Torri costiere 

TORRE VADO Torre Vado è una delle numerose torri di avvistamento costiere. La torre di guardia si trova sulla costa a pochi metri dal mare ed è attualmente circondata da alcuni edifici costruiti in epoche più recenti. Per la sua vicinanza con il centro abitato di&nbsp;Salve&nbsp;era stata adibita a torre cavallara, cioè era dotata di un messaggero a cavallo che in caso di pericolo partiva per avvertire i paesi dell'entroterra.

La torre, a base circolare, si sviluppa su due piani e presenta finestre e feritoie nella parte superiore. È servita da una scala di accesso. Da&nbsp;Ferdinando II,Re delle&nbsp;Due Sicilie, la torre è stata adibita a stazione di controllo doganale.

La Torre dell’Omomorto (o dell’Uomo morto o “delli homini morti” o torre vecchia) è una torre di avvistamento sulla costa salentina nei pressi di Santa Maria di Leuca. Viene datata al 1555, costruita per iniziativa di Andrea Gonzaga, divenuto conte di Alessano in quegli anni.&nbsp;

La denominazione "Uomo Morto" è dovuta ad alcune ossa umane ritrovate in una grotta esistente nelle vicinanze della torre. Venne abbandonata nel 1846. La torre appare costituita da un paramento murario interno ed esterno in conci squadrati di pietra calcarenitica detta carparo con malta di calce. Nel 1694 crollò una porzione della muratura settentrionale, in corrispondenza della porta, e i lavori di restauro finirono due anni dopo. Oggi la Torre è in una fase di degrado e ne rimane solo la muratura esterna, essendo crollata la parte superiore.

Torre Suda è l'unica frazione di Racale i e si affaccia sul mar Ionio. Si trova nel&nbsp;Salento sud-occidentale e prende il nome da una torre costiera a forma circolare, alta 13,5 metri, costruita nel XVI secolo a baluardo delle scorrerie dei turchi. Fino al 1800 veniva chiamata "torre di" o "della Suda", il che indica chiaramente che a sua volta prese il nome dalla località su cui sorse, chiamata Suda, secondo un toponimo greco bizantino che vuol dire “fortificazione”.&nbsp;Comunicava visivamente a Sud con Torre Sinfonò, nel comune di Alliste, e a Nord con Torre del Pizzo, nel comune di Gallipoli

La località prende il nome dall'omonima torre cinquecentesca fatta costruire dagli Spagnoli per difendere il Salento dagli attacchi dei pirati&nbsp;Saraceni . Nasce come derivazione del vicino borgo di&nbsp;Case Simini, località del comune di Lecce appena più nell'entroterra. L'antica&nbsp;torre&nbsp;di avvistamento, risale al Cinquecento nel periodo in cui Carlo V fece custodire il&nbsp;Salento&nbsp;dalle incursioni turche. Oggi è in parte crollata.

Torre Nasparo&nbsp;(o torre de Lissano) è un'opera di fortificazione e di difesa della&nbsp;costa adriatica salentina, situata nel territorio del comune di&nbsp;Tiggiano

TORRE PALANE Torre Palane fa parte del sistema di torri costiere della&nbsp;penisola salentina e si trova vicino Marina Serra, Tricase. La torre, costruita con blocchi di&nbsp;arenaria, si eleva per 15&nbsp;m in altezza.&nbsp;Possiede una base troncopiramidale&nbsp;e, sopra il&nbsp;cordolo, prosegue con un corpo centrale parallelepipedo coronato da&nbsp;beccatelli. Sul lato monte vi è una sopraelevazione dotata di&nbsp;caditoia&nbsp;per la difesa della porta di accesso al primo piano, trasformata in finestra dopo l'apertura di una porta alla base. Comunicava visivamente con&nbsp;Torre Nasparo.

La Torre fu edificata nel 1565, durante la dominazione spagnola. Da un documento conservato nell ’Archivio di Stato di Napoli si apprende che il primo torriero della torre Nasparo fu il caporale spagnolo Martinez. Nel corso dei secoli ha assunto diverse denominazioni: Figiano, Lizzano, e via dicendo, fino a quello attuale, Nasparo. La Torre ha una base troncoconica e dal cordolo in su assume una forma cilindrica. Nella parte superiore, oggi completamente diroccata, esistono conci regolari esterni. Sorge su uno sperone roccioso a 129 metri sopra il livello del mare; la sua posizione è strategica perché consente di scrutare il mare fino al Capo d’Otranto. Comunica a Nord con Torre Palane e a Sud con Torre Specchia Grande.

Siamo giunti alla conclusione del nostro lavoro e ci sembra opportuno spendere due parole per esprimere un ringraziamento ai ragazzi della II F che tutti si sono impegnati in questo studio e che, soprattutto, hanno imparato ad osservare ciò che costella il nostro paesaggio con curiosità e interesse, perché la Bellezza è ovunque, basta saperla cogliere e vedere. Antonia Castelluccio

Torre Lapillo, conosciuta anche come Torre di San Tommaso. Dispone di una base quadrata, un’ampia scala d’accesso ed è una delle più grandi del territorio. Rientra nelle torri costiere salentine volute da Carlo V a difesa del territorio dalle invasioni dei Saraceni.

Compito per le vacanze: “Fotografare una delle tante torri costiere”. “Ma cosa si è sognato la prof., che strana idea!” No, non è una stranezza, lo scopo di questa curiosa consegna era quello di invitare i ragazzi ad osservare quegli elementi del paesaggio che spesso non si vedono più, tanto sono abituali e presenti.

Grazie a: Leonardo, Francesco B., Ludovica, Beatrice, Sofia, Francesco E., Luca, Nico, Bianca, Lisa, Irene, Greta M., Silvia, Greta P., Martina, Emanuele, Giorgia, Edoardo, Enrico, Soraya, Matteo e ai loro pazienti genitori. Ebook creato con "Bookcreator" Cartina disegnata con "Inkarnate".

TORRE DELL’ ALTO Torre Santa Maria dell’Alto, o più semplicemente Torre dell’Alto, è una torre costiera del Salento situata nel comune di Nardò. È&nbsp;situata a 51 m dal mare su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare e fu&nbsp;eretta nella seconda metà del XVI secolo con funzioni difensive .&nbsp;

Uno dei suoi tratti caratteristici è la scalinata in tufo posta su tre arcate, che permetteva l’accesso al suo interno. Comunicava a nord con Torre Uluzzo e Torre Santa Caterina.&nbsp;

Roca Vecchia Si affaccia sul&nbsp;Mare Adriatico&nbsp;ed è posta tra&nbsp;San Foca&nbsp;e&nbsp;Torre dell'Orso. Sede di importanti scavi archeologici, è un centro turistico di rilievo durante il periodo estivo. Si racconta che nel XIV secolo, il conte&nbsp;Gualtiero di Brienne&nbsp;decise di edificare in questo luogo una cittadella fortificata, attratto dalla felicità della sua posizione geografica, e la chiamò Roche, da cui Roca, a cui apparteneva anche la Torre di Maradico, altro nome della Torre Roca Vecchia, così chiamata a causa delle paludi che ancora oggi la circondano, rendendola una zona poco salubre. Costruita nel 1568 dal maestro Tommaso Garrapa, quando la città medievale era già in rovina, è a base quadrata e a forma troncopiramidale, tipica del periodo spagnolo. Comunica a nord con&nbsp;Torre San Foca&nbsp;e a sud con&nbsp;Torre dell'Orso&nbsp;e nel&nbsp;1576&nbsp;Antonio Tamiano, procuratore dell'Università di Roca, la munì di un&nbsp;moschetto&nbsp;da una libbra, ricevuto dal sindaco di&nbsp;Lecce. La torre ,al momento, si presenta in pessime condizioni di conservazione. L'unica stanza della torre manca di due muri e di parte del tetto, mentre il materiale calcareo che la costituisce è pesantemente deteriorato.

E di vèr l'Orïente un curvo seno / in guisa d'arco, a cui di corda in vece / sta d'un lungo macigno un dorso avanti, / ove spumoso il mar percuote e frange. / Ne' suoi corni ha due scogli, anzi due torri, / che con due braccia il mar dentro accogliendo, / lo fa porto e l'asconde; e sovra al porto / lunge dal lito è 'l tempio.» (Virgilio&nbsp;-&nbsp;Eneide, libro III. Traduzione di&nbsp;Annibal Caro)

Le torri costiere del Salento Il Salento è costellato da torri di avvistamento, dato che da sempre è stato oggetto di numerosi attacchi da parte di diverse popolazioni del Mar Mediterraneo. Non si sa quale fu il primo periodo in cui furono costruite queste torri, alcune potrebbero risalire all'età Normanna, ma non ci sono prove certe.&nbsp; Per l'aspetto attuale, la maggior parte delle torri costiere ancora oggi presenti sembrerebbe risalire al XV e XVI secolo. Molte di queste oggi risultano in pessime condizioni, mentre una buona parte è stata restaurata per scopi turistici ed escursionistici.

Il nome è legato a un’antica leggenda che racconta di un serpente che, nell ’oscura notte, saliva dalla scogliera per bere l’olio che teneva accesa la lanterna del faro. Il popolo otrantino, dopo anni, se ne accorse e gli tese un agguato: quando il serpe andò a bere l’olio della torcia, il popolo lo attaccò, uccidendolo. La compagna del serpente decise così di vendicarsi, si avvolse intorno alla torre e la stritolò fino a distruggerla. Un’altra leggenda narra che, pochi anni prima del saccheggio di Otranto del 1480, i Saraceni si erano diretti verso la città salentina per saccheggiarla, ma anche in quell’ occasione il serpente, avendo bevuto l’olio, aveva spento la lanterna del faro. I pirati, senza più punti di riferimento, decisero allora di attaccare la vicina città di Brindisi. Per gratitudine nei confronti del serpente che aveva salvato Otranto, il popolo idruntino decise di assumere la sua immagine come stemma della città. Dal punto di vista architettonico, la Torre rientra nella categoria delle torri a base circolare e forma tronco-conica. Oggi risulta parzialmente diroccata, tanto che ne è visibile solo una parete e la scarpata.

Torre del Serpe, detta anche Torre dell’Idro, è una torre di avvistamento situata nei pressi di Otranto. Si ritiene che la sua costruzione risalga al periodo romano e che la Torre avesse la funzione di faro; venne poi restaurata in età federiciana per via di un potenziamento strategico voluto da Federico II.&nbsp;

Nella parte meridionale del centro abitato di Porto Cesareo sorge la Torre Cesarea, alta 16 metri e costituita da blocchi di tufo. La complessa torre ha mura di base che raggiungono lo spessore di 4 metri, mentre le mura superiori sono spesse circa 2 metri e mezzo. Ultimata nel 1570, poi completamente abbattuta e ricostruita nel 1622, la torre conserva la scalinata esterna e attualmente ospita la sede della Guardia di Finanza.

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