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Le bufale mentono
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IO SO VOLARE!
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La gatta, l'aquila e il cinghiale femmina
del favolista latino FEDRO
Morale della favola
Da questa favola gli sciocchi creduloni possono trarre un esempio chiaro di quanto male possa procurare un uomo doppio che semina falsità.
L'aquila in cima a una quercia appese il nido: la gatta,
trovato un buco a metà, vi fece dentro i gattini:
alla radice i suoi nati pose la scrofa dei boschi.
La vicinanza fortuita, con frode e con maliziosa
scelleratezza, in tal modo la gatta allora scompiglia.
Salita al nido dell'aquila: «A te», le dice, «e forse anche,
misera, a me, che rovina ci si prepara! La scrofa,
laggiù, che vedi ogni giorno scavar la terra, insidiosa
cerca di sradicar l'albero, perché ella possa, a suo comodo,
caduti al suolo, mangiarsi i miei figliuoli ed i tuoi».
Terrorizzata che l'ebbe, messole il cuore in subbuglio,
sdrucciola giù nel covile del setoloso cinghiale
e: «Quale grave pericolo», dice, «minaccia i tuoi piccoli!
Appena fuori, a pastura, sarai col tenero branco,
l'aquila piomba, già pronta, sui porcellini a rapirteli».
Sparso il timore anche lì, torna al suo buco la perfida,
e vi si tiene al sicuro. Dopo che intorno, la notte,
si aggira in punta di piedi, quando si è ben satollata,
lei con la prole al completo, sta tutto il giorno all'agguato,
come se avesse paura chissà di che. Nel timore
che non rovini la pianta, l'aquila resta fra i rami:
ad evitar la rapina sta rintanata la scrofa.
Per tagliar corto, coi figli muoiono entrambe di fame,
ed iilla gatta e ai gattini un lauto cibo apparecchiano.
trovato un buco a metà, vi fece dentro i gattini:
alla radice i suoi nati pose la scrofa dei boschi.
La vicinanza fortuita, con frode e con maliziosa
scelleratezza, in tal modo la gatta allora scompiglia.
Salita al nido dell'aquila: «A te», le dice, «e forse anche,
misera, a me, che rovina ci si prepara! La scrofa,
laggiù, che vedi ogni giorno scavar la terra, insidiosa
cerca di sradicar l'albero, perché ella possa, a suo comodo,
caduti al suolo, mangiarsi i miei figliuoli ed i tuoi».
Terrorizzata che l'ebbe, messole il cuore in subbuglio,
sdrucciola giù nel covile del setoloso cinghiale
e: «Quale grave pericolo», dice, «minaccia i tuoi piccoli!
Appena fuori, a pastura, sarai col tenero branco,
l'aquila piomba, già pronta, sui porcellini a rapirteli».
Sparso il timore anche lì, torna al suo buco la perfida,
e vi si tiene al sicuro. Dopo che intorno, la notte,
si aggira in punta di piedi, quando si è ben satollata,
lei con la prole al completo, sta tutto il giorno all'agguato,
come se avesse paura chissà di che. Nel timore
che non rovini la pianta, l'aquila resta fra i rami:
ad evitar la rapina sta rintanata la scrofa.
Per tagliar corto, coi figli muoiono entrambe di fame,
ed iilla gatta e ai gattini un lauto cibo apparecchiano.
L'aquila in cima a una quercia appese il nido: la gatta,
trovato un buco a metà, vi fece dentro i gattini:
alla radice i suoi nati pose la scrofa dei boschi.
La vicinanza fortuita, con frode e con maliziosa
scelleratezza, in tal modo la gatta allora scompiglia.
Salita al nido dell'aquila: «A te», le dice, «e forse anche,
misera, a me, che rovina ci si prepara! La scrofa,
laggiù, che vedi ogni giorno scavar la terra, insidiosa
cerca di sradicar l'albero, perché ella possa, a suo comodo,
caduti al suolo, mangiarsi i miei figliuoli ed i tuoi».
Terrorizzata che l'ebbe, messole il cuore in subbuglio,
sdrucciola giù nel covile del setoloso cinghiale
e: «Quale grave pericolo», dice, «minaccia i tuoi piccoli!
Appena fuori, a pastura, sarai col tenero branco,
l'aquila piomba, già pronta, sui porcellini a rapirteli».
Sparso il timore anche lì, torna al suo buco la perfida,
e vi si tiene al sicuro. Dopo che intorno, la notte,
si aggira in punta di piedi, quando si è ben satollata,
lei con la prole al completo, sta tutto il giorno all'agguato,
come se avesse paura chissà di che. Nel timore
che non rovini la pianta, l'aquila resta fra i rami:
ad evitar la rapina sta rintanata la scrofa.
Per tagliar corto, coi figli muoiono entrambe di fame,
ed iilla gatta e ai gattini un lauto cibo apparecchiano.
trovato un buco a metà, vi fece dentro i gattini:
alla radice i suoi nati pose la scrofa dei boschi.
La vicinanza fortuita, con frode e con maliziosa
scelleratezza, in tal modo la gatta allora scompiglia.
Salita al nido dell'aquila: «A te», le dice, «e forse anche,
misera, a me, che rovina ci si prepara! La scrofa,
laggiù, che vedi ogni giorno scavar la terra, insidiosa
cerca di sradicar l'albero, perché ella possa, a suo comodo,
caduti al suolo, mangiarsi i miei figliuoli ed i tuoi».
Terrorizzata che l'ebbe, messole il cuore in subbuglio,
sdrucciola giù nel covile del setoloso cinghiale
e: «Quale grave pericolo», dice, «minaccia i tuoi piccoli!
Appena fuori, a pastura, sarai col tenero branco,
l'aquila piomba, già pronta, sui porcellini a rapirteli».
Sparso il timore anche lì, torna al suo buco la perfida,
e vi si tiene al sicuro. Dopo che intorno, la notte,
si aggira in punta di piedi, quando si è ben satollata,
lei con la prole al completo, sta tutto il giorno all'agguato,
come se avesse paura chissà di che. Nel timore
che non rovini la pianta, l'aquila resta fra i rami:
ad evitar la rapina sta rintanata la scrofa.
Per tagliar corto, coi figli muoiono entrambe di fame,
ed iilla gatta e ai gattini un lauto cibo apparecchiano.
L'ape e la scimmia
di
Christian Stocchi
L'ape e la scimmia
di
Dal libro
Favole in Wi-Fi
Esopo, oggi
La volpe, l'orsetto e il pavone
Viola Monticelli
C'erano una volta una volpe, un orsetto ed un pavone che stavano tornando a casa in treno. La volpe, che voleva il treno tutto per sé, disse all'orsetto goloso che alla fermata successiva ci sarebbe stato un coniglio a vendere caramelle. Poi, rivolgendosi al pavone, gli disse che alla stessa fermata ci sarebbe stato un concorso per l'elezione dell'animale più bello, il quale avrebbe ricevuto per premio un servizio fotografico. Sia l'orsetto che il pavone scesero dal treno, che ripartì. L'orsetto e il pavone, non vedendo niente e nessuno, capirono di essere stati imbrogliati. Per poter tornare a casa dovettero attendere il giorno dopo. La volpe, invece, si divertì sul treno da sola.