GLI ARTISTI
DELLE VIE
DI SONDRIO
DELLE VIE
DI SONDRIO
Indirizzo musicale della scuola Torelli.
Valzer n. 3 dall'opera 39 di Johannes Brahms, pianiste Anna Ruffoni e Beatrice Pegorari.
Valzer n. 3 dall'opera 39 di Johannes Brahms, pianiste Anna Ruffoni e Beatrice Pegorari.
Quest'anno la nostra scuola ha concentrato la sua indagine sulla presenza degli artisti valtellinesi nelle strade del capoluogo, con lo scopo di recuperare il significato e la storia dei nomi delle vie di Sondrio, per accrescere nei ragazzi il senso di appartenenza alla comunità, affinché si muovano consapevolmente in un ambiente cittadino dalla definita fisionomia storica e culturale.
Gli alunni e gli insegnanti della Secondaria di Primo Grado Luigi Torelli
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Via Fermo Stella,
pittore.
pittore.
Natività, lunetta della chiesa di S. Antonio, Morbegno.
San Lorenzo, dettaglio dell'ancona del santuario dell'Assunta, Morbegno.
Questo tipo di produzione artistica a quell'epoca era assai richiesta e apprezzata. La malleabilità del materiale ligneo consentiva arditezze sconosciute al marmo, mentre la policromia e la doratura conferivano al legno brillantezza e luminosità.
Fermo Stella
Fermo Stella, detto anche Fermo da Caravaggio, nacque a Caravaggio nel 1490 ed è morto nel 1562 nello stesso luogo.
La sua era una famiglia di pittori e l'artista lavorò tra la Lombardia e il Piemonte.
Nel 1510 era già attivo ad Arona per realizzare uno stendardo per la famiglia Borromeo. In questi anni conobbe il pittore Gaudenzio Ferrari.
La sua attività valtellinese si concentrò tra il 1522 e il 1530, un periodo felice della vita professionale dell'artista che, non più alle primissime esperienze, era ormai in grado di assumere incarichi importanti.
L'occasione di lavorare in Valtellina giunse quasi certamente tramite Gaudenzio Ferrari che, nel 1520, si era portato a Morbegno per dipingere e dorare un imponente altare ligneo scolpito dal notissimo intagliatore Giovan Angelo del Maino, con il quale il Ferrari aveva già avuto modo di collaborare presso il duomo di Como.
L'altare in questione era però di dimensioni notevoli e il lavoro da svolgere si presentava prestigioso quanto delicato, andando a sovrapporsi ad un intaglio raffinatissimo. Dovendo nel frattempo attendere anche ad altre opere, nel decidere di avvalersi di un aiuto, pensò probabilmente a quel Fermo Stella conosciuto ad Arona.
Da alcuni documenti si apprende, infatti, che lo Stella prese parte alla decorazione pittorica dell'ancona di Morbegno tra il 1522 e il 1524, forse in parte sostituendosi al maestro, nel frattempo impegnato altrove.
La sua era una famiglia di pittori e l'artista lavorò tra la Lombardia e il Piemonte.
Nel 1510 era già attivo ad Arona per realizzare uno stendardo per la famiglia Borromeo. In questi anni conobbe il pittore Gaudenzio Ferrari.
La sua attività valtellinese si concentrò tra il 1522 e il 1530, un periodo felice della vita professionale dell'artista che, non più alle primissime esperienze, era ormai in grado di assumere incarichi importanti.
L'occasione di lavorare in Valtellina giunse quasi certamente tramite Gaudenzio Ferrari che, nel 1520, si era portato a Morbegno per dipingere e dorare un imponente altare ligneo scolpito dal notissimo intagliatore Giovan Angelo del Maino, con il quale il Ferrari aveva già avuto modo di collaborare presso il duomo di Como.
L'altare in questione era però di dimensioni notevoli e il lavoro da svolgere si presentava prestigioso quanto delicato, andando a sovrapporsi ad un intaglio raffinatissimo. Dovendo nel frattempo attendere anche ad altre opere, nel decidere di avvalersi di un aiuto, pensò probabilmente a quel Fermo Stella conosciuto ad Arona.
Da alcuni documenti si apprende, infatti, che lo Stella prese parte alla decorazione pittorica dell'ancona di Morbegno tra il 1522 e il 1524, forse in parte sostituendosi al maestro, nel frattempo impegnato altrove.
Fermo Stella
Facciata dell'oratorio del Crocifisso di Poggiridenti
L'ancona in questione risulta addossata alla parete di fondo del celebre santuario dell'Assunta ed "incornicia" una quattrocentesca Madonna in trono col Bambino, appartenente alla primitiva chiesa e conservata, essendo ben presto diventata oggetto della devozione popolare per via di una serie di miracolose guarigioni.
Intagliata tra il 1516 e il 1519 dal pavese Giovan Angelo del Maino e dal fratello Tiburzio, l'ancona di Morbegno viene considerata un capolavoro della scultura lignea rinascimentale lombarda.
Qualche anno dopo, presumibilmente tra il 1526 e il 1527, Fermo Stella fu chiamato a lavorare a Poggiridenti e a Ponte in Valtellina, borghi entrambi posti sul versante retico della valle, tra vigneti e frutteti.
La parrocchiale di San Fedele di Poggiridenti si trova su un dosso, in posizione panoramica, e proprio accanto alla chiesa, sulla parete di fondo di una cappella cimiteriale di inizio Cinquecento, si trova un grande affresco di Fermo Stella.
Intagliata tra il 1516 e il 1519 dal pavese Giovan Angelo del Maino e dal fratello Tiburzio, l'ancona di Morbegno viene considerata un capolavoro della scultura lignea rinascimentale lombarda.
Qualche anno dopo, presumibilmente tra il 1526 e il 1527, Fermo Stella fu chiamato a lavorare a Poggiridenti e a Ponte in Valtellina, borghi entrambi posti sul versante retico della valle, tra vigneti e frutteti.
La parrocchiale di San Fedele di Poggiridenti si trova su un dosso, in posizione panoramica, e proprio accanto alla chiesa, sulla parete di fondo di una cappella cimiteriale di inizio Cinquecento, si trova un grande affresco di Fermo Stella.
L'opera è purtroppo interrotta da una porta resasi necessaria per raggiungere il retrostante oratorio di Gesù Cristo Salvatore o del Crocifisso.
Tutte le figure sono comunque riconoscibili: si tratta di santi molto cari alla devozione popolare, alcuni dei quali invocati a protezione delle pestilenze che a quei tempi, insieme alle guerre, funestava la popolazione.
Da sinistra si individuano sant'Antonio abate, san Fedele, al quale è intitolata l'attigua chiesa parrocchiale, san Rocco, san Sebastiano, san Pietro martire e infine san Bernardo di Mentone.
Al centro, secondo uno schema quattrocentesco ancora in uso durante il Cinquecento, campeggia la Madonna col Bambino seduta su un trono sovrastato da un baldacchino a cerchi concentrici, ricorrente nelle opere del pittore.
Tutte le figure sono comunque riconoscibili: si tratta di santi molto cari alla devozione popolare, alcuni dei quali invocati a protezione delle pestilenze che a quei tempi, insieme alle guerre, funestava la popolazione.
Da sinistra si individuano sant'Antonio abate, san Fedele, al quale è intitolata l'attigua chiesa parrocchiale, san Rocco, san Sebastiano, san Pietro martire e infine san Bernardo di Mentone.
Al centro, secondo uno schema quattrocentesco ancora in uso durante il Cinquecento, campeggia la Madonna col Bambino seduta su un trono sovrastato da un baldacchino a cerchi concentrici, ricorrente nelle opere del pittore.
Fermo Stella