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Ritorno verso casa

by Zinellu-Pellegatta-Crespi-Vercellesi

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RITORNO VERSO CASA
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Gaia Zinellu, Jacopo Pellegatta,
Alessandro Vercellesi, Marco Crespi
1
Attacco a sorpresa
C’era una volta una tigre che si chiamava Selvaggia, aveva tre anni. Era un’imponente tigrona arancio e nera con ventre e zampe bianche e dei dolcissimi occhi azzurri. Era la protettrice dell’impero Tigroso, super valorosa e soprattutto non temeva nessun nemico. Aveva il potere della super forza e, una volta raggiunta l’età giusta, sarebbe diventata regina del suo amato impero. Le giornate passavano veloci tra gioco, cibo e difficili battute di caccia. Non era mai stata a contatto con gli esseri umani e, per questo motivo, non li temeva e non si era resa conto che un pericolosissimo bracconiere si stava avvicinando sempre più al suo regno.
Un giorno, dopo una battuta di caccia particolarmente difficoltosa,
ma comunque proficua, venne intercettata e catturata dal bracconiere più potente del mondo, Wolf. Esistevano varie leggende riguardanti il passato di questo famoso bracconiere, ma la verità era che nella sua famiglia tutti gli uomini erano bracconieri e lui non sarebbe certamente stato l’eccezione, nonostante fosse stato obbligato da suo padre. Con la sua arma magica che spara delle bolle indistruttibili, Wolf imprigiona la tigre, colta alla sprovvista. Poi la prende e la porta con il suo elicottero in Groenlandia, nel suo rifugio segreto. Una volta arrivati, la rinchiude in una gabbia sporca e gelida, che non si può rompere e che può essere aperta solo con un mazzo di chiavi magiche in possesso di Wolf. Selvaggia si sente molto sola e non sa che fare. Wolf decide di metterle un collare con un piccolo microchip, così da poter sapere sempre dove si trovi. Il figlio di Wolf era un ragazzo molto timido ma coraggioso, provava sempre tantissima pietà per gli animali che suo padre imprigionava e, sentendo le grida strazianti di Selvaggia, decise di aiutarla. Lui non approvava il comportamento crudele del padre e cercava sempre di ostacolarlo in tutti i modi, ma, siccome era molto timido e poco avvezzo al brivido dell'avventura, molto spesso non sapeva come fare per liberare i poveri animali che il padre catturava senza pietà. Quando sentì le urla della povera Selvaggia, si avvicinò furtivamente alla sua gabbia, valutò la situazione, e decise di rubare le chiavi a Wolf in modo tale da
poterla liberare. Il ragazzo si ricordò che suo padre le riponeva sempre in un piccolo cassettino, quasi invisibile, sotto il suo letto. Dal momento che Wolf non era in casa, poté prendere le chiavi indisturbato e liberare Selvaggia. La tigre gli fu molto grata e, appena poté uscire dalla gabbia, lo ringraziò. Poiché la tigre si era dimostrata molto umile e gentile, il figlio di Wolf, prima di salutarla, decise di donarle una pozione magica da lui creata, che le dava il potere di volare; poi la condusse a un’uscita segreta. Selvaggia bevve la pozione e volò verso l’India, la sua amata casa. Il viaggio sarebbe stato lungo e ci avrebbe messo sicuramente più di una settimana, considerando che non andava molto veloce. Wolf tornò al rifugio e si accorse dell’inganno, capì che Selvaggia era stata aiutata da suo figlio, così obbligò il giovane ad accompagnarlo nella sua spedizione per distruggere definitivamente la tigre.
2
Il pericolo è dietro l'angolo
Wolf si preparò per partire con il suo elicottero e la sua arma magica. Nel mentre, Selvaggia stava sorvolando le coste dell’Africa, quando, ad un tratto, si sentì troppo stanca per andare avanti e decise di fare una pausa per riprendersi da quel viaggio lunghissimo. Trovò una grotta che le sembrava essere un buon riparo e decise di accucciarsi per riposarsi. Purtroppo il sonno di Selvaggia fu interrotto da dei terrificanti ruggiti che la fecero svegliare di soprassalto. Si guardò intorno e vide una miriade di leoni enormi con foltissime criniere che la stavano guardando con disprezzo. Uno di loro, il più maestoso, si fece avanti e, con fare intimidatorio, disse: “E così tu saresti la protettrice dell’impero Tigroso?! Bah, io certe scelte proprio non le capisco… comunque siamo qui per conto di Wolf. Sei sorpresa, vero?"
E il leone continuò: "Il capo ci ha dato un compito: distruggerti! Ah, stai pure tranquilla che, nel caso dovessimo fallire, ci penserà lui in persona, visto che è già in viaggio.” Detto questo, diede il via a una lotta senza precedenti, anche se Selvaggia non era minimamente intenzionata a scontrarsi con altri animali. Infatti, una volta distrutto l’ennesimo leone, riattivò il potere della pozione e volò via da quella mandria di leoni super agguerriti. Selvaggia aveva ripreso il viaggio tranquilla, ormai convinta di arrivare a casa sana e salva, quando vide qualcosa di strano e sospetto volare in cielo, proprio alla sua stessa altezza. Non era ancora sicura di ciò che vedeva perché era molto lontana dallo strano marchingegno volante che si avvicinava sempre di più a lei. Poco dopo qualcosa sfiorò Selvaggia e, dopo qualche secondo, venne colpita. Si ritrovò per terra sporca e ferita alla zampa, poi vide qualcuno avvicinarsi, per la precisione erano due individui, uno un po’ più anziano e uno molto giovane; ci volle solo qualche istante prima che li riconobbe: erano Wolf e suo figlio. Wolf era armato dalla testa ai piedi, mentre suo figlio era in lacrime perché sapeva cosa sarebbe successo alla povera Selvaggia. Lei era spaventata e confusa e, non sapendo che fare, diede una fortissima zampata a Wolf, sfregiandolo. Lui, inferocito dall’accaduto, colpì con una delle sue innumerevoli armi Selvaggia, mandandola al tappeto.
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