze ho immaginato quanto comuni siano questi avvenimenti. L’atto di sminuire, criticare, infangare ed ingiuriare l’atteggiamento o l’aspetto di una donna da parte del partner è sintomo di una relazione tossica, che con l’avanzare del tempo può solo peggiorare. Molte donne sono anche tutt’ora costrette in questi rapporti, perché pensano ci sia un briciolo di speranza per salvarli, mettendo da parte il modo aggressivo con cui si pongono nei loro confronti ... in fondo lo amano ancora. Nel peggiore dei casi questi rapporti lasciano grosse cicatrici sulle donne, arrivando a pensare che le violenze subite le meritino, o che la violenza fisica sia un modo di mostrare affetto. Quando la donna non prende coscienza di queste azioni disumane, l’uomo penserà che lei non abbia alcun problema a subirne altre, e ne fa un’abitudine. Alcune vittime di queste violenze sono ostacolate, nel denunciare queste violenze, dal senso di colpa, dalle conseguenze o perché minacciate. Ho gradito come lo spettacolo ha mostrato la possibilità di evadere da quelle situazioni nelle storie di quelle donne, ed allo stesso tempo l’irreversibilità dei traumi che subisce un bambino frutto di una relazione abusiva. Le donne valgono tanto quanto l'uomo, e questi eventi di torture fisiche e psicologiche che sfociano spesso in femminicidi devono essere giudicati e terminare quanto prima"Fulvio Cinque, 3E
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