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LA SCUOLA GABELLI E IL SUO MUSEO

by Laura 02-GUARASCIO

Pages 2 and 3 of 27

STORIA DELLA SCUOLA GABELLI E DEL SUO MUSEO
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INDICE
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1- Le origini e la prima guerra mondiale............... Pag. 4
La scuola Gabelli dopo la prima guerra mondiale.. pag.9
2 - Il fascismo......... Pag. 10
3- La seconda guerra mondiale e la liberazione.. Pag. 14
Il rifugio antiaereo... Pag. 16
4- Il dopoguerra......... Pag. 18
5- Gli ultimi anni e la nascita del museo................ Pag. 20
6- Bibliografia e proposte di lavoro.......... Pag.25
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1- LE ORIGINI E LA PRIMA GUERRA MONDIALE


A partire dal 1910 si pensa alla costruzione di una scuola tra via
Monterosa e via Elvo per venire incontro al forte aumento di
popolazione verificatasi nella zona, che rende non più sufficiente
la vicina Scuola elementare Pestalozzi. La sua realizzazione è
approvata nella seduta del Consiglio Comunale del 27 aprile 1914:
l’edificio, ultimato già l’anno successivo, comprende 26 aule,
locali per la direzione e per insegnanti, museo didattico,
biblioteca, due palestre, refettorio, bagni con doccia ed alloggi per
bidelli. Il progetto è dell’architetto comunale Camillo Dolza, che
inserisce elementi liberty nella facciata. L’importo totale delle
opere ammonta a 470.000 lire.

tratto dal sito www.musetotorino.it
LO STILE LIBERTY:
Per conoscere meglio lo stile liberty, qui a destra viene proposto un abbecedario architettonico realizzato nel 2006.
APPROFONDIMENTO:
L'Istruzione nei primi decenni del '900 in Italia. Video apparso sulla RAI
LA PRIMA GUERRA MONDIALE

La prima guerra mondiale lascia una traccia morale e fisica sulla scuola
torinese: non solo sono distrutti gli edifici scolastici, ma anche la
vita di molti giovani studenti e insegnanti.
In questo periodo molte scuole sono utilizzate come caserme o
ospedali, oppure ancora sono adibite a centri di assistenza e
ricovero per profughi: ad esempio, la scuola all’aperto di Villa
Genero offre ospitalità a ottanta alunni del Veneto invaso.
Trentasei insegnanti comunali chiedono e ottengono di potersi
arruolare tra i volontari della Croce Rossa. In ogni edificio vengono affisse lapidi in memoria degli insegnanti caduti e al termine della guerra è tenuta una cerimonia ufficiale nel corso della quale Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta legge l’appello dei caduti.
Nel 1928, dieci anni dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, il
bilancio delle vite umane perse è drammatico: le scuole torinesi
decidono di ricordare le vittime di guerra intitolando ogni aula a un
ex allievo caduto, mediante l’affissione di una targa
commemorativa.
Le targhe sono presenti complessivamente in 39
compartimenti scolastici, in 21 dei quali vengono inaugurate
contemporaneamente nella giornata del 24 maggio 1929 alla presenza,
presso l’elementare Gabelli, di Emanuele Filiberto.

tratto dal sito www.museotorino.it
Qui sotto trovi 2 articoli d'epoca della Stampa sull'inaugurazione delle targhe ai caduti della prima guerra mondiale.
Durante la Prima guerra mondiale Torino cambiò molto, sebbene si trovasse geograficamente lontana dai combattimenti. Gli uomini erano partiti, e alla guida dei tram come al lavoro nelle fabbriche, c’erano molte donne (la percentuale delle operaie risultava infatti essere tra il 35 e il 50%). Dai muri sparirono molti cartelloni di spettacoli, rimpiazzati da avvisi commerciali, le strade erano percorse da un gran numero di autocarri con armi e soldati, e nel cielo rumoreggiava qualche aereo. La Fiat, grazie alle commesse belliche, dominava il panorama industriale, mentre le condizioni di vita precipitavano: nelle strade comparvero numerosi mendicanti e lunghe erano le file all’assistenza per un piatto di minestra. Diffuso fu, durante l’intero conflitto, il malcontento per il pane (alternativamente assente, immangiabile o carissimo). Anche a causa delle massacranti condizioni di lavoro in fabbrica, e delle tensioni per la guerra, il 22 agosto 1917 ebbe inizio quella che, più che uno sciopero, fu una vera e propria insurrezione, con «pane»e «pace» quali parole d’ordine fondamentali. Per diversi giorni, fino al 25, migliaia di uomini, donne e ragazzi si batterono per le strade contro l’esercito. La sommossa fu domata da arresti e repressione: i morti totali furono circa cinquanta, i feriti duecento e moltissimi gli incarcerati.
tratto dal sito www.museotorino.it
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