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Il libro della I C - IC Vigone

by Ilaria Sarà

Pages 2 and 3 of 61

E tu , che cosa vedi ?
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„Quando guardate, guardate lontano, e anche quando credete di star guardando lontano, guardate ancor più lontano!“

Robert Baden-Powell
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Un progetto interdisciplinare

Italiano - Prof.ssa Pivaro
Arte - Prof.ssa Sarà
Dalla finestra di casa mia vedo il vuoto, non ci sono più le persone che passeggiano contente per le vie, non vedo più le macchine correre sulle strade, non vedo la felicità di una volta, ma solo campi vuoti, la natura e gli animali che appaiono più liberi; vedo lavorare i proprietari dei terreni, il cielo sembra più aperto, sento il cinguettio delle tortore. Guardando il mondo da questa prospettiva mi sento chiusa, imprigionata, bloccata da uno ostacolo, perché non uscire di casa per più di un mese e non rivedere amici, nonni, cugini, compagni di classe, insegnanti, scuola, è stancante e stressante, c’è solo l’appiglio dello schermo o del cellulare. Sembra che la natura si sia ribellata, ci ha chiusi in gabbia per farci notare che forse abbiamo sbagliato un bel po' di cose.
La mia routine in casa non è tanto cambiata, ho la fortuna di vivere in una abitazione con giardino, ho tanti fratelli e quindi le mie giornate sono abbastanza piacevoli e trascorrono velocemente.
La mia mamma e il mio papà sono sempre stati presenti anche prima di questa epidemia, quindi la vita in famiglia è sempre bella come al solito.
Spero di ritornare a scuola, praticare sport, rivedere amici, parenti, insegnanti di persona, perché sono un pezzo mancante, come dire, una cornice in un quadro perfetto.
In questo periodo strano siamo tutti rinchiusi nelle nostre case, non andiamo in giro e tutto ciò che vediamo è dalla finestra. La mia camera ha un terrazzino che si affaccia sui campi e su una stradina dove la gente va sempre a correre, a fare una passeggiata o un giro in bici; di solito si sente anche il rumore delle auto sullo stradone in lontananza. Adesso tutto è diverso: non si vede quasi nessuno e non si sentono le macchine. Io comunque non sto così male, passo molto tempo alla play dove trovo i soliti “amici online” sparsi per il mondo. Immagino che anche loro in questo momento stiano come me, noi nerd alla fine ci assomigliamo, tutti sentiamo le urla dei nostri genitori che ci dicono di smettere, ma noi li ignoriamo e continuiamo a giocare. In questo periodo i miei genitori mi lasciano stare; a parte i compiti, che mi impegnano un’ora circa al mattino e una trentina di minuti al pomeriggio.
La sera ogni tanto mangiamo pizza e hamburger. La sera è anche il momento in cui facciamo la videochiamata ai nonni, ma io non so mai che cosa dire. Alla fine, ripeto, non stiamo così male. Spero che anche per le altre persone sia così, ma al TG sento notizie di molte famiglie con familiari che si sono ammalati, non sono stati fortunati come me e questo mi fa stare veramente male. Ci vorrà molto tempo prima di tornare alla nuova normalità.
Sbirciando fuori dalla finestra vedo le strade deserte, come se fossero impaurite da questa pandemia: non riesco a riconoscere le persone, tutte nascoste fino agli occhi dalle mascherine, tanti hanno paura persino ad avvicinarsi per parlare, così eccoci chiusi in casa, dove ogni avvenimento strano diventa un pretesto per fare passare il tempo. Ieri ad esempio ci siamo accorti che la tartaruga di terra è più grande di acqua; dopo ore e ore di studio abbiamo capito che la tartaruga di terra è più grande solo perché deve prepararsi per il letargo e, dato che io ho due tartarughe (una di terra e una di acqua) che sono nate nello stesso anno, nello stesso mese, nella stessa settimana, ma non lo stesso giorno, dobbiamo aspettare il 19 marzo per poterle misurare: il 19 infatti è il giorno in cui la tartaruga di terra concluderà il letargo, così finalmente capiremo quale delle due è cresciuta di più. Dalla finestra vedo anche il mio prato e i campi appena seminati: cerco di capire se crescono prima le sementi o l’erba del mio giardino. Per ora sta vincendo l’erba. Credo tuttavia che la pandemia non sia venuta solo per creare confusione, ma potremmo interpretarla come una prova mandata da qualche divinità per vedere se la razza umana è capace di cavarsela dopo tutto questo. Forse in futuro termineranno anche le guerre per mancanza di uomini, oppure si penserà a “quel bruttissimo 2020” e a quanto quell’esperienza ci segnò, così forse ci si chiederà perché uccidere ancora le persone. Un altro aspetto positivo è legato ai miglioramenti decisivi a livello ambientale: chi disboscava la foresta Amazzonica adesso non può uscire da casa, a Venezia l’acqua dei canali è più pulita, a Cagliari sono tornati i delfini e a Milano in un canale si sono rivisti i pesci … Erano circa vent’anni che non capitava!
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