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Mediterraneo Racconti di viaggio parte 2

by Isabella Mecarelli

Pages 2 and 3 of 19

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La traversata

Stavolta ritirammo i passaporti e li tenemmo ben stretti. Raggiungemmo in breve Trapani. La città giaceva sotto un sole infuocato che la rendeva di un bianco abbacinante, rendendola simile a una medina araba. In attesa dell’imbarco ci concedemmo una passeggiata per le sue strade assolate.
La nave salpò alle 11 della mattina in un’atmosfera festosa: aveva imbarcato commercianti tunisini, impazienti di tornare in patria con il carico della merce acquistata in Italia; turisti tedeschi e olandesi ancor più impazienti di raggiungere la tanto ambita terra africana; e noi elettrizzati.

Sotto un sole abbacinante vedevo rimpicciolirsi velocemente la sagoma della Madonnina che vegliava all’estremità del molo, mentre netto sull’orizzonte marino si delineava il contorno delle Egadi, bastioni di roccia che parevano emergere dal mare come cetacei. Il guizzo improvviso di un delfino ci distrasse dalla contemplazione delle terre. Assistemmo divertiti al suo show: filava dritto come un siluro a pelo d’acqua, poi saltava e si rituffava, continuando il suo gioco clownesco, finché non lo perdemmo di vista. Al tramonto stavamo navigando nel golfo di Tunisi; lontano, alla nostra destra, sulla cima di un alto promontorio si scorgeva il grazioso villaggio di Sidi Bou Said, che avevo visitato e ammirato anni prima e da cui avevo contemplato il mare su cui navigavo ora. 
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La nave puntò verso la Goletta, il porto di Tunisi, sempre molto affollato. Per attraccare dovemmo attendere che si liberasse un accesso alla banchina. Finalmente a terra. Dopo le consuete formalità, all’uscita del porto subimmo l’assalto di un gruppo di ragazzi che chiedevano denaro e oggetti.

Ci sganciammo con difficoltà, poi, sotto una pioggerella insistente, attraversammo la laguna, Le Lac, che è separata dal mare da una diga larga appena da contenere la strada. All’orizzonte le tenebre della notte erano squarciate da una serie intermittente di lampi che illuminavano a giorno la città. Superammo la capitale, diretti ad Hammam-lif, un paese distante 15 chilometri, dove sapevamo che esisteva un campeggio.

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Ma, data la tempesta, lo trovammo a stento, e solo dopo ripetute ricerche. Naturalmente ci toccò montare la tenda sotto l’acquazzone. A fianco a noi una roulotte targata Roma pareva star lì a rassicurarci riguardo alla nostra prima notte in Africa.