I mostri della Divina Commedia raccontati dai ragazzi della 2^E

I Mostri danteschi

Parchment

Caronte è anziano ma vigoroso, ha la barba bianca e incolta, gli occhi di fuoco e un lurido mantello annodato al collo che gli pende dalle spalle.

Il ruolo di Caronte è di trasportare oltre il fiume Acheronte le anime&nbsp;dei morti: in bocca a questi si usava porre una moneta come obolo per il traghetto nella sua barca.

Ed ecco verso noi venir per nave&nbsp; un vecchio, bianco per antico pelo,&nbsp; gridando [...] Quinci fuor quete le lanose gote&nbsp; al nocchier de la livida palude,&nbsp; che ’ntorno a li occhi avea di fiamme rote.

Ed ecco che un vecchio, dal volto coperto da una barba bianca, veniva verso di noi su una barca, gridando [...] Da lì in avanti si calmarono le guance coperte di pelo del traghettatore di quella sozza palude, il quale aveva gli occhi circondati da ruote di fiamme.

E' figlio di Crisaore e di Calliroe. Il suo nome deriva dal Greco e significa "Colui che fa risuonare la sua voce".

Gerione era il re dell'Isola dell'Eritea, fu ucciso da Ercole per impossessarsi dei buoi rossi.

simboleggia?

Anteo, figlio di Geo e di Nettuno era alto 60 braccia (110 metri). Nell'inferno Dantesco è situato nelle ultime porte del girone, precisamente nel pozzo dei giganti, a differenza degli altri giganti lui non è incatenato visto che non ha partecipato alla guerra degli Dei.

Anteo è situato tra VIII e IX cerchio dell'inferno, il suo ruolo nella divina commedia è quello di accompagnare Dante e Virgilio nel fondo dell'inferno, dove risiede LUCIFERO

«Raphél maì amèche zabì almi», 67 [...] «Anima sciocca,&nbsp; tienti col corno, e con quel ti disfoga&nbsp; quand’ira o altra passion ti tocca!&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;72 Cércati al collo, e troverai la soga&nbsp; che ’l tien legato, o anima confusa,&nbsp; e vedi lui che ’l gran petto ti doga». 75

DESCRIZIONE: Il&nbsp;Minotauro&nbsp;(in&nbsp;greco antico :&nbsp;Μινώταυρος,&nbsp;Minótauros) è una figura della&nbsp;mitologia antica. Figlio del&nbsp;toro di Creta&nbsp;e di&nbsp;Pasifae, regina di&nbsp;Creta, era un essere&nbsp;mostruoso e feroce, con il corpo di un uomo e la testa di un&nbsp;toro&nbsp;che nacque per volere di&nbsp;Poseidone, il dio del mare, che intendeva punire il re di Creta,&nbsp;Minosse. Atene, sconfitta da Minosse, fu costretta a pagare un orribile tributo offrendogli ogni anno sette ragazzi e sette ragazze nel&nbsp;labirinto di Cnosso

CITAZIONE (tradotta): Quando alla fine, procedendo accuratamente, distinsi nel buio i suoi occhi che brillavano! Tristi e intelligenti, come umani, mi sembrò che versassero lacrime! Ah, noto venticello di terra, soffio profumato del mondo terreno, soffia su di me, rinfrescami, purificami!

Descrizione : é un cane a tre teste con gli occhi rossi e la barba unta e sporca; questo personaggio è stato introdotto per la prima volta nel bestiario medievale, esso è rappresentato con sembianze umane perché gli uomini all'epoca rappresentavano i mostri con sembianze umane. La sua peculiarità sono le tre teste significano passato e presente e futuro.

Ruolo: il suo ruolo nell'inferno è quello del custode. Il ruolo che ricopre serve a non far scappare i dannati dall'inferno.

Citazione (parafrasi): Sono nel III Cerchio, dove cade una pioggia eterna, maledetta, fredda e molesta; il suo ritmo e la sua qualità non mutano mai. Ha gli occhi rossi, il muso sporco e unto, il ventre gonfio e le zampe con artigli; graffia, scuoia e fa a pezzi i dannati.

Citazione: o sono al terzo cerchio, de la piova&nbsp; etterna, maladetta, fredda e greve;&nbsp; regola e qualità mai non l’è nova. Ha gli occhi rossi, il muso sporco e unto, il ventre gonfio e le zampe con artigli; graffia, scuoia e fa a pezzi i dannati.

Grey polka dot border

ORIGINE DEL NOME E DEL PERSONAGGIO. Pluto è una figura della mitologia greco-romana, divinità della ricchezza. Il suo nome deriva dal greco e significa ricco: infatti nella Divina Commedia viene rappresentato come simbolo di ricchezza e avarizia.&nbsp;Era figlio di Demetra e Iasione, nipote di Dardano, fondatore di Troia. All'inizio Pluto distribuiva i doni solo ai meritevoli ma poi, reso cieco da Zeus, divenne geloso delle persone oneste e cominciò a distribuirli senza nessun discernimento. Secondo Luciano (scrittore e retore greco antico di origine siriana) era anche zoppo e quindi costretto a camminare lentamente e a portare troppo tardi la ricchezza a chi la desiderava.&nbsp;Oltre che a Pluto è possibile che Dante abbia fatto riferimento a Plutone (figlio di Saturno e signore dell’ Averno),infatti entrambi i nomi significano "ricco".

Incontro con Dante - La nebbia avvolge tutta la palude stigia. Virgilio e Dante vedono il profilo di due torri, una più vicina e un’altra più lontana, si avvicinano alla torre più prossima, ai piedi della quale si arrestano. Dante, incuriosito dai fuochi sulle torri, ne chiede il perché a Virgilio. Quest’ultimo gli risponde dicendo che di lì a poco avrebbe capito il perché dei fuochi. Dante vede la figura di una barca che sfreccia sul pantano della palude. È Flegiàs che urla :”Or se’ giunta anima fella!”. Flegiàs crede che Dante sia un anima dannata e la ritiene in suo potere. Virgilio lo ammonisce dicendo che rimarranno con lui solo il tempo dell’attraversata.

Il gigante Anteo nella divina Commedia aiuta Virgilio e Dante a scendere nell' inferno: Ond’ei rispuose: «Tu vedrai Anteo&nbsp; presso di qui che parla ed è disciolto,&nbsp; che ne porrà nel fondo d’ogne reo.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;102 Quel che tu vuo’ veder, più là è molto,&nbsp; ed è legato e fatto come questo,&nbsp; salvo che più feroce par nel volto».&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;105

- Le origini del nome Minosse

La definizione di Minosse nel dizionario è: giudice severo, arcigno esaminatore Minosse personaggio della mitologia classica, figlio di&nbsp;Giove&nbsp;ed Europa, leggendario re e legislatore di Creta. Già nell'antichità era diventato il giudice delle anime nell'Ade.

- incontro con Dante

Usciti dal&nbsp;Limbo, Dante e&nbsp;Virgilio&nbsp;entrano nel&nbsp;II Cerchio, meno ampio del precedente ma contenente molto più dolore. Sulla soglia trovano&nbsp;Minosse, che ringhia con aspetto animalesco: è il giudice infernale, che ascolta le confessioni delle anime dannate e indica loro in quale Cerchio siano destinate, attorcigliando intorno al corpo la lunghissima coda tante volte quanti sono i Cerchi che il dannato deve discendere. Non appena vede che Dante è vivo, lo apostrofa con durezza e lo mette in guardia a non fidarsi di Virgilio. Virgilio lo zittisce ricordandogli che il viaggio di Dante è voluto da Dio.

Il traghettatore della palude Stigia

di Gabriel M. e Samuel S. classe 2E A.S. 2021-22

Quando Dante incontra Gerione lo trova prima affascinante, ma poi nota il resto del corpo e ne rimane inorridito. Virgilio gli dice che dovranno salire sulla sua groppa.

Ylenia Frasca e Martina Virgilio

I ragazzi di 2^E, organizzati a coppie, hanno approfondito e studiato alcuni “mostri” e personaggi inquietanti della presenti nella Divina Commedia. Ciascuna coppia ha lavorato con la stessa struttura di impaginazione e con la stessa scaletta, ma ciascuna ha scelto la grafica con la quale presentare il lavoro. Buona lettura!

DOVE SI TROVA NELL’INFERNO E LA SUA FUNZIONE E' il custode del IV cerchio, dove vengono puniti avari e prodighi (canto VII). Questi dannati stanno in due schiere opposte e spingono massi lungo il cerchio. Arrivati a metà giro si scontrano insultandosi e rinfacciandosi vicendevolmente gli errori commessi. Il movimento continuo e inutile del rotolare dei massi rappresenta l'inutilità della loro avarizia o al contrario della loro prodigalità

Dark wood

L’INCONTRO CON DANTE All’apparire di Dante, Pluto pronuncia le seguenti parole:"Papè Satan, Papè Satan aleppe!". Queste parole&nbsp;sembrano prive di significato, ma sebbene oscure, non sono prive di significato, perché Virgilio ne afferra il senso e Dante ne ha paura. I critici ipotizzano in " Papè"un'espressione che indica stupore e meraviglia"Aleppe" un'interiezione di dolore, ma&nbsp;anche" aleph" la prima lettera dell’alfabeto ebraico. Usando le parole di di Pietro di Dante la frase si può tradurre così: " Oh Satana, oh Satana, capo dei diavoli, che cosa ci tocca vedere?" &nbsp;Virgilio, dopo aver rassicurato Dante, fa tacere il mostro dicogli che il loro viaggio è voluto da Dio, "&nbsp;vuolsi ne l'alto, là dove Michele fè la vendetta del superbo strupo",&nbsp;una una variante del "Vuolsi così colà dove si puote"&nbsp;. Questa frase, usata già due volte (con Caronte e con Minosse) il poeta non la farà più utilizzare a Virgilio, per non far scadere la drammaticità degli ostacoli infernali.&nbsp;Sentite queste parole, Pluto si sente sconfitto e si ritrae.

DESCRIZIONE

I&nbsp;Centauri&nbsp;erano creature mitologiche dal busto umano su corpo di cavallo che vivevano nei boschi della Tessaglia, con fama di esseri violenti e litigiosi. Da quella unione nacque&nbsp;Centauro, una creatura metà uomo e metà cavallo che, con le giumente del monte Pelio, diede origine alla stirpe dei&nbsp;Centauri. I Centauri vengono raccontati nel XII canto della divina commedia.

Dante li pone nel primo girone del VII Cerchio dell'Inferno, dove sono i puniti i violenti contro il prossimo: i&nbsp;Centauri pattugliano le rive del fiume Flegetonte di sangue bollente dove sono immersi i violenti contro il prossimo e colpiscono con un dardo chi prova ad emergere troppo.

e tra ’l piè de la ripa ed essa, in traccia&nbsp; corrien centauri, armati di saette, &nbsp;57 come olien nel mondo andare a caccia. [...]&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Poco più oltre il centauro s’affisse&nbsp; sovr’una gente che ’nfino a la gola &nbsp;117 parea che di quel bulicame uscisse.&nbsp;&nbsp;&nbsp;

Il centauro è una creatura mitologica. Secondo diversi&nbsp;autori&nbsp;dell’antichità, Centauro fu figlio di Issione, re dei Lapiti (popolazione della Tessaglia) e di Neféle, sosia di Era creata da Zeus; fu il primo di nuova razza in cui si univano due nature.

Ingresso nel&nbsp;VII Cerchio, Incontra il&nbsp;Minotauro. Ingresso nel I girone, dove sono puniti i&nbsp;violeti&nbsp;contro il prossimo, immersi nel fiume di sangue&nbsp;Flegetonte. Incontro con i&nbsp;centuari, tra cui Chirone, Folo, Nesso. Nesso porta Dante in groppa e gli mostra tiranni, assassini e predoni, quindi guarda il fiume e depone Dante sull'altra sponda. Era la notte di sabato 9 aprile del 1300, verso le quattro del mattino

Minosse si trova all'ingresso del secondo cerchio dell'inferno dove giungono successivamente i poeti Dante e Virgilio. Egli è il giudice infernale: si tratta del leggendario re di Creta, potente e saggio legislatore.

Minosse viene descritto con tratti bestiali e un'orrenda coda che serve per stabilire la pena da infliggere al dannato. Lui, infatti, avvolge l'anima da giudicare facendo tanti giri quanti sono i gironi da discendere per arrivare a quello stabilito.

Stavvi Minòs, orribilmente, e ringhia: essamina le colpe ne l'intrata; giudica e manda secondo ch'avvinghia... Poscia ch'i' ebbi il mio dottore udito nomar le donne antiche e' cavalieri, pietà mi giunse, e fui quasi smarrito...

Cerbero&nbsp;(min. ferrarese, XV sec.)&nbsp;Dante&nbsp;si risveglia dopo lo svenimento al termine del colloquio&nbsp;con&nbsp;Paolo e Francesca e si accorge di essere arrivato nel III Cerchio, dov'è tormentata una nuova schiera di dannati. ... I golosi sono sdraiati nel fango e&nbsp;Cerbero&nbsp;latra orribilmente sopra di essi&nbsp;con&nbsp;le sue tre fauci.

Questo è l'incontro: mentre Cerbero dorme Dante dice:

Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra,&nbsp; e ’l ventre largo, e unghiate le mani;&nbsp; graffia li spirti, ed iscoia ed isquatra.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Urlar li fa la pioggia come cani;&nbsp; de l’un de’ lati fanno a l’altro schermo;&nbsp; volgonsi spesso i miseri profani.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;

ALCUNE TERZINE&nbsp;IN CUI E' PRESENTE IL DEMONE PLUTO ( Canto VII, vv. 1-15) 3&nbsp;"Papé Satàn, papé Satàn aleppe!", cominciò Pluto con la voce chioccia; e quel savio gentil, che tutto seppe, &nbsp;6&nbsp;disse per confortarmi: "Non ti noccia la tua paura; ché, poder ch'elli abbia, non ci torrà lo scender questa roccia". &nbsp;9&nbsp;Poi si rivolse a quella 'nfiata labbia, e disse: "Taci, maladetto lupo! consuma dentro te con la tua rabbia. 12&nbsp;Non è sanza cagion l'andare al cupo: vuolsi ne l'alto, là dove Michele fé la vendetta del superbo strupo". Quali dal vento le gonfiate vele caggiono avvolte, poi che l'alber fiacca, tal cadde a terra la fiera crudele.

Origini di Flegiàs - È un personaggio mitologico figlio di Ares e Crise che incendiò il tempio di&nbsp;Apollo&nbsp;a Delfi perché il dio aveva sedotto sua figlia. Fu il re dei Lapiti. Il nome deriva dal greco&nbsp;Flegèton che significa ardente. Il nome richiama al fuoco che caratterizza la città di Dite dalle mura rosse per il&nbsp;fuoco eterno. Precedenti citazioni Flegiàs viene citato nell’Eneide (versi 618-620), tra le ombre dei&nbsp;peccatori che scontano gravi pene nell'Ade, nonché nella&nbsp;Tebaide di Stazio (verso 713) .

Origine: Dall'unione mostruosa nacque il&nbsp;Minotauro, termine che unisce, appunto, il prefisso minos ovvero "re" con il suffisso taurus ovvero "toro".&nbsp;

Ruolo? Il Minotauro simboleggiava la violenza cieca, e svolge la funzione di custode nel cerchio VII, dove sono puniti i violenti

Nel III canto dell' Inferno,&nbsp;Dante&nbsp;e Virgilio giungono sulla riva del fiume Acheronte che separa l' antinferno dal Limbo. Qui, dopo aver incontrato lo stuolo degli ignavi, essi scorgono&nbsp;Caronte, il demone che traghetta i dannati dall'altra parte del fiume Acheronte e che si fa avanti, in piedi su un battello.

Quando Dante e Virgilio incontrarono Caronte, Caronte si arrabbiò con Virgilio perché Dante essendo ancora vivo non poteva attraversare il fiume delle anime, allora Virgilio rasserenò Caronte dicendogli che il viaggio di Dante è voluto da dio.

Il suo ruolo nell’Inferno - Dante&nbsp;lo colloca nel&nbsp;V cerchio&nbsp;dell'Inferno, a custodia della palude dello Stige che circonda la città di Dite&nbsp;; compare nel Canto VIII dell’Inferno in qualità di traghettatore che accompagna Dante e&nbsp;Virgilio&nbsp;attraverso la palude sino alla città. Non è chiaro se il suo compito abituale sia di traghettare gli iracondi,&nbsp;destinati al&nbsp;VI cerchio, o tutte le anime destinate al basso Inferno. Caratteristiche di Flegiàs - A Dante non interessa caratterizzare Flegiàs, infatti non conosciamo né il suo aspetto fisico, né il ruolo preciso che riveste all’Inferno. Flegiàs urla in modo sgarbato perché anche lui è preda dell’ira.

Si trova nei pressi del terzo girone del settimo cerchio, dove sono puniti gli usurai, gli ingannatori e i violenti contro Dio.

"Ecco la fiera con la coda aguzza, che passa i monti e rompe i muri e l'armi! Ecco colei che tutto 'l mondo appuzza!

Si cominciò il mio duca a parlarmi; e accennolle che venisse a proda, vicino al fin d'i passeggiati marmi."

E ASPETTO

E' un mostro volante con la testa di uomo, ali di pipistrello, il corpo di serpente, le zampe pelose e la coda di scorpione.

Questa creatura è l'allegoria della frode, l'inganno che nuoce al prossimo, infatti il volto di uomo benevolo e rassicurante contrasta con il resto del corpo, orrendo e bestiale.

COME VIENE RAPPRESENTATO La descrizione di Pluto è molto vaga, viene rappresentato come un lupo dall’ aspetto sinistro, per adattarlo al ruolo che gli spetta e, i commentatori dell’ opera, pensano che il poeta abbia fatto questa scelta solo perché nel I canto l’ avarizia è rappresentata da una lupa che blocca il passaggio a Dante. Pluto era rappresentato anche come un vecchio con una borsa in mano. Gli antichi lo rappresentavano obeso per l’intrinseca abbondanza, zoppo per la lentezza dell’accumulo, bendato o cieco per l'imparzialità e la casualità nel distribuire i suoi doni e alato per la rapidità del dispendio&nbsp; con cui si sperperano gli averi.

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«"Tra' ti avante, Alichino, e Calcabrina", cominciò elli a dire, "e tu, Cagnazzo; e Barbariccia guidi la decina. Libicocco vegn'oltre e Draghignazzo, Cirïatto sannuto e Graffiacane e Farfarello e Rubicante pazzo."»

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Nelle Malebolge ( il nome dell'ottavo cerchio descritto nei canti XXI XXII e XXIII dell' inferno dove si puniscono i fraudolenti, Dante incontra poi un gruppo di diavoli, i Malebranche, che tormentano con un uncino le anime dei "truffatori" immerse nella pece bollente.

MALEBOLGE, l'ottavo cerchio dell'inferno, dove sono puniti i "barattieri", ovvero dei truffatori.

Dante li rappresenta neri, alati, armati&nbsp;di&nbsp;bastoni uncinati. Questi demoni rappresentano la parte più volgare dell'essere umano; infatti dicono parolaccie e si comportano in modo molto comico.

L’avventura di Dante è un&nbsp;viaggio allegorico, ossia un percorso di fantasia in cui i personaggi e gli avvenimenti raccontati dal Sommo Poeta in realtà simboleggiano altro: ogni personaggio infernale è esso stesso un’allegoria, inserita all’interno del percorso di conversione che il poeta fa e che vuole far fare anche al lettore.

Il&nbsp;nome, così come quello del luogo, "Malebolge", è inventato da Dante e significa propriamente cattivi artigli (le "branche" sono gli artigli leonini), riferendosi proprio agli uncini.

Cerbero&nbsp;nasce dall'unione fra Echidna e Tifone; quindi è fratello dell'Idra e di Ortro. Il grandissimo mastino, dotato di denti estremamente aguzzi e , aveva come compito quello di sorvegliare che nessuno entrasse nell'Ade senza permesso e nessuno ne uscisse.

Il nome di Cerbero significa Etimologia dal greco: Kèrberos,&nbsp;nome&nbsp;del mostruoso cane a tre teste che, secondo il mito greco, stava di guardia alle porte degli Inferi.

Significato nella nostra lingua : Custode, portiere che esercita il suo ufficio con grande rigore oppure significa intrattabile, sgarbata. Appunto molti nomi che Dante usa nella "divina Commedia" sono entrati nel nostro vocabolario.

«Flegiàs, Flegiàs, tu gridi a vòto»,&nbsp; disse&nbsp;lo mio segnore «a questa volta:&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; più non ci avrai che sol passando il loto».

(INFERNO, Canto VIII, versi 19-20-21)

Il gigante Anteo ha un origine greca, infatti nella mitologia il suo nome Antheus tradotto in italiano sarebbe: contrario, ostile o rivale, ma questa affermazione sono messe in dubbio tra i greci che lo traducono col nome fiore 

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