fiabe classe 1°CE

sposarla. -E va bene, dovrai sconfiggere da solo la casata Stark, che da anni tenta di invadere i nostri territori oltre il bosco magico. -Per lei, mio re, questo e altro. Senza pensarci due volte, John,raccolse tutte le sue armi in caserma e bardò il suo cavallo bianco. Una volta preparato tutto, in fretta e furia, salì sul suo cavallo bianco candido e di corsa sfrecciò fuori dalla reggia. La fortezza Stark era a nord-est della città,situata nella regione d’inverno, governata da millenni dalla casata. La fortezza era conosciuta per essere la più resistente e impenetrabile di tutte. Una volta giunto a destinazione&nbsp; il cavaliere, si trova di fronte all'imponente fortezza. Decise così, di accamparsi poco distante dalle mura&nbsp; per studiare una strategia per entrare: alla fine decise di entrare, da un piccolo ingresso sotterraneo lungo il lato est del forte data la scarsa presenza di guardie. L’impavido cavaliere, arrivata la notte,vide che le guardie non erano presenti. Sta per entrare quando all'improvviso, la porta in

fondo al passaggio segreto si spalanca: da lì uscirono due armate di almeno un centinaio di soldati armati. Corse a nascondersi più veloce del vento in un cespuglio. Una volta al sicuro,cercò di capire dove le guardie stessero andando,ma purtroppo erano già troppo lontane. Nel tornare nel suo rifugio, John, cadde in un sonno profondo. Nel sogno vide che la sua città stava per essere attaccata dalla casata Stark. Si svegliò di colpo, e vide che era già mattina, notando che una civetta, bianca come il latte e con il becco giallo come una mimosa, si era appoggiata sulla sua spalla. Pensò subito di aver fatto un brutto incubo, ma ogni volta che la civetta si appoggiava sulle spalle del cavaliere, le immagini diventavano sempre più frequenti. Decise però di lasciar perdere per il momento, per ritentare di entrare all’interno della fortezza. Nota da subito che l'ingresso era rimasto scoperto, dunque decise di entrare, e con enorme stupore vide

una prova di equilibrio; dovrete camminare su dei pali di legno che si trovano al di sopra di una profonda piscina piena di piccoli animali che saranno pronti a farvi fuori qualora cadrete; giunti alla fine della seconda stanza potrete direttamente accedere alla terza, dove la sfida sarà differente per ognuno di voi, starà a voi capire come superarla. Il primo che sarà in grado di uscire dal percorso sarà il vincitore e potrà sposare mia figlia. Ora andate!” Henry fu sorpreso, in qualche modo sapeva che le sfere che aveva in tasca gli sarebbero servite ma non sapeva in che modo. Il giovane e tutti gli altri partecipanti furono scortati fino all’arena e ognuno di loro entrò nella sua rispettiva stanza. Come anticipato dal re, henry si trovò davanti ad un’altissima parete piena di piccoli fori dove avrebbe dovuto inserire le mani per arrivare al soffitto e prendere la chiave. Non perse tempo e iniziò subito la prova. Arrivato a metà strada, al ragazzo scivolò fuori dalla tasca una delle 3 sfere che toccato il pavimento, si ruppe in centinaia di piccoli pezzi che

istantaneamente scomparirono, quasi come assorbiti dal pavimento, fu in questo momento che Henry capì che ogni stanza presentava delle insidie, nella prima, la difficoltà stava nel non cadere sul pavimento, perché qualora fosse caduto, non avrebbe potuto affrontare la seconda prova e probabilmente sarebbe stato squalificato. Perciò il giovane fece molta attenzione e arrivato in cima alla parete, prese la chiave e si diresse verso la porta che lo avrebbe condotto alla seconda stanza. Giunto alla seconda sfida, Henry si trovò davanti a un lungo percorso composto da sottili pali di legno distanti circa 1 metro l’uno dall’altro. Nonostante la paura degli animali che si trovavano nell’acqua sottostante, il giovane si sbrigò ad arrivare alla conclusione della seconda sfida, quando anche in questa stanza, Henry perse una sfera, che invece di frantumarsi, assorbì tutta l’acqua e al suo posto fece comparire un massiccio ponte di pietra che egli poteva attraversare per arrivare alla 3 stanza e affrontare l’ultima prova. Varcata la soglia dell’ultima porta, Henry si trovò in un’ampia stanza piena di cunicoli e gallerie, solo uno dei quali avrebbe condotto il contadino alla vittoria.

Esso chiese all’anziano se potesse accompagnarlo nel viaggio; l’uomo accettò. Si chiamava Mimir. Mancavano poche ore di cammino prima di arrivare al castello; durante il tragitto incontrarono dei goblin che bloccavano l’accesso al ponte. Non c’erano altre vie per arrivare alla dimora di Baldur, quindi con coraggio Atreus affrontò i mostri con la sua spada magica. Dopo averli sconfitti, con le poche forze rimaste giunsero al castello e vi entrarono con facilità, non trovando nessun soldato di guardia. Sentirono delle grida provenire dalla torre più alta del castello ed intuirono subito che appartenevano alla principessa. Senza indugio Atreus la raggiunse; fu amore a prima vista…&nbsp; Il ragazzo le disse che dovevano scappare e la principessa indicò una botola segreta che aveva notato durante la sua prigionia. Il passaggio li avrebbe portati davanti al cancello del regno.&nbsp; Oltre Mimir, fuori dalla torre li stava aspettando Baldur, ignaro del fatto che i due ragazzi avrebbero usato il mantello dell’invisibilità per fuggire.

Atreus e la ragazza arrivarono nel bosco, lasciando dietro di loro le urla dell’uomo, colpito da un maleficio lanciato da Mimir che si rivelò poi un grande mago. Giunti alla dimora della principessa, il re di Midgar, ossia&nbsp; il padre della fanciulla, consegnò ad Atreus una ingente somma di denaro come ricompensa per la sua coraggiosa impresa.&nbsp; Il ragazzo non accettò perché era innamorato della fanciulla; il re, stupito dal nobile gesto, decise, nonostante le umili origini di Atreus, di accogliere la sua richiesta di prendere in moglie la figlia. I due giovani ne furono felici e il giorno dopo si sposarono; organizzarono poi una grande festa con tutti gli abitanti del regno. Vissero felici e contenti.

di lacrime, e si avvicina per baciarla. Maxi afferra la mia mano e continua a raccontare quello che ha dovuto affrontare in questi estenuanti giorni. Dopo la lunga chiacchierata lo vidi inchinarsi davanti a me tirando fuori una piccola scatolina dorata con contorni rossi e un piccolo fiocco al centro, la aprì e la luminosità di un magnifico anello mi accecò, ebbene sì, era una proposta di matrimonio, ed io accetto.

"Ti ho portato i pesci blu che volevi, ricordi?" "certo" disse Eros "brava, vediamo se riuscirai a tornare a riva con le stelle marine!” Bussò alla porta Tom dicendo: " vorrei baciarti"! "Sei così bella"! "No" rispose, " rovineresti l'incantesimo"! "Devo trovare tre stelle marine per andare sull'isola meravigliosa!" "Va bene, ti darò una mano!" Tom si mise la tuta da subacqueo e vide coralli, ostriche, meduse dai colori stupendi! Trovate le stelle le portarono ad Alba che felice le mise nella brocca, dovevano portarle al tramonto a Pompea. Tom andò alla cabina prese il timone e una cartina geografica per orientarsi. Dopo ore di viaggio, Tom vide un castello incantato, una carrozza con dei cavalli bianchi, delle damigelle che li attendevano e all'ingresso dei fiori stupendi abbagliavano gli occhi a entrambi. Ora Tom le disse: " posso baciarti ora?" " sì!" rispose Alba. Tom diventò così il suo amato eroe e vissero per

(Brancher, Ferraresi, Ragazzini, Molinari)

Introduzione...................................................... 2 La rosa bianca.................................................... 5 Le tre sfere magiche.......................................... 11 L'intrepido viaggio............................................. 18 I nuovi eroi......................................................... 22 L'isola di Pompea.............................................. 28 Lotta per amore................................................ 34

C’era una volta nel regno di Lione, un umile contadino di nome Henry. Il ragazzo abitava in una piccola casa diroccata nella periferia del regno, dove&nbsp;coltivava tutto ciò che gli era necessario per poter sopravvivere. Henry faceva parte del ceto sociale più umile, perciò il suo stile di vita era basato sull’accontentarsi di quello che aveva. Un giorno, a tutti gli uomini del regno, sposati e non, arrivò una convocazione da parte del re, che li esortava a prendere parte ad una serie di 3 complesse sfide il cui premio era la figlia, infatti colui che avrebbe vinto la sfida, si sarebbe potuto sposare con la principessa e avrebbe potuto vivere nel lusso e nello sfarzo fino alla fine dei suoi giorni. Henry fu molto colpito dalla decisione del sovrano, ma dopo un momento di tentennamento, decise di prendere parte alla sfida convinto di non avere la stoffa per poter affrontare una simile prova. Ciò che lo spingeva a prendere parte alla sfida, era il grande amore che egli provava per la principessa, ma che tenne nascosto a causa del suo basso ceto sociale. La sfida si sarebbe tenuta il giorno seguente, quindi

Henry decise di mettersi nel letto e riposarsi, quando in un sogno gli apparve una strana creatura che regalò al giovane 3 piccole sfere di cristallo dicendogli che gli sarebbero state utili per superare la sfida che lo avrebbe atteso il giorno seguente, egli prese le sfere e fuggi via dalla strana creatura. Svegliatosi di soprassalto, il contadino si guardò intorno e sul suo comodino notò le stesse sfere viste nel sogno; si sfregò gli occhi, non era un’illusione, quei tre oggetti si trovavano proprio sul suo comodino. Henry le prese e si diresse al castello, luogo nel quale si sarebbe tenuta la gara con in tasca quei tre oggetti. Arrivato nella sala del castello, lui e tutti gli altri partecipanti vennero accolti dal re:” buongiorno a tutti, come sapete oggi si terrà la sfida per decretare chi sarà il futuro marito di mia figlia” disse; “le sfide si terranno in un’arena divisa in modo da avere una stanza a testa, in cui svolgerete tutte e 3 le sfide, che sono così suddivise: la prima è una prova di arrampicata, dovrete salire lungo tutta la parete della vostra stanza fino a raggiungere una chiave che si trova legata sul soffitto, la quale vi permetterà di entrare nella seconda stanza, nella quale sarete sottoposti ad

che era tutto vuoto. Non c'erano né guardie, né il loro re. Senza pensarci due volte capisce che il suo sogno era realtà, montò sul suo cavallo e partì per il suo regno. Appena arrivò vide il suo sogno avverarsi: muri distrutti da catapulte, case in fiamme ed urla di innocenti. Decise di cercare il sovrano della casata Stark con il suo esercito,e sconfiggerli uno per uno. Dopo un po' di tempo arriva al castello reale e lo vide impugnare una affilata spada pronto ad uccidere il re, in ginocchio. Il cavaliere lo fermò in tempo facendo iniziare un duello all'ultimo sangue, e dopo svariati colpi di spade, i due sembravano eguagliarsi: ma a un certo punto,il cavaliere sfruttò una disattenzione del re per finirlo una volta per tutte. Il cavaliere trionfò, riuscendo a sposare la sua amata come tanto desiderava. E vissero tutti felici e contenti.

Vedo una leggera luce entrare sotto la porta di quella orrenda cantina umida e fredda, mi guardo un po’ in giro e mi trovo ancora dentro la gabbia sotto forma di uccelli intorno a me ci sono molte altre gabbie con altri animali, conigli, tartarughe, lumache, cerco di uscire dalla gabbia ma dopo vari tentavi decido di dormire, ma la mia testa è avvolta da mille pensieri. Ormai saranno passati cinque giorni da quando sono rinchiusa qua dentro, la signora entra mi dà del mangime e se ne và tranne oggi, che oltre a nutrirci mi ha preso e portato in una stanza piena di cianfrusaglie varie, mi tolse dalla gabbia e mi mise sopra al tavolo, mi volto verso la finestra e vedo Maxi che mi guarda con occhi meravigliati, di fianco a lui c’è una lepre, cerco di avvicinarmi alla finestra che si trova accanto al tavolo però lui scrisse sulla finestra “fermati” così mi fermo e lo guardo confusa, mi indica la signora così mi volto e la guardo, tiene in mano una sorta di rosa bianca, lo stesso oggetto che ha usato quel giorno per

trasformami, la signora si avvicina a me con un piccolo coltellino, la rosa e un grande vaso. Si sta avvicinando sempre di più con aria minacciosa, finché non vedo la piccola lepre che era vicino Maxi poco fa, che cerca di distrarla morsicandole il polpaccio a facendola cadere per terra dal dolore, dopo entra Maxi che le ruba dalle mani la rosa bianca per poi distruggerla facendola cadere a terra. All’improvviso la signora comincia ad urlare, mentre si trasforma in polvere molto velocemente e io mi sono ritrasformata in umana. Maxi corre verso di me e mi abbraccia, gli chiedo cosa fosse successo e lui mi disse:” Ciao cara Ginevra, lui è Zeno, come vedi ora è un umano ma pochi secondi fa era una lepre; Quella signora era una antica strega che si aggira tra le città cattura le ragazze per prelevare la loro giovinezza, infatti non sei l’unica fanciulla che è stata trasformata” mi guardo in giro e vedo molte ragazze correre verso la porta d’ingresso, tranne una che si ferma davanti a Zeno e gli disse :” Mio amato Zeno, ti ricordi di me sono&nbsp; Adele”, vedo gli occhi del ragazzo illuminarsi piene di

La fiaba è un testo narrativo incentrato su personaggi fantastici coinvolti spesso in storie a lieto fine. Si potrebbe dire che l’uomo, da quando esiste, racconta fiabe, come se narrarle fosse per lui una vera necessità. La storia del “genere fiaba” si perde a ritroso nel tempo, affondando le proprie radici nell’antica tradizione della narrazione orale. Il termine stesso "fiaba" deriva dalla parola latina "fabula", la quale, a sua volta, deriva dal verbo "for-faris", ovvero “dire”, “parlare”. A differenza di quello a cui siamo abituati a pensare, la fiaba non era, in origine, un racconto destinato all’intrattenimento dei più piccoli, bensì a quello di un pubblico adulto. Ogni fiaba ha caratteristiche costanti, descritte dallo studioso russo Vladimir Propp e sintetizzate in 31 funzioni conosciute come&nbsp; "Carte di Propp". L’autore sottolinea la somiglianza di tutte le fiabe; contenuti di mille forme differenti, ma funzioni dei personaggi secondo schemi immutabili, cardini di ogni narrazione di qualsiasi provenienza, culturale e geografica.

I luoghi delle fiabe sono spesso castelli magici o boschi incantati che non possono essere collocati nello spazio, ma che suscitano emozioni e sensazioni speciali. La caratteristica principale è che c'è sempre un lieto fine. Vincono sempre i buoni e ciò invita alla bontà, alla correttezza e a mantenere sempre fede alla parola data perché si viene ricompensati. Lo scopo principale è intrattenere, divertire, far sognare e dare anche insegnamenti di vita. La fiaba permette di sviluppare l'area emotiva e di giudizio morale in maniera divertente. Permette, infatti, di identificarsi nei personaggi, nelle loro azioni, nei loro sentimenti, nei loro ideali e nelle loro difficoltà. Noi della classe 1CE abbiamo creato delle fiabe a gruppi utilizzando le Carte di Propp. Caro lettore se con pazienza sfogli&nbsp; le pagine di questo&nbsp; libro, troverai narrazioni riguardanti l'amore, il coraggio e la consapevolezza di sapere per cosa vale la pena lottare e come combattere per ottenerlo. Buona lettura! La classe 1CE

Un giorno d’estate una ragazza di nome Ginevra, dai bei capelli biondi, occhi azzurri, e un viso paffuto si incontra con il suo ragazzo Maxi, nonché erede al trono di spagna, in un bosco vicino ad un piccolo villaggio, lì il panorama è fantastico si vede tutto il regno con i suoi castelli colorati, le case bianche e tutte le persone che percorrono quelle vecchie strade tracciate dalle ruote dei carri. Provenivo da una famiglia di nobili, avevo dei genitori al dir poco severi, e due sorelle che non mi vanno a genio. Sono follemente innamorata di Maxi. Quel giorno per noi due giovani ragazzi in preda all’amore fu l’inizio di una nuova avventura tutta da scoprire. Ormai era tardo pomeriggio quando io e il mio fidanzato, dopo un’intera giornata passata a chiacchierare davanti ad uno squisito pranzo, decidiamo di tornare a casa. Durante il tragitto ci imbattiamo in una vecchia casa coperta d’edera, le finestra erano rotte la porta era quasi distrutta, questa casa non l’ho mai

vista eppure ci vengo spesso, dico tra me e me per poi girarmi per chiedere a Maxi &nbsp;se ha mai visto questa casa, lo cerco con lo sguardo ma non lo trovo, comincio ad urlare il suo nome fin quando non sento dei leggeri lamenti provenire da quella casa, decido di avvicinarmi lentamente per vedere se è Maxi, quando entro lo trovo seduto su una sedia mentre cerca di liberarsi dalle corde che avvolgo i suoi polsi, mi giro verso la sua destra e trovo una signora, è una donna di circa 40 anni di brutto aspetto con dei capelli bianchi occhi verdi molte rughe e un neo sulla guancia sinistra. Faccio un bel respiro e le chiesi:” E tu chi sei... Che gli vuoi fare, lascialo andare” dopo le mie parole gli tolse le corde dai polsi, ma appena stiamo per uscire tira fuori qualcosa dalla sua tasca e all’improvviso mi trasformo in un piccolo uccellino. Vedo Maxi con lo sguardo fisso su di me ancora incredulo per quello che è successo, per poi sentirlo urlare ma non capisco quello che dice, dopo qualche minuto mi ritrovo in una gabbia ma non nella casa di prima, in una cantina, non sento e non vedo più niente.

“La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove” Gianni Rodari

Il giovane non perse tempo e si diresse verso i cunicoli rimanendo in silenzio per pensare a quale varcare. Non passò molto tempo prima che Henry vide uscire da uno dei fori una piccola volpe che teneva stretta tra i denti una fragile bottiglietta di vetro. L’animale diede un forte morso e ruppe il contenitore che rilasciò un liquido che cosparse buona parte del manto del canide e lo rese parzialmente invisibile al ragazzo. La bestia si avventò sul contadino, il quale riuscì a schivare il colpo e rifugiarsi in uno dei cunicoli. Non importava dove lo avrebbe portato, l’importante era fuggire da quell’animale. Henry si trovò davanti ad un vicolo cieco e fu costretto a tornare indietro. Nel tragitto per tornare, il ragazzo si ricordò di avere con sé un’altra delle 3 sfere regalategli dalla bestia la notte precedente e decise di tenerla in mano e scagliarla verso l’animale appena sarebbe giunto nella stanza. Così fece. Quando la volpe fu colpita, la sfera si ruppe e rilasciò un liquido che si riversò sul pavimento e indicò la strada giusta da percorrere al ragazzo. Approfittando della vulnerabilità dell’animale,

Henry scattò verso il cunicolo indicatogli dalla sfera e dopo pochi minuti di cammino, il ragazzo fu finalmente fuori. Si diresse velocemente al castello dove lo aspettavano il re e la principessa. Non riusciva a crederci. Aveva finito quella sfida per primo. Come da promessa, il ragazzo e la principessa si sposarono e il povero contadino potè dire finalmente dire addio alla vita da povero e iniziare la sua nuova vita in compagnia della sua amata.

al mare. Il letto aveva dei delfini alla testiera e ai piedi delle piovre. Sui comodini c'erano delle lampade strane, ne prese in mano una per accenderla quando si mise a parlare: "Sono Eros, il genio del mare. C'è un'isola di nome Pompea, dove tutto quello che tocchi può essere tuo, un castello fatato, una carrozza trainata da cavalli bianchi, delle damigelle e un giardino incantato"! "Ma devi superare tre dure prove". "La prima è di raccogliere più conchiglie che puoi e metterle dentro un enorme vaso". " La seconda è di prendere tutti i pesci colorati di blu e metterli in un enorme brocca". "La terza consiste nel tornare a riva con almeno tre stelle marine e portarle al tramontar del sole all'isola di Pompea." Alba pensava stesse sognando e dalla gioia accettò. Si affacciò a un finestrino della nave e vide un delfino e gli disse: "Ho bisogno di aiuto, potresti aiutarmi a raccogliere le conchiglie e metterle nel vaso?" "certo"! Disse il delfino, "ma devi venire in fondo al

al mare con me"! "va bene". E così fece. Il delfino fu molto generoso e chiamò anche altri amici pesci. Finché, colmato il vaso, lo portò alla nave, nella fantastica stanza. Prese la lampada dal comodino e disse al genio: "Guarda che meraviglia di conchiglie, non sono stupende?" Il genio Eros rispose: "Brava, ti auguro una buona notte". Alba si addormentò stanca dalla giornata faticosa, pregò l'indomani e si fece forza e coraggio. L'indomani doveva prendere tutti i pesci colorati di blu, da chi si doveva far aiutare? Il giorno dopo spalancò il finestrino, si affacciò e vide un grosso tonno e gli disse: "Ehi tu, potresti darmi una mano a raccogliere tutti i pesci blu?" "ok" disse il tonno " tu tieni la brocca ed io te la riempirò." Coinvolse anche altri amici pesci ad aiutarlo. A mano a mano che gli portavano i pesci Alba, li contava: dieci, cinquanta, settanta, 100 stop! Arrivata alle colme della brocca, ringraziò; stanca morta si buttò nel letto pensando a quanto doveva essere bella l'isola di Pompea e si addormentò. L'indomani prese la lampada dal comodino e chiamò

Il Giardino Delle Fiabe

forze di combattere cerca di farsi scudo ancora con l’anello ma sott’acqua ha perso potere, solo il mostro che è il re della palude riesce ad avere la meglio su di lei. Ormai Bella è certa di morire, non vede e non sente più nulla &nbsp;ma ecco che all’improvviso vede &nbsp;il cane avvicinarsi e con tutta la forza di cui è capace lancia addosso al mostro un sasso trovato in fondo alla palude e riesce ad intontirlo così da poter &nbsp;aprire&nbsp; la scatola dei segreti per prendere il diamante. Quando aprono la scatola vedono che al suo interno non c’è solo il diamante ma anche tanti altri gioielli forse trovati dal mostro sulle rive della palude. Risalgono in superficie distrutti e affaticati, tutte le persone prestano soccorso e in poco tempo riescono a consegnare il contenuto della scatola dei segreti alla strega affinché possa aprire il ponte e i figli possano rivedere e riabbracciare i genitori. Bella e il cane dopo tanta fatica e tanti ringraziamenti riprendono la loro strada per entrare in città ma ecco che vengono richiamati dalla strega: “Anche voi che siete stati tanto coraggiosi e mi avete restituito l’unico ricordo che ho di mio marito avete il diritto di essere felici come lo sono io adesso! Ecco

Ecco questi sono gli altri gioielli e sono vostri!” disse la strega. Sì proprio la strega che credevano tutti essere cattiva alla fine si è accontentata solo del suo diamante e ha lasciato che Bella ed il cane in città potessero rivendere i gioielli e vivere finalmente felici e contenti.&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;

C'era una volta,in un immenso mondo fantastico,un cavaliere biondo dagli occhi verdi chiari,al servizio di una ricca famiglia:i Lannister. Con la casata aveva un rapporto magnifico,ed era stato nominato da essi come primo cavaliere (il più importante tra tutti). Il suo nome era John. Nella vita aveva tutto ciò che desiderava tranne una cosa:la mano della principessa,con cui condivideva una relazione segreta da diversi anni. Da sempre i due tramavano di sposarsi,ma purtroppo il re non avrebbe mai approvato. Il cavaliere però un bel giorno d'inverno,con la neve che scendeva,decise di dirlo al proprio re, perché non sopportava più l'idea di non poter ufficializzare il matrimonio. Dunque si diresse al palazzo,si inchinò davanti al re: -Oh mio re, le devo parlare. -Dimmi mio fidato cavaliere.Cosa ti porta qui? -Mio re, anche se so che rifiuterà….:desidero la mano di sua figlia. -Mio caro,questo non te lo posso concedere ,a meno che….. -A meno che cosa mio re? Sarei disposto a tutto pur di

C'era una volta una fanciulla, di nome Alba, a lei piacevano molto il mare, la sabbia e il sole. Un giorno sdraiata sulla sabbia al sole vide in cielo una fascia blu con una scritta: "La più bella fanciulla che costruirà il castello di sabbia più incantevole la porterò con me in un'isola lontana". Alba presa dalla contentezza si mise subito all'opera. Costruì un castello enorme con porte, finestre e tanti scalini. Ahimè la marea cominciò ad alzarsi, Alba fu travolta da un'onda gigantesca e intrappolata da una rete di pescatori. Si trovò in mezzo a pesci grossi, fu tirata su e vide un bellissimo veliero. Era di un marinaio di nome Tom, che disse: "Che bellissima sirena!". Alba era spaventata e impaurita, non riusciva a parlare. Tom le disse: "Prendi quest'asciugamano e vai in una delle stanze sottostanti." E lei così fece. La camera era tutta addobbata da conchiglie, pesci, granchi, sembrava di stare in fondo

C’era una volta una ragazza molto generosa che si chiamava Bella. Aveva dei lunghi capelli rossi e dei grandi occhi verdi. Era orfana, molto timida, introversa e viveva in una modesta capanna. Era anche molto povera, non riusciva sempre a mangiare e a vestirsi ma era generosa con tutti quelli che incontrava. Il poco che aveva lo divideva con gli altri. L’unica cosa che le rimaneva della povera madre era un anello che indossava sempre e che non avrebbe venduto per nulla al mondo perché era un ricordo affettivo molto importante anche se sembrava non valere granchè. Bella piangeva spesso nel buio della sua capanna, era sempre triste, la maggior parte del giorno andava in giro per il paese a chiedere qualcosa da mangiare, faceva qualche lavoretto qua e là ma i soldi che guadagnava erano sempre pochi e poi avrebbe voluto riprendere a studiare. Ma come poteva fare? Così un bel giorno decide di lasciare il piccolo paese perché crede anzi spera di trovare più fortuna in città e di incontrare qualcuno

“Le fiabe dicono più che la verità. E non solo perché raccontano che i draghi esistono, ma anche perché affermano che si possono&nbsp;sconfiggere.”

qualcuno disposto ad aiutarla. Durante il tragitto incontra tante persone e tanti animali ma uno in particolare un cane la segue per tutto il viaggio. E’ vecchio, sporco ma soprattutto è solo come lei. Ecco che però dopo qualche metro il cane inizia a parlare: “Stai andando dove vado io ?” Bella risponde: Non lo so, io sto andando in città e tu? Il cane riprese: “ In città non si riesce ad andare da molti mesi, ci sono tanti figli che vogliono andare a trovare i genitori ma non ci riescono! Vedi là in fondo c’è un ponte ed è sbarrato perché all’ingresso c’è una vecchia strega cattiva che farà passare solo se qualcuno riuscirà a riportarle un prezioso diamante che ha perso mentre dava la caccia ad un coccodrillo nella valle infuocata. Tante persone tutti i giorni cercano di recuperare il diamante ma le fiamme non si spengono mai anzi si fanno sempre più alte!” “Non c’è nessuna soluzione, vedi quanta gente c’è alle porte della città!!!” continuò il cane. Bella allora disse: ” Beh almeno possiamo provarci anche noi!” Si avvicinarono alla palude infuocata riempendo d’acqua le poche borse che avevano ma niente il

fuoco non si spegneva mai, il cane aveva proprio ragione! Al contrario le fiamme ad un certo punto avvolgono Bella e il cane e lei per proteggere entrambi si fa scudo con il suo anello che improvvisamente si apre e fa uscire un potente getto d’acqua che riesce a spegnere tutto il fuoco. Bella rimane stupita e meravigliata della potenza del suo anello. Non sapeva di avere al dito qualcosa in grado di proteggerla e salvarla dai pericoli. Bella così si tuffa nella palude tra lo stupore del cane, della strega e di tutte le persone che erano presenti, bacia il suo anello per sentirsi ancora più protetta e scende negli abissi. Bella è quasi senza fiato sta cercando di prendere il diamante ma è incastrato proprio sul fondo in una scatola dei segreti. Si sente svenire, la testa inizia a girarle, le fa male il petto, si sta agitando ma nessuno la può sentire. Ma ecco che quando cerca di aprire la scatola con le poche forze che ancora le restano un mostro di fuoco si avvicina e&nbsp; con un alito di fiamme le&nbsp;brucia le mani. Inizia così una lotta violenta ma Bella non ha più le

C’era una volta, nel regno tranquillo di Midgard, un giovane ragazzo di nome Atreus. Era povero, con una famiglia numerosa: il padre era contadino, la madre casalinga ed aveva tre fratelli minori. Il ragazzo doveva andare a lavorare con suo padre, ma a lui non piaceva quella vita, voleva che la sua famiglia stesse meglio e non veder crescere i suoi fratelli in povertà… Un giorno nel regno avvenne una disgrazia: la figlia del re venne rapita dal nemico più temuto del regno di Midgard, Baldur. Il re, disperato, promise a chiunque avesse riportato indietro sua figlia una ricompensa in denaro. Senza pensarci due volte, Atreus si gettò nell’impresa. Durante il viaggio&nbsp;incontrò un uomo anziano che stava gridando aiuto, in quanto intrappolato sotto un albero caduto. Il ragazzo soccorse l’uomo, che dopo essere stato&nbsp;liberato disse al giovane: “Ragazzo, per ringraziarti dell’aiuto ti donerò due oggetti magici”. Estasiato, Atreus ricevette una spada e un mantello dell’invisibilità.

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