Realizzato dagli alunni e le alunne del plesso Aldo Moro di Binetto (BA)- Scuola Secondaria di I Grado  I.C. "DEVITOFRANCESCO-GIOVANNI XXIII-BINETTO" in occasione del Concorso YELLOW BUTTERFLY 2022

Memorie, Echi ormai lontani ritornano in mente ancora oggi

Parchment

Caro diario, sono ancora qui nel campo di concentramento Bergen Belsen. Vivo in una grande stalla dove ci tengono ammassati come animali, senza pareti divisorie. Ricordo ancora il giorno in cui sono arrivato: mi hanno spogliato, mi hanno dato una divisa a righe, simile a un pigiama, mi hanno portato via i documenti e le foto, poi mi hanno rasato i capelli a zero , insomma hanno cancellato di me tutto ciò che ero prima di arrivare qui. Lo fanno perché chi è deportato in un campo di concentramento non può avere ricordi. Ti assegnano anche un numero per riconoscerti perché per loro tu non sei una persona. Ci fanno uscire solo per lavorare finché non ci cedono le gambe e a fine giornata ci sfamano solo con del pane vecchio ammollato.

Qui conosci tante persone ma non sai se il giorno dopo ci saranno ancora o saranno morte. Dai forni crematori esce continuamente fumo nero e puzzolente e ogni giorno vi entrano file interminabili di persone.Ogni giorno che passa mi sento sempre più stanco, indebolito, mi tremano le gambe, ho lo stomaco vuoto che chiede pietà affinché gli venga dato qualcosa. L’idea di fuggire da qui l’ho abbandonata perché so che se ci avessi provato sarei già morto. Spero che un giorno tutto questo possa finire, spero di poter tornare libero e vivo nel mio amato paese e all’affetto dei miei cari.

Cara Anna, oggi, a lezione, leggendo le tue pagine di diario, abbiamo chiuso gli occhi e abbiamo immaginato di trovarci a Bergen-Belsen, divenuto ormai un prato verde. Camminando per questa immensa distesa verdeggiante, ci siamo ritrovate dinanzi a un maestoso albero, sotto il quale ti abbiamo immaginata assorta nei tuoi pensieri. Osservando questo prato verde ci tornano in mente le brutalità e le violenze che hai vissuto qui, insieme ai tuoi coetanei innocenti. Non riusciamo ad immaginare quel che hai provato, le gambe tremolanti alla vista dei soldati tedeschi e il viso pallido, che dimostravano nel tuo cuore tanta tristezza.

Per questo motivo, vorremmo oggi restituirti la libertà che ti è stata negata con tanta crudeltà assieme ad altre 11 milioni di vittime. Prendendoti per mano, vorremmo farti vivere le esperienze che ogni adolescente ha il diritto di affrontare, facendoti volare leggiadra e libera nel cielo, come farfalle dalle ali gialle baciate dai raggi del sole. Ti faremmo visitare le bellezze della nostra città, ti faremmo fare nuove conoscenze affinché tu possa dimenticare tutto ciò che di negativo hai vissuto. 

La storia dovrebbe insegnare a non ripetere gli errori, dovrebbe renderci più umili e consapevoli, ma purtroppo la storia tende a ripetersi proprio a causa del comportamento umano. Caro diario, adesso devo salutarti e spero di essere ancora in vita anche domani per poterti affidare un’altra pagina di paure e riflessioni. A presto, almeno spero, Peter

Candido,&nbsp;Jago, Marco Pio,&nbsp;Davide,&nbsp; Luigi, Francesco R., Francesco S., Manuel

Ci piacerebbe farti conoscere i nostri amici così che tu possa rivivere il clima colmo d’amore che ti circondava. Un rumore improvviso ci sveglia da questo magnifico sogno facendoci tornare alla normalità. Non ti abbiamo potuto salutare, per questo ti abbiamo scritto questa lettera, per dirti che questa bellissima avventura rimarrà per sempre nei nostri cuori. A presto !!

Maddalena, Francesca, Arianna C., Caterina, Arianna G., Dalila, Martina, Nicole, Sofia, Francesca, Miriam, Elena, Chiara, Elisiana, Angela

Questo disegno ritrae il volo magico che le nostre amiche hanno fatto insieme ad Anna, al di là del tempo, oltre la storia, senza paura.

Vincitore del Concorso “Yellow Butterfly” a.s. 2021/2022 indetto da:

Il progetto&nbsp;“Yellow Butterfly”&nbsp;(in italiano “Farfalla Gialla”) ci invita a ricordare i tragici eventi della Shoah e tutte le sue vittime, ma allo stesso tempo riflettere e apprezzare la libertà che abbiamo oggi, spesso sottovalutata e data per scontata. Il simbolo della&nbsp;“Farfalla Gialla”&nbsp;è tratto da una poesia di&nbsp;Pavel Friedman&nbsp;(7 Gennaio 1921 - 29 Settembre 1944), un giovane poeta che viveva nel ghetto di Terezin (Theriesenstadt) e che morì ad Auschwitz. Ricordare la Shoah vuol dire imparare dal passato ma anche riflettere sul presente ed esprimere gratitudine per ciò che si ha.&nbsp;Le classi potranno quindi ampliare le classiche tematiche del Giorno della Memoria anche approfondendo con contenuti riguardanti: libertà, accettazione della diversità e discriminazione.&nbsp;

Vincitore del concorso “Yellow Butterfly”

realizzato in collaborazione dell'animatore digitale ins. Annalisa Albano (Book Creator Ambassador)

Da quello che scrivono e dai riferimenti spazio-temporali delle loro lettere, molti di noi credono che solo Peter sia riuscito a diventare adulto. La lettera che più ci ha colpito, però, è la lettera scritta da ragazze come noi,&nbsp;del nostro&nbsp;tempo. Queste ragazze parlano di una giornata trascorsa in compagnia di Anne Frank, ma non nell’angusto rifugio dal quale ha scritto il suo celebre diario, non dall’infame campo che le ha fatto trovare la morte: mi fa quasi sorridere scriverlo, perché anche noi siamo rimasti piuttosto increduli. Scrivono di averla presa per mano e di averla fatta volare via da quella miseria, da quella sofferenza, da tutta quella morte: hanno vissuto con lei alcune ore, nel cielo di&nbsp;Theresienstadt, più leggere dell’inferno che minacciava di inghiottirla per sempre.

Sono state ore spensierate per Anna: ore di una ragazza che vive la sua età, con le sue gioie, le sue piccole grandi delusioni, i primi magoni e i primi amori. Per qualche ora non è stata la ragazza con il volto sorridente, eppure malinconico che vediamo sulla copertina del suo diario: è stata solo un’adolescente, che sorrideva e scherzava con altre ragazze come lei. Queste ragazze parlano di due grandi ali gialle, dalle quali si sono sentite avvolte e trascinate, in un caldo abbraccio che per poche ore ha strappato la&nbsp;povera Anna al suo orrendo destino. C’era anche un disegno che accompagnava questa lettera, anch’esso miracolosamente&nbsp;integro e salvo dalla consunzione.

Non esistono grandi scoperte né reale progresso finché sulla terra esiste un bambino infelice.

L’unico sogno che riesco a fare è quello di dormire in un letto caldo, nella mia vecchia casa, che abbiamo dovuto lasciare frettolosamente prima che ci scoprissero.Non abbiamo potuto prendere nemmeno le foto di quando io e Albert eravamo piccoli, né la cornice con il ritratto di mamma e papà nel giorno del loro matrimonio, in cui sorridevano felici, inconsapevoli di quello che sarebbe successo. Immagino e spero che anche tu stia nascosta da qualche parte, con la tua famiglia.Conserverò questa lettera fino al giorno in cui potrò finalmente spedirla, libera da ogni angoscia. Spero di avere presto tue notizie, anche se so che sarà molto difficile.

Prego per la fine di questo periodo buio, ma temo che sarà ancora molto lungo e che ci porterà ancora molto dolore. Scrivendoti questa lettera, mi è sembrato quasi di sentire di nuovo il tuo dolce profumo vanigliato, che restava nella mia stanza almeno per un’ora dopo che eri andata via. Adesso i nostri bisticci mi sembrano così stupidi! Se potessi tornare indietro, eviterei di tenerti il broncio per una settimana, come ho fatto quella volta in cui, senza permesso, hai preso il mio fermacapelli preferito. Un caloroso abbraccio, tua Sophie

<a href="bookcreator://page/rCwB7GSuQUunCZVLWJRDDg/left">Introduzione</a>

<a href="bookcreator://page/lxvK1-kzTA6YTfnxUwrJSQ/right">Shalom Aleijem</a>

<a href="bookcreator://page/0HX2UGEHQcKf-EAH1Lm7xg/left">Diario di un deportato a Bergen Belsen</a>

<a href="bookcreator://page/3LaTmprlRNaGiEXk9ite6A/left">Lettera ad Anna</a>

<a href="bookcreator://page/pzCUBCieS16cugE7lXbSaw/left">Lettera di Sophie</a>

<a href="bookcreator://page/mxhSgR4yT3C1Huk_nEyKvw/left">Dal diario di Peter</a>

Shalom Aleijem

Le alunne e gli alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado "Aldo Moro" di Binetto (Ba)

Gam Gam

Caro diario,&nbsp; sono parecchi giorni che sono rinchiuso in questa soffitta, piena di polvere e ragnatele, ogni tanto quando mi sporgo dalla finestra vedo camion nazisti, a volte sento in lontananza colpi di fucile.&nbsp; Il terrore dilaga, i tedeschi hanno invaso anche la nostra Danimarca! Ogni volta che sento urla e grida di deportati, i miei genitori cercano di rassicurarmi, ma questo non mi fa passare la paura di essere trovato e portato chissà dove. Non mi hanno mai detto apertamente perché ci dovremmo nascondere in questo posto, ma mi hanno confidato che i nostri connazionali ci stanno aiutando. Ogni volta che chiedo spiegazioni mi danno risposte vaghe, cercano di cambiare argomento, capisco che sono molto spaventati e non vorrebbero trasmettermi la paura.

Dobbiamo ringraziare il re, la chiesa, la popolazione, che si sono rifiutati di aderire alla politica antisemita tedesca, ma restiamo comunque degli ebrei e dobbiamo nasconderci oppure imbarcarci e fuggire verso la Svezia che è ancora neutrale. Caro amico mio, ogni attimo che passa è un attimo in più vissuto nella paura di essere deportato oppure fucilato. Sappiamo di essere gente onesta e di non meritare tutto questo, sappiamo che i nostri connazionali pensano a noi come ad essere umani e non come ad “altri”, ma l'odio e le leggi razziali ci stanno sterminando in ogni angolo e dobbiamo nasconderci come se fossimo noi gli assassini. Le leggi razziali non dovrebbero esistere, la parola razza non dovrebbe esistere perché crea i presupposti per dividere gli esseri umani.

Francoforte, 25/01/1943 Cara Sarah, è da molto che non ho tue notizie. Non so dove tu sia, ma spero che tu stia bene. Sono nascosta in una soffitta con i miei genitori e con mio fratello Albert; qui è tutto polveroso, piccolo, con una sola finestrella che non possiamo aprire per paura di essere scoperti. La situazione era già difficile per noi, ma ora lo è ancora di più, visto che condividiamo questa angusta soffitta con una coppia di anziani. Fino a qualche giorno fa, ascoltavamo le notizie da una vecchia radio, che si è guastata cadendo e che mio padre non ha ancora riparato. Le notizie che ascoltavamo non erano molto rincuoranti, ma era bello sapere qualcosa della situazione bellica e politica. Oltre al buio, al freddo, all’umidità, soffro molto la fame. La famiglia che ci aiuta fa il massimo, ma hanno poco da mangiare anche per loro. Inoltre, non vogliono destare sospetti quando vanno a prendere le provviste. Abbiamo saputo che i nostri vicini, i Friemann, sono stati scoperti per una soffiata e sono stati portati chissà dove… Franz, l’uomo che ci nasconde, dice che secondo lui sono stati portati in Europa orientale, nei campi di lavoro.

Questa notizia mi ha molto angosciata e la paura di essere scoperta aumenta di giorno in giorno. Ogni volta che un mezzo pesante passa in questa strada, sobbalzo, perché penso che le SS stiano venendo a prenderci. Negli ultimi mesi, la paura di essere catturata o, peggio, di morire mi ha spinta a pregare molto. Ormai non riesco neanche più a ricordare quei pomeriggi spensierati in cui prendevamo insieme una cioccolata calda e parlavamo di frivolezze, di amore, dei nostri progetti di vita. L’unico sogno che riesco a fare è quello di dormire in un letto caldo, nella mia vecchia casa, che abbiamo dovuto lasciare frettolosamente prima che ci scoprissero.Ormai non riesco neanche più a ricordare quei pomeriggi spensierati in cui prendevamo insieme una cioccolata calda e parlavamo di frivolezze, di amore, dei nostri progetti di vita.

Caro lettore, abbiamo deciso di guidarti in un viaggio straordinario nella Storia, che ci restituirà i ricordi e le memorie del periodo più buio del passato recente. Anche noi siamo stati guidati in questo percorso nel tempo: una farfalla gialla ci ha indicato la direzione e noi l’abbiamo seguita, febbrili e ansiosi di capire cosa volesse svelarci. Una nostra compagna ha trovato in una soffitta&nbsp;polverosa un vecchio baule dimenticato, sepolto dal tempo e seminascosto dalle chincaglierie accumulate negli anni.&nbsp;Per la curiosità, le abbiamo chiesto di portarlo a scuola e di aprirlo con noi, per capire cosa nascondesse.&nbsp;In questo baule abbiamo trovato una serie di lettere e delle fotografie ingrigite dal tempo.

Molte lettere erano pressoché illeggibili: strappate, con l’inchiostro sbiadito dall’umidità. Si leggevano solo alcune parole: paura, angoscia, tormento e poi dei nomi, tanti nomi. Alcune però sono rimaste intatte e abbiamo potuto leggerle. Tre di queste sono lettere scritte da adolescenti, ragazzini spaventati che piuttosto che i batticuori puberali si sono trovati inghiottiti in un vortice di odio, discriminazione, violenza inspiegabili. Si tratta di Peter, Ben e Sophie. Queste lettere sono l’unica testimonianza del loro passaggio sulla terra. Di loro non conosciamo altro, se non quelle parole di terrore&nbsp;e speranza&nbsp;restituite da quelle pagine ingiallite.

Scrivono di averla presa per mano e di averla fatta volare via da quella miseria, da quella sofferenza, da tutta quella morte: hanno vissuto con lei alcune ore, nel cielo di&nbsp;Theresienstadt, più leggere dell’inferno che minacciava di inghiottirla per sempre. Sono state ore spensierate per Anna: ore di una ragazza che vive la sua età, con le sue gioie, le sue piccole grandi delusioni, i primi magoni e i primi amori. Per qualche ora non è stata la ragazza con il volto sorridente, eppure malinconico che vediamo sulla copertina del suo diario: è stata solo un’adolescente, che sorrideva e scherzava con altre ragazze come lei. Queste ragazze parlano di due grandi ali gialle, dalle quali si sono sentite avvolte e trascinate, in un caldo abbraccio che per poche ore ha strappato la&nbsp;povera Anna al suo orrendo destino. C’era anche un disegno che accompagnava questa lettera, anch’esso miracolosamente&nbsp;integro e salvo dalla consunzione. Questo disegno ritrae il volo magico che le nostre amiche hanno fatto insieme ad Anna, al di là del tempo, oltre la storia, senza paura

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