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GIORNALINO SCOLASTICO

by I.C.Giovanni XXIII Statte (Ta)

Cover

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Uscita n.1
a.s. 2020-21
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Ellipse;
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marzo 2021
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LEONARDINO
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Comic Panel 1
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BENVENUTI NEL GIORNALINO SCOLASTICO!
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realizzato dagli alunni delle classi 2^E-3^A
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I.C. Giovanni XXIII di Statte (TA)
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SOMMARIO
4-5. INTERVISTA AL DS ROSSANA FORNARO

6. PROGETTI E INIZIATIVE DEL NOSTRO ISTITUTO
Shoah: parole e luoghi - Giornata dei calzini spaiati

7. PROGETTI E INIZIATIVE DEL NOSTRO ISTITUTO
Giornata internazionale contro il bullismo e cyberbullismo

8-9. PROGETTI E INIZIATIVE DEL NOSTRO ISTITUTO
Dantedì: il sommo poeta è in tutte le nostre vite

10. PROGETTI E INIZIATIVE DEL NOSTRO ISTITUTO
Ambiente: la regola delle 4R
11-13. LA SCUOLA AL TEMPO DEL COVID
Uniti, ma distanti- DDI o DIP?

14. PROGETTO ERASMUS AL TEMPO DEL COVID

15. VIAGGIO TRA LE TRADIZIONI PUGLIESI
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INTERVISTA AL DS ROSSANA FORNARO
Buonasera Signora Preside, siamo quattro studenti della scuola media, vorremmo porle alcune domande per avere la possibilità di conoscerla meglio.
1. Marco: Come si decide di diventare “Preside” di una scuola? Qual è stato il suo percorso verso questa scelta?
Molte scelte le fa la vita al posto nostro. Ero e mi sento un’insegnante di matematica, lavorando sempre con passione e felicità e al momento dell’uscita del bando, avevo voglia di studiare, non volevo cambiare mestiere. Poi ho vinto il concorso e ho cominciato una nuova avventura che ho affrontato come fosse una sfida. Dunque non era il mio sogno di una vita, ma ora sono felice del mio incarico, in particolare in questa scuola, perché vi sono alunni tra gli 11 e i 13 anni, un’età in cui si impianta la fiducia in sé stessi. Avendo vissuto a contatto anche con le superiori, ho notato che coloro che avevano attraversato male la scuola media, portavano strascichi negativi. Chiaramente non ho potuto conoscervi bene, ma vi dico che siete fortunati, perché i vostri professori sono persone fantastiche. Quindi ci sono arrivata un po’ per caso e un po’ per studio. Quando si presentano situazioni più grandi di voi, il mio consiglio è di affrontarle a viso aperto.
2. Marco:Lei ha accennato ad un passato di docente di matematica, quel ruolo ha arricchito la sua professionalità? Se sì, in che modo? 
Assolutamente sì, perché ho amato il mio lavoro, quasi avevo la sensazione di andare a divertirmi. A scuola si stava bene, ovviamente il legame con i ragazzi si costruiva nel tempo. Con piacere ricordo che nelle mie classi vi erano pochissimi assenti.
Il mio obiettivo non era quello di verificare, controllare, punire e sanzionare, anche se a volte ci sta, ma sempre nell’ottica del servizio, per stare bene con sé stessi. Poi la scuola termina, le materie possono essere dimenticate, per esempio se Roberta studia chimica dimenticherà qualcosa della storia, se Daniele decide di essere un avvocato,qualcosa della matematica la dimenticherà, se Carlotta decide di diventare una cantante rock, qualcosa di geografia la dimenticherà, però ci rimane il fatto che la scuola ci ha aiutato a capire chi siamo.
Quindi andare a scuola sereni e avere un bel rapporto con i docenti, come so che voi avete, è molto importante. La professione di docente al 99% si sceglie, mentre chi è stato costretto, crea un danno agli alunni, ma anche a sé stesso, perché in classe si è felici solo se l’insegnante è felice, e mi manca tantissimo questa dimensione. 
In conclusione la mia prima preoccupazione è che i docenti siano sereni esattamente come la preoccupazione dei docenti è che voi siate sereni.
3. Marco: Tornando invece al percorso di Preside, quali sono state le sue emozioni quando si è sentita chiamare “Preside” la prima volta?
Beh, qui è facilissimo rispondere perché è un passaggio istituzionale necessario: il Comune comunica con la scuola attraverso un sindaco e una preside, quindi è necessario passare da questi ruoli. Un’emozione vera e propria non c’è stata, perché mi sento sempre una persona con un nome e un cognome, mi sento Rossana Fornaro senza il titolo. Il titolo è necessario, è importante, ma non è qualcosa che aggiunge un’emozione: l’emozione l’ho provata quando ho superato il concorso, l’esame, quando mi hanno detto “lo hai superato con un bel voto”, quella sì. Tanto è vero che nelle circolari firmo solo con nome e cognome, senza il titolo, che è legittimo utilizzare, però mi sento sempre io, sempre la stessa assolutamente.
4. Carlotta: quest'anno siamo felici di averla con noi, ma lei si è sentita ben accolta dalla nostra scuola? Al suo arrivo quale ambiente ha trovato? Com’è il suo rapporto con docenti e alunni?
Mi sono sentita accolta formalmente, non poteva essere diversamente; è chiaro che i sorrisi e la gentilezza che si utilizzano fanno parte della buona educazione, perchè le persone non si conoscono. Nei primi giorni ho ricevuto davvero un'accoglienza cordiale e gentile, come deve essere, dato che siamo un'istituzione, poi entrando in maggior confidenza con i docenti, costruendo un rapporto che può’ esserci tra persone più intime, l’accoglienza è stata reciproca.
5.Aveva qualche stereotipo riguardo la nostra scuola? Esso si è rivelato esatto o no?
In verità uno stereotipo c’era, pensavo a questa scuola come una scuola difficile con un’utenza complicata: ragazzi che non rispettano le regole o con un comportamento inadeguato. Tutto ciò è stato disatteso subito. Fin dai primi giorni ho trovato dei ragazzi veramente corretti sul piano del comportamento, educati, silenziosi e rispettosi. Perciò sono sincera se dico che posso parlare solo bene di voi.
6.Quali sono i punti di debolezza e i punti di forza del nostro istituto? In cosa potrebbe migliorare ulteriormente?
Sicuramente quest’anno si tratta di un periodo non adeguato per un’analisi di questo tipo, probabilmente la prima cosa che verrebbe in mente è quella di migliorare la connettività. Ciò che è davvero importante è costruire delle occasioni in modo che i ragazzi possano approcciarsi a loro stessi. Credo che questa scuola abbia più punti di forza che di debolezza, che ora come ora possono essere più infrastrutturali, ma passano in secondo piano se si considera il punto di forza dell'azione educativa. La forza di una scuola sta nello spirito dei docenti, che viene poi trasmesso agli alunni con un atteggiamento di tranquillità, comprensione e motivazione.
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INTERVISTA AL DS ROSSANA FORNARO
7.Visto l’imprevisto pandemico, pensava che sarebbe stato più facile o difficile abituarsi alla presidenza in una nuova scuola? Come si è rivelato?
Pensavo che sarebbe stato più difficile, poichè l’anno scorso, tutti erano a casa, quindi nella scuola non c'erano né docenti né alunni. A rendere complicato quest'anno è stato non solo il dover convivere con la situazione pandemica, ma soprattutto gestire l’organizzazione degli alunni, che a differenza dell’anno precedente, erano in presenza, imponendo alla scuola un'organizzazione ben precisa per non sottoporla a rischio contagio. Quando l'anno scorso è diventata certa la notizia che il primo ciclo sarebbe tornato in presenza, ho capito subito che i problemi sarebbero aumentati, per fortuna ho trovato una disponibilità e un'organizzazione eccellente. 
8. Roberta: Il fantomatico CoronaVirus ha colpito nel profondo questa scuola come molte altre, a suo avviso, la stessa si è rivelata pronta e ha saputo reagire in modo efficace?
Sicuramente la scuola ha utilizzato tutti i mezzi a disposizione e tutti i principi della massima precauzione, nonostante sia una situazione che può cambiare da un momento all’altro. La scuola secondo me è riuscita ad agire in modo rapido ed efficace, anche in caso di positivi al covid, che preciso, si sono verificati tutti al di fuori di essa. La scuola è riuscita a procedere subito con delle sanificazioni, servendosi addirittura a volte di una quarantena non ufficializzata pur di garantire la sicurezza. La scuola si è dimostrata quindi molto prudente.
9.Qual è il messaggio che le piacerebbe rivolgere ai ragazzi in questo momento così particolare?
Ho insegnato in una scuola in cui si trovavano diversi studenti dalla personalità fragile, sia senza supporto famigliare che con famiglie solidissime. Il messaggio che vorrei dare, non solo in questo periodo ma sempre, è: trovate il vostro centro, è una ricerca difficile e non immediata, distinguete il desiderio dal bisogno. Vi consiglio di non farvi influenzare dalle persone sbagliate, solo da chi vi conosce molto bene come la famiglia. Trovando il nostro centro, infatti, saremo più forti e seguiremo noi stessi. Siate buoni ascoltatori di voi stessi. 
10. Può raccontarci un’esperienza scolastica che ricorda con piacere? 
Ricordo con piacere molte esperienze scolastiche, ma in particolare mi danno gioia le storie di redenzione. I momenti in cui ho contribuito a far “staccare” delle etichette negative dagli studenti, che magari venivano visti come “spacciati” in una materia, facendo emergere la vera persona che avevo di fronte. 
11. Qual è stata invece la situazione più difficile da gestire come Dirigente? 
Le situazioni difficili da gestire come dirigente sono gli eventi legati a questa pandemia come le comunicazioni di casi covid all’ultimo minuto, che per fortuna non ho mai affrontato da sola, ma avvalendomi sempre dell’aiuto di validi collaboratori che ho avuto al mio fianco, perché secondo me, senza lavoro di gruppo niente può funzionare. 
12. Daniele: quali progetti futuri ha per la nostra scuola, appena questa triste pandemia sarà passata?
 Innanzitutto, questo è ed è stato un anno di conoscenza frammentata, quindi direi che per prima cosa desidererei ritornare ad una normalità che ha sempre contraddistinto la scuola grazie alle varie iniziative. Una in particolare mi sta a cuore e riguarda l’avvio dell’ indirizzo musicale in questa scuola. Io credo molto nella musica; suonavo e quando mi interfacciavo con il mio strumento, questo si personificava nella figura di un/a amico/a e ci passavo un sacco di tempo. Perciò ho deciso di promuovere questa iniziativa per spingere gli studenti a conoscersi e a superare le difficoltà. La comunità ha risposto positivamente, però bisogna aspettare il permesso dell’Ufficio Scolastico Regionale, poiché questo corso prevede l’utilizzo di diversi nuovi strumenti e quattro nuovi insegnanti di musica.Se la risposta sarà negativa, si ritenterà gli anni venturi.
13. Quali idee innovative ha voglia di mettere in atto, affinché la nostra scuola sia sempre più rinnovata e competitiva allo stesso tempo?
Le idee in realtà partono sempre dai docenti, perché sono loro i primi a conoscere le classi e a sapere cosa comunicarmi, a me poi basta solo assecondarli. Sono loro a dirmi i progetti da portare avanti, poi ovviamente dipende anche dai ragazzi, ci sono diversi talenti e personalità e dopotutto, sono loro che fanno partire le idee innovative.
14. Da studenti, le possiamo dire di sentire presenza, disponibilità, sostegno, oltre che umanità da parte sua, soprattutto in questo periodo così delicato. Vorremmo sapere se ha intenzione di proseguire il percorso da Dirigente nel nostro Istituto. 
Diciamo di sì! Il mio desiderio è quello di restare, visto che ho trovato un bell’ambiente qui dentro. Quindi la voglia c’è, poi non so cosa riservi il futuro!
Moscagiuri Daniele 3^A
Rondinelli Carlotta 2^E
Sferra Marco 3^A
Secondo Roberta 3^A
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Comic Panel 1
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Comic Panel 1
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PROGETTI ED INIZIATIVE DEL NOSTRO ISTITUTO
SHOAH: LE PAROLE E I LUOGHI
In questo progetto abbiamo rappresentato i luoghi e le parole della Shoah. Tutte le classi Terze dell’istituto Leonardo Da Vinci hanno creato PowerPoint e approfondimenti sulle linee guida dei Professori, tutti questi elaborati sono stati messi insieme in un unico link
https://youtu.be/dUiINnsuXXI e le informazioni sulla Shoah si trovano su una piattaforma multimediale http://linoit.com/users/
SCaputo/canvases/Progetto%
20Shoah%3A%20LE%
20PAROLE tutta creata da noi alunni. Il progetto è stato elaborato online e non in presenza, a causa della pandemia, nonostante questo, molti alunni sono riusciti a lavorare insieme malgrado le complicazioni della rete internet e dei dispositivi tecnologici. Le direttive ci sono state date dai Professori in maniera molto precisa, allo stesso tempo ci hanno lasciato anche un po’ di libertà in modo da mettere del nostro negli elaborati che abbiamo prodotto. Noi alunni abbiamo apprezzato molto questo lavoro perché ci ha fatto ricordare avvenimenti atroci del passato, comportamenti sbagliati che in futuro non devono essere ripetuti, come detto prima apprezziamo anche la libertà con cui abbiamo ideato e realizzato i nostri elaborati. I Professori sono stati sempre presenti in questo progetto, infatti, a ogni piccolo errore o piccole incomprensioni, sono intervenuti per chiarirci qualunque dubbio.
Cardellicchio A.
Lorenzo M.
Morrone M.
Notarstefano L. 3^D
LA GIORNATA DEI CALZINI SPAIATI
Comic Panel 1
Comic Panel 1
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La giornata dei calzini spaiati è approdata su FB nel 2014. L’idea è nata dalla maestra di una scuola elementare del Friuli, allo scopo di sensibilizzare i bambini sull’autismo e su altre diversità. Da questa prima volta, la Giornata si replica ogni primo venerdì di febbraio. Oggi, venerdì 5 febbraio è la Giornata dei Calzini Spaiati 2021.Una ricorrenza strana, ma molto divertente che unisce coloro che perdono i calzini in lavatrice e non riescono più a riaccoppiarli; il vero obiettivo non è tanto far sentire meno soli quanti ogni giorno sono alla ricerca dei calzini dello stesso colore, ma diffondere tra grandi e piccini i valoridell’amicizia e dell’accoglienza, dimostrando che “diverso” non è sinonimo di brutto o cattivo. E ciò che veramente conta, è guardare l’altro senza giudicare, e considerarlo speciale nella sua “unicità”.Quest’anno, segnato dalla pandemia, l’iniziativa ha un valore in più e cioè quello di farci sentire meno esclusi e disorientati, per non sentirsi proprio come “un calzino” che ha perso il suo compagno.Quest’anno in particolare ci sentiamo tutti calzini spaiati, cioè un po’ soli, però, proprio come i calzini, non perdiamo la speranza di ritrovarci, riabbracciarci e stare di nuovo insieme!
Quaranta Giuseppe
Sferra Marco
3^A
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