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francescobaldassarreTra nòmos-physis
«Dimmi, Pericle, mi sapresti spiegare cos' è la legge?» chiese un giorno il giovane Alcibiade a Pericle. «È quello che il popolo decide in assemblea e mette per iscritto, stabilendo quel che si può fare e quel che non si può fare» rispose Pericle. Ma Alcibiade non si accontentò della risposta: «E se non si riunisce in assemblea il popolo, ma solo una minoranza, quel che decide si chiama sempre legge?». Con domande sempre più provocatorie, Alcibiade impegna Pericle in un dibattito che, si può ben dire, non ha mai avuto fine: quando una decisione non è più legge, ma prevaricazione? In Occidente, la discussione sul fondamento della legge ebbe inizio in Grecia. I greci furono i primi a riflettere sul rapporto tra legge, diritto, natura, morale, giustizia, politica.
Eva Cantarella, Il dilemma legge e natura, Corriere della sera, 9 luglio 2006
IL PROBLEMA DELLE LEGGI
È con i sofisti che viene posto per la prima volta con chiarezza il problema della natura delle leggi.
L’avvento della democrazia ha messo in crisi la concezione tradizionale delle leggi, sacrale e religiosa, secondo cui le leggi derivano da decreti divini. In una democrazia è evidente che le norme scaturiscono dal dibattito nelle assemblee, quindi emerge con chiarezza il carattere tutto umano e sociale delle leggi.
Di qui la necessità di riflettere filosoficamente sull’origine delle leggi, soprattutto per cercare una risposta al quesito fondamentale: se le leggi sono opera umana, perché gli uomini dovrebbero rispettarle?
L’avvento della democrazia ha messo in crisi la concezione tradizionale delle leggi, sacrale e religiosa, secondo cui le leggi derivano da decreti divini. In una democrazia è evidente che le norme scaturiscono dal dibattito nelle assemblee, quindi emerge con chiarezza il carattere tutto umano e sociale delle leggi.
Di qui la necessità di riflettere filosoficamente sull’origine delle leggi, soprattutto per cercare una risposta al quesito fondamentale: se le leggi sono opera umana, perché gli uomini dovrebbero rispettarle?
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LE POSIZIONI DEI DIVERSI SOFISTI
Protagora (clicca qui per approfondire)
Le leggi sono un prodotto umano, ma allo stesso tempo sono un prodotto “naturale” dell’uomo. Esse infatti hanno una caratteristica particolare: solo grazie ad esse l’uomo può vivere in società. Per Protagora senza leggi non potrebbe esistere comunità umana e senza vita in comunità l’uomo non potrebbe sopravvivere. Quindi le leggi vanno rispettate, pena l’estinzione stessa del genere umano.
In Protagora, quindi, legge e natura (nòmos e physis) non sono contrapposte, l’una procede dall’altra.
Clicca qui per leggere il "Mito di Prometeo" raccontato da Protagora nell'omonimo dialogo platonico
Le leggi sono un prodotto umano, ma allo stesso tempo sono un prodotto “naturale” dell’uomo. Esse infatti hanno una caratteristica particolare: solo grazie ad esse l’uomo può vivere in società. Per Protagora senza leggi non potrebbe esistere comunità umana e senza vita in comunità l’uomo non potrebbe sopravvivere. Quindi le leggi vanno rispettate, pena l’estinzione stessa del genere umano.
In Protagora, quindi, legge e natura (nòmos e physis) non sono contrapposte, l’una procede dall’altra.
Clicca qui per leggere il "Mito di Prometeo" raccontato da Protagora nell'omonimo dialogo platonico
LE POSIZIONI DEI DIVERSI SOFISTI
Ippia (clicca qui per approfondire)
Bisogna preferire le leggi naturali, eterne ed immutabili, in quanto permettono eguaglianza e fratellanza fra gli uomini, mentre le leggi umane non fanno altro che dividere gli uomini e permettere ad alcuni di dominare sugli altri.
Antifonte (clicca qui per approfondire)
Riprende e radicalizza le tesi di Ippia: solo le leggi di natura sono vere e devono essere seguite, le leggi umane sono opinabili o totalmente false e devono essere rispettate poiché opprimono gli individui creando discordia tra gli uomini. La legge di natura, invece, fondata sulla naturale uguaglianza tra gli uomini, li spinge alla concordia e alla ricerca dell’utile comune.
Bisogna preferire le leggi naturali, eterne ed immutabili, in quanto permettono eguaglianza e fratellanza fra gli uomini, mentre le leggi umane non fanno altro che dividere gli uomini e permettere ad alcuni di dominare sugli altri.
Antifonte (clicca qui per approfondire)
Riprende e radicalizza le tesi di Ippia: solo le leggi di natura sono vere e devono essere seguite, le leggi umane sono opinabili o totalmente false e devono essere rispettate poiché opprimono gli individui creando discordia tra gli uomini. La legge di natura, invece, fondata sulla naturale uguaglianza tra gli uomini, li spinge alla concordia e alla ricerca dell’utile comune.