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Nei Panni di Dante per un giorno

by Elena Lava

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Comic Panel 1
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Nei panni di Dante
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per un giorno
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Testo scritto da Mathis Alliod
classe 3 Sec. di primo grado
Istituto La Marmora dei FSC

A cura della prof.ssa Elena Lava
Giorno 4 marzo: una settimana dalla chiusura totale dell’Italia a causa del Covid-19. Ho paura. Sento parlare di pandemia, di respiratori, di gente che muore in solitudine, di medici e infermieri che affrontano turni disumani: non riesco a razionalizzare, la mia età non mi permette il giusto distacco per affrontare la situazione senza esserne sopraffatto. Sono inerme, lo devo accettare. Tento di riempire la testa di qualcos’altro, per non elucubrare, e così studio, dipingo, suono e leggo. La lettura è salvifica. Riprendo in mano l’Inferno di Dante, versione integrale: mi servirà per la scuola e poi ho un conto in sospeso con il “sommo poeta” che risale a quando avevo nove anni e proprio non riuscii a finire il libro. Rieccomi qui, Dante, a noi due.
“Nel mezzo del cammin di nostra vita 
mi ritrovai per una selva oscura, 
che la diritta via era smarrita…”
.
“Mathis?” sento pronunciare. Mi volto di scatto, il mio divano è diventato un cumulo di rocce.
Giorno 4 marzo: una settimana dalla chiusura totale dell’Italia a causa del Covid-19. Ho paura. Sento parlare di pandemia, di respiratori, di gente che muore in solitudine, di medici e infermieri che affrontano turni disumani: non riesco a razionalizzare, la mia età non mi permette il giusto distacco per affrontare la situazione senza esserne sopraffatto. Sono inerme, lo devo accettare. Tento di riempire la testa di qualcos’altro, per non elucubrare, e così studio, dipingo, suono e leggo. La lettura è salvifica. Riprendo in mano l’Inferno di Dante, versione integrale: mi servirà per la scuola e poi ho un conto in sospeso con il “sommo poeta” che risale a quando avevo nove anni e proprio non riuscii a finire il libro. Rieccomi qui, Dante, a noi due.
“Nel mezzo del cammin di nostra vita 
mi ritrovai per una selva oscura, 
che la diritta via era smarrita…”
.
“Mathis?” sento pronunciare. Mi volto di scatto, il mio divano è diventato un cumulo di rocce.
È buio, non intravedo nessuno nell’oscurità. Eppure, sento quella voce che mi chiama, afferro un sasso e mi appresto a colpire: “Miserere di me, Mathis. Fermati. Apri gli occhi alla maraviglia”. Dalle tenebre scorgo un’ombra e poi lo vedo, nitidamente. È lui, è Dante, così come lo conosciamo dai dipinti, solo più basso di come lo immaginavo. Mi dà del “tu”, il suo volgare si è trasformato in un italiano moderno: “So cosa stai provando. La sensazione di spavento, solitudine, distacco dagli affetti…
Li ho provati prima di te, quando mi mandarono in esilio ingiustamente.
Fui costretto a lasciare la mia cara madrepatria e in quei giorni di solitudine, abbandonato a me stesso, pensai a tutto ciò che avevo lasciato indietro. Mi misi a scrivere per scacciare le mie angosce.
Nacque in quel periodo “La Divina Commedia”, capolavoro che voi ragazzi leggete ancora oggi,
È buio, non intravedo nessuno nell’oscurità. Eppure, sento quella voce che mi chiama, afferro un sasso e mi appresto a colpire: “Miserere di me, Mathis. Fermati. Apri gli occhi alla maraviglia”. Dalle tenebre scorgo un’ombra e poi lo vedo, nitidamente. È lui, è Dante, così come lo conosciamo dai dipinti, solo più basso di come lo immaginavo. Mi dà del “tu”, il suo volgare si è trasformato in un italiano moderno: “So cosa stai provando. La sensazione di spavento, solitudine, distacco dagli affetti…
Li ho provati prima di te, quando mi mandarono in esilio ingiustamente.
Fui costretto a lasciare la mia cara madrepatria e in quei giorni di solitudine, abbandonato a me stesso, pensai a tutto ciò che avevo lasciato indietro. Mi misi a scrivere per scacciare le mie angosce.
Nacque in quel periodo “La Divina Commedia”, capolavoro che voi ragazzi leggete ancora oggi,
obbligati dai vostri insegnanti, e che mi portò fama in numerose città. Ho bisogno di te, per portare il mio libro nelle mani dei più giovani, rendendolo attuale e interessante, non un obbligo scolastico.
La tua passione guiderà la mia penna. Parlami, Mathis, dei personaggi nel mondo di oggi che inseriresti nell’Inferno, Purgatorio e Paradiso”.
Sono in preda ad una grande emozione, felice e preoccupato al tempo stesso da tanto onore.
Respiro e poi racconto: “Arrivato al Lago Cocito, aggiungerei un nuovo girone, proprio sopra Lucifero: quello dei terroristi traditori della fede e dell’umanità. Tra questi, contraddistinguo il leader di Al-Qaida, Osama bin Laden che ci esprime in quartine:
“Di tanto dolore che io creai
lo schianto, il fuoco, la gente che muore
tu dell’undici settembre ricorderai
l’ultimo grido che dalle macerie s’ode…”
Figlio di una ricchissima famiglia araba, cresciuto nell’agio e nella tradizione, Osama frequentò le scuole d’élite in lingua inglese. 
Di fede musulmana, venne educato secondo precetti molto rigidi in cui l’islami-
smo viene spogliato delle innovazioni degli ultimi anni.
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