 LE VIE DI SONDRIO

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Presbiterio dell'oratorio di San Lorenzo - Teglio

Stella giunse a Teglio nel 1528, per un incarico piuttosto importante. Si trattava di affrescare l'oratorio di San Lorenzo, che i signori Besta utilizzavano ormai come cappella privata, trovandosi proprio a due passi dal loro palazzo. Il piccolo edificio aveva origini medioevali ed era sempre stato utilizzato dagli abitanti della contrada. A partire dall'inizio del Cinquecento, senza alcuna cessione di proprietà da parte della comunità, divenne tuttavia, nei fatti, cappella gentilizia dei Besta che, in cambio, ne promossero il riammodernamento, garantendone l'officiatura e l'apertura. Oltre alla sopraelevazione dei muri laterali per consentire l'inserimento delle volte, la ristrutturazione comportò anche la costruzione di un nuovo presbiterio, ed è qui che entrò in scena il nostro pittore.

Proposta per il Comune Vittoria Ligari, pittrice.

Il capolavoro di Scamozzi è però considerata l'incantevole&nbsp;Villa Pisani, detta&nbsp;la Rocca&nbsp;a&nbsp;Lonigo&nbsp;(VI), a&nbsp;pianta centrale, da lui progettata a soli ventisei anni. In quest'opera egli non si limita a imitare la celeberrima&nbsp;Villa Capra detta&nbsp;la Rotonda&nbsp;del grande Palladio (all'epoca ancora in costruzione, e che dopo la morte di Palladio completò egli stesso), ma anzi ne fa una critica puntuale dal punto di vista architettonico, utilizzando una&nbsp;tipologia&nbsp;fino ad allora inedita, traendo diretta ispirazione dal Pantheon di Roma.

Scamozzi di quarant'anni più giovane del&nbsp;Palladio, dovette sviluppare un rapporto complesso (e in parte ancora da esplorare) con il più grande architetto del tempo. Sembra esserne assieme discepolo e avversario, ammiratore e critico. Fu un vero protagonista dell'architettura del suo tempo ed un architetto eccezionalmente erudito. Interpretando senza dubbio la lezione del Palladio, sviluppò un proprio linguaggio, meno scenografico ed improntato volutamente ad un maggiore rigore (ad es. attraverso lo schiacciamento delle&nbsp;lesene&nbsp;in facciata) ed assai apprezzato nel suo tempo. Vincenzo Scamozzi, che non si era mai sposato e non lasciava figli viventi, nel suo testamento istituì un lascito per permettere agli studenti privi di mezzi di studiare l'architettura, all'unica condizione che essi prendessero il suo cognome, quali "eredi ideali".&nbsp;

Maria Assunta e trionfo di Angeli, affresco, 1874, volta chiesa Collegiata Santi Gervasio e Protasio, Sondrio.

Ritratto del dottor Bordoli, post 1875, olio su tela, cm 50 x 67,&nbsp;Museo Valtellinese di Storia ed Arte, Sondrio. Il dottor Bordoli lavorò presso l'ospedale di Sondrio. In una delibera del 15 aprile 1875 dell'Ospedale è documentato l'incarico al pittore G.Gavazzeni di eseguire il ritratto del compianto medico.

Vittoria Ligari was born on February 14 in Milan and died on December 9, 1783 in Sondrio. She was the daughter of the Valtellinese painter, architect and agronomist Pietro Ligari and Nunziata Steiningher and she was the older sister of the painter Cesare Ligari. Unlike her brother, she was not allowed to study in other workshops besides her father's one, but she studied with different music masters, learning to play the violin and the organ. Vittoria never left her father's house, working first with her father and then with her brother.

GLI ARTISTI DELLE VIE DI SONDRIO

Pier Luigi Nervi è stato un ingegnere, imprenditore&nbsp;e&nbsp;accademico italiano, specializzato nell'edilizia&nbsp;civile. Collaborò con architetti di fama internazionale, tra cui Le Corbisier e Louis Kahn. Nato a Sondrio il 21 giugno 1891 da genitori liguri, si laureò in ingegneria all’università di Bologna nel 1913. Il suo primo lavoro fu nell'ufficio tecnico della&nbsp;Società per Costruzioni Cementizie&nbsp;a Bologna; durante la&nbsp;Prima Guerra Mondiale svolse servizio nel Genio militare. Nel 1923 fondò a Roma una sua società di costruzioni. Le sue prime strutture furono il&nbsp;ponte sul fiume Cecina&nbsp;nel comune di Pomarance&nbsp;(PI), la copertura in cemento armato con apertura mobile e la galleria del teatro&nbsp;di&nbsp;Prato e il Teatro Augusteo di Napoli. Il primo lavoro a destare interesse a livello internazionale fu lo stadio "Berta" di&nbsp;Firenze, Campo di Marte&nbsp;(successivamente noto come Stadio Artemio Franchi) con le particolari scale elicoidali e la famosa&nbsp;Torre Maratona. Il concorso per l'opera si svolse nel 1930 e il suo progetto fu giudicato il migliore per la raffinatezza strutturale, per l'impatto delle strutture totalmente a vista e per l'attenzione al contenimento dei costi di costruzione. La stessa attenzione sia dal punto di vista tecnico che per il risparmio economico gli fece vincere diverse gare per la costruzione di aviorimesse, realizzate per la Regia Aeronautica italiana. Applicando innovative soluzioni nella progettazione delle ampie volte di copertura, caratterizzate da archi incrociati di cemento, tra il 1935 e il 1943 costruì degli hangar dell'idroscalo di Orbetello e di Marsala&nbsp;e dell'aeroporto militare di Orvieto, impiegando l'avveniristica ed elegante struttura "geodetica".

Via Giovanni Gavazzeni, pittore.

Il pittore valtellinese riposa nel&nbsp;cimitero di Talamona. La sua tomba porta l’epitaffio "illustrò la fede con il pennello".

Nel paese di&nbsp;Talamona, in&nbsp;Casa Mazzoni, poco distante dalla chiesa parrocchiale, si trova la casa-studio del pittore Giovanni Gavazzeni (Talamona, 1841 – 1907). Era un uomo taciturno, schivo, meticoloso. Trascorse tutta la sua giovinezza all’Accademia Carrara di Bergamo, lontano dagli schiamazzi anti-austriaci. Al compimento del diciottesimo anno di età, lasciò per un breve tempo gli studi e marciò con&nbsp;Garibaldi&nbsp;su Sondrio. Decise poi di tornare a casa, lontano dal caos cittadino che detestava e lì venne apprezzato dalla committenza ecclesiastica, nobile, borghese e perfino contadina. L’Accademia di Carrara si ispirava al Settecento Veneziano e a Raffaello. Gavazzeni, anche se molto incuriosito dal tema romantico dell’incubo notturno, rimase sempre fedele al tema sacro, inserito in paesaggi idilliaci o in interni dettagliatamente ottocenteschi.

La costante attenzione al rapporto tra forma e struttura, tra architettura e ingegneria, tra contenimento dei costi ed estetica della costruzione, contraddistinse anche la produzione dei suoi scritti e il suo impegno come docente universitario: fu professore di Tecnica delle costruzioni e Tecnologie dei materiali alla facoltà di Architettura dell'Università "La Sapienza" di Roma. Tra il 1956 e il 1961 collaborò alla progettazione del&nbsp;Grattacielo Pirelli&nbsp;a&nbsp;Milano&nbsp;e, nello stesso periodo, alla progettazione del complesso di opere per le&nbsp;Olimpiadi di Roma, del&nbsp;Palazzo del Lavoro&nbsp;per l'esposizione&nbsp;Italia 61&nbsp;a&nbsp;Torino&nbsp;e la progettazione della Cartiera Burgo&nbsp;a&nbsp;Mantova. L'incarico più prestigioso per Pier Luigi Nervi fu quello conferitogli nel 1964 da&nbsp;papa Paolo VI&nbsp;per la costruzione della nuova&nbsp;Aula delle Udienze Pontificie&nbsp;in&nbsp;Vaticano, nota come&nbsp;Aula Nervi. Morì a Roma nel 1979 all'età di 87 anni.

&nbsp;Aula delle Udienze Pontificie Paolo VI

Non va infine dimenticata la realizzazione delle insostituibili scene lignee a&nbsp;prospettiva&nbsp;accelerata, allestimento temporaneo nell'intento originario, che è tuttora possibile ammirare all'interno del&nbsp;Teatro Olimpico&nbsp;di Vicenza, scena che fu da lui progettata e intelligentemente illuminata.&nbsp;

Particolare del boccascena del Teatro Olimpico

Tali realizzazioni consentivano di ridurre il numero dei punti di appoggio, aumentando considerevolmente le luci interne destinate ad ospitare gli aerei. Proprio da un suo hangar di Orbetello partì un'importante spedizione di&nbsp;idrovolanti Savoia - Marchetti S. 55&nbsp;che, alla guida del famoso&nbsp;Italo Balbo, attraversò l'Atlantico&nbsp;con scalo in&nbsp;Islanda. Nulla resta delle costruzioni di Orvieto ed Orbetello, distrutte dai tedeschi; sono invece in buono stato di conservazione le aviorimesse di Marsala e Pantelleria, dove sono ancora visibili i famosi hangar in galleria. La sua produzione impose all'attenzione del pubblico Nervi, che ben presto divenne il simbolo di una nuova architettura, un ponte&nbsp;tra il grande passato artistico dell'Italia e il presente. In questo senso la figura di Nervi fu utilizzata dal regime fascista per propagandare il "progresso". Nel dopoguerra, la prima opera significativa fu il Salone per le esposizioni di Torino, in cui sfruttò la nuova tecnologia del ferro-cemento per realizzare la grande volta a botte trasparente. Tra il 1953 e il 1958 si occupò della realizzazione della sede dell'UNESCO a Parigi&nbsp;e, con l'affermarsi della sua figura di progettista al di fuori dell’Italia, ottenne numerosi incarichi internazionali. Fu insignito della laura&nbsp;honoris causa&nbsp;in Architettura nelle università di Buenos Aires, Edimburgo, Monaco, Varsavia, Harvard e Dartmouth College, Praga e Londra.

Nervi, Breuer, Zehrfuss, Sede Unesco, Paris, 1953-58.

Disegno per La sonnambula. Archivio Storico Ricordi.&nbsp;

Sonnambula. Indirizzo musicale scuola "L.Torelli". Clarinetti classi II A, III A/C (Thomas Monti, Giorgia Vanoi, Keira Ferrari,&nbsp;Alessandra Mossinelli, Rita Corlatti, Emma Ruffoni, Salvatore Di Francesca, Maia Delfino, Elisa Bianchi, Ginevra Rostirolla, Manuel Gaburri, Elisa Stazzonelli).

Nel 1889 sposò il conte Franchi-Verney della Valetta, celebre critico musicale, e dalla loro unione nacquero due gemelli che però morirono in tenera età. Un dolore straziante che provocò nella violinista una grave crisi psicologica che la portò a interrompere l’attività concertistica fino al 1895, quando tornò in brevissimo tempo ad essere osannata da critica e pubblico. Morto il marito nel 1911, si risposò due anni più tardi con il conte Emilio Quadrio di Sondrio, dove si trasferì. Terminata la carriera concertistica divenne insegnate di viola e violino, prima al Conservatorio di Milano poi all’Accademia di Santa Cecilia di Roma. Rimasta vedova una seconda volta, Teresina - dopo aver devoluto in beneficienza tutti i suoi averi - si ritirò a Roma nel Convento delle Adoratrici perpetue del santissimo Sacramento, assumendo il nome di Suor Maria di Gesù. Qui, visse fino alla morte, avvenuta il 28 ottobre 1956. Vi consigliamo caldamente una visita a Sondrio, alla Biblioteca Pio Rajna, presso la quale è conservato un fondo con lettere, fotografie e documenti appartenuti alla violinista.

Teresina Tua was born in Turin in 1866 and she died in 1956 in Rome when she was 90 years old. She was a famous person because she was an important musician. She was born in a family of humble origins, but she could study in the Paris Conservatoire. She started a huge concert career and she was the first woman to play in Russia and in the USA. In 1889 she got married to Franchi-Verney, they had two twins, but they died early. In 1911 her husband died, then she moved to Sondrio where she married Emilio Quadrio. When she finished her career, she became a teacher of viola and violin, first at Milan Conservatory and then at the Santa Cecilia Academy in Rome. When her second husband died, she became a nun until she died.

Maddalena Maria Teresa Tua è stata una celebre violinista torinese. Conosciuta con il nome d’artista Teresina Tua, fu uno dei maggiori talenti violinistici italiani della fine dell’Ottocento, certamente la più importante violinista dell’epoca. Entrò in contatto con i più illustri compositori, quali Wieniawski, Verdi, Wagner, Grieg, Rachmaninov, Boito, Liszt e Brahms, ed ebbe una straordinaria carriera concertistica che la portò a suonare in tutte le nazioni europee e ad essere la prima donna concertista a esibirsi in Russia e negli Stati Uniti. Nacque a Torino nel 1866 da una famiglia di modeste origini; il padre violinista le insegnò i primi rudimenti dell’arte, scoprendo ben presto il talento della famiglia. A soli sei anni già suonava, come fanciulla prodigio, davanti ai caffè di Torino, quindi si fece conoscere anche nel resto del Piemonte, poi in Liguria e oltralpe, in Svizzera e nella Francia meridionale. Grazie all’aiuto di una mecenate incontrata a Nizza, nel 1877 entrò al Conservatorio di Parigi e immediatamente dopo iniziò una carriera concertistica che la porterà a girare tutto il mondo, ottenendo lusinghieri successi un po’ dappertutto e suonando con i maggiori direttori tra cui Arturo Toscanini.

Salita Pietro Ligari, artista .

Bibliografia generale - G. BIANCHI, Le vie di Sondrio, La Provincia di Sondrio, 2009 - VALERIO DELLA FERRERA, Antonio Caimi 1811-1878 - L'arte del ritratto - S. FACCHINETTI, Fermo Stella da Caravaggio, Banca credito Cooperativo, 2009 - R. CARA, Fermo Stella, in “Dizionario biografico degli Italiani”, vol. 94 (2009): https://www.treccani.it/enciclopedia/fermo-stella_%28Dizionario-Biografico%29/ - P. MAGONI, Eliseo Fumagalli, Litotipografia Ignizio, Sondrio, 2003 - R. RICCO, Teresina Tua, in “Dizionario biografico degli Italiani”, vol. 97 (2020): https://www.treccani.it/enciclopedia/teresina-tua_%28Dizionario-Biografico%29/ - D. BENETTI-M. GUIDETTI, Storia di Valtellina e Valchiavenna, Jaka Book, 1990, p. 97, Cipriano Valorsa - S. COPPA, I Ligari. Pittori del Settecento lombardo, Skira, 2008 - D. DALLA, Pietro Ligari, in “Dizionario biografico degli Italiani”, vol. 65 (2005) https://www.treccani.it/enciclopedia/pietroligari_%28Dizionario-Biografico%29/ - M. MARONGIU, Marcello Venusti, in “Dizionario biografico degli Italiani”, vol. 98 (2020): https://www.treccani.it/enciclopedia/marcello-venusti_%28Dizionario-Biografico%29/ - Pier Luigi Nervi: https://www.treccani.it/enciclopedia/pier-luigi-nervi/ - Giovanni Gavazzeni: https://www.intornotirano.it/articoli/cultura-e-spettacolo/il-pittore-giovanni-gavazzeni-e-la-sacra-famiglia-nella-parrocchiale-di-san-martino. Civiltà artistica di Valtellina e Valchiavenna, Kriterion, Milano.

La Deposizione, affresco, Chiesa di S. Giorgio, Grosio.

Affresco della Madonna con Bambino benedicente, Chiesa della Natività di Maria, Pellizzano, Trento.

Marcello Venusti&nbsp;&nbsp;(Mazzo di Valtellina,&nbsp;1510&nbsp;–&nbsp;Roma,&nbsp;15 ottobre&nbsp;1579) è stato un&nbsp;pittore manierista, attivo nell'età del&nbsp;Rinascimento. Nato a Mazzo in provincia di Sondrio nel 1512, giovanissimo si trasferisce, per imparare l’arte pittorica, a Roma, lì muore nel 1579. &nbsp;&nbsp;Intorno al 1549 Venusti entrò in contatto con Michelangelo e divenne suo seguace. Di lui copierà il "Giudizio finale" ora conservato presso la Pinacoteca di Capodimonte di Napoli. Il Vasari avrà parole lusinghiere nei suoi confronti, definendo quest'opera "condotta ottimamente". L'opera più nota e importante della produzione venustiana, considerata il manifesto dell'arte sacra della&nbsp;Controriforma, è&nbsp;San Bernardo di Chiaravalle&nbsp;che conculca il demonio&nbsp;(Pinacoteca Vaticana), realizzata nell'anno di chiusura del&nbsp;Concilio di Trento, il 1563. La chiesa romana che conserva in numero maggiore sue opere è&nbsp;Santa Maria sopra Minerva.

"Giudizio Finale",1549, copia del Giudizio universale di Michelangelo, Pinacoteca di Capodimonte, Napoli. La copia fu commissionata a Marcello Venusti dal Cardinale Farnese.&nbsp;

&nbsp;Via Vincenzo Scamozzi, architetto

Mosè spregiatore del Faraone, collezione Ghislanzoni, Morbegno.

Vittoria Ligari nacque il 14 febbraio 1713 a Milano e morì il 9 dicembre 1783 a Sondrio. Era figlia del pittore, architetto e agronomo valtellinese Pietro Ligari e di Nunziata Steiningher e sorella maggiore del pittore Cesare Ligari. A differenza del fratello, non le fu concesso di studiare presso altre botteghe oltre quella paterna, ma studiò, invece, con diversi maestri di musica, imparando a suonare il violino e l'organo. Non si allontanò mai dalla casa paterna, lavorando prima con il padre e poi con il fratello.

Mosè salvato dalle acque, collezione Ghislanzoni, Morbegno.

Apprese dal padre il mestiere di pittrice fino alla morte di questo, nel 1752. Successivamente collaborò spesso con Cesare realizzando molti dipinti. Nella bottega di famiglia aiutò nella realizzazione di cartoni per affreschi e schizzi per le commissioni più impegnative. Pur di non rinunciare alla vita artistica non si sposò e, dopo la morte del fratello, assunse un ruolo centrale nella famiglia che da Como tornò a vivere a Sondrio.

Tornato a Vicenza, realizzò una serie di palazzi e ville nella città natale e nella provincia, lavorando inoltre al completamento di alcune opere di Palladio, dopo la morte di quest'ultimo avvenuta nel 1580. La sua tarda attività si svolse ancora a Venezia, dove si era stabilito nuovamente e dove vinse nel 1582 il concorso per la prosecuzione della&nbsp;Libreria&nbsp;di&nbsp;Jacopo Sansovino, realizzando le Procuratie Nuove che completano l'impianto di Piazza San Marco.

Via Antonio Caimi, pittore, docente e storico dell'arte.

Pier Luigi Nervi was an Italian engineer, entrepreneur and academic, skilled in civil construction. He collaborated with internationally renowned architects, including Le Corbusier and Louis Kahn. He was born in Sondrio on 21st June 1891, but his parents were Ligurian. He graduated in engineering at the University of Bologna in 1913. His first job was in the engineering and design department of Società per Costruzioni Cementizie in Bologna; during the First World War he served in the Army Engineers. In 1923 he founded his first building company in Rome. Its first structures were the bridge over the Cecina River in Pomarance (PI), the reinforced concrete roof with movable opening and the gallery of the theater in Prato and the Augusteo Theater in Naples. The first work to arouse interest at an international level was the "Berta" stadium in Florence, Campo di Marte (later known as Stadio Artemio Franchi) with its particular helical staircases and the famous Torre Maratona. The competition for the work took place in 1930 and his project was judged to be the best for its structural refinement, for the impact of the totally exposed structures and for the attention to containing building expenses. The same attention both from the technical point of view and for economic savings made him win a lot of building competitions for the Italian Royal Air Force hangars. Between 1935 and 1943 he built the hangars of the Orbetello and Marsala seadrome, by using the elegant and futuristic “geodesics” structure and applying innovative solutions in the planning of the large roof vaults, typified by crossed concrete arches. Those achievements made it possible to reduce the number of support points, considerably increasing the interior space for aircrafts. An important expedition of Savoia-Marchetti S.55 seaplanes, driven by famous Italo Balbo, departed from one of his hangars in Orbetello and crossed the Atlantic with a stopover in Iceland.

Nothing remains of buildings in Orvieto and Orbetello, destroyed by the Germans; the hangars in Marsala and Pantelleria are well preserved and the famous hangars in the gallery are still visible there. His production made Nervi become popular; he soon became the symbol of a new architecture, a bridge between the great artistic past of Italy and the present so that the Fascist Regime used his figure to propagandize "progress".After the war, his first significant work was the Turin Exhibition Hall, in which he exploited the new technology of iron-concrete to create the large transparent barrel vault. Between 1953 and 1958 he was responsible for the construction of the UNESCO headquarters in Paris and, with the affirmation of his figure as a designer outside Italy, he obtained numerous international assignments. He was awarded an honorary degree in Architecture at the universities of Buenos Aires, Edinburgh, Munich, Warsaw, Harvard and Dartmouth College, Prague and London. The constant attention to the relationship between form and structure, between architecture and engineering, between cost containment and building aesthetics, also characterized the production of his writings and his commitment as a University Professor: he was Professor of Construction Technique and Materials Technologies at the Faculty of Architecture of the "La Sapienza" University of Rome. Between 1956 and 1961 he collaborated on the design of the Pirelli Skyscraper in Milan and, in the same period, on the design of the complex of works for the Rome Olympics, the Palazzo del Lavoro for the Italia 61 exhibition in Turin and the design of the Burgo Paper Mill in Mantua. In 1964 Pope Paul VI conferred on him the construction of the new Hall of Pontifical Audience in the Vatican, known as Aula Nervi. That was the&nbsp;most prestigious assignment for Pier Luigi Nervi. He died in Rome in 1979 at the age of 87.

&nbsp;Via Fermo Stella, pittore.

Proposta al Comune: Via Giovan Battista Zotti, scultore

Sacra Famiglia, Santuario della Beata Vergine delle Grazie, Grosotto. Sono due le versioni esistenti della&nbsp;Sacra Famiglia, una è alla&nbsp;Galleria Borghese, una inviata al Santuario della Madonna delle Grazie di&nbsp;Grosotto. In entrambe le opere sono ripresi moduli&nbsp;raffaelleschi. L'opera sarà a sua volta il modello per un affresco di&nbsp;Cipriano Valorsa, dipinto sulla facciata di casa Valorsa a&nbsp;Grosio.

San Bernardo di Chiaravalle&nbsp;che conculca il demonio, 1563, Roma, Pinacoteca Vaticana.

Pietro Ligari è nato ad Ardenno il 18 febbraio 1686, da una famiglia di origini borghesi, i Del Pelo, che prese il nome dalla piccola contrada di Ligari, nel comune di Sondrio, dove la famiglia abitava. Definito il maggior artista valtellinese del Settecento, è stato un pittore, architetto e agronomo italiano, di ambito classicista. A dodici anni si recò a studiare a Roma, dove fu allievo di Lazzaro Baldi, un seguace di Pietro da Cortona, ed assorbì gli influssi della pittura barocca. Dopo un viaggio di formazione, durante il quale si spostò in diverse località dell'Italia centrale e a Venezia, l'artista nel 1710 si stabilì dapprima a Milano, poi dal 1727 definitivamente in Valtellina, dove si trova la maggior parte delle sue opere, molte delle quali, oltre a una significativa raccolta di disegni e dipinti dei suoi figli Cesare e Vittoria, anch'essi pittori, sono conservate presso il Museo Valtellinese di Storia e Arte di Sondrio.

La casa dell'artista, presso la Salita Pietro Ligari a  Sondrio.

Siamo a conoscenza di quello che questa artista ha realizzato solo grazie a fonti esterne e al libro di famiglia, chiamato Mastro N, che è conservato al Museo Valtellinese di Storia ed Arte, compilato sia dal padre, sia dal fratello che dalla stessa Vittoria. Si conoscono poche sue opere. Le più importanti tele attribuite a lei, anche se non firmate, sono "Mosè salvato dalle acque" e "Mosè fanciullo spregiatore del faraone". L'unica opera firmata dall'artista si conserva nella chiesa di Ganda, a Lanzada (Sondrio). Si tratta di una pala d'altare realizzata nel 1756 in onore della Madonna Addolorata, titolare della chiesa, considerata bene culturale della Lombardia. Vi è rappresentata la Madonna con il cuore trafitto da sette spade e, inginocchiati ai suoi piedi, San Francesco di Paola, Maria Maddalena e San Vincenzo Ferreri.

Cipriano Valorsa nasce intorno al 1515-16 a Grosio e muore nel 1604 nello stesso paese valtellinese.&nbsp; Valorsa lasciò un' importante impronta artistica sul nostro territorio e per la sua bravura fu soprannominato a fine Ottocento, il Raffaello della Valtellina.&nbsp; La sua pittura fu influenzata da quella di Fermo Stella e, alla fine dell’Ottocento, fu oggetto di interesse da parte di molti studiosi, come Emilio Visconti Venosta. Valorsa iniziò il suo percorso nella bottega del padre e firmò la sua prima opera nel 1551, Il Polittico, conservato in S.Ilario a Vervio. A Grosio è possibile ammirare le opere affrescate nella sua casa natale. Valorsa non operò solo in Valtellina, ma anche in altri luoghi come la Val di Sole (e più precisamente Pellizzano)

Grosio, Ante lignee a Villa Visconti Venosta, 1597, tempera su tavola.

Deposizione, Porta di San Giacomo, Chiuro.

Via Eliseo Fumagalli, pittore.

Nel 1727 circa, tutti gli stalli vennero rimossi perché la collegiata fu demolita per essere ricostruita su disegni di Gian Pietro Ligari. Gli stalli furono posti nel coro della nuova chiesa dall’intagliatore Giovan Battista Abbiati di Mandello del Lario che dovette modificare e rifarne alcune parti nel 1796.

 Particolare degli stalli in legno che si trovano dietro l’altare maggiore, Chiesa Collegiata di Sondrio.

Ligari si occupò anche di musica. Era infatti un valente musicista e costruì anche due organi, come si legge in un Inventario redatto dall'artista, dove vengono descritti i due strumenti realizzati: uno di diciassette registri e l'altro, più piccolo, di sei. Degli organi ad oggi non c'è traccia, salvo per un'attribuzione ancora da verificare dell'organo del Santuario di Primolo. Per la Collegiata morbegnese l'artista progettò il prezioso reliquiario della Sacra Spina, alcuni arredi liturgici ed eseguì una serie di tele di forma ovale.

Messa di San Gregorio Magno, olio su tela, realizzata per l'Oratorio di San Rocco&nbsp;a Sondrio e visibile attualmente nella&nbsp;Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio.

Pietro Ligari was born in Ardenno on 18th February, 1686 from a middle class family, the Del Pelo. He took his name from Ligari, a small village near Sondrio where his family lived. He was an Italian painter and architect. He is considered the greatest artist from Valtellina in the eighteenth century. When he was twelve years old he went to Rome to study and he worked as an apprentice with Lazzaro Baldi a follower of Pietro da Cortona and he met the influences of Baroque painting. After a training trip, during which he moved to various locations in central Italy and in Venice, Ligari first settled in Milan in 1710, then from 1727 he definitively came back to Valtellina, where most of his works are located. Many of them, like a significant collection of drawings and several paintings from his children Cesare and Vittoria, painters as well, are kept in the “Valtellina Museum of History and Art”.

Danza di Salomè, chiesa di San Giovanni Battista, Lanzada.

Disegno e acquerello su carta, cm77x 56, 1931, Museo Valtellinese di Storia ed Arte Sondrio. Il disegno è preparatorio per il dipinto del catino absidale della chiesa di Maccio per la quale Fumagalli dipinse anche la Natività e la Crocifissione tra il 1932-1935.

Glorificazione di S. Bartolomeo 1929, Caspano, Chiesa Parrocchiale, volta centrale

Battesimo di Cristo, olio su tela, Collegiata di Sondrio.

Ritratto dell'arciprete Nicolò Rusca, 1852, Collegiata di Sondrio.

&nbsp;Via Cipriano Valorsa, pittore.

&nbsp;Via Marcello Venusti, pittore.

Piazza Teresina Tua Quadrio, violinista.

Indirizzo musicale scuola "L.Torelli". Violino Laura Gianatti, Pianoforte Anna Ruffoni.

Intraprese poi alcuni viaggi che lo portarono a Praga, in Svizzera, Germania, Francia ed in particolare a Parigi dove studiò l'architettura gotica. La figura di Scamozzi è relativamente poco conosciuta, anche se l'architetto può vantare una serie di primati: realizzò con lo Statuario della Repubblica di Venezia (dal 1591 al 1593) il primo museo pubblico di scultura antica in Europa. Progettò e realizzò inoltre il primo edificio dell'età moderna studiato appositamente per un Teatro a Sabbioneta (Mantova).

Natività, lunetta della chiesa di S. Antonio, Morbegno.

San Lorenzo, dettaglio dell'ancona del santuario dell'Assunta, Morbegno.

Fermo Stella, detto anche Fermo da Caravaggio, nacque a Caravaggio nel 1490 ed è morto nel 1562 nello stesso luogo. La sua era una famiglia di pittori e l'artista lavorò tra la Lombardia e il Piemonte. Nel 1510 era già attivo ad Arona per realizzare uno stendardo per la famiglia Borromeo. In questi anni conobbe il pittore Gaudenzio Ferrari. La sua attività valtellinese si concentrò tra il 1522 e il 1530, un periodo felice della vita professionale dell'artista che, non più alle primissime esperienze, era ormai in grado di assumere incarichi importanti.&nbsp; L'occasione di lavorare in Valtellina giunse quasi certamente tramite Gaudenzio Ferrari che, nel 1520, si era portato a Morbegno per dipingere e dorare un imponente altare ligneo scolpito dal notissimo intagliatore Giovan Angelo del Maino, con il quale il Ferrari aveva già avuto modo di collaborare presso il duomo di Como. L'altare in questione era però di dimensioni notevoli e il lavoro da svolgere si presentava prestigioso quanto delicato, andando a sovrapporsi ad un intaglio raffinatissimo. Dovendo nel frattempo attendere anche ad altre opere, nel decidere di avvalersi di un aiuto, pensò probabilmente a quel Fermo Stella conosciuto ad Arona. Da alcuni documenti si apprende, infatti, che lo Stella prese parte alla decorazione pittorica dell'ancona di Morbegno tra il 1522 e il 1524, forse in parte sostituendosi al maestro, nel frattempo impegnato altrove.

Questo tipo di produzione artistica a quell'epoca era assai richiesta e apprezzata. La malleabilità del materiale ligneo consentiva arditezze sconosciute al marmo, mentre la policromia e la doratura conferivano al legno brillantezza e luminosità.

Gavazzeni sposò Rosa Lucia Pirola&nbsp;di Masino (Ardenno), il 6 febbraio 1873 nella chiesa di San Pietro al Masino. Rosa seguì il marito nella casa-studio di Talamona e divenne la sua musa. Il&nbsp;desiderio inesaudito di diventare genitori diventerà il tema ricorrente della sua arte. Nel 1892 i coniugi adottarono i figli del cognato, rimasti orfani, Carlino, Giovanni e Guido Pirola, che fecero viaggiare, studiare e amarono calorosamente.&nbsp; Le sue Sacre Famiglie, come la&nbsp;Sacra Famiglia dei Fratelli Ciapponi&nbsp;in Via III Novembre a Morbegno, sono sempre pervase da un clima intimamente familiare. Gavazzeni morì in casa sua, a Talamona, a fine novembre del 1907, per una pleuropolmonite. Stava ultimando il&nbsp;Cristo Redentore&nbsp;per il&nbsp;Cimitero di Sondrio.

Sacra famiglia, Piazza Tre Novembre, Morbegno. Considerando che la Bottega Ciapponi alla quale appartiene il dipinto nacque nel 1883 e che Giovanni Gavazzeni stava affrescando La Madonnetta di Morbegno nel 1875, il dipinto può essere collocato cronologicamente tra queste due date. &nbsp;

Facciata dell'oratorio del Crocifisso di Poggiridenti 

L'ancona in questione risulta addossata alla parete di fondo del celebre santuario dell'Assunta ed "incornicia" una quattrocentesca Madonna in trono col Bambino, appartenente alla primitiva chiesa e conservata, essendo ben presto diventata oggetto della devozione popolare per via di una serie di miracolose guarigioni. Intagliata tra il 1516 e il 1519 dal pavese Giovan Angelo del Maino e dal fratello Tiburzio, l'ancona di Morbegno viene considerata un capolavoro della scultura lignea rinascimentale lombarda.&nbsp; Qualche anno dopo, presumibilmente tra il 1526 e il 1527, Fermo Stella fu chiamato a lavorare a Poggiridenti e a Ponte in Valtellina, borghi entrambi posti sul versante retico della valle, tra vigneti e frutteti. La parrocchiale di San Fedele di Poggiridenti si trova su un dosso, in posizione panoramica, e proprio accanto alla chiesa, sulla parete di fondo di una cappella cimiteriale di inizio Cinquecento, si trova un grande affresco di Fermo Stella.

L'opera è purtroppo interrotta da una porta resasi necessaria per raggiungere il retrostante oratorio di Gesù Cristo Salvatore o del Crocifisso. Tutte le figure sono comunque riconoscibili: si tratta di santi molto cari alla devozione popolare, alcuni dei quali invocati a protezione delle pestilenze che a quei tempi, insieme alle guerre, funestava la popolazione. Da sinistra si individuano sant'Antonio abate, san Fedele, al quale è intitolata l'attigua chiesa parrocchiale, san Rocco, san Sebastiano, san Pietro martire e infine san Bernardo di Mentone.&nbsp; Al centro, secondo uno schema quattrocentesco ancora in uso durante il Cinquecento, campeggia la Madonna col Bambino seduta su un trono sovrastato da un baldacchino a cerchi concentrici, ricorrente nelle opere del pittore.

Indirizzo musicale della scuola Torelli. Valzer n. 3 dall'opera 39 di Johannes Brahms, pianiste Anna Ruffoni e Beatrice Pegorari.

Quest'anno la nostra scuola ha concentrato la sua indagine sulla presenza degli artisti valtellinesi nelle strade del capoluogo, con lo scopo di recuperare il significato e la storia dei nomi delle vie di Sondrio, per accrescere nei ragazzi il senso di appartenenza alla comunità, affinché si muovano consapevolmente in un ambiente cittadino dalla definita fisionomia storica e culturale.&nbsp; Gli alunni e gli insegnanti della Secondaria di Primo Grado Luigi Torelli

&nbsp;Via Pier Luigi Nervi, ingegnere strutturale, architetto e artista.

Le statue a grandezza naturale dell’Arcangelo Gabriele e della Madonna vengono collocate nella Cappella in via Bassi a Sondrio.

Eliseo Fumagalli nacque a Delebio nel 1887 in una famiglia di artigiani e costruttori e fino a diciassette anni lavorò in bottega come falegname. Accortosi del talento del figlio, il padre lo iscrisse all'Accademia di Brera e si trasferì con tutta la famiglia a Milano. In Accademia Eliseo ebbe come compagni Carrà, Funi, Carpi e, come insegnanti, Cesare Tallone, Ludovico Pogliaghi e Giuseppe Mentessi che eccelleva nel ritratto e nella scenografia. Dopo l'esperienza a Genova come disegnatore per l'Ansaldo, Eliseo rientrò a Milano e fece una scelta radicale: si dedicò all'arte sacra. Dal 1915 ai primi anni '40 realizzò vasti cicli di affreschi e alcune tele ispirate a scene bibliche. La sua pittura, l'affresco, si distingue per la robusta e ardita costruzione scenografica. In poco più di vent'anni di lavoro senza pause, realizzò opere di grande respiro in Valtellina, (Tresivio, Grosotto, Caspano, Mello Ardenno) nel Comasco, nel Milanese e a Bologna. Morì a Delebio il 16 luglio 1943.

RITRATTO DI MODELLO,&nbsp;1911, olio su tela, cm77x57 (Museo Valtellinese di Storia ed Arte Sondrio).&nbsp; Con questo dipinto Eliseo Fumagalli vinse il Premio Hayez all'Accademia di Brera, dove era stato allievo. Il ritratto a mezza figura con taglio di tre quarti si staglia su uno sfondo di colore verde scuro. L'espressione intensa è resa con la definizione a pennellate larghe, ma precise dei tratti del volto e soprattutto degli occhi.

Assunzione della Vergine, 1921-23, Grosotto, Santuario della Madonna, volta centrale.

Vincenzo Scamozzi&nbsp;(Vicenza, 2 settembre 1548 – Venezia, 7 agosto 1616) è stato un architetto e scenografo italiano rinascimentale della Repubblica di Venezia, operante nel tardo Cinquecento e nel primo Seicento a Vicenza e nell'area veneziana, dove fu la figura più importante tra Andrea Palladio e Baldassare Longhena. Secondo Scamozzi, l'architettura - disciplina a cui egli dedicò tutta la vita - doveva essere una scienza esatta, complessa, con proprie regole da studiare attentamente e con pazienza: “Architettura è scienza”. A Vicenza ricevette una prima educazione dal padre Giandomenico, imprenditore edile benestante di origini valtellinesi. Nel 1572 si stabilì a Venezia, studiando il trattato “De architectura” di Vitruvio nell'interpretazione di Daniele Barbaro e di Andrea Palladio. Nel 1578-80 soggiornò per la prima volta a Roma, dedicandosi a sua volta allo studio e al rilievo dei monumenti antichi.

Antonio Caimi (Sondrio, 16 aprile 1811 - Milano, 5 gennaio 1878)&nbsp;è stato un&nbsp;pittore, storico dell'arte e docente italiano. Fu professore di storia dell'arte e segretario dell' Accademia di Brera&nbsp;dal 1860. Una delle sue opere più prestigiose è il libro&nbsp;"Delle arti del disegno e degli artisti nelle provincie di Lombardia dal1777&nbsp;al&nbsp;1862". Uomo eclettico, si dedicò anche alla musica, fu ottimo violoncellista e consigliere al Conservatorio di Milano. La sua produzione pittorica non è abbondante, lasciò una trentina di opere in Valtellina; suoi lavori più significativi a Sondrio sono un affresco sulla lunetta del portale della Collegiata e due dipinti a olio su tela di Nicolò Rusca e del Battesimo di Cristo.

Ritratto del sacerdote&nbsp;Giovanni Battista Castellani, 1846, olio su tela, cm 40 x 51.

&nbsp;&nbsp;Presa dimora stabile a Sondrio, dove pure si sposa, Zotti viene chiamato a lavorare presso la Chiesa Collegiata di Sondrio, dove costruisce gli stalli in legno che si trovano dietro l’altare maggiore.&nbsp; Quindi continua la sua attività un poco ovunque, dedicandosi alla creazione di statue della Vergine, in particolare a Castione, Boffetto e poi a Ponchiera, dove realizza anche l’ancona dove si trova la statua. &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Gli viene anche affidato il lavoro di creazione del Sacro Monte di Sondrio, per il quale realizza una serie importante di statue lignee, ma che non potrà venire realizzata completamente per mancanza di denaro.

Si mantenne sempre fedele a una “pittura sobria e severa, di matrice fermamente accademica”. Tra le opere più rappresentative della sua arte troviamo: Il Battesimo della principessa indiana del 1717, per l'Oratorio di Palazzo Sertoli a Sondrio; un ciclo di tele ed affreschi per il Palazzo Salis di Coira, di cui Ligari curò anche la progettazione del giardino all'italiana; due pale e la decorazione dell'abside e del catino absidale per la Collegiata di Morbegno.<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Morbegno"> </a>

San Francesco Saverio battezza la principessa indiana Neachile, olio su tela, cm185x320, 1717, collez. Banca Popolare di Sondrio.

Sacra Famiglia,1896, Chiesa parrocchiale di San Martino, Tirano.

L'opera risale al 1896. Singolare per l'iconografia, ci porta a pensare ad un'atmosfera di raccoglimento, a un sentimento di affettività e intimità tra i componenti.

Vita della Madonna,1890-ante 1907, cm150x300, Chiesa parrocchiale di Torre Santa Maria. Il dipinto murale fa parte del ciclo della Vita della Madonna raffigurato sulla volta della navata e del presbiterio della chiesa parrocchiale di Torre Santa Maria.

L'orazione nell'orto, olio su tavola, 1545-60, cm 53×76, Roma, Gallerie Nazionali d'Arte Antica, Palazzo Barberini.

Crocefissione, tavola, disegno del maestro&nbsp;Michelangelo, cm56×40, Galleria Borghese di Roma.&nbsp;&nbsp;

Ritratto di&nbsp;Marta Pelosi, olio su tela, cm57&nbsp;x 72, post 1811 - ante 1849, Museo Valtellinese di Storia ed Arte, Sondrio. La nobildonna Marta Pelosi, madre di Omobono, figura tra i benefattori dell'ospedale di Sondrio. La donna, anziana, è ritratta frontalmente su fondo neutro. Il volto è dipinto con discreta efficacia fisionomica, con i segni dell'età nelle rughe, nello sguardo un po' stanco. Ancor più accurata è la resa dell'abbigliamento che indica un artista piuttosto abile nei dettagli.

Ritratto dell'arciprete Antonio Maffei, olio su tela, cm 94 x 154, 1885, Museo Valtellinese di Storia ed Arte, Sondrio. Antonio Maffei è figura di grande rilievo nella cultura valtellinese dell'Ottocento. Oltre a reggere l'arcipretura, si dedicò ad una intensa attività di studioso. Ebbe un ruolo importante nell'istituzione del Comitato per gli Studi Archeologici, di cui fu vicepresidente ed attivo promotore insieme al Caimi. Il ritratto utilizza lo schema della figura in piedi, presentando il sacerdote con un tono austero. Il pastorale è sostituito da un libro che il Maffei tiene in mano. Notevole, come sempre, la cura nella descrizione dei pizzi e delle pieghe.

La chiesa di San Giovanni Battista di Morbegno è considerata il tempio ligariano per eccellenza, anche per la presenza di alcune opere del figlio Cesare e della figlia Vittoria. Purtroppo, a metà degli Anni Novanta il furto di un numero elevatissimo di tele ligariane segnò per sempre la storia di San Giovanni. Ligari fu anche agronomo e architetto: a lui si devono la torre campanaria della chiesa collegiata di Sondrio, l'ossario di Lanzada e la chiesetta, oggi distrutta, del ponte di Ganda a Morbegno. Si dilettava inoltre nel costruire orologi.

Il Battesimo di Cristo e i Dottori della Chiesa, Collegiata di San Giovanni Battista, Morbegno.

Ancona, Chiesa di Incudine, Val Camonica.

Giovanni Battista Zotti nacque tra il 1665 e il 1670 in provincia di Venezia e morì intorno al 1733.&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;Dopo l’apprendistato presso i famosi Ramus della Valcamonica, dove apprese l’arte dell’ebanisteria, iniziò a lavorare in Valtellina in modo autonomo. Fu un artista molto prolifico ed apprezzato e nella sua carriera si confrontò con molti artisti di valore non solo italiano ma anche europeo. &nbsp;&nbsp;&nbsp;L’attività in Valtellina lo vede all’inizio operare nell’ancona lignea della chiesa della Sassella a fine Anni Ottanta del XVII secolo. Quindi si dedica alla chiesa di Primolo, dove costruisce l’intera ancona e la madonna contenuta in essa, molto venerata. &nbsp;&nbsp;&nbsp;Probabilmente ritorna poi a lavorare in Val Camonica ed in modo particolare ad Incudine, dove lascia una bellissima ancona su cui incide il suo nome.

Trattato L'idea dell'architettura universale

Scamozzi scrisse uno dei più importanti trattati dell'epoca&nbsp;L'idea dell'architettura universale&nbsp;(1615), che fu per lungo tempo adottato come testo basilare dagli architetti del tempo ed ebbe particolare diffusione nel nord&nbsp;Europa, e in particolare nei&nbsp;Paesi Bassi&nbsp;del Seicento e Settecento. Scamozzi rappresentò, per molti aspetti, una figura assai moderna come architetto, studioso ed intellettuale del suo tempo. Fu tra i pochi a capire la necessità di raccogliere una notevole&nbsp;biblioteca&nbsp;personale, collezionando libri (all'epoca assai preziosi) delle più diverse discipline, dalla&nbsp;matematica&nbsp;alla&nbsp;fisica. Fu il primo a progettare l'allestimento di un museo, curando attentamente non solo la disposizione dei pezzi ma anche lo studio dell'illuminazione sia naturale che&nbsp;artificiale, aspetto assai moderno che del resto si riscontra in molti dei suoi progetti.

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