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Racconti

by Elena Lava

Pages 6 and 7 of 137

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“Un, due, un, due…marche!” gridavano i superiori a squarciagola in testa alla batteria. 
“Dove ci portano?” disse tremante Attilio. “Hanno
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per la guerra mondiale. “Beh, Giovanni, qui andiamo bene. Vado ad avvisare la mamma” disse Attilio al suo amico, una volta uscito dal centro. “Ci vediamo in piazza” rispose Giovanni. Arrivato a casa, il mio bisnonno preparò le valigie, mangiò velocemente la sua colazione, salutò la madre e partì. 
Giunto al piazzale, con lo zaino in spalla, i comandanti gli dissero di cambiarsi indossando la divisa dell’esercito (tuta militare, scarponcini e zaino) e poi mettersi a coppie in fila, pronti per andare al fronte. Naturalmente Attilio scelse come compagno Giovanni.
I due amici e, ormai, soldati semplici (anche se io li definirei “carne da macello”) si salutarono con un segno militare, quasi fosse un gioco.
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detto Monte Grappa” rispose eccitato l’amico “Chissà che panorama!” 
Li caricarono su camioncini, ammassati come animali, per portarli verso il fronte veneto, per poi scaricarli una dozzina di chilometri prima della meta. Quel giorno, in Veneto, nevicava e i primi fiocchi di neve cadevano ancora candidi e non ancora rosso sangue sugli elmetti dei soldati; faceva un freddo polare, ma il lungo
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“Un, due, un, due…marche!” gridavano i superiori a squarciagola in testa alla batteria. 
“Dove ci portano?” disse tremante Attilio. “Hanno
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detto Monte Grappa” rispose eccitato l’amico “Chissà che panorama!” 
Li caricarono su camioncini, ammassati come animali, per portarli verso il fronte veneto, per poi scaricarli una dozzina di chilometri prima della meta. Quel giorno, in Veneto, nevicava e i primi fiocchi di neve cadevano ancora candidi e non ancora rosso sangue sugli elmetti dei soldati; faceva un freddo polare, ma il lungo
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