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LA PEDAGOGIA : NASCITA DELLA PEDAGOGIA SPECIALELoading...



La pedagogia è la scienza sociale che studia l'educazione e la formazione dell'essere umano nella sua interezza, ovvero lungo il suo intero ciclo di vita (lifelong learning). Si occupa dei diversi approcci educativi che coinvolgono l'uomo e la donna nei diversi momenti e situazioni dello sviluppo; non solo quindi l'età infantile ma tipicamente anche l'adolescenza, l'età adulta, la vecchiaia (o terza età), la condizione di disabilità e i bisogni educativi speciali. Insieme alle altre scienze umane, la pedagogia si rivolge, dunque, ai contesti formali, non-formali e informali, nei quali si ambienta il processo di formazione della persona.


La scienza si occupa anche dell'educazione scolastica e dell'apprendimento dei soggetti, ma non è questo il suo unico fine euristico. Il fine euristico della pedagogia è l'Uomo che si relaziona con l'altro da sé (educazione) e che si relaziona con se stesso (formazione). Il Pedagogista studia l'umano e ciò che riguarda l'Uomo e la sua esistenza. Nell'ambito della pedagogia italiana il pedagogista Riccardo Massa ha proposto di usare il termine formazione per indicare sia l'educazione (ovvero il processo di formazione globale della personalità) sia l'istruzione (ovvero il processo di trasmissione da parte di un individuo e di acquisizione di competenze e di conoscenze da parte dell'individuo che viene istruito).
Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo si realizzò uno stretto legame tra la psicologia e la pedagogia, precedentemente vista solo come una branca della filosofia. Wilhelm Wundt, considerato il fondatore della Psicologia Sperimentale, fu il primo a studiare l'apprendimento attraverso i sensi. Ivan Pavlov dimostrò che l'apprendimento si può legare a stimoli secondari.
Johann Friedrich Herbart fu uno degli ultimi pensatori ad assimilare la pedagogia alla filosofia e ai suoi valori, cercando una mediazione con la ricerca psicologica che stava allora muovendo i primi passi e proponendo queste due componenti per costruire una scienza dell'educazione. I suoi filosofi di riferimento erano Johann Heinrich Pestalozzi, per quanto riguarda la percezione sensibile e Kant per la sua morale.
Seguin e Itard si occuparono di disabili, il primo associò l'immagine dell'educatore a quella del medico, in quanto si doveva occupare di trasmettere le prassi necessarie all'igiene, il mantenimento del corpo attraverso l'attività motoria e l'educazione dei disabili.
Johann Friedrich Herbart fu uno degli ultimi pensatori ad assimilare la pedagogia alla filosofia e ai suoi valori, cercando una mediazione con la ricerca psicologica che stava allora muovendo i primi passi e proponendo queste due componenti per costruire una scienza dell'educazione. I suoi filosofi di riferimento erano Johann Heinrich Pestalozzi, per quanto riguarda la percezione sensibile e Kant per la sua morale.
Seguin e Itard si occuparono di disabili, il primo associò l'immagine dell'educatore a quella del medico, in quanto si doveva occupare di trasmettere le prassi necessarie all'igiene, il mantenimento del corpo attraverso l'attività motoria e l'educazione dei disabili.


A Jean Marc Gaspard Itard (1774 – 1838) si deve la nascita della cosiddetta pedagogia speciale. Itard, medico, pedagogista ed educatore francese, proviene da una famiglia borghese. Nel 1800 collabora con l’abate Sicard dell’Istituto nazionale dei sordomuti di Parigi. Qui si dedica allo studio e alla cura di Victor, ovvero il “ragazzo selvaggio dell’Aveyron”. Victor fu ritrovato nelle campagne francesi in una grave forma di degrado.

Itard si dedicò completamente al ragazzo, gli diede un nome, e si pose degli obiettivi ben specifici:
- inserire Victor nella vita sociale;
- promuovere la sensibilità nervosa del ragazzo;
- insegnare a Victor a parlare;
- facilitare i rapporti con gli altri individui.
- inserire Victor nella vita sociale;
- promuovere la sensibilità nervosa del ragazzo;
- insegnare a Victor a parlare;
- facilitare i rapporti con gli altri individui.

La Pedagogia Speciale di Itard sottolinea l’importanza dell’osservazione e dell’integrazione, ponendo al centro l’individuo, dove “diversità” non significa “assenza di abilità” ma di “abilità presenti in un modo differente”.

