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I racconti del Risorgimento

by Classe IIIA

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I RACCONTI DEL RISORGIMENTO
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IL CONTE DI CAVOUR
Avevo visto Cavour nel suo palazzo: era un uomo alto, aveva la barba corta, degli occhiali ovali, dei capelli corti bianchi. Di solito indossava i pantaloni neri, la giacca nera, il papillon e le scarpe nere. Nella stanza c'era una sedia, un tavolo rettangolare con una tovaglia rossa, sopra c'erano una mappa e dei libri.
Trimi Arlend
VINCENZO E L’INCONTRO TRA GARIBALDI E IL RE
In questo periodo sta succedendo qualcosa di strano, in citta si sente parlare solo di Mazzini, Garibaldi, Cavour … Sinceramente non so neanche chi siano; so solo che stanno cercando di far cambiare le cose e che Mazzini e Garibaldi sono dalla parte nostra, dalla parte del popolo. Cavour, invece, non vuole sentire la democrazia perché appoggia la monarchia, insomma noi per lui non valiamo tanto. Noi dei ceti popolari proprio nulla. Non ce la faccio più, dalla mattina alla sera solo di questo si parla e penso comunque di doverci fare l’abitudine. Stamattina sono sceso sotto per comprare il pane, ho sentito parlare della Giovine Italia e la Giovine Europa, non so bene cosa siano, so solo che le sta fondando Mazzini un politico che, hanno detto, vuole affidare al popolo la missione di operare per il progresso generale dello Stato. Non saranno solo i ricchi a conoscere la situazione nel nostro paese, ma capiremo qualcosa anche noi.
Comunque oggi ho sentito una cosa interessante che non sapevo; domani Garibaldi e Vittorio Emanuele II si incontreranno. Ma non è tutto. Quel bel palazzo, infondo alla strada con una magnifica facciata e una serie di cornicioni particolari, è la casa di Mazzini; solo ora ho scoperto che proprio lì avverrà l’incontro. Chissà se vedrò la carrozza di Garibaldi, o forse vedrò lui, vabbè scopriremo tutto domani.
...... È mattino presto, mi sono svegliato apposta, apro la finestra e i miei occhi verdi vedono una maestosa carrozza con due cavalli enormi avvicinarsi al palazzo. il cancello si apre e la carrozza entra, scendono due guardie e infine… I due personaggi si stringono la mano e si scambiano i saluti più formali, io non resisto: mi vesto di corsa e mi apposto dietro il cancello.... è un secondo: Garibaldi si gira e i nostri sguardi si incrociano. 
Nicla Navelli
IL RAGAZZO DELLA RIVOLUZIONE A PALERMO
Mi chiamo Ferdinando e ho dieci anni. Vivo nel Regno delle Due Sicilie a Palermo. Sono un ragazzino intelligente ma a volte molto testardo e ho un carattere abbastanza difficile da comprendere. Sono biondo con occhi azzurri e sono magrissimo perché vivo in povertà. Sono nato il dodici gennaio del 1838 e ho due fratelli più grandi uno di quattordici anni anni che si chiama Giovanni e uno di sedici che si chiama Giuseppe.
"Hai sentito parlare di una rivoluzione? " Quella mattina erano tutti agitati.
"Una rivoluzione? ma che cosa sta succedendo?"
"Ho sentito dire che stamattina la folla andrà al castello di Ferdinando II e protesterà: si lotta per avere una Monarchia Costituzionale".
"Giovanni tu non ci andrai", dico risoluto, ma il suo sguardo non mi convince. Passa la notte e la mattina sento sparare e gridare. Esco dalla mia piccola casa e, come prevedevo, mi infilo dietro a Giovanni e Giuseppe. Mi nascondo fra la folla ma mi trovano.
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