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gli stati italiani nel secondo cinquecento

by Omaima Sadiki

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gli stati italiani nel secondo cinquecento
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la repubblica di Genova e il ducato di savoia
Le tensioni tra il Ducato di Savoia e la Repubblica di Genova risalivano a molto prima del 1625. Nel 1533 l'ultimo marchese del Monferrato, Giangiorgio Paleologo, morì senza eredi e il territorio, dopo essere stato sequestrato dall'impero, fu assegnato nel 1536 ai Gonzaga grazie al trattato di Cateau-Cambrésis.
lo stato della chiesa
i pontificati di Innocenzo VIII Cibo e Alessandro VI Borgia erano stati scandalosi , sia i papi si erano comportati personalmente in modo immorale si avevano incoraggiato la Simonia e il Nipotismo. il comportamento dei papi successivi fu meno sfacciato , soprattutto perché non volevano ulteriori giustificazioni alla riforma luterana. anche il papa clemente VII medici si comporto da nepotista; infatti , dopo il sacco di Roma del 1527 appoggiò politicamente Carlo V chiedendo Cambio l'intervento dell'imperatore
Per ristabilire il potere dei medici a Firenze.

Poiché la riforma protestante si stava diffondendo in Europa, le gerarchie e ecclesiastiche i papi si convissero delle necessità di una svolta radicale nella vita delle chiese :
Questa fa prese svolta avvio con il Concilio di Trento. negli ultimi anni del cinquecento un abile energico pontefice , Sisto V riorganizzo in modo più efficiente l'amministrazione dello stato della chiesa
La Repubblica di Venezia
Il Ducato di Venezia nacque nel IX secolo dai territori bizantini della Venetia maritima. Secondo la tradizione il primo doge fu eletto nel 697, ma la sua figura è di dubbia storicità e assimilabile a quella dell'esarca Paolo, che analogamente al doge fu assassinato nel 727 in seguito a una rivolta. Nel 726 l'imperatoreLeone III tentò di estendere l'iconoclastia anche all'Esarcato di Ravenna provocando numerose rivolte in tutto il territorio. In reazione alla riforma le popolazioni locali nominarono diversi dux per sostituire i governatori bizantini e in particolare la Venetia nominò come suo doge Orso che governò la laguna per un decennio. In seguito alla morte del doge i bizantini affidarono il governo della provincia al regime dei magistri militum che durò fino al 742 quando l'imperatore concesse al popolo la nomina di un dux. I veneziani elessero per acclamazione Teodato, figlio di Orso, che decise di traslare la capitale del ducato da Heraclia a Metamauco.
La conquista longobarda di Ravenna del 751 e la successiva conquista del regno longobardo da parte dei Franchi di Carlo Magno nel 774, con la creazione dell'Impero carolingio nell'800, mutarono considerevolmente il contesto geopolitico della laguna portando i veneziani a suddividersi in due fazioni: un partito filofranco capeggiato dalla città di Equilium e un partito filobizantino con roccaforte a Heraclia. Dopo una lunga serie di schermaglie nell'805 il doge Obelerio decise di attaccare contemporaneamente entrambe le città deportando la loro popolazione nella capitale. Preso il controllo della situazione il doge pose la Venetia sotto la tutela franca, ma un blocco navale bizantino lo convinse a rinnovare la propria fedeltà all'Imperatore d'oriente. Con l'intenzione di conquistare la Venetia nell'810 l'esercito franco comandato da Pipino invase la laguna, costringendo la popolazione locale a ritirarsi a Rivoalto dando così inizio a un assedio che si concluse con l'arrivo della flotta bizantina e la ritirata dei franchi. in seguito alla mancata conquista franca il doge Obelerio fu sostituito dal nobile filobizantino Agnello Partecipazio che nell'812 trasferì definitivamente la capitale a Rivoalto, decretando così la nascita della città di Venezia.
Il pericolo turco e la battaglia di Lepanto
La battaglia di Lepanto si risolse in una grande disfatta dei turchi, che misero in salvo appena trenta galee e persero circa 35.000 uomini tra morti, feriti e prigionieri. I cristiani liberarono inoltre 15.000 forzati imbarcati come rematori nelle stive turche.
firma: Omaiam Sadiki
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