Il tesORO BLU

Pensieri finali... Un'antica favola africana

Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all’avanzare delle fiamme, tutti gli animali scapparono terrorizzati mentre il fuoco distruggeva ogni cosa senza pietà. Leoni, zebre, elefanti, rinoceronti, gazzelle e tanti altri animali cercarono rifugio nelle acque del grande fiume, ma ormai l’incendio stava per arrivare anche lì. Mentre tutti discutevano animatamente sul da farsi, un piccolissimo colibrì si tuffò nelle acque del fiume e, dopo aver preso nel becco una goccia d’acqua, incurante del gran caldo, la lasciò cadere sopra la foresta invasa dal fumo. Il fuoco non se ne accorse neppure e proseguì la sua corsa sospinto dal vento. Il colibrì, però, non si perse d’animo e continuò a tuffarsi per raccogliere ogni volta una piccola goccia d’acqua che lasciava cadere sulle fiamme. La cosa non passò inosservata e ad un certo punto il leone lo chiamò e gli chiese: “Cosa stai facendo?”. L’uccellino gli rispose: “Cerco di spegnere l’incendio!”. Il leone si mise a ridere: “Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?” e assieme a tutti gli altri animali incominciò a prenderlo in giro. Ma l’uccellino, incurante delle risate e delle critiche, si gettò nuovamente nel fiume per raccogliere un’altra goccia d’acqua. A quella vista un elefantino, che fino a quel momento era rimasto al riparo tra le zampe della madre, immerse la sua proboscide nel fiume e, dopo aver aspirato quanta più acqua possibile, la spruzzò su un cespuglio che stava ormai per essere divorato dal fuoco. Anche un giovane pellicano, lasciati i suoi genitori al centro del fiume, si riempì il grande becco d’acqua e, preso il volo, la lasciò cadere come una cascata su di un albero minacciato dalle fiamme.

Una piccola anticipazione di quello che vedrete fra poco...

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1. ARFELLI CASSANDRA 2. BASSO BENEDETTA 3. BEVILACQUA FRANCESCA 4. BHATTAL KOMALPREET 5. BIANCHERA CASSANDRA 6. CAPELLI ALEX 7. COMENCINI MICHELE 8. DE ALMEIDA COSAT YVIAN 9. DODA CECILIA 10. EL FERJANY MALAK 11. EL GERRAB RIM 12. FRANZONI GIACOMO 13. GALLI ALESSANDRO 14. JIANG JESSICA 15. MONTOURO GIULIA 16. ROSSETTI RICCARDO 17. SINGH DILPREET 18. TERZI CLAUDIO 19. VERONA ELENA 20. ZACCHè ADELE 21. ZAPPAROLI CAMILLA PROF.SSA ALESSANDRA MARIA GRAZIOLI PROF.SSA MANUELA PEZZINI PROF.SSA MICHELA DI PINTO

22 MARZO 2021 GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA

Elaborati prodotti dalle classi della Scuola Secondaria di Primo Grado di Gazoldo degli Ippoliti Istituto Comprensivo di Ceresara

Nel 2050 un’entità non tanto estranea per la Terra che abitava su un altro pianeta chiamato Marte voleva fare una piccola visita agli umani. Marte ere un pianeta perfetto per gli alieni ma negli ultimi mesi vi erano stati dei problemi tecnici per esempio la mancanza di acqua che non era un grave problema perché avevano un pozzo che alimentava sempre tutte le case extraterrestri, ma più importante era la mancanza di una pianta, la mangrovia che cresceva molto frequentemente e serviva per i piccoli alieni che crescendo sviluppavano un piccolo problema respiratorio, ma negli ultimi mesi era un po' raro trovarla. Gli abitanti di quel pianeta parlarono tanto dei vari problemi e quattro di loro si fecero avanti per andare sulla Terra per procurarsi il necessario, Aly, Gulyd, Nova e Emra, si sono nomi strani ma infondo erano alieni. Nova e Aly molti anni prima erano già stati sulla Terra, per Gulyd e Emra invece era la prima volta, erano emozionati non vedevano l’ora di vedere la Terra che da tutti era stata descritta come un posto accogliente, verde, pieno di fiori e animali super felici insomma loro lo immaginavano come il paradiso. Presero l’ufo più confortabile, un po' d’acqua e dei panini spaziali nel vero senso della parola e si avviarono per il lungo viaggio. Arrivarono che sulla Terra erano all’incirca le nove del mattino, atterrarono in un campo totalmente distrutto. Vicino vi era un corso d’acqua, i quattro alieni volevano rinfrescarsi un po' dopo il lungo viaggio ma quando lo videro rimasero perplessi dal momento che più che acqua c’erano rifiuti di ogni tipo, bottigliette d’acqua, imballaggi e chi più ne ha più ne metta. Nova aveva un'aria triste, era confuso, non ricordava che la Terra fosse così priva di colore ma non si scoraggiò e fece un cenno agli altri tre per proseguire la camminata. Non avevano un luogo preciso dove andare, in fondo non sapevano tutto ma sentivano un forte trambusto. Erano ormai vicini si sentiva un rumore forte che per le loro piccole orecchie era insopportabile, erano lì fermi davanti a una strada ad osservare le macchine che loro non sapevano nemmeno cosa fossero, andare ad una velocità estrema;

Eccoci qua sulla riva del Mincio, ci incamminiamo verso le acque del fiume che ci condurranno poi ai laghi di Mantova. Troviamo il guardiano Catone l’Uticense che con una barca ci porterà a visitare la flora e la fauna del fiume. Come flora possiamo trovare l’erba pesce. Iniziamo a spiegare al Sommo Poeta: “Caro Dante, l’erba pesce è una felce distesa e galleggiante sulla superficie dell’acqua. E’ costituita da un fusto di massimo otto o dieci centimetri, dai quali partono dalle sei alle quattordici foglioline disposte in modo equo su due file. La sua caratteristica principale è la forma a “lisca di pesce” che ha ispirato il nome di questa graziosa felce. Essa assorbe dall’acqua le sostanze nutritive necessarie per la vita. Molti anni fa era molto rara e la si poteva trovare solo nei pressi dei campi della Val Padana; ora la troviamo ovunque ma è a rischio di estinzione a causa dell’equilibrio ecologico dell’acqua. Qua in Val Padana, soprattutto in questo periodo, gli uomini si possono definire dannati! Come fauna ti mostro invece la Carpa Koi che Catone ha appena pescato. Essa rappresenta l’avarizia, come la lupa che hai incontrati nel canto I dell’Inferno. Questo pesce rappresenta la varietà domestica della Carpa. Originaria dell’Asia Orientale, essa vive nell’acqua dolce. Un’altra sua particolarità è la bellezza.”

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Quel giorno, il 3 marzo, ovvero dopo 11 mesi dal virus, quando Amybeth tornò a casa trovò un’ambulanza posteggiata davanti casa, le sue vene si congelarono ma il suo cuore batteva all’impazzata in preda all’ansia, poi corse verso la soglia della porta ma dei medici le impedirono di entrare e la fecero allontanare di almeno 2 metri. Nel vialetto si sentivano solo i suoi singhiozzi di pianto nel vedere i suoi genitori in una barella moribondi e la sensazione di morte e dolore inserita nella sua anima. La nostra Amybeth venne portata in ospedale, le fecero un tampone e per la sua sfortuna anche lei aveva il virus, venne messa in quarantena e nel giro di poche ore anche lei aveva i sintomi. Per fortuna dopo 1 mese riuscirono a trovare la cura e iniziarono a iniettarla, ma fu proprio questo lo sbaglio. Successivamente all’inserimento del vaccino che all’inizio riguardava solo le persone che lavoravano in campo sanitario; dopo qualche giorno tutte le persone che avevano fatto il vaccino gli spuntarono dei capelli bianco platino, la carnagione divenne pallida, gli occhi divennero rossi e tutti improvvisamente bramavano cervelli e così le persone degli zombie assetati di cervelli e bastava un minimo graffio per diventare come loro. Tutta l’intera umanità entrò nel caos e solo la morte riempì quel vuoto che provavano da mesi e mesi di quarantena. Purtroppo anche la nostra Amybeth morì ma scrisse tutto nel suo diario e grazie a questo ora posso riportarlo. In conclusione le persone sopravvissute riuscirono a creare delle astronavi e ha portarci su Giove dove stiamo vivendo grazie a tecnologie super avanzate lasciandoci alle spalle la terra e gli zombie che ci abitano.&nbsp;&nbsp;

Da lì in poi non mi ricordo molto, mi ricordo i medici che si lavavano e si igienizzavano le mani, le infermiere che mi attaccavano dei tubi ed ogni volta che le guardavo mi rassicuravano dicendo che sarebbe andato tutto bene, la maschera sopra al mio viso, e poi mi ricordo un’altra cosa, o meglio, una frase, che in verità non so neanche se sia vera o solo frutto dell’anestesia che mi stava circolando in corpo. “Adesso amore avrai una nuova vita, ma ricorda che papà ti vuole bene”

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Preso dalla curiosità dopo qualche minuto fece nuovamente un bel respiro e tornò sott’acqua portando con sé un secchiello, &nbsp;per poter prendere quell’esserino misterioso.

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Per la Giornata dell‘Acqua la classe, organizzata in gruppi, ha realizzato&nbsp;modellini di quartieri di una Città Sostenibile. Gli alunni prima di realizzare i solidi che rappresentano gli edifici ideati, hanno approfondito il tema della Città Sostenibile. Hanno rappresentato diversi luoghi della città: le&nbsp;zone&nbsp;residenziali, pubbliche, commerciali, produttive, il centro sportivo e tante zone verdi. Grande attenzione è stata data, nei diversi quartieri raffigurati, all’utilizzo delle tecnologie per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili per limitare l’inquinamento e ad accorgimenti finalizzati al risparmio idrico.

Gli&nbsp;alieni vivono sul pianeta Nettuno; sono cattivi, mostri malvagi. Un giorno scoppiò una guerra alienica.&nbsp; Questa guerra va avanti da circa 3 anni; ci sono combattimenti con le navicellle. Oggi 12/5/2084 , ore 13:59. uno scienziato pazzo ha creato una bomba nucleare&nbsp;e ha detto che se&nbsp;tutti non abbandonano il pianeta la farà esplodere. Di conseguenza tutti, ad eccezione di alcune famiglie, partono. L'alieno pazzo ha mantenuto la promessa e coloro che sono rimasti sono tutti morti. Gli alieni, che si dirigono verso la terra, sono in viaggio. Siamo in America , Oggi, 12/2/ 2030 ore 14:30 una famiglia vede tantissime navicelle. Il padre è un militare. Si verifica quindi uno scontro e solo un alieno sopravvive. Si chiama, Jonny Ckeck . Trova un modo di sconfiggerli e c'è la fa .....

1. ANIBI ABD ERRAHMAN 2. BERTAZZI ANNA 3. BOZZELLI ALESSIO SIMONE 4. CHIMINAZZO MONICA 5. CHIRIAC STEFANIA DENISA 6. COZZOLINO DESIREE 7. EBEID THOMAS 8. FRANZINI MATTEO 9. GALLESI SIMONE 10. GEROLA SERENA 11. KAUR ASHMEET 12. MORSELLI NATHALIE HELEN 13. NOVELLINI ANNA MARIA 14. OFFRETTI AURORA 15. PAN JIAFENG 16. PASETTI JACOPO 17. PIVA ANNA 18. PUHAR IRENE 19. REDINI ELISABETTA 20. ROMANI PATRIZIA 21. RRAPO OLSI 22. SCUTARI GRETA 23. TAMASSI MARTINA 24. TASSINI TIZIANO 25. VILLANI EMMA PROF.SSA ALESSANDRA MARIA GRAZIOLI PROF.SSA CAROLINA BELLINZANI PROF.SSA ALESSIA TERZIDIECI

"Li uomini poi che ’ntorno erano sparti s’accolsero a quel loco, ch’era forte per lo pantan ch’avea da tutte parti. Fer la città sovra quell’ossa morte; e per colei che ’l loco prima elesse, Mantüa l’appellar sanz’altra sorte" (Inferno, XX).&nbsp;

George di scatto, si tirò su e si sedette sul sacco a pelo su cui era coricato ma dove non stava dormendo. Aprì piano piano la cerniera della tenda e spiò con un occhio fuori dalla piccola fessura: gli edifici in rovina erano illuminati dalla luce lunare ma ,per il resto, tutto buio... man mano che abbassava lo sguardo era sempre più scuro ma vedi due puntini bianchi immobili... Non credeva a quello che vedeva: due occhi! C'era qualcuno oltre a loro! Uscirono pian piano tutti e tre dalla tenda e accesero una torcia...c’erano due esserini, erano fermi, erano due bambini sui 10 anni circa. Erano tutti sporchi e le loro forme non erano naturali, erano deformati;Le loro gambe erano sporche, le dita delle mani lunghe e ossute, la bocca troppo larga senza alcun dente, la pelle era piena di piaghe che rischiavano di prendere delle infezioni. Sembravano spaventati ma curiosi. George si avvicinò ,sempre con cautela,si inginocchiò e chiese loro: "Ciao bambini cosa ci fate qui ? Dove sono mamma e papà? Non è troppo tardi per girare? Dove abitate?" i due bambini si guardarono e non risposero cominciarono soltanto a camminare si fermarono a guardare il dottor Elliot e i seguaci come per farsi seguire; George capì subito e partì dietro di loro.Le creaturine si fermarono di colpo davanti a un capannone un po' nascosto che gli scienziati non avevano visto, aprirono lo sportello e i tre colleghi si videro davanti un centro di accoglienza trasformato in un'abitazione enorme: sul soffitto c'erano delle luci che illuminavano tutto l'ambiente come se fosse luce naturale, c'erano delle vecchie bancarelle, che una volta erano state usate per il mercato .Stranamente non c'era nessuno, ma queii bambini non potevano essere lì da soli. Uno dei due bimbi prese uno scienziato per mano e lo condusse lungo il capannone e tutti lo seguirono, si ritrovarono davanti a una capanna fatta di cartone e altre cianfrusaglie trovate per caso. Bussarono su una lastra di plexiglass fece un rimbombo che risuonò per tutto il capannone, si affacciò un esserino che era nè un cane nè un gatto un gatto, dietro di lui arrivò una donna che spaventata guardò i figli e disse:

classe 2^A prof. Davide Maria Romano prof.ssa Michela Dipinto

VIAGGIO NEI QUARTIERI DI UNA CITTA' SOSTENIBILE

Attività di TECNOLOGIA Approfondimento delle caratteristiche di una città sostenibile

Tour organizzato dai ragazzi della classe 3^A accompagnati dalle prof.sse Valentina Bertoni e Alessia Terzidieci

Mickey fece un bel respiro e senza esitare si immerse del tutto sott’acqua per andare a vedere cosa fosse.&nbsp;

A primo impatto sembrava una medusa incastrata tra le rocce, aveva delle specie di tentacoli trasparenti con dei riflessi azzurrini, poteva essere un mostro, come lo aveva definito precedentemente Spike, il fratello di Mickey… nessuno lo sapeva, ma lo avrebbero scoperto in poco tempo.&nbsp;

250… 251… 252… 253… L’aria nei miei polmoni era ormai svanita, così cominciai a nuotare verso la superficie. Una volta riemersa dall’acqua cominciai a prendere grandi boccate d’aria, dilatando i miei polmoni fino a sentire male al petto. :-Oh mio Dio Mary sei stata grandissima! – Quello ad esultare è stato il mio migliore amico, Jo, mentre se ne stava sul bordo della piscina in costume ed accappatoio e mi faceva vedere il suo cronometro – Con questo record potresti partecipare alla gara d’istituto! :- Ma purtroppo la gara è solo per i branchia-dotati – Replicai io, dopo essere uscita dall’acqua. Dopo una brevissima doccia e una bella merenda fatta al bar della palestra io e JoJo, come lo chiamo io, ci incamminammo verso casa mia. Per chi non lo sapesse, cosa molto improbabile, i branchia-dotati sono tutte quelle persone che dopo”Il Grande Tsunami” hanno potuto permettersi il trapianto. Ma mi sa che vi devo raccontare anche questo evento, vero? Mh, ok iniziamo.&nbsp; Molti, anzi centinaia, di anni fa dopo che l’inquinamento raggiunse l’apice e i ghiacciai si sciolsero completamente, il mondo venne travolto da un enorme tsunami che sommerse la maggior parte della Terra. A questo punto la società andò a rotoli e la gente impazzì totalmente. Fino a quando la ricerca non ci mise lo zampino: due scienziati scoprirono che il pesce Flower, una tipologia di pesce molto rara, era l’unico essere marino la cui branchia non veniva riconosciuto come “corpo estraneo” dal nostro organismo. Perciò iniziarono a fare dei test su vari candidati alla ricerca, che riscontrò subito molti successi. Così gli ospedali inziarono ad adottarla; solo che non era per tutti, essendo molto costosa. Infatti solo il 45% della popolazione, ovvero la parte più ricca, poté permettersi di pagare tutto il trattamento, cominciando a ripopolare il fondale marino.

Jack utilizzò un traduttore universale e capì che l'indigeno chiedeva&nbsp;il perché della distruzione del suo pianeta. Jack disse che avevano bisogno d’acqua e di risorse per il suo pianeta e subito si affrettò a chiudere il contatto.&nbsp;Decise di risparmiare quel villaggio ma purtroppo per il resto di quel pianeta non c’era speranza. È così che la terra riavrà l’acqua.

Appena rientrati in casa mia madre mi assalì urlando di gioia. :- Oh MIO DIO AMORE E’ SUCCESSA UNA COSA STRAORDINARIA! – Tremava tutta, ma riuscì a farmi comunque mancare l’aria. :- Ok Ma’, ma non stringermi così che mi rompi le costole – Dopo essersi calmata un pochino ma soprattutto, dopo aver smesso di urlare, ci dirigemmo tutti in cucina dove, dopo aver preparato del the caldo per Jo e mia madre, ella riprese il discorso. :- Allora, questa cosa è molto importante per tutti ma soprattutto è molto importante per te amore. – Detto questo, fece una pausa in cui cercò la mia più totale attenzione e quella di Jo, che ovviamente non si era perso una parola – Farai il trapianto di branchie! :- Oh MIO DIO MA’ È UNA COSA BELLISSIMA! – Saltai giù dalla sedia per abbracciarla, abbraccio a cui si unì anche Jo, che si era letteralmente messo ad urlare e saltare come un matto. I giorni successivi non andai neanche a scuola tanto che ero agitata, sì ero agitata, anzi ero stra agitata, cioè andiamo, chi non sarebbe agitato prima di un’operazione? Così per calmarmi (ma soprattutto per saltare la verifica di matematica) Jo stette a casa con me attuando il piano “Calm down bro” ovvero: cibo spazzatura, film splatter e maratona di anime per tutti quei quattro giorni d’attesa. Ma alla fine il grande giorno arrivò. Me ne stavo sul letto dell’ospedale, con mia madre da una parte a tenermi la mano e Jo dall’altra, mentre mi diceva di non preoccuparmi. Ad un tratto la porta della camera si aprì di scatto, rivelando la figura del dottore, alla quale mia madre ebbe una reazione alquanto strana; non sembrò sollevata nel vedere l’uomo che mi avrebbe dato una vita migliore ma bensì un fantasma del passato, notai la stessa cosa per l’uomo davanti a noi. Capii che qualcosa non quadrava, ma venni distratta dalla voce del dottore. Dopo varie generalità e dopo averci illustrato tutto il piano di riabilitazione che avrei dovuto fare per abituarmi alle branchie, degli infermieri entrarono con un lettino e mi portarono in sala operatoria.

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che la diritta via era smarrita. (Inferno, I)

I ragazzi che erano rimasti in superficie all’improvviso videro che sott’acqua si stava formando una nube di sabbia proprio dove c’era Mickey. Si preoccuparono, ma fortunatamente non era successo niente di grave; infatti dopo qualche secondo, il ragazzo riemerse dall'acqua, sano e salvo. Purtroppo non era riuscito a prendere niente perché non aveva più fiato.&nbsp;

1. MATTIA A. 2. MATTIA B. 3. PAOLO B. 4. JONATAN B. 5. ALICE B. 6. SOFIA C. 7. GAIA C. 8. MARTINA C. 9. ALESSANDRO C. 10. SARA E. 11. CLARA G. 12. DANIELE L. 13. DIEGO P. 14. NOEMI Q. 15. MANVIR S. 16. MIRIAM V. 17. MATTIA Z. PROF.SSA VALENTINA BERTONI PROF. GIUSEPPE TRANCHIDA

Sulle orme dantesche....

I.C. di CERESARA SEDE GAZOLDO DEGLI IPPOLITI CLASSE 2B 22 MARZO 2021 GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA

1. GIOVANNI B. 2. EROS B. 3. NADA B. 4. AYA B. 5. RICCARDO B. 6. MATTIA C. 7. SARA C. 8. OLEG C. 9. OSAMA E. 10. CECILIA F. 11. LUCREZIA G. 12. SOFIA G. 13. STEFANO G. 14. MARZIA M. 15. MATILDE M. 16. DAVIDE O. 17. GIADA P. 18. MARCO R. 19. ZAKRIA S. 20. ROBINPREET S. 21. VIRGINIA S. 22. ANDREA V. 23. RITA W. PROF.SSA VALENTINA BERTONI

"Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto; chè de la nova terra un turbo nacque, e percosse del legno il primo canto. Tre volte il fè girare con tutte l'acque; a la quarta levar la poppa in suso e la prora ire in giù, com'altrui piacque,

Dante mi chiese:” Ma più di Beatrice?” Io continuai indifferente alla domanda: “La si trova in tutti i fondali di fiumi di fiumi e laghi del mondo, ma è originaria delle province di Mantova, proprio come me e te. Le carpe Koi sono onnivore quindi, a parer mio nella prima cantica della tua opera dovrebbe esistere una bolgia nella quale i dannati vengono puniti dei loro peccati con i morsi della Carpa. Si nutrono di Dolphinie, crostacei, insetti acquatici e conchiglie. Il colore principale delle squame di questo pesce è il rosso.” Dante mi chiese: “Allora le piace sicuramente Bea! Dille che non me la devono rubare per qualsiasi motivo!”&nbsp; Io continuai dicendo: “Ehm… ok, comunque questo è tutto, ora siamo arrivati, passo la guida a Beatrice; sei arrivato sulle sponde di Mantova.”.

Inevitabilmente passarono la notte a nuotare nelle acque che ora erano diventate gelide, quasi mortali per l'orsetto, ed alle prime luci della nuova alba videro la meravigliosa terra dove mesi prima era accaduta la catastrofe, dove lui rammentava i ricordi più infantili e dove i suoi genitori da tempo lo avevano perso. Uzzo ormai perdeva sangue e stava sempre rivolto da un lato del corpo, era debole e fragile ma ogni suo sguardo metteva sempre più forza al piccolo che ormai era sfinito.&nbsp; Poche ore mancavano “dallo sbarco” e uno dei disastri peggiori colpì il duo… ormai era rimasto un solitario avventuriero che pochi mesi prima pensava solo al modo in cui avrebbe passato l'ultimo respiro: un orso...gli orsi non sanno nuotare, nessun orso ha mai nuotato, Uzzo aveva compiuto un miracolo e per questo miracolo aveva dato la vita. L’orsetto era affranto dalla perdita e si sentiva in colpa per aver fatto attraversare il mucchio di immondizia al suo migliore amico. Mentre la sua mente era persa nel ricordo di lui non si accorse che era arrivato...era arrivato a casa.

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Spike dopo averla osservata attentamente disse: “Questa non è una medusa, né tantomeno un mostro marino…aspetta, ma… questa è una tartaruga!” 

Ebbene sì, quella era proprio una tartaruga di mare, intrappolata in un sacchetto di plastica. Mickey non aveva mai visto una cosa simile, perché l’acqua di quella spiaggia era sempre stata pulita esattamente come la sabbia. La povera tartaruga intrappolata cercava di liberarsi respirando a fatica, ma più si muoveva e più la plastica si avvolgeva intorno a lei. In modo rapido i ragazzi, recuperate delle forbici, liberarono la poverina facendola finalmente respirare.

Gli alunni della classe 2A: Giovanni Bernardelli, Eros Bignotti, Nada Boukhal, Aya Bourya, Riccardo Bovi, Mattia Carra, Sara Cavagna, Oleg Comola, Osama El Guerrab, Cecilia Floriani, Lucrezia Gandini, Sofia Giaretta, Stefano Gotelli, Marzia Mancini, Matilde Mora, Davide Orlandi, Giada Partito, Marco Rolli, Zakaria Saghir, Robinpreet Singh, Virginia Soresina, Andrea Vergna, Rita Wu, con le insegnanti Nicole Tomaselli e Michela Di Pinto.

Nei 700 anni dalla morte di Dante, un omaggio alla biodiversità mantovana: un patrimonio da proteggere.

Era sempre stata scettica nei confronti degli ambienti artificiali; c’era sempre un lato negativo in essi. E infatti, tramite suo padre, che aveva assunto un ruolo importante nella nuova comunità, aveva scoperto che ogni cosa, dagli edifici ai trasporti, era alimentata da sostanze che aggravavano ancor più la situazione esterna. E la temperatura, per tutto quel tempo, era aumentata sempre più. Le cupole non avrebbero resistito ancora a lungo. Doveva dire a tutti la verità in modo che le persone potessero capire di utilizzare il meno possibile gli autoveicoli o qualunque cosa elettrica. Così una notte, uscita di casa, attaccò dei volantini, nei quali spiegava la situazione, ovunque per la città; vennero letti da tutti il giorno seguente. Ci fu un vero e proprio cambiamento di rotta. L’inquinamento diminuiva come non mai. Passarono decenni prima che il mondo esterno fosse nuovamente abitabile. Ma dopo molto tempo Meredith, ormai invecchiata, poté uscire di nuovo da quel luogo in cui aveva trascorso tutta la sua vita. E questo solo grazie al suo gesto.

Or se' tu quel Virgilio e quella fonte che spandi di parlar sì largo fiume?

Classe 2A Secondaria di Primo Grado di Gazoldo degli Ippoliti (MN) Disciplina: Italiano

classe 1^A prof.ssa Angela Gencarelli prof. Giuseppe Tranchida

Era il 29 Luglio del 2021 quando al telegiornali e su ogni dispositivo, annunciarono una cosa spaventosa. Liam, Allison, Lydia e Luke erano alla riva del fiume quando sentirono la notizia dalla radio della macchina:” ATTENZIONE! Allontanarsi dall’acqua!”. Non si erano ancora buttati, ma Luke, il solito che non segue quello che gli viene detto, disse:” Cosa sarà mai, un animale gigante spunterà fuori e mi mangerà? Mi vien da ridere” e si buttò. “Non toccatela, non mettetevi a contatto con l’acqua in nessuna maniera” comunicò qualcuno. “Io e i miei colleghi abbiamo notato delle anomalie nell’acqua e quindi abbiamo deciso di analizzarla e i risultati hanno mostrato, che per colpa di tutti i rifiuti che sono stati buttati al suo interno, si è creato questo acido che scioglie tutto quello che tocca” aggiunse un’altra persona. I ragazzi urlarono a Luke di uscire ma lui non ascoltò. Dall’acqua iniziò a venire fuori un vapore di colore rosso. Luke si accorse di non sentire più le gambe, le braccia e il resto del corpo. Iniziò ad urlare con tutta la voce che aveva. Scomparve nel vapore.. Nel corso dei giorni le acque nel resto del mondo iniziarono ad alzarsi ma gli scienziati avevano già previsto quello che sarebbe accaduto. Le persone erano terrorizzate. I ragazzi volevano scoprire cosa stava succedendo e dato che il padre di Liam era amico di uno degli scienziati, decisero di andare là.

Classi 2A e 2B Secondaria di Gazoldo degli Ippoliti Disciplina: Inglese Prof.sse Anna Gandini, Manuela Pezzini e Michela Di Pinto

I.C. di CERESARA SEDE GAZOLDO DEGLI IPPOLITI CLASSE 3A 22 MARZO 2021 GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA

PANNELLI FOTOVOLTAICI, RICARICHE AUTO ELETTRICHE E RACCOLTA DI ACQUA

Allora ragazzi si organizzarono insieme agli amici per andare ogni giorno a raccogliere i rifiuti che si trovavano sulla spiaggia e in riva al mare.

Classe 1A Secondaria di Gazoldo degli Ippoliti Disciplina: Inglese Prof.ssa Anna Gandini

Siamo nel 3000 su Plutone. Un tempo si credeva che Plutone non fosse abitabile, ma 100 anni fa i raggi solari furono talmente potenti da riscaldare il pianeta e renderlo vivibile. Questa è la storia di un alieno molto giovane, ma allo stesso tempo curioso. Come tutti i giorni Buz si alza, si veste e va a scuola. Un giorno il prof chiese a tutta la classe:- Qual è il vostro più grande sogno?-. Buz rispose:- Andare sulla Terra!-. Tutta la classe si mise a ridere. Il prof rispose:- Lo sanno tutti che la Terra non è più abitabile!-. Dopo questa frase Buz fu ancora più incoraggiato a visitarla e si raccomandò:- Quando sarò grande visiterò la Terra-.&nbsp; Il giorno dopo la base spaziale Plutoniana annunciò che quel giorno alle 18:00 sarebbe stato possibile fare un viaggio verso la Terra per visitarla e l’età minima per il viaggio era di 10 anni e fortunatamente Buz ne aveva 13. Il viaggio era gratis e ciò permise a Buz di non spendere nulla, ma sua mamma disse:- Quando arriverai a destinazione non spaventarti perché non tutto è come sembra!-. Queste parole rimbombavano nella sua testa come tamburi e si chiedeva il perché di quella affermazione. Arrivate le 18:00 il razzo partì e Buz non era più tanto convinto di fare quel viaggio. Arrivò sulla Terra e rimase inorridito da quello che vide: fiumi pieni di rifiuti, terre un tempo fertili ora aride e senza vita, corpi di animali mutati da radiazioni causate dall’incidente nucleare di Cernobyl nel 1986, e pensò a quanto era fortunato a vivere in un pianeta sano. Vedendo la Terra in quello stato promise a se stesso che il suo pianeta l’avrebbe protetto in tutti i modi e avrebbe combattuto per difenderlo. Da quel giorno non volle diventare più un astronauta ma bensì il presidente di Plutone così da poterlo difendere.

Arrivati corsero all’entrata, chiesero dove si trovavano gli scienziati e la segretaria spaventata gli indicò la porta per andare alla torre principale. Arrivarono in un laboratorio dove trovarono Nick e William. Erano gemelli e stavano tramandando l’associazione del loro padre di nome “Wicked”, morto qualche anno prima. “Ragazzi” disse William “Sappiamo che non è una cosa normale, ma noi siamo già pronti”. I ragazzi si girarono e videro qualcosa nell’orizzonte che li stava raggiungendo: era l’acqua, talmente verde che a malapena la si riconosceva. “3...2...1” e i gemelli schiacciarono il grande pulsante rosso che si trovava sulla loro scrivania. Tutto iniziò a tremare: delle grandi mura di ferro si innalzarono al confine della città. I muri erano fatti apposta per proteggerli. Passarono 2 lunghi anni e nonostante l’acqua avesse un acido al suo interno, le barriere resistettero; fino a quando gli scienziati si accorsero che sulle mura c’erano crempe molto profonde. “ATTENZIONE!” uscì da ogni dispositivo. “Le mura si stanno distruggendo, ci rimane solo un’ora di tempo” disse Nick. Sembrava di rivivere quel 29 luglio del 2021. Mancava sempre meno, i minuti passavano in fretta. “Ragazzi questa è la fine” disse Liam, tutto preoccupato. “Sì e gli scienziati non possono far più niente” rispose Allison. I ragazzi raggiunsero i gemelli vicino ai muri. “C’è qualcosa che possiamo fare per salvare il nostro mondo?” chiese Liam. “E’ troppo tardi ragazzi, dovevate pensarci prima” risposero in coro i gemelli. Le mura crollarono e l’acqua travolse tutta la città lasciando solo del vapore rosso.

Quando incontravano qualche turista non molto rispettoso lo ammonivano facendogli raccogliere la spazzatura che aveva buttato e facendogli notare che quel luogo doveva rimanere incontaminato anche per le generazioni future. Il loro motto era...

classe 2^B prof.sse Angela Gencarelli Manuela Pezzini

Attività di TECNOLOGIA Riflessioni sul problema dello spreco di acqua e del suo inquinamento

- pag. 4- L'acqua che ispira tanti artisti, foto e video, classi 1^A e 1^B (motoria, arte e musica) - pag. 9 - Sulle orme dantesche, classe 2^B (italiano) - pag. 34 - Viaggio dantesco nella biodiversità, classe 2^A (italiano) - pag. 59 - Il tesORO BLU, riflessioni sull'inquinamento delle acque, classe 2^A (tecnologia) - pag. 77 - I super eroi alla ricerca del tesORO BLU, 2^B (tecnologia) - pag. 99 - Be more responsible. Stop water waste, 2^A e 2^B (inglese) - pag. 95 - S.O.S. TesORO BLU, Testo di Fantascienza, classe 3^A (italiano) - pag. 150 - Viaggio nei quartieri di una città sostenibile, classe 3^A (tecnologia) - pag. 162 - Le nostre fiabe sull'acqua, classi 1^A e 1^B (italiano) - pag. 198 - Custodiamo...il tesORO BLU, classe 1^A (tecnologia) - pag. 215- Water the three states of matter, classe 1^A (inglese) - pag. 218- L'impronta idrica, classe 1^A (scienze) - pag. 221- Il ciclo dell'acqua, classe 1^B (scienze) - pag. 222- L'acqua è vita, classe 2^A (scienze) - pag. 223- Le plastiche negli ambienti marini, classe 2^B(scienze) - pag. 226- Il tesoro del mondo, 3^A (scienze) - pag. 227 - Pensieri finali... Un'antica favola africana.

1° TAPPA: IL PARCO DELLE BERTONE

2° TAPPA:&#160; IL FIUME MINCIO

3° TAPPA:&#160; I LAGHI&#160; DI MANTOVA

Attività realizzata durante le ore di arte, motoria e musica Prof.sse Graziana Vicari, Isabella Mafessanti e prof. Umberto Micheli

ORTI E SERBATOI PER L'ACQUA A DISPOSIZIONE DI TUTTI

"Ivi convien che tutto quanto caschi&nbsp; ciò che ’n grembo a Benaco star non può,&nbsp; e fassi fiume giù per verdi paschi.&nbsp; Tosto che l’acqua a correr mette co,&nbsp; non più Benaco, ma Mencio si chiama&nbsp; fino a Governol, dove cade in Po." (Inferno canto XX, versi 73 -78)

Contagiati da quegli esempi, tutti i cuccioli d’animale si prodigarono insieme per spegnere l’incendio che ormai aveva raggiunto le rive del fiume. Dimenticando vecchi rancori e divisioni millenarie, il cucciolo del leone e dell’antilope, quello della scimmia e del leopardo, quello dell’aquila dal collo bianco e della lepre lottarono fianco a fianco per fermare la corsa del fuoco. A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono a dar manforte ai loro figli. Con l’arrivo di forze fresche, bene organizzate dal re leone, quando le ombre della sera calarono sulla savana, l’incendio poteva dirsi ormai domato. Sporchi e stanchi, ma salvi, tutti gli animali si radunarono per festeggiare insieme la vittoria sul fuoco. Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: “Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti ma pieni di coraggio e di generosità. Oggi tu ci hai insegnato che anche una goccia d’acqua può essere importante e che «insieme si può» spegnere un grande incendio. D’ora in poi tu diventerai il simbolo del nostro impegno a costruire un mondo migliore".

Nella Giornata Mondiale sull'Acqua questo vuole essere un piccolo, ma efficace contributo, affinché ognuno faccia la sua parte per costruire un mondo migliore, insieme.

Bisognava ammettere che anche in quei luoghi purtroppo era arrivato il terribile fenomeno dell’inquinamento.

Il mondo sta cambiando a causa del surriscaldamento globale, i ghiacciai si stanno sciogliendo e il livello del mare si sta alzando, presto la terraferma sarà sommersa.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Mi trovo sull’isola di Nauru, dove abito da sola da ormai parecchio tempo, ho tutto ciò che mi serve, ma presto anche lei sarà sommersa e io dovrò trovare una soluzione. Sto creando un progetto che mi permetterà di sopravvivere sott’acqua.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Ho finito di esplorare il fondale marino contaminato, era tutto pieno di carte, plastiche e oggetti, continuava così per centinaia di metri. La mia invenzione stava funzionando, ormai da 2 ore sott’acqua respiravo benissimo. Continuai e dietro a delle rocce del fondale marino vedevo della luce che spiccava, mi avvicinai e non credevo ai miei occhi. C’era una città sommersa, sembrava la leggendaria Atlantide, era in rovina probabilmente a causa dell’acqua, non c’erano rifiuti ma varie specie di pesci che nuotavano in gruppo, e risaltava il colore acceso del corallo arancione.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Mi addentrai meglio per vedere la città, più mi avvicinavo più bella era. Entrai in questa specie di chiesa c’era buio ma dopo essere entrata una luce si accese era strana sembrava che dentro ci abitasse qualcuno c’era un letto disfatto, un tavolo sul quale c’era uno schermo digitale trasparente, andai avanti c’era una porta la aprii ma non c’era nessuno, Dove ero finita?&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Incuriosita visitai la città, il nulla, erano tutte case in rovina nelle quali sui tavoli, sembrava che qualcosa tipo una pozione fosse stata creata, non c’era nessuno, ormai stanca mi addormentai in una delle case.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Quando mi svegliai, trovai una strana persona che mi guardava: aveva degli occhi grandi di colore viola una faccia normale ma sulle guance aveva delle branchie era basso aveva un corpo normale mi disse qualcosa, non parlava la mia lingua.

Io e Dante giungemmo ad un grande lago, uno dei Laghi di Mantova. Io mi accorsi che c’era un grande cartello con scritto: ‘Il paradiso della Pesca’, e Dante mi chiese: "Maestro, come mai ‘Paradiso della pesca?’". Ad un tratto arrivò un vecchio signore che disse: "Lo abbiamo chiamato così perché qui si pesca ogni tipo di pesce buono". Dante mi chiese ancora: "Maestro, andiamo a pescare?". Il vecchio replicò: "Venite con me! In che lago volete pescare?". "Come in che lago? Io ne vedo uno solo.". Non vedevo Dante così stupito da quando reincontrò Beatrice. Io dissi: "Certo che no! Ce ne sono ben tre. In quello Minore pescano le persone che preferiscono praticare questo sport alla vecchia maniera; in quello Maggiore le persone che preferiscono i nuovi metodi". Dante rifletté un po’ e disse: "Allora quello di mezzo!". Ci incamminammo quindi verso il lago prescelto. Durante il tragitto vedemmo un altro cartello, davanti al Lago Maggiore: "Lasciate ogni speranza o voi che pescate.". Ci mettemmo a ridere. Ci ricordava qualcosa. Dopo circa due canti di cammino arrivammo. Il vecchio ci prestò le canne buone ed iniziammo la battuta di pesca. All’improvviso sentimmo tirare la canna e noi stavamo per finire in acqua, ma con una forza sovrannaturale tirammo… era uno STORIONE! Il vecchio esclamò: "MAMMA MIA! E’ uno storione: mangia praticamente di tutto: crostacei, molluschi, pesci morti… le acque dove vive sono poco profonde, esattamente come in questo lago. Lo si trova anche in grandi fiumi; è molto lungo rispetto agli altri pesci, soprattutto il muso, che è protrattile e ricoperto da barbigli; è inoltre protetto da scudi laterali, ha una coda allungata… ma svelti liberatelo… prima che muoia!&nbsp;

"Non molto ha corso, ch’el trova una lama,&nbsp; ne la qual si distende e la ’mpaluda;&nbsp; e suol di state talor essere grama. Quindi passando la vergine cruda&nbsp; vide terra, nel mezzo del pantano,&nbsp; sanza coltura e d’abitanti nuda.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Lì, per fuggire ogne consorzio umano,&nbsp; ristette con suoi servi a far sue arti,&nbsp; e visse, e vi lasciò suo corpo vano. Li uomini poi che ’ntorno erano sparti&nbsp; s’accolsero a quel loco, ch’era forte&nbsp; per lo pantan ch’avea da tutte parti Fer la città sovra quell’ossa morte;&nbsp; e per colei che ’l loco prima elesse,&nbsp; Mantua l’appellar sanz’altra sorte" (Inferno canto XX, versi 79 - 93)

coordinata dalle prof.sse Valentina Bertoni e Manuela Pezzini

Attività di TECNOLOGIA Fumetto per far riflettere sullo spreco d'acqua e sul suo inquinamento

Gli studiosi appena scoprirono della morte del ragazzo e dei danni che aveva causato iniziarono a pensare un modo per salvare non solo la loro città, ma anche tutto il mondo. Innanzitutto iniziarono a isolare tutta la città per impedire una possibile epidemia all’esterno, poi continuarono a svolgere esami sempre più complessi e pericolosi per i ragazzi diventati cyborg tanto che non durarono un mese; nel frattempo quasi tutti i cittadini erano diventati come i ragazzi morti. Non sapendo più che fare gli scienziati si isolarono da tutti prendendo le loro restanti risorse di cibo e acqua e si andarono a nascondere, mentre i cyborg vennero o uccisi oppure intrappolati nelle segrete dei passaggi sotterranei della città dove furono dimenticati da tutti. Gli scienziati pensarono giorno e notte a una soluzione più che ragionevole, fino a quando un giorno, un giovane scienziato di nome Bob non gli venne in mente di un enorme addolcitore capace di ripulire il pozzo della città. Passarono mesi nel trasportare l’acqua del pozzo al nuovo addolcitore , ci vollero più di quattro mesi, ma finalmente l’addolcitore era pronto. Insieme tornarono nelle gallerie della città dov'erano rinchiusi i cyborg, gli fecero bere l’acqua finalmente sana e una fialetta di colore verde fosforescente che probabilmente era la cura; gli abitanti tornarono com’erano prima. Il virus era stato combattuto e finalmente la città era tornata più forte di prima e immune a qualsiasi virus.

L’evento in questione ovviamente riguarda l’inquinamento, esatto proprio quello, costui di cui nessuno si pone quasi mai il problema perché spera o preferisce lasciarlo risolvere agli scienziati, filosofi o qualsiasi persona abbia un lavoro che riguarda la scienza, ovviamente non pensano che quegli scienziati sono esattamente come loro: persone, delle semplicissime persone. Anche loro inquinano, anche loro usufruiscono delle risorse, ma la differenza è che loro fanno del loro meglio per riuscire a risparmiare quanto possibile, come buttare una semplicissima plastica in un cestino della spazzatura al posto di lanciarla per strada o lasciarla in una spiaggia. Ora se tutti avessimo riciclato, risparmiato la luce, acqua o qualunque altra cosa che ha portato a questo, ora saremmo persone migliori e la terra sarebbe ancora in vita. Paradossalmente in Indonesia l’inquinamento era diventato enorme, ricopriva tutta l’isola, e ormai nessuno vi poteva abitare, era sommersa di tutti i rifiuti possibili ed immaginabili e questo ha comportato una conseguenza gravissima quando un giornalista per parlare di questa catastrofe si era inoltrato nel luogo. Dopo che fu tornato, precisamente nel giro di una settimana, presentava dei sintomi normalissimi di una semplice influenza come tosse, febbre e mal di gola ma il problema si presentò in seguito quando venne portato in ospedale a causa di una difficoltà respiratoria. In pochissimi giorni le persone che erano entrate in contatto con il paziente cominciarono a sentirsi male, avevano gli stessi sintomi. A mano a mano che il tempo passava il virus colpiva tutti e la maggior parte di loro moriva. I medici cercarono di contenere il più possibile questo virus ma fu quasi impossibile perché ogni persona aveva un tempo diverso nel manifestare i sintomi, e quindi dato che era trasmissibile via aerea tutti nel giro di pochi secondi avrebbero potuto prenderlo. Misero in quarantena tutte le persone presenti nell’ospedale e alla tv diedero l’avviso di rimanere a casa in quarantena. Il mondo si fermò, tutti erano costretti a rimanere in casa e ognuno quando usciva doveva mettere una mascherina e dei guanti per evitare il contagio. In seguito dopo 1 mese dall’arrivo del giornalista gli scienziati scoprirono che questo virus proveniva dall’inquinamento presente in Indonesia, scoprirono i sintomi, le ripercussioni sul corpo, eppure non sapevano come curarlo.

RACCOLTA DELL'ACQUA PIOVANA E MOBILITA' SOSTENIBILE

...non molto lontano anche altri personaggi stavano lottando contro l’inquinamento…

Il 18 giugno 2058 una coppia di sposi era partita per la luna di miele nella bellissima isola delle Maldive, mentre erano sull'aereo guardarono fuori dal finestrino dove speravano di vedere quella fantastica isola che tutti consideravano come il paradiso terrestre,ma videro solo acqua, acqua che ricopriva tutta la distesa di sabbia bianca, case e piante.La coppia sembrava molto infastidita perchè quella che doveva essere la vacanza migliore della loro vita era stata rovinata; i due giovani sposi erano fermamente convinti che il pilota li avrebbe riportati a casa in Italia ma non fu così: iniziò ad abbassarsi lentamente e fece cadere in mare i 2 giovani. I ragazzi terrorizzati si strinsero la mano per assicurarsi di vivere gli ultimi momenti della loro vita insieme perché anche se erano in grado di nuotare c’erano molte creature in quell'oceano che li avrebbero sicuramente mangiati. Dopo una quindicina di minuti un grande tronco si presentò davanti a loro e lo afferrarono. Passò un'ora e i ragazzi erano sempre più convinti a farla finita insieme perché tanto nessuno li avrebbe sentiti. Si buttarono in mare ma dopo aver passato più di 30 secondi sott'acqua la ragazza aprì gli occhi e vide una specie di navicella che sfiorava il mare, alzò subito la testa e chiamò il ragazzo ed insieme videro dei mostri uscire da quella strana macchina. Quelle strane creature erano alieni che regalarono ai ragazzi una specie di foglia di nome algabranchia che permetteva di respirare sott’acqua; i due la presero, la misero in bocca e iniziarono a nuotare nel vasto oceano.Videro pesci e squali che coprivano un grande castello di nome atlantide. I due entrarono e videro un sacco di persone come loro, finalmente avevano trovato una casa

I ragazzi sono stati chiamati a riflettere sulle cattive abitudini che portano allo spreco di acqua e al suo inquinamento. Ogni studente ha raffigurato in una vignetta un comportamento da correggere per poter risparmiare acqua.

classe 1^B prof.ssa Angela Gencarelli prof.ssa Laura Maestrini

Quattro alieni in salvataggio alle Maldive

Un giorno 4 alieni di nome Alvin, Simon, Theodore e Dave decidono di andare alle Maldive. Si mettono d’accordo, preparano le valigie e partono. Dopo 14 ore di volo arrivano; decidono quindi di prendere un sottomarino per esplorare il fondale marino. Quando riemergono notano che l’isola sta per essere sommersa. Loro sono dispiaciuti e decidono di salvarla. Il giorno seguente iniziano a pulire la lunga spiaggia e a raccogliere tutte le cartacce in terra. Decidono poi di ripulire il fondale marino da tutta la sporcizia. Dopo cinque giorni di pulizie l’isola sembra rinascere e il mare scende di livello. I quattro alieni notano la differenza . Alvin diceai suoi amici che l’isola era stata salvata e che da ora in poi sarebbe dovuta restare pulita.

Siamo nel 2087. La Terra è ormai finita. L’acqua sulla terra è esaurita, ne è rimasta solo una piccola quantità.Gli alberi non esistono più, ne rimangono solo tre.Tutte le risorse sono esaurite.Tutto questo è successo a causa dell’uomo. Negli anni passati, l’uomo ha usato così tanto l’acqua, sfruttato gli alberi e le risorse che si sono esauriti. Le conseguenze erano state terribili.Non avendo a disposizione le risorse,l’uomo si stava via via estinguendo, come anche molte specie di animali, fino al punto in cui l’uomo scomparve dalla faccia della terra. Non si erano presi provvedimenti in passato per risparmiare, per questo si erano scatenate delle guerre, perchè tutti volevano le risorse per vivere. Ma dopo tutto questo solo una famiglia era riuscita a sopravvivere: la famiglia Rossi. I componenti di questa famiglia erano: il padre Sergio, la madre Teresa, il figlio Luca e la figlia Giulia.Tutti erano morti ad eccezione di loro.Per miracolo erano riusciti a sopravivere, risparmiando a poco poco le risorse. Ma c’era un problema: non potevano stare a lungo sulla Terra, avevano bisogno di trasferirsi su un’altra pianeta per vivere. Il padre disse:-Abbiamo bisogno di acqua per vivere,dobbiamo trasferirci su un’altro pianeta-: :-Ma come facciamo a trasferirci su un altro pianeta senza nessun mezzo?-: rispose la moglie. Nessuno dei due riuscì a rispondere a questa domanda,ma nella mente del papa’ era venuta un’idea. Visto che lui era un ingegnere, riusciva a costruire una navicella spaziale.:-Posso costruire una navicella per trasferirci,ma dovremmo farla velocemente non abbiamo molto tempo-: disse il papa’.:-Buona idea!-: disse la mamma. Raccolsero il materiale per farla e, la costruirono in tre giorni. Salirono tutti sulla navicella e andarono via dalla Terra. Stavano viaggiando nello spazio quando arrivarono su Marte...

classe 3^A prof. Davide Maria Romano prof.ssa Alessia Terzidieci prof. Cristian Serpa

Blue geometrical pattern

In occasione della Giornata Mondiale sull'Acqua 2021 ecco a voi

Classi 1A-1B Secondaria di Primo Grado di Gazoldo degli Ippoliti (MN) I.C. di Ceresara Disciplina: Italiano Prof.sse Nicole Tomaselli e Maria Giuseppa Milici Prof. Giuseppe Tranchida

Da quel giorno ogni volta che gli amici andavano a fare delle immersioni in mare o delle passeggiate sulla spiaggia trovavano sempre più sacchetti, borse di plastica, tovaglioli di carta, animaletti morti trasportati dalle onde; anche quando andavano a nuotare trovavano dei pezzi di plastica in acqua e altra spazzatura.

"Eccoci dunque giunti dove il Mincio, di molli canne orlato le rive, in lente spire va errando..." (Georgiche, III)

Attività di TECNOLOGIA Riflessioni sul problema dell'inquinamento dell'acqua

Siamo nel 2155 e un gruppetto di ragazzi voleva andare nell’oceano Pacifico a fare un’immersione. Questi ragazzi si chiamavano Sara, Giorgia, Federico e Francesco, questa era la loro prima immersione in questo oceano e non sapevano a cosa sarebbero andati incontro. Era l’una del pomeriggio e cominciarono a prepararsi mettendosi la tuta da sub e prendendo tutto quello che gli serviva e partirono. Arrivarono alle 14.30 e a prima vista sembrava tutto stupendo, presero la barca e si diressero verso il centro dell’oceano. Si immersero e si aspettavano di trovare molti pesci in superficie ma non era così allora&nbsp;scesero verso il basso e iniziarono a vederli. All’inizio sembrava tutto normale ma poco dopo notarono che c’era molta spazzatura. Giorgia che era la più schizzinosa appena vide tutta quella sporcizia era disgustata e tentata ad uscire dall’acqua ma prese coraggio e continuò. Con fatica si avvicinarono a controllare e notarono che molti pesci erano morti con della spazzatura in bocca. Spostandosi sempre più in là c’erano anche balene e squali morti. Era facile capire che l’oceano pacifico era del tutto inquinato. Poco dopo cominciarono a sentire un rumore strano e molto forte. I ragazzi, sentendo quel rumore decisero di andare a controllare e notarono una petroliera che si avvicinava perdendo petrolio nell’acqua, iniziarono a nuotare fortissimo per tornare alla barca ma girandosi indietro notarono che era scomparsa Sara; non avevano tempo da perdere perché la petroliera si stava avvicinando e l’ossigeno si stava esaurendo. Tornarono a prendere Sara ma non fecero in tempo, la petroliera era vicinissima e tutti furono avvolti dal petrolio e morirono.

La provincia di Khouribga infestata di zombie

Khouribga è una città lontana 120 KM da Casablanca, ed è la città più famosa di fosfati in tutto il mondo. Khouribga soffre perchè l’acqua è poca e molta gente è povera e allora non può comprarla e allora della gente inizia a morire. I cittadini protestano perché il re se ne frega, e allora lui non sa cosa fare e spara alla gente e ne uccide molta. I morti diventano zombie e tornano per vendicarsi, il capo degli zombie era il bisnonno del mio amico Mohammad Ameen. Io sono fuori, e sento le notizie, allora torno a casa, ma mi accorgo di essere arrivato in ritardo, i miei sono zombie, tranne mio fratello che pure lui era in giro, allora lo chiamo e gli dico che i nostri famigliari sono zombie e lui si arrabbia. Io e mio fratello ci siamo trovati a casa di mio cugino Anas che pure lui si era salvato, noi decidiamo di scappare insi eme siamo io,mio fratello,Anas e Mohammad Ameen , ci rifugiamo in campagna per un mese, in quel mese ormai gli zombie sono arrivati fino Bouznika e a Marrakech, noi siamo bloccati a nord ci sono zombie a est e ovest ci sono zombie e ha sud ci sono zombie noi scappiamo a Rabat con difficoltà. Una volta a Rabat io e i miei amici facciamo il piano di intrufolarci&nbsp;nel castello del re e rapirlo dopo di che lo portiamo al capo degli zombie, così appena si vendicano torna tutto normale il 22 luglio 2050 iniziamo siamo arrivati al castello di notte, leghiamo 4 guardie e ci vestiamo dei loro vestiti, entriamo e andiamo stordendo le altre guardie fino alla camera del re lo rubiamo e scappiamo.

"Chi sono questi signori? e soprattutto perché li avete portati qui? lo sapete che dovremmo stare nascosti.." e poi si rivolse agli scienziati: "Salve... di cosa avete bisogno?" un po' titubante, George cercò di tranquillizzarla: "Buonasera signora siamo un'equipe di ricercatori siamo qui in pace e vorremmo soltanto vedere la biodiversità e come si è evoluta dall'esplosione della centrale del 1986 ad oggi, ci potrebbe spiegare un po'?” la donna si rese conto delle buone intenzioni dello scienziato e cominciò a spiegare: "da quando noi viviamo qui non abbiamo mai incontrato nessuno “di fuori”, siamo rimasti nascosti per tanto tempo, e man mano tutti se ne andavano in altri Stati ,ma noi che siamo rimasti fedeli non siamo scappati, però ci sono i lati negativi (che sono più di quelli positivi)di questa vita, tipo l'acqua non che non è pulita e anche il cibo non è quello che si dovrebbe mangiare per avere una vita sana visto che è irradiato ma non c'è altro, gli animali sono scappati a parte qualche specie che si è adattata ed è mutata: per esempio alcune rane hanno assunto un colore più scuro sulla pelle e anche noi abbiamo dovuto cambiare la nostra vita in qualche modo." George si era stupito, non pensava che ci fosse una famiglia determinata a sopravvivere in quelle condizioni pur di non lasciare le loro origini e disse: "grazie alla vostra testimonianza potremo comunicare al mondo che anche nelle zone disastrate la speranza non è perduta e che la vita può restare e rinascere se c’è l’amore della natura in cui si è nati e da cui ci sarà da andarsene, cercheremo di farvi restare qui e di permettere che ritorni la vita a Chernobyl.”

Durante la guerra fredda la Russia aveva donato delle bombe atomiche a Cuba; così l’America, sospettosa di questo, minacciò la Russia dicendo che se una bomba nucleare fosse caduta sulla propria nazione allora la colpa sarebbe stata della Russia. Essa quindi tolse gli ordigni da Cuba e poi chiese un favore all’America: il favore prevedeva che l’America non attaccasse Cuba così accettò. La Russia nel mentre preparò 3 aerei carichi di 3 nuovi tipi di bombe atomiche, così mentre l’America abbasso la guardia i 3 aerei partirono dalla Siberia arrivando in meno di 5 ore a destinazione; la prima bomba fu sganciata sul pentagono alle 12:00, la seconda a 12:01 su New York e l'ultima alle 12:02 sulla Casa Bianca. Ogni bomba prendeva 120 km quadrati così tutto fu distrutto in meno di 4 minuti. Tuttavia le 3 bombe mai testate ebbero effetti collaterali: infatti chi era dal km 70 al km 120 riportò gravi mutazioni, ad alcune persone spuntavano altri arti o magari altre teste le persone oltre a gravi mutazioni perdevano l'umanità uccidendo qualsiasi cosa gli si trovasse davanti le radiazioni si spinsero fino a coprire 140 km quadrati e non si estendevano solo verso terra ma anche in aria si sollevò un fungo nucleare alto 50 km talmente caldo e ricco di radiazioni che iniziò a bruciare l’atmosfera. Lo scenario era infelice, l’America aveva perso&nbsp;troppi civili e soldati le persone che erano mutate infettarono altre persone scatenando una pandemia. Cinque anni dopo il 60% della popolazione era o infetta o morta; col passare del tempo l’atmosfera si restringeva sempre di più, vent’anni dopo l'acqua sulla terra iniziò a congelarsi&nbsp;e venticinque anni dopo il 100% dell'umanità era morta, l’atmosfera scomparsa e l’acqua completamente prosciugata. Gli animali e le piante morirono; così la rivalità tra Russia e America distrusse il mondo.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;

6 Giugno 1945 Hiroshima venne bombardata da una bomba nucleare che spazzò via 200 mila abitanti. Non tutti sanno che nel&nbsp; 24 marzo 1950 cadde un’altra bomba ma non era come le altre. Questo esplosivo emanava delle forti radiazioni, all’inizio gli abitanti sentirono un lieve “brusio” ma non ci fecero molto caso. Dopo due mesi, la coppia George e Denise&nbsp; fecero un figlio, i dottori quando lo videro per la prima volta rimasero scioccati. Quell’essere appariva tutt’altro che umano….. Gli mancavano delle arti, aveva la testa deformata e delle protuberanze che gli spuntavano dalla schiena. La coppia rimase inorridita, nel frattempo la bomba emanava sempre più radiazioni, la gente cominciò a sentire un “fischio”........ Alcuni si suicidarono perché non ce la facevano più. I pochi rimasti mutarono, diventarono degli esseri mostruosi, gli unici rimasti erano la coppia con il suo bambino. Dopo 15 anni dallo scoppio della bomba, i genitori morirono di cancro mentre il figlio rimase in vita, perché era immune alle radiazioni. Quelli che una volta erano abitanti divennero tutti “zombi”. Ormai il bambino ormai adolescente, ogni sera andava su un pontile con la sua radio e chiedeva aiuto.

&lt;&lt;Un giorno sicuramente riusciremo a risolvere il problema, riusciremo a ridurre l’inquinamento e tutte le conseguenze che questo comporta!&gt;&gt; così dicevano, ma purtroppo le cose sono andate parecchio diversamente. Intanto che l’essere umano era a idealizzare, plasmare e a creare una qualunque soluzione scoppiò una delle peggiori pandemie di tutto il mondo che oltre a lasciare morte, sofferenza e dolore lasciò anche una depressione, una gelida e fredda solitudine emanante una sensazione di vuoto ad una profondità intensa come se l’essere umano perdesse ogni persona cara. Quando ancora tutti noi vivevamo le nostre quotidiane vite pensavamo che nulla potesse incombere e strapparci come un foglio di carta perché pensavamo ad altri problemi infantili al posto di pensare alla vera radice del nostro vero problema che ci accomuna tutti. Fino ad allora tutti pensavano ai loro problemi, alle loro difficoltà e non pensavano che in confronto a quello che stava per accadere le loro problematiche erano insignificanti come una piccola creaturina che sperava di non essere schiacciata. Ora vi starete chiedendo: - cosa mai sarà successo? Beh ora ve lo spiegherò io, anzi lei. La nostra protagonista si chiama Amybeth Smith e non c'è tempo da perdere, quindi iniziamo. Quando Amy si svegliò era nella sua bellissima cameretta in Australia nella città di Sydney in data 3 marzo 2150, era ancora tutta assonnata e la stanchezza del mattino le si era insediata in tutte le parti del corpo; aveva i capelli di un lungo e lucido nero corvino ma degli occhi azzurri quasi celesti da farti congelare a un solo sguardo. Quando uscì di casa alle 7:30 per andare nella scuola superiore del suo vicinato non sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta, non sapeva che l’abbraccio e il saluto che aveva fatto ai suoi genitori sarebbe stato l’ultimo e non avrebbe mai immaginato che l’ultimo sorriso sarebbe stato proprio quello rivolto alla sua migliore amica. Lei non sapeva, nessuno sapeva…Qualche mese prima vicino a dove abitava, in Indonesia, accadde l’evento che avrebbe segnato l’umanità, e ogni cosa in cui tutti riponevano i loro valori, la loro realtà e credenze stava per essere capovolta come una pagina di libro appena sfogliata.

Il Parco delle Bertone è un bosco-giardino che si trova nel comune di Goito in provincia di Mantova. Comprende una zona boscosa, un piccolo laghetto, vari corsi d'acqua e una rete di sentieri e vialetti.

PANNELLI FOTOVOLTAICI E GRANDE PIAZZA VERDE

IMPIANTI FOTOVOLTAICI ANCHE PER L'IMPIANTO SPORTIVO

Nel 1982 a Cernobyl,ci fu un disastro nucleare con la fuoriuscita di molte radiazioni. Cernobyl,prima di quel fatto,era abitata da molti cittadini, i bambini giocavano, uscivano, gli adulti lavoravano, era una città tranquilla e normale. Fino a quando queste radiazioni colpirono tutta la popolazione di Cernobyl. La gente cercava di scappare,con o senza figli. Le radiazioni colpirono così tanto le persone,che i bambini nascevano con mutazioni. Dopo circa 20 anni, gli inviati dei telegiornali,cercarono di entrare nella città, entrarono con tutte le precauzioni perché non si quanto fossero ancora forti le radiazioni. Si vedevano tutte le case abbandonate, camere, vestiti, cibo… Ad ogni passo c’era un cartello giallo con un teschio e una X sopra che stava per tossico. Gli scienziati capirono che tutte le zone circostanti erano state contaminate e non ci si poteva più avvicinare. DOPO 10 ANNI…In questi dieci anni gli scienziati lavorarono e studiarono queste radiazioni e scoprirono una brutta cosa. Scoprirono che le radiazioni si sarebbero riattivate ma più pericolosamente, nelle gocce sarebbero nati degli Zombie che poi si sarebbero estesi in tutto il mondo nel corso degli anni. Era chiaro: se l’inquinamento non fosse stato combattuto immediatamente la conseguenza diretta sarebbe stata la nascita di zombie.&nbsp; All’inizio le persone non ci credettero ma poi gli scienziati fecero vedere i movimenti di Cernobyl. Nel 2026 circa le persone iniziarono a guardare ogni giorno i notiziari per sapere se fosse stato combattuto l’inquinamento,ma soprattutto se ci fossero gli zombie. Verso le 20.00 di sera di un giovedì,gli scienziati comunicarono due notizie: la prima era che si era combattuto l'inquinamento, la seconda era che gli zombie non ci sarebbero stati e questo era tutto merito delle persone che avevano collaborato insieme.

Siamo su Marte nel 2087 e ci sono 4 alieni che si chiamano: Elisa la mamma, Sofia la figlia, Giorgio il papà e Raffaele il figlio. Su Marte non c'è più acqua quindi la famiglia decide di trasferirsi su un altro pianeta. La mancanza di acqua è stata provocata da un virus e gli alieni non riescono a vivere senza questo prezioso fluido. Per questo la famiglia organizza delle ricerche per vedere se esiste un altro pianeta su dove trovare l'acqua. Queste ricerche li conducono alle Maldive. Giunti sulle isole, partono all’esplorazione del territorio; decidono poi di farsi un bel bagno nel mare. La famiglia è contenta di essersi trasferita alle Maldive perché lì c'è tanta acqua…. e vissero così felici e contenti.

Quando alla sera l’orsetto chiudeva gli occhi Uzzo gli augurava un buon riposo poi spariva per riapparire la mattina dopo. Il cucciolo (ormai non più così cucciolo) curioso della verità un giorno, durante un allenamento di immersione, lo interrogò. Il Merluzzo facendo un sospiro gli spiegò: - Sai, è da tanto tempo che ragiono, penso che sia giunto il tuo giorno. Oggi riposati, dormi e resta per l'ultima volta sulla lastra; domani partiremo per tornare a casa- l’orso tra angoscia e tristezza, e gioia ed eccitazione rispose: -C-come fai a conoscere la strada di casa- -Alla sera quando tu chiudevi gli occhi io partivo alla ricerca della via per farti tornare a casa. Ieri ho concluso la ricerca, so che ce la puoi fare- Il piccolo ascoltò le parole di Uzzo e obbedì alla lettera ai suoi comandi. Dormì tanto tempo e quando riaprì gli occhi una luce abbagliante lo accecò. Era mattino tardo, Uzzo aveva lasciato più tempo al piccolo per ricaricare a pieno le energie.&nbsp; Lui lo stava già aspettando come al solito vicino alla lastra che ormai non reggeva più alcun peso e anzi stava per spezzarsi; l’orsetto fece in tempo a prendere un respiro profondo e… si trovava nelle acque artiche che gli rinfrescavano la pelliccia. Partirono subito; il viaggio iniziò tranquillo, il mare era calmo, non soffiava vento e l’orso non era affatto stanco anzi era più carico che mai. Nuotarono per ore; non si riusciva ancora ad intravedere l’isola ghiacciata, solo mare, mare e ancora mare. Il piccolo cominciò a sentire la stanchezza solo quando da chilometri riuscì a vedere la neve bianca, si avvicinarono un bel po’, e quando furono a pochi metri si accorsero che quella che ritenevano “salvezza” non era altro che un’enorme montagna di rifiuti puzzolenti. Uzzo poteva aggirarla ma L'orsetto no quindi decise di portargli uno spuntino per ricaricare le energie. Era ormai tardo pomeriggio quando ripartirono; superare i rifiuti non fu semplice, ma nemmeno impossibile, impiegarono alcune ore. Il pesce si era ferito ad una branchia e faticava a respirare; continuava però a convincere l’amico a non fermarsi e a continuare per arrivare prima di sera.&nbsp;

Nel 2060 la terra avrà un periodo di siccità a causa del surriscaldamento globale e dell’inquinamento; l’acqua dolce non si troverà più e nel mondo ci sono circa dodici milioni di persone e l’acqua è diventata un bene prezioso, gli scienziati consapevoli di avere solo vent’anni di tempo prima che tutta l’acqua scompaia, devono trovare una soluzione. Un ministro di nome Jones proporrà insieme ad un gruppo di scienziati di usare “ NSO” un tipo di astronave spaziale specializzata nella ricerca di acqua sviluppata dall’ingegnere Graig “per trovare il tesoro blu” su altri pianeti in maniera rapida ed efficiente. Il progetto di Jones avrà successo e nel tempo di una settimana troveranno HDO2, un pianeta situato in un'altra galassia, ma grazie agli studi di Graig e alle sue nuove tecnologie il pianeta nominato Neutron diventerà facilmente raggiungibile, ci saranno sole due problemi: il primo è che il pianeta&nbsp;sarà abitato da esseri simili a noi ma meno sviluppati, il secondo è che non si saprà come trasportare l‘acqua da HDO2 alla Terra. Così si darà inizio ad un altro programma “INDIANI D’AMERICA”. Il progetto si chiamerà così perché come con gli indiani d’America gli abitanti di Neutron verranno derubati&nbsp;di acqua e anche di minerali e poi sterminati, molti saranno contrari a questo programma ma non ci sarà scelta. Graig realizzerà degli enormi robot giganti costruiti per distruggere gli abitanti di HDO2 e poi verrà aiutato da una sua collega di nome Violet a realizzare l’Arcadia Blu, una nave capace di contenere circa 1,5 volte l’oceano Atlantico. Il progetto avrà inizio nel 2061 e sarà finanziato dall’intero pianeta Terra. I robot comandati da Jack, un ufficiale di alto grado, atterreranno su Neutron e distruggeranno tutto e stermineranno tutti gli abitanti tranne un piccolo villaggio che cercò di entrare in comunicazione con i robot. 

Durante il periodo più freddo dell’anno, nell’Artico tutto il ghiaccio era ricoperto da uno spesso strato di neve, che rendeva il panorama un incanto. E proprio in questi posti, quando i giorni non passavano mai e le notti erano perenni, viveva una famiglia di Orsi bianchi, una di tante altre.&nbsp; Ogni giorno, quando si recavano alle sponde di ghiaccio per procurarsi il cibo, rischiavano di scivolare nelle acque ghiacciate e rimanerci per sempre. Questo succedeva perché ogni poco, e col passare del tempo molto più frequentemente, ondate di caldo scaldavano la banchisa portandola allo scioglimento. Durante una tempesta più calda delle altre, dove venti potenti spazzavano via le montagne innevate, la famigliola stava tornando a casa per ripararsi dalla crudele giornata quando notò uno strano particolare: il blocco innevato, dove si trovavano,&nbsp;si stava allontanando lentamente dall’isola ghiacciata.&nbsp; Dovevano saltare… sì, se avessero atteso anche solo un altro momento, il ghiaccio li avrebbe portati chissà dove, magari si sarebbero persi o forse annegati. L’orsa e l’orso erano al sicuro o quasi, il loro piccolino non ce l’aveva fatta, lui non era riuscito a saltare. Ormai era troppo lontano per poter tornare indietro… Passarono alcuni giorni dalla catastrofe e il piccolo ancora non aveva toccato acqua, era un bene, se si fosse buttato non sarebbe mai riuscito a risalire: il ghiaccio era troppo scivoloso e lui… lui non sapeva nuotare!! Non dormiva la notte, e il giorno rimaneva accovacciato immobile per resistere alla calura;&nbsp;continuava a chiedersi come avrebbe fatto a tornare a casa. Non ne aveva idea, si limitava ad emettere versi di dolore continuamente, quando una mattina una strana protuberanza apparve dalle acque: un grosso pesce si stava muovendo attorno al lui.

"Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura chè la retta via era smarrita ..." (Inferno canto I, vv. 1-3)

Negli Stati Uniti, in una base scientifica, George Eliot, il capo del team era nel suo studio e stava lavorando al computer. In quei giorni, la squadra di Scienziati stava investigando su uno strano e inquietante luogo: Chernobyl, in Ucraina. Ci sono stati dei movimenti negli ultimi due mesi, nella città fantasma, George sospettava da sempre che ci fosse ancora vita, anche dopo la forte esplosione della centrale nucleare.&nbsp; Una decina di anni fa furono installate delle telecamere per tenere tutto sotto controllo ma qualcosa o meglio...qualcuno le aveva messe fuori uso. Da quel momento il Dt. Elliot voleva organizzare una spedizione immediata ma una pandemia lo aveva impedito. La mattina seguente, George e l'equipe presero un aereo per l'Ucraina. una volta arrivati nella aeroporto di Kiev, la capitale, noleggiarono subito un’auto e si avventurarono. Arrivati, parcheggiarono davanti alle rovine di Chernobyl,&nbsp;scesero e scaricarono tutti gli attrezzi che servivano per calcolare le radiazioni presenti nei vari punti. C'era silenzio. Solo il vento che fischiava. Erano le tre di pomeriggio, sembrava tutto morto ,ma in realtà da qualche parte, c’erano degli occhietti indiscreti che osservano tutto non tanto lontano dai ricercatori che stavano scrutando attentamente la distesa di abitazioni distrutte e danneggiate, lì che aspettano qualcuno che ritorni a portare risate in quelle stanze buie e fredde, ritorniamo ai nostri scienziati... erano stati tutto il pomeriggio a girare per le macerie&nbsp;stando attenti a restare nelle zone in cui era possibile andare. Si era fatta sera, George e gli altri stavano cominciando a montare le tende per la notte, si sarebbero messi vicino all'auto distanti dal paese così da non destare sospetti nei presunti esseri viventi rimasti. Una volta entrati nelle tende, I ricercatori, si misero a dormire, ma non era facile in quella notte fredda e ventosa, si sentiva l'ululato di un cane randagio e le foglie degli alberi sfregare le une contro le altre punto e a capo tutto d'un tratto si sentirono delle foglie secche rotte da un passo che voleva essere dedicato ma non lo è stato.

Una volta arrivato sul fondale, Mickey, acciuffò con il secchiello un “nube” di sabbia non sapendo di cosa si trattasse. I ragazzi a nuoto tornarono esausti verso la spiaggia e una volta arrivati sul bagnasciuga tirarono fuori dal secchio quella che sembrava essere una medusa.

E’ il 2035 e degli scienziati tedeschi,scoprirono un fungo che si nutre delle radiazioni e le trasforma in ossigeno. Decisero di andare a estrarre più funghi possibili o come da loro soprannominati “I funghi radiatori”. Cercarono per ore e ore con pause per mangiare e rifornire le tute di ossigeno e di piastrine apposta per respingere le radiazioni. Dopo altre ore trovarono un campo pieno di questi funghi,chiamarono rinforzi per raccoglierli più velocemente. Tornati nel laboratorio a Salisburgo, estrassero il liquido che teneva al suo interno, più di 700 funghi. Dopo un paio di mesi finirono di estrarre tutto il liquido, fecero il vaccino per ben 83 milioni di persone. Dopo 8 mesi di vaccinazioni, 83 milioni di persone tornarono ad abitare quella zona prima devastata.&nbsp;

Era passato molto tempo da quando il surriscaldamento globale aveva causato i primi effetti. Inizialmente nessuno se ne era preoccupato perché le conseguenze erano lievi, ma poi, con il passare del tempo, la temperatura era aumentata, i ghiacciai avevano iniziato a sciogliersi, il livello del mare ad aumentare e l’uomo aveva capito il pericolo troppo tardi. Aveva cercato di migliorare in ogni modo gli stili di vita e di eliminare i comportamenti sbagliati, ma aveva solo rimandato l’inevitabile. Inizialmente il livello del mare era aumentato sommergendo varie zone delle terre emerse, ma dopo poco tempo era diminuito a causa dell’evaporazione dell’acqua, dovuta alle temperature altissime. Ciò comportò un problema ancor più grave: la perdita di molte riserve d’acqua dolce. Soprattutto nei paesi più caldi molta gente era morta o per il caldo, o per la mancanza d’acqua, o a causa delle lotte per la “proprietà” dei laghi e dei fiumi rimasti. Ma contendersi in questo modo le riserve d’acqua non sarebbe servito a nulla, perché anch’esse prima o poi sarebbero svanite. E almeno questo fu capito. In poco tempo vennero studiate, ideate e poi costruite delle enormi cupole, con materiali appositi, che proteggessero laghi, ghiacciai e tratti di fiumi per evitarne l’evaporazione. La poca popolazione sopravvissuta, come anche gli animali non estinti, venne invitata a stabilirvisi e nessuno esitò. Al loro interno le cupole mantenevano una temperatura mite, favorevole alla crescita di piante che all’esterno erano ormai morte. Così, nei pochi mesi successivi, mentre tutto fuori moriva, dentro la vita rinasceva.&nbsp;&nbsp; Meredith era una ragazzina di 12 anni fin troppo intelligente e deduttiva per la sua età. Aveva sempre avuto dubbi riguardo a queste città dichiarate sostenibili al 100%. Era impossibile che avessero costruito delle città perfette in così poco tempo.

I ragazzi sono stati chiamati a riflettere sul problema dell'inquinamento dell'acqua. Il loro interesse si è concentrato sul tema dell'inquinamento dei mari causato dalla plastica. La classe, divisa in gruppi, ha ideato un breve racconto rappresentando con disegni alcuni momenti della storia con l'intento di farsi portavoce dell'esigenza di tutelare i nostri mari.

"Tosto che l’acqua a correr mette co, non più Benaco, ma Mencio si chiama fino a Governol, dove cade in Po" (Inferno, XX)

Dopo l’accaduto di Cernobyl nel 1986 non si poteva più vivere lì a causa delle radiazioni; gli scienziati hanno cercato per anni e anni una soluzione ma con scarsi risultati. Ogni anno nascevano sempre più bambini deformi a causa delle radiazioni che avevano nel corpo i loro genitori colpiti dalla nube tossica ed erano obbligati ad abbandonare la loro città di nascita. Hanno creato tute apposta per provare a entrare ma la prima volta con scarsi risultati e quindi i primi volontari morirono. Continuarono a potenziare queste tute e a provare ad entrare,sempre senza riuscire in nulla. Fu così per le prime dieci volte circa, perdendo quasi una ventina di uomini. Nel 2002 scoprirono che ci furono dei luoghi con radiazioni meno potenti che con delle protezioni ben definite si potevano visitare. E’ il 2035 e degli scienziati tedeschi, scoprirono un fungo che si nutre delle radiazioni e le trasforma in ossigeno. Decisero di andare a estrarre più funghi possibili o come da loro soprannominati “I funghi radiatori”. Cercarono per ore e ore con pause per mangiare e rifornire le tute di ossigeno e di piastrine apposta per respingere le radiazioni. Dopo altre ore trovarono un campo pieno di questi funghi,chiamarono rinforzi per raccoglierli più velocemente.

Provammo a conversare cercando di farci capire con scarsi risultati, la mia invenzione sembrava avere un problema non respiravo bene come prima, così di fretta presi e risalii in superficie. La mia piccola isola era diventata sempre più piccola, dovevo trovare una situazione al più presto. Nel mezzo della notte iniziò a tremare tutto mi affacciai alla finestra, il mare era in burrasca non sapevo cosa fare così aspettai fino al giorno dopo. Il livello del mare si era abbassato come era una volta la plastica sul fondare non c’era più. Ne ero sicura erano stati quegli strani esseri trovati nella città sottomarina, ecco a cosa stavano lavorando.&nbsp;

La prima tappa del nostro percorso ci conduce tra i grandi alberi del “Parco delle bertone” e l'avvolgente buio creato dalle loro alte e sinuose chiome. Percorrendo il piccolo sentiero sentiamo degli inquietanti versi provenienti da dietro un cespuglio di colorati fiori. Ecco che appaiono tre cicogne bicolori le quali ci osservano stranite ma non impaurite; restano immobili ma molto attente a quello che facciamo. Dopo qualche secondo di attenta osservazione, Dante, un po’ perplesso, propone di tornare indietro ma io non rispondo. Dante rapito dalle paura si volta e si incammina per retrocedere a passo sostenuto. Le cicogne vedendolo lo superano e gli si parano davanti per sbarrargli la strada. Spaventato il Sommo Poeta torna al mio fianco e mi chiede: “Perchè non mi lasciano passare?”.&nbsp;Io gli rispondo: “Una volta entrati nel loro territorio, non si può più tornare indietro”. Così proseguiamo il nostro viaggio, con la speranza di non incontrare più cicogne. Camminiamo a lungo e, giunti quasi alla fine del percorso, troviamo il Ginkgo Biloba. Esso è una pianta alta 40 metri ed è l’unico albero delle specie “Ginkgoaceae”, ovvero la sua specie di provenienza. Si riconosce grazie alla sua chioma a forma di piramide che ricopre, a motivo delle sue incredibili dimensioni, quasi tutto il parco. Dopo esserci stupiti davanti alla maestosità di questo parco il nostro viaggio prosegue verso nuovi lidi e alla scoperta di nuove avventure.

"Se vi è una magia in questo pianeta, è contenuta nell'acqua" (L. Eiseley)

C’era una macchina nera che ci aspettava una volta saliti abbiamo iniettato al re una medicina&nbsp;che lo faceva dormire, siamo tornati a Khouribga, arrivati dal capo zombie egli ha ucciso il re ed è tornato tutto normale dopo un mese sono tornato in italia e lì sono rimasto con i miei amici.

"e l’altra terra, secondo ch’è degna per sé e per suo ciel, concepe e figlia di diverse virtù diverse legna" (Purgatorio, XXVIII)&nbsp;

Aiuto! Il surriscaldamento globale ci insegue 

Le cose a Melbourne non stavano andando bene, ogni giorno faceva sempre più caldo,molti territori cominciarono ad essere invivibili perchè aridi. Alcune persone si trovavano senza lavoro, gli agricoltori non avevano più terre da coltivare e quindi sempre meno cibo. Giovanni,un ragazzo di 18 anni, con la sua famiglia composta da Lexi, la sorella, la mamma e il padre, vivevano abbastanza bene,avevano soldi a sufficienza per vivere. Ma i soldi contro l’acqua inquinata,porca e imbevibile non contavano niente. Passarono mesi, Giovanni era sul divano a giocare con la playstation, la mamma stava cucinando una torta,quando all’improvviso tutta quell’attenzione che Giovanni stava prestando al gioco venne interrotta dal suono di quella orrenda notizia alla radio. Anche la mamma spense il frullatore e tutti e due si avvicinarono attenti alla radio per ascoltare: Attenzione, dovete scappare da questa città il più presto possibile. A causa del surriscaldamento globale, le temperature toccheranno livelli altissimi e il vostro sangue comincerà a bollire. Dopo aver sentito questa notizia, la famiglia di Giovanni, cominciò a prepararel’occorrente per trasferirsi, non sapevano dove, ma ci avrebbero pensato poi. Passarono tre settimane,gli effetti della notizia cominciarono a farsi sentire: molte persone erano morte, altre stavano male, ad alcuni veniva la febbre e non guarivano più. Anche Giovanni e Lexi cominciarono a stare male,si cambiavano più di 12 volte al giorno per colpa del sudore,ma finalmente quella metà di città che era sopravvissuta trovò una nuova casa,un nuovo luogo dove andare a vivere. Flaime,la madre di Giovanni,trovò una nuova casa in Italia.

Dopo la battuta di pesca vincente il vecchio ci invitò nella sua baracca a mangiare un po’ di pesce. La capanna era di media grandezza, costruita in legno di quercia. Durante la cena Dante chiese: "Ma quindi qui è pieno di animali?". Il vecchio rispose: "Oh sì, ma è anche pieno di piante: per esempio i fiori di loto, sono di un colorito rosa e poggiano sempre su una foglia. Questi fiori originari dell’Asia sono simbolo di purezza. Infatti una loro caratteristica è la capacità di mantenersi sempre puliti e asciutti nonostante vivano in acqua. Una leggenda romantica fa risalire la nascita dei fiori di loto a una storia di amore. Essa narra che una fanciulla orientale morì cadendo nelle acque in cui si stava specchiando e l’amato, disperato, prima di gettarsi nel fiume a sua volta, vi gettò dei semi di loto affinché la dolcezza di questi fiori potesse ricordare per sempre l’amata.". Il vecchio continuò: "Dovete inoltre sapere che ogni cinque anni la Bora arriva qui e soffia talmente forte che tutti i fiori di loto volano alti nel cielo e poi ricadono come pioggia.". "OOOOHH!!!", esclamammo all’unisono. "E quando succederà?" chiedemmo. E lui: "Oggi!" Corremmo fuori e vedemmo un grande spettacolo: un profumo invase le nostre narici e tutti i colori dal rosa al bianco erano tramutati in fiori.

Cominciarono a preparare tutto e due giorni dopo sebbene ai due fratelli non restasse molto tempo di vita,partirono. Presero tre aerei e&nbsp;24 ore dopo arrivarono all'aeroporto di Roma,presero un taxi,che li portò in una farmacia per comprare le cure necessarie e poi si diressero verso la loro nuova casa. Dopo qualche giorno Giovanni e Lexi guarirono e da quel momento cominciarono a vivere una nuova vita facendo proprie tutte le abitudini che c’erano in Italia,ma non sapevano che da lì a&nbsp;poco il surriscaldamento globale li avrebbe raggiunti.&nbsp;

non c’erano alberi e nemmeno traccia di fiori o piccoli uccellini felici, c’era solo gente con degli aggeggi in mano che loro chiamavano telefoni. Guldy sentiva odori strani e le sembrava strano non vedere nemmeno un pezzo di terra verde, era sconfortata si sentiva male insomma non si sentiva a casa. Embra, che era il più giovane del gruppo tentò di avere un contatto con gli umani ma avevano un’aria stranita, è vero non era normale incontrare da un momento all’altro degli alieni che tentano di parlare con te ma Aly raccontò che una volta era diverso, che avevano degli amici che gli procuravano ciò di cui aveva bisogno; era un mondo diverso. Loro stavano per andarsene ma li fermò una donna; era diversa dagli altri, era felice, lei sapeva e credeva nella loro esistenza. Li portò a casa sua e con tutte le nuove tecnologie di quel secolo lei aveva anche un traduttore che traduceva la loro lingua. Per tutto il tempo parlò Guldy spiegandogli quello di cui avevano bisogno e della forte necessità della Mangrovia. La ragazza con un'aria triste iniziò a spiegare loro quello che stava succedendo sulla Terra: il forte inquinamento che piano piano toglieva la vita a delle creature è soprattutto la mancanza di acqua che per anni era stata sprecata per dei beni non utili, ma che ancora oggi la gente si disinteressava. I quattro alieni erano tristi di sentire tutto quello, perché la Terra era molto più in pericolo di Marte. Tornarono nel loro piccolo pianeta a mani vuote e con molta agonia, non solo per la Terra ma anche perché erano consapevoli che senza la Mangrovia dei piccoli alieni sarebbero morti. Da quel giorno iniziarono a prendersi più cura di Marte con dei piccoli gesti e anche se ci è voluto un po' di tempo loro ce l’avevano fatta. Se ce l’hanno fatta loro ce la possiamo fare anche noi, no?&nbsp;Partiamo dai piccoli gesti per trasformali in qualcosa di enorme. Tutti insieme ce la possiamo fare.

Aveva paura di cadere, se avesse sferrato un colpo perfetto sarebbe stato facile mangiarlo, ma era stanco e se si fosse esposto troppo la lastra lo avrebbe fatto cadere ed il pesce lo avrebbe ucciso (forse). Furono attimi difficili, l’orsetto stava per attaccare quando ad un tratto si sentì una voce fuoriuscire dall’acqua: -Non mi uccidere! Non mi uccidere, ti prego!- -Sono buono, posso aiutarti. Hai bisogno di qualcosa?- Il piccolo un po’ confuso rispose: -Ti lascio vivere se mi insegni a nuotare!- -Nuotare? Un orso che nuota (ah ah ah ah) non ci credo, impossibile, ma ci voglio provare- Il suo muso spuntò dall’acqua -un’unica cosa: se vuoi farmi compiere un miracolo, non dovrai più mangiare i miei simili, mangerai le alghe che ti porterò- Il piccolo accettò, dopo tutto almeno aveva il pasto assicurato. Il primo pasto fu ostico, l’alga era viscida, e lui la sputò più volte, ma alla fine riuscì a deglutirla e scoprì che non faceva poi così ribrezzo; aveva la pancia piena e le energie di una volta quando ancora mangiava il pesce... ...Il merluzzo cominciò l’allenamento subito, anche perchè la lastra ogni giorno si scioglieva sempre di più e mancava poco alla fine. Gli allenamenti furono faticosi all’inizio, l’orsetto non aveva mai provato un’immersione prima d’ora e ebbe difficoltà a trattenere il respiro, dopo più prove capì il meccanismo dei suoi piccoli polmoni e fu più semplice. Ogni giorno si svegliava all’alba; il merluzzo, che aveva soprannominato “Uzzo”, lo stava aspettando, e dopo una colazione a base di alghe gli allenamenti iniziavano. Stavano diventando grandi amici lui e Uzzo; l’orsetto stava diventando grande e forse era il caso di chiamarlo Orso. Questo fattore non era però un beneficio, perché la lastra dove ogni giorno tornava a dormire reggeva sempre meno il suo peso che aumentava di giorno in giorno.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;

IL VERDE NEGLI EDIFICI E I MATERIALI DELLA TRADIZIONE

Mickey adorava andare al mare, infatti trascorreva gran parte del suo tempo lì.&nbsp;Un giorno era andato a farsi una nuotata al largo con alcuni amici e nel bel mezzo dell’escursione, uno di loro disse tirando la testa fuori dall’acqua: “Ragazzi ma che cos’è quella cosa verdastra?” Nessuno rispose.&nbsp;

Produci un TESTO DI FANTASCIENZA scegliendo un'ambientazione legata all'elemento ACQUA, o a luoghi devastati dalla mano dell'uomo, in cui la biodiversità sia stata messa a repentaglio.

Protagonisti: i ragazzi delle classi 1^A e 1^B

Erano le 5:00 del mattino quando Lily e i suoi amici partirono per una escursione sul monte Mutuo; il percorso era molto lungo e turbolento, tanto che i 4 ragazzi si fermarono più volte a bere l’acqua dei torrenti che incontravano nel loro percorso, soprattutto un fiumiciattolo attirò l’attenzione di Lily: era di un colore strano, quasi metallo trasparente; i ragazzi anche se un po’ spaventati, erano talmente assetati che non riuscirono a trattenersi e bevvero l’acqua. Ore dopo finalmente tornarono a casa e senza dire a nessuno ciò che era successo se ne andarono a dormire; nei giorni successivi i ragazzi furono ricoverati in ospedale e sottoposti a vari esami. I dottori non capendo cosa gli stesse succedendo chiesero aiuto agli scienziati più bravi del mondo i quali non sottoposero i ragazzi a semplici esami, ma vennero obbligati a vari tipi di esperimenti che accelerarono in maniera molto veloce i sintomi del virus ingeriti dai ragazzi. Tra i vari effetti provocati dal virus che finalmente capirono fosse inquinamento da piombo c’era il cambiamento del colore del loro sangue che da lì a poco diventò sempre più metallico e solido, tanto da impedire di muovere tutti i muscoli dei loro corpi. I ragazzi ormai dei cyborg avevano come obiettivo l’espansione del virus in tutto il mondo, tentarono ripetutamente di fuggire dai laboratori dove li esaminavano, infatti un giorno mentre non li sorvegliavano uno di loro riuscì a fuggire e arrivò fino al pozzo della città dove con un coltello si tagliò una vena e inquinò tutte le riserve di acqua con il suo sangue fino ad uccidersi e buttarsi nell’acqua. Gli scienziati quando scoprirono che uno dei ragazzi era scappato iniziarono subito a fare ricerche in tutta la città spedendo eserciti armati che controllavano nelle case di tutti gli abitanti, in cerca del ragazzo scomparso; finalmente trovarono il suo cadavere alla riva di un fosso, dove con una ruspa lo tirarono fuori e lo buttarono in una discarica.

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