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Racconti di viaggio 5^puntata

by Isabella Mecarelli

Pages 4 and 5 of 15

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Nel deserto non c’erano servizi d’autobus né ferrovie, e chi doveva spostarsi, se non aveva animali, doveva dipendere dal buon cuore degli automobilisti o dei camionisti, perché solo quei mezzi transitavano in quelle plaghe sconfinate.
All’improvviso il nostro passeggero ci fece segno di fermarci. Proprio qui?, ci chiedemmo guardandoci attorno: nessun villaggio, non un’anima a perdita d’occhio. Stentammo a credere di aver capito bene. Ma lui insistette: niente affatto, era proprio lì che aveva intenzione di scendere.

Prima di accomiatarci per andare ognuno per la sua strada, si prestò di buon grado a farsi fotografare. Assunse allora una posa fiera, impettita davanti all’obiettivo, significando così il suo ringraziamento per la gentilezza ricevuta. Ci è rimasta così, a tangibile prova di un episodio che in futuro avremmo supposto altrimenti di averlo sognato o che fosse frutto di immaginazione, l’istantanea di quel piccolo uomo dritto in posa con il turbante attorto sul capo, che fissa l’obiettivo con occhi che brillano fieri e un accenno di sorriso sulle labbra.

Ci ringrazia, ci saluta, si allontana di qualche metro, poi, così com’è comparso, si dilegua dietro il profilo delle basse dune che ondulano quel paesaggio sconfinato, lasciandoci interdetti e con una serie di domande che rimarranno per sempre insoddisfatte: come avrà fatto a capire di essere “arrivato”, fra quelle colline di sabbia tutte uguali? Quale punto di riferimento avrà considerato? Non ha paura a vagare tutto solo? Resterà uno dei misteri irrisolti del viaggio.  
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Eravamo entrati nel cuore dell’erg e il paesaggio si faceva sempre più sabbioso: ormai erano scomparsi del tutto anche i rari cespugli erbosi che prima del confine punteggiavano qua e là il territorio, mentre il colore predominante era il giallo, in tutte le sue sfumature, e giallo pallido appariva anche il cielo. Il termometro dentro l’auto oscillava tra i 55 e i 56 gradi, anche se risultava meno opprimente di quanto uno potesse immaginare solo a leggere quella temperatura.

Una scena inconsueta per noi, ma normale per quel luogo, apparve a fianco della strada: una enorme mandria di dromedari, saranno stati oltre mille capi, sostava in attesa. Ci fermammo per riprenderli ed osservarli con curiosità, mentre si crogiolavano beati sotto quel sole infernale.

L’erg è affascinante con le sue dune alte come palazzi di trenta piani; è simile a un mare modellato da enormi cavalloni, che mostra una superficie fittamente increspata. La sabbia cammina di continuo, impercettibile, ricoprendo insidiosamente l’asfalto. Ogni tanto piccole montagnole si accumulano sulla carreggiata costringendoci a rallentare; occorre allora deviare per sfruttare il passaggio più adatto, in genere anch’esso ricoperto di una strato di sabbia, solo più sottile. Bisogna allora accelerare per non insabbiarsi, ma calcolando meticolosamente la velocità per evitare che la macchina sbandi.
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