La storia della
Pastiera Napoletana
Pastiera Napoletana
Per ringraziarla si celebrava un misterioso culto, durante il quale la popolazione portava alla sirena sette doni:
Le origini della Pastiera Napoletana affondano le proprie radici nel mito.
Secondo la leggenda greca, la sirena Partenope aveva scelto come dimora il Golfo di Napoli, da dove si spandeva la sua voce melodiosa e dolcissima.
Secondo la leggenda greca, la sirena Partenope aveva scelto come dimora il Golfo di Napoli, da dove si spandeva la sua voce melodiosa e dolcissima.
Partenope gradì i doni, ma li mescolò creando questo dolce unico.
Per ringraziarla si celebrava un misterioso culto, durante il quale la popolazione portava alla sirena sette doni:
la farina, simbolo di ricchezza;
la ricotta, simbolo di abbondanza;
le uova, che richiamano la fertilità;
il grano cotto nel latte, a simboleggiare la fusione di regno animale e vegetale;
i fiori d'arancio, profumo della terra campana;
le spezie, omaggio di tutti i popoli;
lo zucchero, per celebrare la dolcezza del canto della sirena
la ricotta, simbolo di abbondanza;
le uova, che richiamano la fertilità;
il grano cotto nel latte, a simboleggiare la fusione di regno animale e vegetale;
i fiori d'arancio, profumo della terra campana;
le spezie, omaggio di tutti i popoli;
lo zucchero, per celebrare la dolcezza del canto della sirena
Partenope gradì i doni, ma li mescolò creando questo dolce unico.
Le radici della
la Cassata Siciliana
la Cassata Siciliana
“Tintu è cu nun mancia a cassata a matina ri Pasqua” (Meschino chi non mangia cassata la mattina di Pasqua) recita un antico detto dell'isola.
Secondo la tradizione, una notte un pastore decise di mescolare la ricotta di pecora con lo zucchero o il miele. E chiamò questo dolce “quas’at” (“bacinella”), dal nome della ciotola in cui era contenuto l'impasto.
È nella Palermo del periodo arabo (XI secolo) che affondano le radici della cassata; gli Arabi avevano importato vari prodotti: dal pistacchio agli agrumi, dalla mandorla alla canna da zucchero.
Nel Settecento, da Genova, arrivò il pan di Spagna a sostituire la pasta frolla; alla ricotta vennero aggiunte scaglie di cioccolato; e con la pasta martorana vennero create delle decorazioni alle quali si aggiunsero anche quelle create con la frutta candita e la glassa di zucchero.
Secondo la tradizione, una notte un pastore decise di mescolare la ricotta di pecora con lo zucchero o il miele. E chiamò questo dolce “quas’at” (“bacinella”), dal nome della ciotola in cui era contenuto l'impasto.
La coloratissima variante oggi conosciuta è il risultato di un'evoluzione nell’epoca normanna con l'invenzione della pasta reale, a base di farina di mandorle.
Nel Settecento, da Genova, arrivò il pan di Spagna a sostituire la pasta frolla; alla ricotta vennero aggiunte scaglie di cioccolato; e con la pasta martorana vennero create delle decorazioni alle quali si aggiunsero anche quelle create con la frutta candita e la glassa di zucchero.
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