TRIBUNALE DEI MINORI

Progetto di potenziamento: Maria Rosa Tripodi

Alunni 2 C indirizzo MAT: Chaoui Ayman Khamlich Yousef Ouchane Mohammed

Dirigente Scolastico: Ing. Alfonso Costanza

Il giudice dopo l'arresto, decide se il minore debba essere rimesso subito in libertà oppure condotto in un centro di prima accoglienza per decidere della sua sorte: - in caso di imputazioni lievi, il minore può, anche essere accompagnato presso una comunità o ricondotto presso la propria abitazione. La permanenza in casa comporta che il minore non può allontanarsi dall'abitazione se non per esigenze di studio o di lavoro; nel caso in cui venga violato tale provvedimento, il giudice può disporre il collocamento presso una comunità. - se i reati commessi sono più gravi, il minore viene portato in carcere minorile. Questa misura è prevista per i reati con pene superiori ai 9 anni e deve essere giustificata dal pericolo che il colpevole possa fuggire, cancellare le prove o continuare a delinquere.

Il minore non è inviato in istituti penali, sono previste: - prescrizioni, vale a dire il minore è tenuto ad una serie di obblighi di tipo scolastico o lavorativo; - permanenza in casa, il minore deve vivere un abitazione privata specifica; - presso una comunità ministeriale o del privato sociale e viene attivato un programma educativo individualizzato.

Le misure detentive prevedono la permanenza del minore presso i centri di prima accoglienza (CPA) e presso gli istituti penali per i minorenni (IPM). I centri di prima accoglienza non sono strutture di tipo carcerario e il minorenne si trova in stato di fermo o arresto. Gli istituti penali per i minorenni provvedono all'esecuzione dei provvedimenti dell'autorità giudiziaria e prevedono la custodia cautelare detentiva dei minore autori di reato. Gli IPM ospitano minorenni o ultra diciottenni, fino a 21 anni. I messi vengono garantiti i diritti soggettivi dei minori e fornite tutte le attività scolastiche, di formazione professionale, di animazione culturale, sportiva, ricreativa e teatrale.

L’istituzione del Tribunale per i minorenni nasce dall’esigenza di garantire a bambini ed adolescenti&nbsp;un’adeguata tutela cucita loro addosso su misura, non solo da parte del nucleo familiare nei confronti del mondo esterno ma anche da parte dello Stato nei confronti di qualsiasi ente o individuo che possa anche solo potenzialmente nuocere ai minori stessi. Parallelamente, esso risponde all’esigenza di controllare e sanzionare la devianza minorile con modalità che possano avere sì funzioni punitive ma anche portare ad un re-inserimento sociale dei giovani.

La mediazione penale è un aspetto importante nel processo minorile e rappresentato dalla mediazione penale volta a far recuperare al minore il rapporto con la vittima mediante l'aiuto di un mediatore attraverso i diversi incontri. Un'ulteriore tutela del minore è costituita dal divieto di pubblicazione e divulgazione di immagini non che notizie del minore tali da consentire la sua identificazione.

Quando un minore è imputabile di un reato il giudice può decidere di infliggergli una serie di misure che possono essere: cautelari non detentive e misure detentive.

Il Magistrato di Sorveglianza ha il compito di vigilare sullo svolgimento dei vari servizi dell'istituto penale e sul trattamento dei detenuti

Il perdono giudiziale è una causa di estinzione del reato prevista solo per i minori di anni diciotto. Si chiama "perdono" perchè il giudice, anche se accerta che il minore ha commesso il reato, lo assolve con sentenza irrevocabile. La sua concessione è condizionata, dunque, alla presenza di una serie di elementi: - minore di età, è prevista per i minori che abbiano compiuto almeno il quattordicesimo anno di età; - presunzione di ravvedimento; - assenza di precedenti penali e giudiziari in capo al minore ( il minore deve essere incensurato).

Il Tribunale per i Minorenni è stato istituito in Italia nel 1934 e la sua prima organica disciplina è quella contenuta nel Regio Decreto&nbsp;Legge&nbsp;20 luglio 1934, n. 1404. Fin da subito si viene a delineare una tripartizione delle sue competenze in penale, civile e amministrativa, struttura che tuttora permane. L’entrata in vigore nel 1942 del nuovo Codice Civile e del Codice di Procedura Civile comportano un rinnovamento del diritto di famiglia. Si susseguono poi una serie di interventi normativi, in particolare entra in vigore la Costituzione della Repubblica e la&nbsp;legge L. 25/71956 n.888, che ne definiscono l’attuale composizione e ne ampliano le competenze.

Le competenze del tribunale dei minori sono in campo: - civile: le competenze riguardano la protezione della persona del minore in situazioni di pregiudizio o di abbandono. Se si verifica ciò il tribunale può disporre l'affidamento del minore ad altra famiglia o dichiararne l'adozione. - amministrativo: se il minore manifesta irregolarità della condotta, cioè assume comportamenti non accettati dal contesto familiare e sociale di appartenenza, il tribunale dei minori ha il potere di adottare misure a carattere rieducativo. - penale...

LA CARATTERISTICA DEL PROCESSO PENALE MINORILE

Il procedimento si articola attorno alla figura del minore-indagato, minore-imputato, vale a dire quel soggetto (tra i 14 e i 18 anni) che ha commesso ovvero ha tentato di commettere un reato. L'obiettivo è quello di recuperare gli aspetti positivi del minore mediante un percorso penale il meno possibile traumatizzante e, ove possibile, attraverso le comunità di recupero.

Il tribunale dei minorenni è un tribunale ordinario collegiale ed è composto da due giudici togati e due giudici onorari esperti di psicologia o pedagogia, nominati con DPR su proposta del Ministro della Giustizia.

Il tribunale dei minorenni è giudice di I grado. Tutti i provvedimenti del tribunale dei minorenni posso essere impugnati e sottoposti al riesame del giudice di II grado che è la corte d'appello dalla sezione specializzata per i minorenni e dal collegio che è formato da tre magistrati e due giudici onorari esperti in discipline umane

I minorenni dal punto di vista della giustizia penale non sono imputabili, non possono essere puniti secondo le leggi che valgono per i maggiorenni. Chi non ha compiuto i 18 anni, infatti non è considerato dalla legge italiana responsabili di reati penali e quindi viene giudicato dal tribunale dei minori. Il tribunale dei minori, in campo penale, giudica coloro che hanno commesso reati tra i 14 e i 18 anni. I minori di anni 14 non sono imputabili per legge, perché incapaci di intendere e di volere, vale a dire non sono in grado di valutare del tutto le conseguenze delle loro azioni.

La giustizia penale minorile è l'insieme degli organi che si occupano dei minorenni che commettono reati

I servizi sociali per i minorenni prevedono: - gli uffici di servizio sociale per i minorenni (USSM), che forniscono assistenza per i minorenni autori di reato nel momento in cui, a seguito di denuncia, entrano nel circuito penale e vi seguono per tutto il percorso penale. - i centri per la giustizia minorile (CGM), che svolgono la funzione di controllo nei confronti dei servizi minorili da essi dipendenti.

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